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Categoria: Famiglia Pagina 25 di 29

Silenzi e parole

Ci sono molte cose dette e altre taciute nel discorso di Romano Prodi al Senato in tema di politiche sociali. Il presidente del Consiglio ha dedicato attenzione alla famiglia “costituzionalmente intesa”, ma non ha citato il reddito minimo di inserimento né la riforma degli ammortizzatori sociali. E ha glissato sui temi dei diritti civili e di libertà e sulla laicità dello Stato. C’è un poi quadro istituzionale reso confuso e di difficile gestione dallo spezzettamento dei ministeri, che non ha alcun senso e produrrà enormi inefficienze.

C’è sempre poco da festeggiare

L’otto marzo è la festa delle donne. Nonostante la crescita dei livelli di istruzione, le donne continuano ad essere meno pagate degli uomini e con minori opportunità di carriera. Nel lavoro familiare, le donne sono sempre più oberate di lavoro con scarsi aiuti da parte dei coniugi e del sistema pubblico. Nel Sud d’Europa queste difficoltà di conciliare lavoro e famiglia si traducono nella
scelta di avere meno figli o a rinunciare del tutto al mercato del lavoro.

L’imposta di successione per un fondo-giovani

Nel 2001 è stata abolita in Italia l’imposta di successione. Portava nelle casse dello Stato circa un miliardo di euro all’anno. Esistono buone ragioni per reintrodurla, vincolandone i proventi all’accrescimento delle opportunità di autodeterminazione dei giovani italiani. Si potrebbe, ad esempio, introdurre un fondo di cittadinanza sul modello del Child Trust Fund britannico. Si tratterebbe di un diritto individuale, che prescinde dalle condizioni economiche della famiglia. Dunque, renderebbe i ragazzi più indipendenti e, forse, più responsabili

Così rispose il bebè

E’ recente l’invio ai nati nel 2005 della lettera del presidente del Consiglio che annuncia il bonus di mille euro. La missiva è stata ampiamente pubblicizzata con spot televisivi e pagine intere sui quotidiani. Mentre Romano Prodi promette, in caso di vittoria, 2.500 euro a bambino. Ci siamo già occupati dei limiti di questa misura una tantum per le famiglie. Ora torniamo sull’argomento, ma lo facciamo con tono “semiserio”, anche per stemperare i toni accesi della campagna elettorale, provando a immaginare la possibile risposta di un neonato ai leader delle due coalizioni.

Buoni propositi: l’assegno alle famiglie

Un assegno da 2.500 euro l’anno per ogni bambino, fino ai diciott’anni. La proposta di Prodi anticipa la necessaria riforma degli istituti di sostegno dei redditi familiari. La misura riunifica assegni familiari e deduzioni, ha carattere strutturale, è universale e selettiva allo stesso tempo. Nell’immediato, l’onere per lo Stato è contenuto, mentre gli effetti distributivi sono virtuosi: l’incidenza percentuale del beneficio è più elevata per i decili inferiori della distribuzione e decresce all’aumentare del reddito. Più problematica la copertura a regime.

La famiglia nei programmi elettorali

In Italia gli aiuti alle famiglie sono stati finora scarsi e frammentari, tra i più bassi in Europa. Le differenze nei programmi elettorali di Unione e Casa delle libertà riguardano soprattutto le proposte per le famiglie con figli. E vertono sulla natura del sostegno, che può essere monetario o prevedere la fornitura diretta di beni e servizi; il suo carattere di natura occasionale o più strutturale; per il fatto di rivolgersi solo a lavoratori dipendenti o a tutti i lavoratori; e per l’orizzonte temporale su cui si dispiega.

La crisi demografica del Sud

Se, come ha recentemente scritto Nicola Rossi il Sud è e rimane il “malato d’Italia”, ai suoi cronici problemi ora se ne aggiunge uno del tutto inedito, e molto preoccupante, quello demografico. Ciò pone una seria ipoteca sullo sviluppo futuro. L’entrata del Sud in una spirale demografica negativa rende tutto più difficile, rischiando di far pagare domani a caro prezzo il tempo perso e le risorse sprecate di ieri e di oggi.

Due legislature, due sistemi di tax-benefit

Con un metodo di analisi molto semplice si possono verificare gli effetti sul reddito disponibile delle famiglie delle riforme attuate negli ultimi dieci anni. E’ possibile rintracciare una diversità nelle logiche di fondo che hanno ispirato le due esperienze di Governo: il centrosinistra è stato più attento al segno redistributivo delle riforme, concentrando le risorse a favore dei decili inferiori della distribuzione, mentre il centrodestra ha avuto come prioritario l’obiettivo della riduzione del carico fiscale, in modo percentualmente uniforme.

E il bonus bebè diventa mini

Nel maxiemendamento alla Finanziaria 2006 è apparso un “mini-bonus” di 160 euro per tutti i nati dal 2003 al 2005. Un nuovo esempio di provvedimento inutile e costoso da realizzare. Perché di politiche familiari si discute poco e spesso in modo estemporaneo. Manca ancora una definizione dei livelli essenziali di assistenza e persistono forti disuguaglianze territoriali nei diritti minimi. Tutte le politiche sociali non previdenziali, locali o nazionali che siano, rimangono in uno stato di precarietà permanente, modificabili e cancellabili da un anno all’altro.

Come spendere meglio per le famiglie

I fondi, non irrilevanti, del “pacchetto famiglia” potrebbero essere investiti in modo più efficace per perseguire gli stessi obiettivi indicati dal Governo. La riforma dell’assegno al nucleo familiare permetterebbe di avere uno strumento di sostegno al costo dei figli per le famiglie a reddito medio-basso più sistematico, ma anche più equo. Attraverso un’integrazione di reddito si potrebbe garantire il congedo parentale anche ai genitori con reddito basso o contratti a progetto. Nidi pubblici, sanità e trasporti sono ulteriori campi di possibile intervento.

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