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Autore: Luca Passanante

CHI HA RAGIONE PAGA

La regola generale vigente nei processi civili prevede che le spese processuali vengano pagate dalla parte che perde la causa. Ora il governo propone che siano addebitate a chi vince la causa se questi ha rifiutato senza giustificato motivo una proposta vantaggiosa di conciliazione. L’idea, di per sé buona, è di incentivare la conciliazione. Ma rischia di non tener conto del contesto italiano, nel quale la parte che ha ragione è in una situazione di debolezza cronica. E i meccanismi conciliativi potrebbero costituire una minaccia in bianco ad accettare accordi anche ingiusti.

E per le controversie “un’alternativa” rischiosa

Per arginare la crisi della giustizia civile in molti paesi occidentali si guarda con interesse ai metodi alternativi di risoluzione delle controversie. In Inghilterra, per esempio, anche chi ha ragione può essere condannato a pagare le spese processuali se ha rifiutato transazioni ragionevoli prima o durante il processo. Giusto introdurre simili meccanismi nel nostro ordinamento? Vista la lunghezza dei processi italiani, c’è il rischio di rafforzare l’attuale deprecabile situazione per cui è molto più vantaggiosa la posizione di chi ha torto.

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