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Il desk de lavoce.info è composto da ragazzi e ragazze che si occupano della gestione operativa del sito internet e dei social network e delle attività redazionali e di assistenza alla ricerca. Inoltre, sono curati dal desk il podcast e le rubriche del fact checking, de "La parola ai grafici" e de "La parola ai numeri".

La Francia dopo il 22 aprile *

Dai risultati del primo turno delle elezioni presidenziali francesi si possono già trarre alcuni insegnamenti. I francesi tornano a occuparsi di politica e confermano la fiducia al sistema presidenziale. In un momento crisi si affidano ai grandi partiti, rinunciando al voto di protesta. Si rinnova anche la contrapposizione destra-sinistra, sempre più orientata verso il bipartitismo. Quanto agli elettori di centro, chiedono pluralismo e lanciano un appello di modernizzazione e di apertura alle due formazioni principali.

Sommario 17 aprile 2007

Sulle morti bianche una marea di ipocrisie. E’ un problema antico e non servono nuove leggi, ma l’applicazione di quelle esistenti. Basta la mobilità nella pubblica amministrazione per dotarsi di un corpo di ispettori del lavoro in grado di effettuare molti più controlli a costo zero per lo stato. Ma il sindacato si oppone.
Domenica prossima primo turno elettorale per le presidenziali in Francia. I programmi economici di Nicholas Sarkozy e Ségolène Royal a confronto. Molti temi in comune con le nostre campagne elettorali: il declino economico, i pessimi rapporti tra le parti sociali, gli ammortizzatori sociali costosi e inefficaci, la crisi del sistema pensionistico, il sistema universitario malato, l’accesso dei giovani al mondo dei lavoro. Si parla poco dell’Europa, forse perché la Francia conta meno che in passato a livello comunitario.
In Austria si diventerà presto elettori a 16 anni. Anche in Italia non mancano i buoni motivi per abbassare l’età di voto, ma dobbiamo sapere che è un provvedimento di valore simbolico e di impatto limitato.

Primo concorso fotografico opensource de lavoce.info. L’esposizione al Festival dell’Economia di Trento. Il programma allo stand de lavoce.info.

Aggiornamenti: Fino all’ultimo miglio di Stefano Micossi
Qualità a nord est di Francesco Daveri

L’ode al Bersanno

E’ passato quasi un anno
dal decreto del Bersanno,
che promise mari e monti
circa i costi cui far sconti

e far sì che a concorrenza
più nessun restasse senza,
onde il pio consumatore
del mercato sia signore.

Ma il ministro un po’ stempiato
l’obiettivo ha inver sbagliato
ché col fare suo beffardo,
lui non volse mai lo sguardo

al settore dell’impiego
che fa capo, ora lo spiego,
alla pubblica gestione
dove regna il fannullone

che per scarso rendimento
mai subì licenziamento,
ove spreco e incuria impera
ed il merito dispera.

Il ministro riformista
riformò solo il tassista,
e di tutti i nostri guai
dette colpa ai benzinai,

mentre al figaro sancì
che stia aperto il Lunedì.
Io però mi sono accorto
che il lenzuolo è proprio corto

e per nulla m’è cambiata
la mia vita travagliata.
Cresce l’imposizion locale
e quanto costa la spa municipale!?

Sale la tariffa ferroviaria,
del politico la diaria,
fa difetto competenza,
sempre aspetto l’efficienza

e se vengo processato
dal solerte magistrato,
io nel nostro tribunale,
ci festeggio…. il decennale!

Lira pesante, l’uso politico della banalita’

Vent’anni fa, il 15 aprile 1987, Federico Caffè scompariva senza lasciare traccia della sua presenza fisica. Ha lasciato invece tracce incisive nella memoria dei suoi allievi, del mondo degli economisti, di chi lo ha conosciuto. Lo ricordiamo pubblicando un suo articolo tratto da un libro che esce oggi per le edizioni manifestolibri, “Federico Caffè. Scritti quotidiani” (160 pagine, euro 7,90), una raccolta di interventi di Caffè pubblicati su il manifesto tra il 1976 e il 1985. Il libro è curato da Roberta Carlini e ha una prefazione di Pier Luigi Ciocca. Lo scritto, del 25 settembre 1984, commenta criticamente la decisione del governo Craxi di studiare l’introduzione della “lira pesante”. Le sciocchezze si ripetono nel corso del tempo: dalla lira pesante alla moneta da un euro.

Sommario 13 aprile 2007

Gli americani di At&t vogliono acquisire Telecom e subito nasce da più parti la proposta di scorporare le infrastrutture di rete e porle sotto il controllo pubblico. Ha senso un’operazione del genere? O non è altro che una pillola avvelenata per gli “stranieri”? Il vero nodo di cui discutere, in realtà, è la disponibilità a investire nella rete. Il suo sviluppo richiede per il futuro da 12 a 14 miliardi di euro in un quadro chiaro di regole. Il caso Telecom riporta l’attenzione sugli effetti perversi delle piramidi societarie, che accentuano la divaricazione fra diritto di controllo e partecipazione alla creazione di valore dell’impresa, frenando la crescita del mercato azionario. In attesa di una nuova disciplina sugli assetti proprietari, l’autoregolamentazione può fare qualcosa. Vengono al pettine i nodi delle privatizzazioni fatte senza favorire lo sviluppo del mercato dei capitali e la nascita di investitori istituzionali.
Vent’anni fa Federico Caffè scompariva senza lasciare traccia della sua presenza fisica. Lo ricordiamo con un suo articolo del 1984 critico sul progetto di lira pesante. Un intervento de lavoce.info del 2002 riecheggia il tema.

