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Autore: Massimo Bordignon Pagina 8 di 23

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Si è laureato in Filosofia a Firenze e ha svolto studi di economia nel Regno Unito (MA, Essex; PhD, Warwick). Si occupa prevalentemente di temi di economia pubblica. Ha insegnato nelle Università di Birmingham, Bergamo, Brescia, Venezia e come visiting professor negli USA, in Svezia, Germania e Cina. Attualmente è professore ordinario di Scienza delle Finanze presso l'università Cattolica di Milano, dove ha diretto anche il Dipartimento di Economia e Finanza e la Doctoral School in Public Economics. Ha svolto e svolge tuttora attività di consulenza per enti pubblici nazionali e internazionali ed è stato membro di numerose commissioni governative, compresa la Commissione sulla Finanza Pubblica presso il Ministero del Tesoro nel 2007-8. È attualmente membro dell'European Fiscal Board, un comitato di consulenza del Presidente della Commissione Europea e Vicepresidente esecutivo dell'Osservatorio sui conti pubblici dell'Università Cattolica.

L’Unione Europea dopo Brexit

Cosa accadrà all’Europa dopo l’uscita del Regno Unito? Non ci sarà una riforma dei Trattati. Progressi sono però possibili sul bilancio europeo, con più spazio alle istituzioni comunitarie e una spesa più in linea con le aspettative dei cittadini. Importante concentrarsi sui beni pubblici europei.

Tasse di successione: sconto ai figli degli imprenditori

In Italia, le imposte di successione non si applicano agli eredi di un imprenditore, purché si impegnino a proseguire l’attività di impresa per almeno cinque anni. Un trattamento di favore che non ha giustificazioni economiche ed è di fatto un sussidio ai ricchi. Perciò va semplicemente abolito.

No-triv o no-Renzi? Le risposte del referendum

Il referendum “no-triv” è stato un costoso sondaggio elettorale. La decisione di recarsi alle urne è dipesa poco dal merito del quesito e molto dalla posizione politica degli elettori. Il Movimento 5 Stelle si conferma il principale avversario politico di Renzi. Il Pd bersaniano e quello renziano.

Aspettando il Def

I conti pubblici nel 2015 hanno rispettato gli obiettivi. Ma determinante è stato il ruolo della Bce. Per il 2016 il rallentamento della crescita nominale rispetto alle previsioni minaccia il raggiungimento di quanto programmato su deficit e debito. Perché è importante il buon rapporto con l’Europa.

I punti deboli del nuovo Senato

Con il nuovo Senato non è tanto la mancanza di legittimità democratica o di contrappesi a rappresentare un rischio, quanto le ambiguità sui rapporti fra governi e i possibili riflessi sulla tenuta dei conti pubblici. Il superamento del bicameralismo perfetto e il sistema di formazione delle leggi.

Due riforme inseparabili

Il governo Renzi ha incassato due importanti vittorie sul piano delle riforme: l’approvazione definitiva della legge elettorale e quella ancora in itinere della revisione costituzionale. L’analisi dell’Italicum ne rivela pregi e difetti. Il rischio di votare con sistemi diversi per Camera e Senato.

2016, anno zero del patto di stabilità interno

La revisione del patto di stabilità interno è utile, ma non risolutiva. Perché per i comuni resta comunque il vincolo sulla competenza per le spese finali. E perché i municipi hanno perso l’autonomia impositiva. Bisognerà trovare altri modi per finanziare gli investimenti, almeno quelli meritevoli.

Non sparate (troppo) sul banchiere *

Nella nostra economia resta fondamentale il ruolo delle banche. E la politica europea sul credito determina i parametri perché possa essere svolto. Sarebbe un peccato se nel sistema bancario prevalesse la mancanza di coraggio. Interpretazioni semplicistiche e rischi per la debole ripresa italiana.

Il buco nei conti delle regioni: solo un pasticcio contabile?

Come mai si parla improvvisamente di un buco di 20 miliardi nei bilanci delle regioni e di ben 5,8 nel bilancio del Piemonte? E che c’entra tutto questo con il dibattito sulla legge finanziaria? La ricostruzione della vicenda, il pasticcio contabile e due domande importanti. Che attendono risposta.

La costante dei conti pubblici italiani: stabilità nel rinvio

La legge di stabilità 2016 è espansiva, almeno rispetto a quanto previsto nel Def. Cercare di sostenere la fiducia quando la crescita è ancora debole va bene. Ma l’Italia può permetterselo visto lo stato delle finanze pubbliche? Lo spazio fiscale a cui rinunciamo ora, potremmo rimpiangerlo domani.

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