Lavoce.info

Autore: Desk Pagina 113 di 185

Il desk de lavoce.info è composto da ragazzi e ragazze che si occupano della gestione operativa del sito internet e dei social network e delle attività redazionali e di assistenza alla ricerca. Inoltre, sono curati dal desk il podcast e le rubriche del fact checking, de "La parola ai grafici" e de "La parola ai numeri".

COME USIAMO I VOSTRI SOLDI

Lavoce.info non è un blog, ma un sito di informazione complesso e strutturato. Si basa sull’impegno volontario di redattori e collaboratori. Ma per assicurare quella qualità complessiva dei contenuti e della loro presentazione che tutti ci riconoscono, è necessario un desk che si occupi della “cucina” del sito. La nostra struttura redazionale costa circa 140mila euro all’anno, coperti per metà dai redattori che versano compensi per partecipazioni a eventi e collaborazioni. Per coprire l’altra metà, senza rinunciare alla nostra indipendenza, serve però il contributo dei lettori.

CARI AMICI DE LAVOCE.INFO

Non basta la salute. La nostra è ottima, come dimostrano i dati degli accessi al sito e degli iscritti alla newsletter. Ma anche lavoce.info, come tante piccole e medie imprese, patisce la crisi economica. Da qualche mese i contributi dei lettori, che fino all’anno scorso erano sempre più numerosi, sono diventati limitati. Tanto da mettere in dubbio la continuazione del sito. Le ombre sul pluralismo e sulla qualità dell’informazione, soprattutto economica, ci fanno pensare che il ruolo de lavoce.info sia più che mai importante. Ma per continuare a vivere abbiamo bisogno del vostro sostegno continuativo.

LA QUINTA COLONNA

Mio amato Presidente, nel giorno del dolore
Mi è d’obbligo avvertirla che temo un traditore
Colui che la difende nell’aule di giustizia
Dimostra ultimamente stolidità e imperizia

A praticar melina  grandissimo campione
Che punta dritto dritto alla mera prescrizione
Ma se deve trovare argomenti per la Corte
Gli escon solo frasi che han le gambe corte

Lui spesso si cimenta a scriver nuove leggi
Vincere in aula è  facile se hai tutti quei seggi
Ma poi c’è qualche inghippo e proprio sul più bello
Gli bocciano il giocattolo, ripassi al nuovo Appello.

Il primus super pares addotto a sua difesa,
che dirlo ai magistrati è bestemmiare in chiesa  
E quando l’ha chiamata utilizzator finale
Sperando che la grana svaporasse nel banale!

Se può lui va da Vespa e lancia i propri strali
Nel dare sulla voce non ha proprio rivali
Sa dir cose tremende guardandoti nel viso
Ti chiedi come faccia a mantenere quel sorriso

Or che non ha più lo scudo dell’Angelino Alfano
Dovrà passare spesso dalle parti di MIlano
E allora il mio consiglio, si trovi un avvocato
Con la battuta pronta, ma che abbia anche studiato.

Potemkin

ASSENTEISMO: I DATI BRUNETTA

L’Espresso sottolinea come la riduzione delle assenza per malattia, dal picco di settembre 2008 (-44,6 per cento), sia inesorabilmente scesa a -41 per cento a novembre, – 33 per cento ad aprile, – 27 per cento a giugno per finire con il -17 per cento di luglio 2009. È ovvio che la riduzione delle assenze non poteva
continuare all’infinito con tassi così elevati. Anzi, ha ragione il ministero a ritenere, al contrario, eccezionale che le assenze continuino ancora a diminuire in misura così forte un anno dopo l¹emanazione del decreto legge 112 del giugno 2008. In realtà, lo stesso articolo dell’Espresso  ammette il punto quando dice che le assenze non possono continuare a calare all’infinito. E allora? Misteri del giornalismo.

