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Autore: Umberto Galmarini

paliotta

Docente di scienza delle finanze presso l’Università degli Studi dell’Insubria e associate researcher presso l’Institut d’Economia de Barcelona (IEB). Laureato in Economia e Commercio all’Università Cattolica di Milano, ha conseguito un Ph.D. in Economics, Warwick University, UK. Si interessa di tassazione delle “sin goods” (tabacco, alcolici), economia degli enti nonprofit, finanza locale, federalismo fiscale, evasione fiscale.

Concordato preventivo: un patto col diavolo? *

Il Ddl di delega fiscale prevede l’istituto del concordato preventivo per alcune categorie di contribuenti. Tra l’altro, dovrebbe permettere di recuperare almeno parte dell’evasione. Criticità di oggi ed esperienze del passato ne fanno dubitare.

La lunga marcia del federalismo fiscale: il nuovo disegno di legge

Dopo anni si ricomincia a parlare di federalismo fiscale. Si riuscirà anche a legiferare? Il nuovo impianto legislativo si propone un intervento organico per tutti i livelli di governo locale. Rimane alto il rischio di litigiosità tra Stato ed enti di governo locale soprattutto per la gestione del passaggio dal riparto basato sulla spesa storica al nuovo regime, basato sul criterio del fabbisogno. Forse si dovrebbero aumentare i finanziamenti ai soli enti “virtuosi” e mantenere invariato il finanziamento di spesa storica per gli enti meno virtuosi.

La moltiplicazione delle aliquote

Il nuovo sistema di deduzioni linearmente decrescenti, previsto dalla riforma dell’Ire, aumenta il numero delle aliquote e degli scaglioni di reddito oltre i quattro nominalmente previsti. Aggrava le distorsioni sull’offerta di lavoro e determina una “personalizzazione” delle aliquote e dei confini degli scaglioni in funzione del tipo di reddito e dei carichi famigliari. Ha però il pregio di evitare bruschi incrementi di imposta per effetto di piccoli incrementi di reddito, come invece accadeva con le precedenti detrazioni decrescenti “a scalini”.

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