Si può ragionevolmente misurare la presenza di alcune qualità e caratteristiche personali negli aspiranti magistrati, ma puntare tutto sulla sola selezione iniziale dà risultati limitati. Perché i gravemente inadatti sarebbero pochissimi, tali da non giustificare un investimento costoso e socialmente delicato. E perché le capacità e le conoscenze cambiano nel tempo. Molto più utile garantire momenti di valutazione lungo tutta la carriera, che permettano alle persone di comprendere e migliorare i propri punti di forza e di debolezza.