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Autore: Richard Baldwin

L’ANNO DEL DOHA ROUND

Si può fare: il ciclo di negoziati sul commercio globale denominato Doha Round può concludersi con un accordo entro il 2011. La regolamentazione del commercio entrerebbe finalmente nel ventunesimo secolo. E il Wto potrebbe passare a occuparsi delle problematiche di nuova generazione. Servirà però l’intervento diretto dei capi di Stato e di governo, per accettare i compromessi necessari e dimostrare così quell’atteggiamento illuminato rivelatosi indispensabile ogni qual volta si sia dovuto concludere un accordo commerciale multilaterale, fin dal 1940.

Un nuovo patto per crescita e stabilità *

La disciplina di bilancio dei paesi membri dell’Unione Europea è necessaria e utile. Non è però sufficiente a ristabilire ritmi di crescita adeguati non solo per vincere la disoccupazione, ma per garantire la stessa sostenibilità dei debiti sovrani dell’area euro. Serve un nuovo accordo politico tra gli Stati membri nel quale anche la crescita sia riconosciuta come priorità e venga promossa con interventi di rilancio del mercato interno, accompagnati da forti investimenti infrastrutturali. Per arrivare a più integrazione, non a meno integrazione.

 

CONTAGIOSO COME IL FUMO *

Il divieto di fumare nei locali pubblici è sempre più diffuso in tutta Europa. Tuttavia, fumare è un’attività sociale. Cosicché proprio l’interazione può indurre il gruppo dei pari a emulare chi ha questa abitudine. Ma anche a imitare chi smette. Per esempio, negli Stati Uniti il bando della sigaretta dai luoghi di lavoro influenza anche i comportamenti dei coniugi dei lavoratori. Il che agisce da moltiplicatore sociale e rende ancora maggiori i benefici sulla salute pubblica. Se i divieti fossero estesi a tutto il territorio, i risultati sarebbero ancora migliori.

L’economia che corre sul web *

La ricerca economica ha fatto passi da gigante e oggi i problemi di policy si possono affrontare con strumenti più vicini alla realtà. Ma il dibattito pubblico resta fermo ai vecchi stereotipi. Eppure esiste una forte domanda di discussioni di alto livello sulla politica economica. Internet è un eccellente strumento per colmare il divario tra ricerca e realtà. A patto di saper coniugare l’informazione con il rigore scientifico, come lavoce.info fa da cinque anni. Ora l’esempio è stato seguito da altri economisti in altri paesi. Ed è nato un Consortium. Destinato ad ampliarsi.

Ma ha vinto la Polonia*

Il punto su cui il vertice di Bruxelles doveva trovare una soluzione era quello delle regole di voto in Consiglio. Dire che il sistema della doppia maggioranza sarà adottato tra dieci anni equivale a dire che non entrerà mai in vigore. Proprio come vuole il governo polacco. Perché per quella data si danno due possibilità. O il meccanismo attuale avrà provocato un fallimento tale che le regole dovranno essere riviste ben prima del 2017. Oppure i ventisette Stati membri avranno imparato a farlo funzionare e non ci sarà alcuna necessità di cambiarlo.

Perché le regole di voto sono così importanti *

La Polonia si oppone alla modifica delle regole di voto all’interno del Consiglio e all’introduzione del sistema a doppia maggioranza. D’altra parte, si tratta di una questione davvero decisiva. Non è possibile misurare direttamente il potere di un paese nelle decisioni dell’Unione Europea, ma se ne può trovare una traccia nei dati. Per esempio, esiste una evidente relazione positiva tra il “potere per abitante” e le risorse di bilancio ottenute dai diversi Stati membri. Insomma, si combatte per qualcosa di più dell’orgoglio nazionale.

Un nuovo Trattato per l’Europa

L’attività decisionale europea ha subito un drastico rallentamento dopo l’allargamento dell’Unione nel maggio 2004. Perché un’Europa più ampia richiede riforme istituzionali che le permettano di funzionare. Un compito affidato al Trattato di Nizza. Che tuttavia non funziona. E i vari tentativi di modificarlo dimostrano che i leader europei ne sono consapevoli, anche se rifiutano di ammettere esplicitamente il fallimento. Serve un nuovo Trattato per ridefinire le regole di voto in Consiglio e la composizione della Commissione.

Trattato di Roma: il germoglio che è fiorito in Europa

Il Trattato di Roma fu firmato per evitare che i disastri della Seconda guerra mondiale si potessero ripetere; solo questo convinse le nazioni a cedere tanto potere anche in campo economico. Ma da allora l’Unione europea è stata tenuta insieme da forze impreviste. Soprattutto la globalizzazione ha insegnato che le politiche nazionali non bastano, e che la cooperazione tra nazioni è l’unico modo per rendere efficaci le politiche economiche.

La battaglia sul bilancio

L’80 per cento del bilancio europeo è destinato all’agricoltura e alle regioni più povere. E’ una struttura di spesa costosa e di dubbia efficacia. Ora, dopo l’allargamento, sarà la causa di pericolosi conflitti per accaparrarsi le risorse. Servirebbe invece un ripensamento radicale su Pac e fondi strutturali. L’Unione dovrebbe allocare i fondi sulla base di una valutazione economica e sociale dei progetti. Potrebbe così diventare una potenza impegnata nella lotta alla povertà nel mondo. E ridare ai suoi cittadini il giusto entusiasmo per l’ideale europeo.

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