Lavoce.info

Autore: Luigi Guiso Pagina 3 di 9

guiso È professore di Economia all’Einaudi Institute for Economics and Finance, Roma, dopo essere stato professore allo European University Institute, Firenze. È fellow del CEPR e è stato direttore del Finance Program. Gli interessi correnti di studio e di ricerca vertono sui campi dell’economia finanziaria, delle scelte finanziarie delle famiglie, della macroeconomia, dei legami tra economia e istituzioni. Temi recenti di ricerca includono l’effetto della cultura sull’economia e le origini del capitale sociale. Redattore de lavoce.info fin dall’inizio.

La scure di Guzzetti

Poche settimane fa, quando Alessandro Profumo ebbe a dire che l’opposizione della fondazione capeggiata dalla Mansi all’aumento immediato di capitale del Monte dei Paschi di Siena poteva avere conseguenze sulla stabilità di Mps e di riflesso su quella del sistema bancario italiano, andò incontro alla censura di Giuseppe Guzzetti, presidente del cartello delle fondazioni italiane. Definì l’affermazione di Profumo “avventata e destituita di ogni fondamento” .

Se azionista è la fondazione (Mps)

Il nostro non è un atto di sfiducia nel management, ma dobbiamo badare alla nostra sopravvivenza”. È questa la dichiarazione resa da Antonella Mansi, presidente della Fondazione Mps, dopo aver votato contro il piano di ricapitalizzazione del Monte Paschi messo in piedi da Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, attuali amministratori di Mps.

Se non è ignavia, è inefficienza

Ringraziamo il Ministro Giovannini per l’attenzione e la dettagliata risposta. Dopo esserci morsi per tre volte la lingua, possiamo dire di convenire con gran parte delle affermazioni ivi riportate, incluse le considerazioni fatte dal Ministro sulla prudenza e la necessità di informare senza provocare distorsioni nelle scelte delle persone. Se si vuole esistono modi per farlo. Sappiamo anche che questo richiede tempo, ma, ci consenta il Ministro, di tempo i suoi predecessori e l’Inps ne hanno avuto tanto, troppo, anche per le persone più prudenti e accurate di questo mondo. La riforma è del 1994, 18 anni fa. In Svezia la possibilità di simulare online la pensione esiste già dal 1995, l’anno della loro riforma, che coincide all’incirca con quello della riforma italiana. L’idea del simulatore on line offerto dall’Inps è essa stessa vecchia almeno di un anno, e infatti uno di noi già la commentava in un articolo sul Sole 24 ore del 12 Novembre del 2012. Il tempo passa e… Se non è ignavia di Stato è sicuramente inefficienza incredibile. Detto questo, e andando oltre le polemiche, apprezziamo la volontà del Ministro di rendere edotti tutti i lavoratori, con gli strumenti opportuni, incluso l’invio a casa dell’estratto conto con le proiezioni con diversi scenari, nonché i riferimenti per svolgere le simulazioni sul sito Inps. Le due forme di comunicazione sono complementari fra di loro. L’importante, come noi sosteniamo, non è mandare una busta, ma impostare una campagna capillare e insistita, in modo che alla fine i lavoratori acquisiscano famigliarità con il nuovo sistema, di cui la busta è una componente. Non capiamo peraltro da dove provenga la stima di 40 milioni per l’invio postale. Ci risulta che durante la campagna elettorale, ciascun candidato e partito ha diritto di usufruire della tariffa postale di euro 0,04 per plico di peso non superiore a grammi 70. Alla stessa tariffa,che supponiamo sia pari ai costi effettivamente sostenuti da Poste Italiane, l’invio a tutti i contribuenti costerebbe meno di un milione. E si potrebbe risparmiare inviando a chi ha una casella di posta elettronica l’estratto conto via mail (a quel punto anche ogni trimestre).