Il programma de de lavoce.info al Festival dell’Economia di Trento.

Primo concorso fotografico opensource de lavoce.info. L’esposizione al Festival dell’Economia di Trento.

Uno sguardo dal fondo

Tre stralci dell’ultimo World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale; vengono trattati temi di particolare rilievo per gli sviluppi dell’economia mondiale nei prossimi mesi: dalle possibili variazioni nei tassi di cambio, anche in considerazione di una riduzione del deficit della bilancia commerciale statunitense, alle conseguenze della frenata dell’economia americana. Infine, gli effetti della globalizzazione della forza lavoro, unita a rapidi cambiamenti tecnologici, e le politiche necessarie per governare il fenomeno.

Sommario 6 Aprile 2007

Non dobbiamo troppo temere il rallentamento dell’economia americana perchè ha effetti sul resto del mondo meno rilevanti di quanto si pensi. Quando si rinuncia alla flessibilità nel tasso di cambio, come nei paesi dell’Euro, ci vogliono economie più flessibili e reti di protezione sociale. Anche perchè la globalizzazione sta penalizzando i lavoratori poco qualificati dei paesi sviluppati: sono loro il nuovo ceto medio del mondo.
Convertito in legge il decreto contro la violenza negli stadi, rimane aperto il problema di chi finanzierà le spese per la sicurezza all’interno degli stadi. Ci vuole maggiore concorrenza nell’industria del calcio: servirà anche a riportare interesse attorno al nostro Campionato. Una proposta prima che si giochino le partite di ritorno dei quarti di finale della Champions League: e se i rigori venissero battuti prima dei supplementari? Lo spettacolo forse potrebbe guadagnarci.

Sommario 3 Aprlie 2007

Il tavolo sulle pensioni si è aperto clandestinamente e senza i giovani. Nessun ministro ne vuole parlare. Eppure un esperimento controllato dimostra che informare in modo neutro sui termini del confronto servirebbe anche ad aumentare il consenso al completamento della riforma della previdenza. Mentre i sindacati non informano i lavoratori su cosa fare del loro Tfr. C’è anche bisogno di più cultura statistica: pochissimi conoscono i dati sulla disoccupazione, l’inflazione e il debito pubblico nonostante se ne parli spesso anche in TV. Neanche i giovani sembrano accorgersi dei loro interessi, alle misure di equità che consentano di non spostare tutto il peso dell’invecchiamento sulle generazioni giovani e future.

Siamo all’ennesimo atto della vicenda Telecom Italia e questa volta si riaffacciano gli appelli per la conservazione dell’italianità delle grandi imprese. Ma non ha senso erigere barriere alla mobilità dei capitali e bisogna invece creare le condizioni perchè le attività economicamente interessanti restino nel paese. Varata all’ultimo Ecofin, la direttiva comunitaria sulle acquisizioni del capitale delle banche cerca di impedire alle autorità nazionali di abusare dei poteri di autorizzazione. E incide anche sul nostro ordinamento.

Parte il primo concorso fotografico opensource de lavoce.info. L’esposizione al Festival dell’Economia di Trento.

Valle d’Aosta, il distretto che non c’e’

Negli ultimi anni in Valle d’Aosta è mancato il contributo delle piccole e medie aziende del made in Italy, in particolare quelle legate all’abbigliamento sportivo e alla montagna, che avrebbero potuto giovarsi delle interazioni tra domanda sofisticata e capacità artigianale consolidata. Come è avvenuto dall’altro versante del Monte Bianco, dove il distretto dell’Haute Savoie conta ormai duecento imprese specializzate. Anche perché si è puntato sulle infrastrutture, sulla ricerca e sulle risorse umane.

Sommario 30 marzo 2007

 Più che celebrare Trattato di Roma, ce ne vorrebbe uno nuovo.  E’ anche necessaria una rappresentanza unica europea nelle istituzioni finanziarie internazionali. Il disegno di legge delega sull’immigrazione ci avvicina all’Europa e rimuove inutili vessazioni e norme mai applicate.  Riuscirà a limitare l’irregolarità solo se sapremo ridurre l’economia sommersa anche al di là del lavoro degli immigrati. L’avvio di un’opera tanto costosa come la Torino-Lione è una vera e propria “scommessa”, mentre mancano misure per disincentivare il trasporto stradale e garantire una maggiore efficienza da parte degli operatori ferroviari. Al di là delle Alpi una politica di sviluppo delle infrastrutture ha dato buoni risultati. Lezione da cui dovrebbe trarre esempio la Valle d’Aosta.

Verso il festival dell’Economia di Trento: a Roma il 2 aprile parleremo di informare e riformare le pensioni alla luce di nuovi dati.

Parte il primo concorso fotografico opensource de lavoce.info. L’esposizione al Festival di Trento. Qui tutti i dettagli.

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