Lavoce.info

Autore: Massimo Belcredi

BELCREDI E' ordinario di Finanza Aziendale, facoltà di Economia, Università Cattolica di Milano. Ha insegnato anche presso l'Università di Bologna e l'Università della Svizzera Italiana. È autore di pubblicazioni in tema di corporate governance, crisi d'impresa, analisi economica del diritto societario e dei mercati finanziari. È membro di European Corporate Governance Institute. Ha partecipato al gruppo di lavoro che ha elaborato il Codice di Autodisciplina (2006) delle società quotate. È autore del Rapporto annuale - pubblicato da Assonime e Emittenti titoli - sulla Corporate governance in Italia. È consigliere (indipendente) di Arca SGR e di Erg Spa.

Prove di manutenzione per il voto di lista

In Italia gli amministratori delle società quotate sono eletti con il voto di lista, un sistema unico al mondo. Che offre rappresentanza alle minoranze, ma comporta chiare disfunzioni. Migliorarlo è possibile, bastano pochi interventi decisi. Ecco alcune proposte che responsabilizzano il Cda.

Chi ha paura del concordato “in bianco”?

Da settembre 2012 la legge fallimentare italiana è stata adeguata agli standard internazionali. Complice la crisi, i numeri delle procedure aperte sono lievitati. Abi, Confindustria e alcuni giudici parlano di abusi. Ma è proprio così? I numeri raccontano un’altra storia. Un meccanismo trasparente.

Un’atomica contro le piramidi

I gruppi piramidali sono stati costruiti nel passato. Sono però strutture che durano a lungo. Intanto si è impedito che ne fossero costruite di nuove, mentre il mercato crea forti incentivi ad abbassarle. Il Ddl presentato da alcuni senatori della maggioranza su controllo delle società quotate e contrasto al fenomeno delle cosiddette scatole cinesi si propone invece di smantellare le piramidi per legge. Si tratta di un’atomica giuridica. Che produrrebbe solo un bel mucchio di macerie. Sotto le quali resterebbero i risparmiatori.

Una poltrona per la minoranza

Consiglio di amministrazione delle società quotate eletto sulla base di liste, con almeno uno dei posti coperto dalla minoranza. Lo prescrive il disegno di legge per la tutela del risparmio. Ma per gli azionisti potrebbe rivelarsi un danno, se rendesse le decisioni più difficili. Il risultato più probabile sarebbe la perdita di trasparenza del processo di nomina e potrebbe risultarne alla lunga compromesso il modello degli amministratori indipendenti, che anche nel nostro paese ha iniziato ad affermarsi, sulla spinta del Codice di autodisciplina. Luca Pacces commenta il contributo.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén