I risultati di studi su Stati Uniti e Gran Bretagna mostrano che la delocalizzazione non comporta una caduta nell’occupazione aggregata. Perché rende aziende e settori più efficienti e dunque contribuisce alla creazione di nuovi posti di lavoro che controbilanciano le eventuali perdite occupazionali dovute all’esternalizzazione di alcune fasi della produzione. Nell’industria manifatturiera americana infatti gli incrementi nell’outsourcing di servizi vanno di pari passo con una maggiore produttività del lavoro.