Il testo completo "Assenteismo, dati e polemiche" di Giuseppe Pisauro

L’articolo dell’Espresso

FELTRY

Ho ancor ricordo di un vecchio vicino
Che era assai fiero del proprio giardino
e se i passanti sfioravan la siepe
lui prevedeva drammatiche crepe
 
se poi sul muro attaccavan la cicca
lui li inseguiva per rabbia e ripicca
più non dormiva, vedeva complotti
girava armato di bende e cerotti
 
non si spiegava l’oscura ragione
per cui da tante, troppe persone
più che la stima e il dovuto rispetto
lui percepiva fastidio e rigetto
 
ma poi un bel giorno gli venne un idea
per sistemare l’ostile platea
prese con se un cagnaccio feroce
ma assai ubbidiente alla sua voce
 
per attaccar non gli serve lo sprone
e casomai lo richiama per nome
se c’è qualcuno che a lui non garba
ecco che il cane gli azzanna la barba
 
se quel passante ostenta ironia
più non si rode come era pria
ora il latrato lo spinge alla fuga
mentre lui gode e si spiana una ruga
 
certo, in quartiere ci son lamentele
anche se nulla è arrivato alla tele
una protesta che non vede pausa
qualche arruffone minaccia una causa
 
ma lui risponde, serafico e pio
“sono d’accordo, è un iradiddio,
Io mi dissocio, non posso accettare
quel brutto cane violento e volgare”
 
Poi, nel giardino, lontani gli intrusi
Scende una lacrima dagli occhi chiusi
E lo richiama col cuore che avvampa
“Stupido Feltry, dammi la zampa”

Potemkin

L’ITALIA E’ UNA LOCOMOTIVA?

Dalla prima pagina de Il Giornale (sabato 11 settembre 2009)

Dalla prima pagina de Il Giorno (sabato 11 settembre 2009)

 

Come spiegato dall’articolo di Tito Boeri e Francesco Daveri la lettura delle prime pagine offerta dai giornali è fuorviante. Il superindice Ocse, infatti, riassume variabili mensili relative alle aspettative sulla fiducia delle famiglie e delle imprese.La stessa Ocse, nelle Note Metodologiche, ammonisce “they should not be interpreted as providing exact forecasts”. Inoltre, il superindice utilizzato dell’Ocse che si chiama Cli, Composite Leading Indicator , serve a cogliere i punti di svolta, non a misurare l’intensità della ripresa nei vari paesi. A questo va aggiunto che il Cli comprende varie voci, diverse per ciascun paese. Il valore numerico (2,7 nel caso dell’Italia) non è confrontabile tra i vari stati. Titolare "l’Italia traina la ripresa" significa veicolare un messaggio misleading.

NON STAREMO ZITTI

Tremonti chiede agli economisti di tacere perché non accetta critiche al suo operato. Una presa di posizione di economisti che ribadiscono che parte integrante della loro professione è valutare l’operato di chi ha in mano le leve della politica economica. Non si faranno intimidire. Quali che siano le pressioni che il ministro esercita sui media. Scriveteci.

Il COMMENTO DELLL’AGCOM ALL’ARTICOLO DI MICHELE POLO

Il recente contributo del Professor Michele Polo su lavoce (“AGCOM e il gioco delle tre carte”, pubblicato in data 8 luglio 2009) solleva numerose questioni in merito all’operato dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Alcune precisazioni sono d’obbligo, visto il tono delle affermazioni contenute. Del resto, proprio il pluralismo nell’informazione viene invocato, e la garanzia al diritto al contraddittorio di fronte ai lettori appare in questo caso quanto mai opportuna.
In estrema sintesi:

1) “La fine del duopolio” è stata la chiave di lettura che molti mezzi di informazione hanno scelto nel rappresentare il messaggio della relazione annuale del Presidente Calabrò. In realtà, la relazione illustra le tante attività poste in essere dall’Autorità, nel corso del 2008, a correzione proprio delle criticità ereditate dal passato relativamente al pluralismo dell’informazione.

