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Categoria: Unione europea Pagina 90 di 96

Le vecchie novità del voto europeo

Dall’analisi comparata del recente voto europeo esce convalidato il modello di elezioni di “secondo ordine”, caratterizzato da astensionismo, risultati negativi per i partiti di governo e successo di quelli minori. Accade soprattutto dove gli elettori hanno ben chiara la distinzione tra Europee e votazioni nazionali e sanno che il risultato non avrà conseguenze sul governo del paese. L’Italia fa eccezione, ma solo in parte. Ed è confortante che ben pochi chiedano il ritorno al sistema proporzionale per l’elezione del Parlamento italiano.

E’ comunque una Costituzione

La nuova Costituzione europea? Avere raggiunto un accordo è già un successo, ma il testo finale è più debole rispetto al progetto elaborato dalla Convenzione. Proponiamo ai nostri lettori alcuni stralci del discorso del vicepresidente della Convenzione europea, Giuliano Amato, al sesto convegno europeo della Fondazione Rodolfo De Benedetti, tenutosi il 19 giugno a Lecce. Si tratta delle parti del suo discorso in cui ha valutato l’accordo raggiunto dal Consiglio sulla Costituzione europea e in cui ha discusso come “dare dei denti” al processo di Lisbona.

Perché il Trattato è un successo

In cinquant’anni i paesi europei hanno costruito una struttura istituzionale che consente, tramite una normativa vincolante, di gestire in modo unitario i rapporti tra gli Stati membri, sotto il profilo economico, sociale, giuridico e anche politico, erodendo gradatamente e progressivamente la singole sovranità. Perché allora tante valutazioni critiche sulla Costituzione europea appena firmata? Resta delusa l’aspettativa di una gestione comune della politica estera. Alla quale arriveremo perché è una soluzione ragionevole che va nel senso della storia.

Costituzione Europea

Il Consiglio dei 25 Stati europei ha approvato un Trattato costituzionale istitutivo dell’Unione Europea. Prima delle elezioni europee avevamo chiesto ai partiti un parere sulla bozza di Costituzione elaborata dalla Convenzione europea e se ritenevano utile un referendum di ratifica. Riproponiamo qui le loro risposte, che potrete comparare con le reazioni di questi giorni.

Dopo le Europee

Astensionismo, rafforzamento dei partiti euro-scettici e voto di protesta sono le tendenze principali emerse dalle elezioni. Hanno notevoli implicazioni per il futuro orientamento delle politiche comunitarie. I due grandi gruppi, popolari e socialisti, non hanno una stabile maggioranza qualificata nel nuovo Parlamento e dovranno trovare una forma di coabitazione. Mentre la politica economica, inevitabilmente da concordare a livello comunitario, implica scelte che si ripercuotono sul consenso elettorale verso i governi dei singoli paesi.

Tra maggioritario e proporzionale

E’ sbagliato trarre indicazioni meccaniche sui comportamenti elettorali alle politiche dalle consultazioni europee, dove si vota con un sistema diverso. E tornare al proporzionale, come alcuni auspicano, sarebbe un grave errore per la politica economica. Non si può negare però che il maggioritario all’italiana non ha risolto la questione dell’influenza dei piccoli partiti e del potere di veto che questi esercitano all’interno delle coalizioni. Ma forse tutto dipende dal fatto che non di maggioritario puro si tratta.

Come rilanciare l’Europa dei cittadini

Euroscetticismo e astensionismo derivano anche dall’incapacità dell’Unione europea di realizzare politiche che accrescano il benessere dei cittadini. Troppo spesso infatti le decisioni sono influenzate da lobby settoriali ben organizzate e finanziate. A contrapporsi ai gruppi di pressione per difendere gli interessi generali potrebbero essere le associazioni dei consumatori, soprattutto se sapranno svolgere un monitoraggio permanente delle principali politiche comunitarie di settore per verificare la loro compatibilità con gli interessi di tutti.

Bilancio dell’Unione

Bilancio dell’Unione

Cliccando sulle risposte sintetiche si potrà accedere al testo completo delle risposte

 

Alleanza Nazionale
 

Lista Bonino
    

Forza Italia

  

Italia dei valori

 

Patto Segni-Scognamiglio
 

Uniti nell’Ulivo
Aumentereste il bilancio dell’Ue come suggerito dalla Commissione? Si, ma occorrerebbe anche cambiare le componenti della spesa. No. La Commissione dovrebbe spendere meglio i fondi già a sua disposizione.

