Qual è il destino che si profila per le due aziende? A Taranto, la decisione del Tribunale del riesame, giunta ai primi di agosto, sembra concedere la prosecuzione della produzione dell’Ilva, ma tecnici e ingegneri devono cominciare la messa in sicurezza e la bonifica delle apparecchiature. Si ragiona sulla copertura dei parchi minerari, le cui polveri velenose sono trasportate nelle giornate ventose verso le zone abitate, in particolare del quartiere Tamburi.
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Nonostante la recessione, un settore industriale ha continuato a crescere in Italia: il fotovoltaico. Grazie agli incentivi, pagati dagli italiani con aumenti delle bollette elettriche. Tra l’altro, la crescita della produzione da fonti rinnovabili avviene mentre scende la domanda complessiva di energia elettrica. Senza contare lo sbilanciamento della rete dovuto alla forte variabilità della produzione fotovoltaica ed eolica, che finirà per aumentare il costo richiesto dai gestori di centrali termoelettriche per tenere a disposizione un’alta capacità di riserva.
I due decreti che ridefiniscono il sistema degli incentivi alle rinnovabili elettriche sono nati sotto una cattiva stella: bocciati dalla Commissione europea, poi approvati con modifiche dalla Conferenza Stato-Regioni. Vedremo ora cosa succederà in Parlamento. Ma parlare ancora dell’eccessivo costo degli incentivi e dell’onere per le bollette degli italiani significa mettersi in un’ottica molto ristretta. Mentre dovrebbe essere ferma la volontà di rendere il sistema progressivamente meno dipendente dalle fonti fossili e dagli approvvigionamenti dall’estero.
Da tempo si parla di una riforma delle polizze sui disastri naturali, con annessa introduzione di una copertura assicurativa dei fabbricati. Per superare l’attuale sistema assistenzialista, con risarcimenti solo dello Stato, pressoché illimitati e finanziati da una tassazione straordinaria. Ma non è il decreto varato appena prima del terremoto in Emilia a risolvere la questione. Prevede polizze volontarie, assai poco diffuse in Italia. E non coinvolge le compagnie di assicurazione, che avrebbero competenze specifiche nella previsione del rischio e valutazione dei danni.
Per raccogliere i primi 500 milioni da destinare quest’anno alle aree terremotate dell’Emilia il governo ha deciso un incremento dell’accisa sui carburanti, il quinto dal 2000 a oggi. Una scelta adeguata? Intanto, i conti potrebbero non tornare perché i consumi di benzina e gasolio saranno presumibilmente inferiori a quelli dallanno passato. E forse andrebbe evitato un intervento che tocchi anche il trasporto merci, per non creare inflazione da costi. Parte del carico avrebbe potuto gravare su altri tributi, come quelli su sigarette o lotterie.
Da mesi una campagna mediatica mette l’accento, in maniera quasi ossessiva, sui costi eccessivi per la bolletta elettrica degli italiani di sussidi troppo generosi all’energia rinnovabile. Sono tuttavia incentivi non solo opportuni, ma necessari perché finalizzati a sostenere l’introduzione, l’adozione e la diffusione di nuove tecnologie. I benefici che generano per i cittadini, le aziende e la società nel suo complesso superano di gran lunga il costo. E il governo dovrebbe affermare senza ambiguità che l’obiettivo ultimo è sostituire le fonti fossili di energia con quelle rinnovabili.
Il sistema energetico del gas è un meccanismo complesso da gestire e da governare, assai poco flessibile nell’adattarsi a mutamenti repentini del quadro di riferimento. E dunque per fare fronte alle emergenze freddo bisogna affidarsi a previsioni meteo sempre più precise, che garantiscono al sistema la possibilità di attrezzarsi per tempo, per quanto possibile. Soprattutto però è necessario puntare sulla diversificazione delle fonti energetiche. Perché le emergenze sono tali anche per la dipendenza da una sola fonte e da fornitori dotati di forte potere monopolistico.
L’emergenza gas ha riportato l’attenzione sulla cronica carenza di infrastrutture di approvvigionamento del nostro paese. In particolare, mancherebbero i rigassificatori. Ma parlare di offerta trascurando le cause determinati della domanda non è il migliore degli approcci. La sicurezza del sistema non dipende solo dalla certezza delle forniture. Un fattore cruciale è la capacità di stoccaggio. E infatti già da molto tempo, l’uomo ha imparato a dotarsi di scorte per far fronte a periodi difficili. Generalmente, l’inverno.
Il freddo affligge tutta Europa. Ma in Italia le preoccupazioni sono maggiori a causa della scarsa disponibilità di gas naturale. Per ragioni di politica interna, la Russia ha infatti ridotto le esportazioni. Un guaio per il nostro paese, cronicamente dipendente dall’estero per gli idrocarburi e che utilizza il gas per produrre i due terzi della propria energia elettrica. Torniamo così a parlare dei rigassificatori, spesso con troppa superficialità. Invece servirebbe una Conferenza nazionale sull’energia, per affrontare i diversi temi senza la pressione dell’emergenza.