L’AGCOM è intervenuta sin dal 2005, ai sensi sia della propria legge istitutiva sia della cosiddetta legge Gasparri, con una delibera (la 136/05/CONS) in cui:

a- individuava, ai sensi della nuova normativa, ed ai fini della tutela del pluralismo un unico mercato televisivo;
b- sulla base di quell’analisi, considerava RAI e Mediaset in posizione di “duopolio simmetrico”;
c- conseguentemente imponeva alcune misure di riequilibrio in capo ai due soggetti.

Probabilmente a questo intervento istruttorio si riferiva il Professor Polo, che lo ha derubricato in “pubblico richiamo con cui tre anni fa [l’Autorità] ha pudicamente rinviato la questione”.

Proprio in coerenza con i precedenti, pertanto, l’analisi fatta nel testo della Presentazione del Presidente e della Relazione Annuale ha delineato l’andamento generale dei ricavi del settore e delle relative quote, nonché ha evidenziato l’evoluzione dei due principali sottomercati e dei relativi posizionamenti dei tre maggiori player, precisando che “RTI è leader della pubblicità e nuovo concorrente nelle offerte a pagamento; Sky è di gran lunga leader nella pay tv e nuovo concorrente nella pubblicità; Rai mantiene le classiche posizioni attraverso una quota di rilievo nella pubblicità e prelevando le risorse residue dal canone di abbonamento (p.10 della Presentazione)”.

L’Autorità, in questi ultimi anni, ha compiuto una decisa attività di promozione del pluralismo che ha consentito:

a- il primo censimento delle frequenze tv (il cd. catasto delle frequenze), rispetto ad una situazione precedente di totale assenza di trasparenza di una fondamentale risorsa pubblica;
b- la realizzazione di una gara pubblica, esperita nel 2008, per l’accesso al 40% da parte di fornitori di contenuti indipendenti alla capacità trasmissiva dei tre maggior broadcaster in digitale terrestre, che ha consentito l’ingresso di nuovi operatori nazionali ed internazionali;
c- la disponibilità di un dividendo interno al settore di 5 reti, che verrà messo a gara con criteri e correttivi che garantiranno l’apertura alla concorrenza, l’ingresso di nuovi operatori e la valorizzazione di nuovi programmi (sono infatti previste una serie di misure asimmetriche);
d- la chiusura dell’annosa vicenda riguardante Europa 7,  che ora ha finalmente a disposizione una propria rete nazionale;

In definitiva, una nuova politica di gestione dello spettro, sostanziata dalla Delibera n. 181/09/CONS che detta i criteri per il passaggio al digitale e che ha permesso il congelamento della procedura comunitaria di infrazione, che si chiuderà a seguito proprio quando tale delibera avrà trovato piena attuazione, anche attraverso appositi interventi del Ministero dello Sviluppo Economico.

2) L’analisi dell’audience, invocata dal Professor Polo, è presente in più parti della Presentazione del Presidente, anche se quest’anno, come rilevato, mancava nel testo della Relazione la relativa tabella. Si fa comunque  presente che tale dato è di fonte Auditel, ed è quindi pubblico e disponibile a tutti da alcuni mesi. L’assenza di una tabella non può pertanto caratterizzarsi per essere volutamente omissiva né lesiva della trasparenza nel settore. Inoltre, la Relazione Annuale non contiene un’analisi tecnica sul pluralismo (a cui sono dedicati appositi provvedimenti), ma rappresenta il momento in cui l’Autorità illustra una sintesi delle attività svolte nell’ultimo anno, presentando alcuni dati, prevalentemente di propria fonte, sui mercati delle comunicazioni.

3) L’affermazione finale relativa al “profondo rosso circa lo stato del Pluralismo in Italia”, quantunque sicuramente d’effetto, non è supportata dai fatti, visto che anche i dati citati dallo stesso professor Polo mettono in evidenza:

a- l’avvenuta contrazione dell’audience dei due maggiori operatori;
b- la contrazione delle rispettive quote nel mercato televisivo;
c- l’avvenuto ingresso di nuovi operatori e quindi la possibilità di accesso a più fonti di informazione indipendenti.

