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Categoria: Concorrenza e mercati Pagina 72 di 80

Il mercato delle banche

Le autorità nazionali di vigilanza utilizzano spesso i poteri di autorizzazione all’ingresso nel capitale delle banche, previsti dalle direttive comunitarie, per impedire aggregazioni transfrontaliere. Così in un mercato finanziario denominato da un’unica valuta, prevale la frammentazione e non nasce un polo capace di competere con le grandi banche americane. La soluzione non è la modifica della normativa, ma la integrazione e la centralizzazione della vigilanza, con la creazione di una autorità europea indipendente e autonoma dagli interessi dei singoli Stati.

Il dopo-Parmalat delle imprese italiane

Secondo un’indagine sono le “small caps” quotate e le Pmi ad aver risentito maggiormente del clima di sfiducia creatosi dopo gli scandali finanziari degli ultimi due anni. Per esempio perché si sono allungati i tempi per ottenere finanziamenti dalle banche. Per la maggior parte delle aziende sono aumentati i controlli di Bankitalia e Consob, ma soltanto la metà degli intervistati li ritiene efficaci. E solo il 37 per cento considera possibile entro il 2005 la riapertura del segmento retail del mercato dei corporate bond.

Il codice delle centrali dei rischi

Nel 2005 entra in vigore il codice deontologico sulle centrali dei rischi voluto dal Garante della privacy. Potrà influire notevolmente sul mercato del credito. Perché una tutela molto rigorosa dei dati personali può impedire o rendere più oneroso l’accesso al credito, mentre una maggior disponibilità per le banche di informazioni tempestive, accurate e complete si traduce spesso in un vantaggio per la clientela, soprattutto se si tratta di piccole e medie imprese e di consumatori. E i tempi di conservazione dei dati non dovrebbero scendere sotto i tre anni.

Alitalia: bene così, ma non facciamoci illusioni

Sembra ormai vicina ad una soluzione la crisi Alitalia. Tuttavia, non è ancora tempo per nutrire facili illusioni, come sottolinea Carlo Scarpa  (Alitalia: bene così, ma non facciamoci illusioni).  Ricostruiamo  la dinamica della crisi nel corso degli ultimi mesi con interventi di Francesco Cavalli, Francesco Gazzoletti e Daniele Nepoti  (Come si dice Malpensa in cinese?), Andrea Goldstein (Per Alitalia, guardiamo all’estero), Marco Ponti (Vola solo il deficit e Alitalia: un’Italia senza ali), Carlo Scarpa, (All’Alitalia serve chiarezza), Mario Sebastiani (Perchè Alitalia resta a terra).

Al Caffè de la Paix

Le leggi che regolano il consumo di alcol influenzano lo sviluppo delle città. Dove sono più rigide, come nei paesi anglosassoni, i sobborghi si ampliano in modo incontrollato. Nella più liberale Europa continentale, invece, i centri cittadini restano più densi. Perché bar e ristoranti all’aperto li rendono più piacevoli e nello stesso tempo esercitano una funzione di controllo sociale. Mentre in America e Inghilterra i diritti di proprietà sulle strade si sono spostati dai locali pubblici alle automobili dei pendolari.

Un’occasione mancata

Del progetto di legge sulla tutela del risparmio si discute da tempo. Per il momento. il solo risultato concreto ottenuto è il recepimento della direttiva europea sugli abusi di mercato. Gli emendamenti proposti dalla maggioranza di Governo su autorità di vigilanza e indipendenza di queste dal potere politico mantengono tutte le ambiguità della normativa precedente. Se non ci saranno altri interventi, si sarà persa l’ennesima occasione per costruire strumenti essenziali ad arginare la perdita di competitività del nostro sistema economico.

Se il conflitto è positivo

Quando collocano sul mercato titoli di imprese loro affidate, le banche commerciali hanno a disposizione informazioni privilegiate sulle condizioni finanziarie di queste e dunque possono essere meglio attrezzate per valutare la rischiosità dell’investimento. In base al principio di trasparenza, le autorità competenti dovrebbero verificare e rendere pubblica l’eventuale esposizione della banca verso l’impresa. Gli investitori sarebbero così liberi di valutare se è più rilevante l’effetto negativo del potenziale conflitto d’interesse, oppure quello positivo della migliore capacità di certificazione.

Risposte lente e sbagliate

Alcune parti del disegno di legge sul risparmio non rispondono alle priorità del mercato finanziario e degli investitori. Soprattutto, tutta la discussione parlamentare non tiene conto del nuovo quadro di regole che la Comunità europea sta delineando. Ma una riforma della legislazione finanziaria italiana resta urgente. A patto che si basi su pochi punti essenziali, tali da non sconvolgere l’operatività quotidiana delle imprese, ma capaci di mandare i giusti segnali di serietà agli investitori internazionali.

Il conflitto di interessi sotto il mantello di Harry Potter

La legge sul conflitto di interessi ha abolito il problema invece di risolverlo. I criteri di incompatibilità sono definiti rispetto alla figura del gestore delle attività economiche e non si estendono alla figura del proprietario. Tutto l’intervento di contenimento del conflitto di interessi è scaricato sulla verifica ex-post degli atti di governo. E questo compito improbo è sorprendentemente affidato all’Autorità antitrust, le cui competenze tecniche riguardano l’analisi delle decisioni delle imprese e non dei governi.

Indipendenti solo dalle regole

Gli amministratori nominati dalla proprietà non possono essere realmente indipendenti. Pubblicizzarli come un elemento di qualità delle società è quantomeno ipocrita. I criteri previsti dal Codice di autodisciplina perché un soggetto possa essere definito indipendente sono decisamente vaghi, ma nomine recenti dimostrano che sono comunque violati. Per tutelare davvero i piccoli azionisti, dovrebbero essere le minoranze a indicare i consiglieri indipendenti, se non il presidente del collegio sindacale.

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