Il nuovo codice sulla proprietà intellettuale mantiene il cosiddetto privilegio accademico: la titolarità delle invenzioni realizzate nell’ambito dell’attività di ricerca è di docenti universitari e ricercatori pubblici e non dell’istituzione. E’ una scelta che tradisce una sistematica distanza del legislatore dalla realtà economica attuale. Infatti questo istituto impedisce proprio la valorizzazione industriale della ricerca pubblica che, a parole, si vorrebbe favorire. Per esempio, complica la stesura dei contratti con le imprese private.