Si. Tendenzialmente le risorse a disposizione della Commissione devono progressivamente aumentare in corrispondenza con trasferimenti di Autorita’ e quindi di compiti dai singoli Stati Membri

 Si L’Ue si allarga e ha bisogno di più risorse finanziarieSi, dobbiamo è prendere sul serio i nostri obiettivi comuni. E spazio per più risorse ce n’è senza ulteriori gravami.
Siete a favore di una minore erogazione di fondi strutturali al nostro Paese? Si. Non servono più fondi occorre sfruttare i propri vantaggi competitiviNo. L’Italia non ha sfruttato bene i suoi fondi in passato ma dal 2001 la situazione è radicalmente cambiata.Si. I fondi, finora, sono stati usati in maniera complessivamente deludente. No. Temiamo che una riduzione dei fondi strutturali comunitari spingerebbe lo stesso governo a limitare gli aiuti destinati al MezzogiornoNo al momento. Il nostro Sud ha ancora bisogno di fondi pubblici per svilupparsi e ogni Governo dovrebbe pertanto difenderne le esigenze davanti alla Commissione.
Credete che L’Ue debba ridurre la Protezione del settore agricolo? Si. La PAC è “un gioco” con alti costi da sostenere e pochi vantaggi , se non per pochi agricoltoriSi occorre una revisione della PAC che favorisca la crescita della produttività e il calo dei prezziSi. Fermo restando il valore stategico della disponibilita’ domestica dei prodotti agricoli, vanno certamente perseguite nel tempo le iniziative che evitino di sostenere produzioni eccedenti i fabbisogni, orientando maggiormente l’agricoltura al ruolo di trasformazione energetica dell’energia solareSi Si La quota di bilancio comunitario assorbita dalla politica agricola- circa il 45%- è troppo elevata in rapporto alle altre priorità.

Costituzione europea

 

 

Costituzione Europea

Cliccando sulle risposte sintetiche si potrà accedere al testo completo delle risposte

 
Alleanza Nazionale
 
Lista Bonino

Forza Italia 
 
Italia dei valori
 
Patto Segni-Scognamiglio
 

Uniti nell’Ulivo

Siete favorevoli a ratificare la Costituzione Europea così com’è ? No, la bozza di “Trattato costituzionale”approvato dalla Convenzione è un testo insufficiente anche se ha elementi che vanno nella direzione giusta. Si. Testo presentato alla conferenza intergovernativa a Napoli poteva essere un buon compromesso No, le istanze sollevate da Spagna e Polonia sono ragionevoli e dovrebbero essere considerateSi al testo previsto da Giscard e presentato a SaloniccoSi al testo presentato a Napoli. Importante che non siano moltiplicati gli ostacoli al passaggio presente e futuro al voto a maggioranza.
Sareste favoreli ad un referendum consultivo in Italia per approvare la Costituzione Europea? Si, ci vorrebbe però un referendum europeo, il cui esito dipende cioè dalla maggioranza degli elettori europei , i referendum appaiono necessari. I paesi in cui il referendum da esito positivo dovrebbero adottare la Costituzione Europea, anche in presenza di risultati negativi in altri paesi.Si. Stesso referendum in tutti i Paesi nello stesso momento in modo da evitare che i diversi referendum vengano usati dai vari paesi come arma negozialeSi, dovrebbe però servire una legge costituzionale ad hoc che lo preveda
Vorreste che a dicembre fossero avviati i negoziati con la Turchia in vista di
un possibile ingresso nell’Unione Europea?
 Si. La Commissione Europea nel suo recente rapporto relativo alla Turchia rende atto degli accresciuti sforzi da parte delle autorità turche nel perseguimento degli obiettivi stabiliti dai criteri di Copenhagen SiSi, ovviamente con negoziatori all’altezza.Assolutamente no. Riteniamo che sia paradossale parlare di una possibile adesione all’UE per uno stato dove i diritti dell’uomo sono violati giornalmente. all’impegno preso di definire la data di apertura dei negoziati a dicembre , ma non è
essenziale che a dicembre questi debbano iniziare. L’importante è che si proceda nella prospettiva di una conclusione positiva.

L’insostenibile spreco di risorse della Pac

La Politica agricola comune (Pac) costa alle famiglie europee oltre cento miliardi di euro all’anno. Oltre l’80 per cento dei sussidi alle esportazioni pagati nel mondo sono finanziati dai contribuenti europei, che pagano anche i tre quarti circa di sussidi agricoli finalizzati al sostegno dei prezzi. Gli effetti sui mercati internazionali sono molteplici e significano minor benessere e minor ricchezza non solo per i paesi poveri. Il problema si aggrava ora con l’estensione della Pac ai nuovi Stati membri Ue. Eppure di questo grande spreco di denaro pubblico si parla molto poco.

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