Letta: ricomincio da zero

“Il nuovo inizio”. Così il premier sulla fase del suo Governo che comincia ora con un orizzonte di 15 mesi. Che cosa fare -e non fare- per agganciare la ripresa ed evitare al paese il rischio di derive anti-europee?

Ignavia di Stato

L’Inps ha tutti gli strumenti per fornire ai lavoratori italiani una stima precisa della loro futura pensione. Ma ministero e istituto di previdenza mantengono un silenzio colpevole, penalizzando così i cittadini che più hanno bisogno di quelle informazioni. I rischi per la stabilità del sistema.

Privatizzare col trucco: tutto resta pubblico

È davvero sconsolante leggere Alberto Quadrio Curzio pontificare sulle privatizzazioni come ha fatto ieri sul Sole-24 Ore. Sostenere che la Cassa depositi e prestiti è una azienda privata di mercato e così pure l’analoga istituzione tedesca, la KfW detenuta al 100 per cento dallo stato, e che quindi cedere asset in capo al Tesoro a queste aziende è privatizzare, significa negare il senso stesso delle parole. 

Un problema di governance

La Banca centrale europea ha fatto capire in questi giorni che Unione bancaria europea non vuol dire bail-in e men che meno bail-out europeo. Alcune banche sono destinate a fallire e saranno i governi nazionali a doversi far carico di eventuali salvataggi. La Bce non avrà riguardo verso nessuno (banca o paese) quando dovrà esaminare i bilanci delle principali 130 banche europee, tra cui il Monte dei Paschi, Banca Carige e il Credito Valtellinese.

Quell’inciucio locale che frena il credito

Tre casi recenti indicano che per le fondazioni bancarie le lezioni della crisi sembrano essere servite a poco. Continuano a perpetuare un sistema in cui la politica ha un ruolo primario di controllo sul sistema bancario. I rischi per l’economia italiana e il passo indietro dei partiti.

L’Italia deve affrontare la sua crisi politica *

Con Monti abbiamo affrontato l’emergenza economica. Adesso dobbiamo affrontare quella politica. Dopotutto il declino dell’economia italiana è legato al fallimento di un’intera classe dirigente. E’ possibile cominciare a farlo anche con questo Parlamento.

Scoperta shock: le tasse sono incostituzionali!

Prendersela con l’ex ministro Giulio Tremonti, soprattutto in campagna elettorale, è quasi come sparare a un bue legato all’albero o, per un pescatore subacqueo, a un polpo di notte: impossibile mancarlo. Ne dice tante in questi giorni e molte al limite della sfrontatezza. Ad esempio che l’Italia è in recessione da sei anni e che la recessione è molto dura. Ci ha messo tanto ad ammetterlo, ma finalmente anche lui se ne è accorto dopo mesi e mesi passati a sostenere che la crisi era in America, non in Italia, quando il Pil da noi calava di 6 punti e negli Stati Uniti di 2.
La boutade dell’ultima ora è che non bisogna tassare la casa perché è incostituzionale dato che la Costituzione tutela il risparmio. Ovviamente se è così, è anche incostituzionale tassare i Bot, i Btp, i conti correnti, i rendimenti azionari e così via – ovvero il risparmio finanziario. Non è risparmio anch’esso? Non va ugualmente tutelato? E perché allora Tremonti stesso, nelle vesti di ministro dell’Economia, istituì l’imposta di bollo sui depositi titoli nella manovra del luglio 2011? Dimenticanza costituzionale per il troppo caldo? Ma, proseguendo il ragionamento, poiché il risparmio altro non è che il reddito meno il consumo, se è incostituzionale tassare il risparmio, sarà anche incostituzionale tassare la sua definizione. Quindi anche le tasse sul reddito (e anche quelle sul consumo?) sono incostituzionali. Rimane solo la tassa sulla spazzatura, ma quella va agli enti locali. E così abbiamo garantito il pareggio di bilancio: zero tasse, zero spese. Potevamo “risparmiarci” di aggiungere un articolo in Costituzione, bastava interpretare bene l’articolo 47.

 

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