Rimangono ovviamente alcuni aspetti ancora da affrontare, quali, fra gli altri, la gestione del dividendo digitale esterno, che come anticipato nella Presentazione del Presidente, impegnerà l’attività dei prossimi anni. Ma il punto dove siamo giunti – ben lungi dal rappresentare un punto d’arrivo – costituisce, data la situazione di partenza, una svolta storica, inimmaginabile solo 4 anni fa quando il nuovo Consiglio dell’AGCOM si è insediato.
A tale riguardo, è bene precisare che l’Autorità ha il compito e l’obiettivo istituzionale di tutelare il pluralismo dell’informazione garantendo sempre maggiori spazi ed opportunità.
L’evoluzione dell’audience, peraltro, dipende non solo da tali spazi ma anche dal confronto sul mercato dei contenuti, che l’Autorità deve favorire ma a cui non si può e non si deve sostituire. L’evocato “riequilibrio dell’audience” non può che sottendere all’esito di una dinamica di mercato in cui i diversi operatori hanno condizioni comparabili di accesso alle risorse scarse; non un intervento dirigista, estraneo alle corde di un’autorità di regolazione, e peraltro, al di fuori dei poteri dell’AGCOM . 

4) Una precisazione finale: l’affermazione iniziale circa il presunto ritardo sulla data di presentazione della Relazione non è corretta, dal momento che sembra attribuire all’Autorità una mancanza. In realtà, entro il 30 giugno, l’Autorità ha inviato al Parlamento, come prescritto dalla legge, la Relazione Annuale, mentre la data della Presentazione del Presidente è fissata dalla Presidenza della Camera dei Deputati.

Cordialmente,
Guido Stazi
Capo di Gabinetto AGCOM

LETTERA DEL MAGO DI OZ AGLI ECONOMISTI

Cari colleghi,

so che nelle vostre terre agli economisti, equiparati alla categoria dei maghi di cui faccio indegnamente parte, è stata imposta la consegna del silenzio. Ma io posso battere le proibizioni, come voleva chi mi ha ideato, Frank Baum, più di 100 anni fa. Infatti sono ventriloquo e quindi posso parlare anche tenendo la bocca chiusa. Come racconta il mio libro, io non sono altri che un vecchio pallonista (non necessariamente nel senso di contapalle; guidatore di mongolfiera si direbbe oggi) di Omaha, atterrato su terre sconosciute dopo una lunga traversata del deserto. Gli abitanti di quelle terre mi hanno preso per un mago e non ho fatto nulla per dissuaderli da questa loro convinzione. Ci sono tanti particolari nella mia storia che vi possono servire a capire meglio perché il vostro Ministro dell’Economia mi chiama talvolta in causa, citandomi quando parla di economia, cosa che per la verità avviene abbastanza raramente. Vi svelo un segreto: vorrebbe essere lui il Mago di Oz. E sta cercando in tutti i modi di farlo credere ai suoi sudditi. E’ lui il Mago, il grande visionario, che, contravvenendo a qualsiasi metodo scientifico, capisce tutto e decide le sorti di noi tutti. Si comporta proprio come un apprendista stregone. La mia storia lo insegna. Lasciatemi ricordare alcuni episodi narrati nel mio libro.
Nel mio Regno ho fatto mettere gli occhiali colorati a tutti i sudditi per far loro apparire la realtà più bella di quanto sia. Nella Città del Mago, in particolare, gli abitanti sono costretti a portare gli occhiali verdi. Si sono così convinti di vivere nella Città degli Smeraldi. Anche da voi, mi risulta, si chiede ai giornali e alle televisioni di riportare solo buone notizie, sbattere solo i verdi germogli in prima pagina.
A proposito di corvi che forniscono informazioni disfattiste al pubblico, nella mia Città ho chiesto ad uno spaventapasseri di fare il Governatore. Da voi i governatori non vengono ancora nominati dai maghi. Forse per questo il vostro Ministro è così inquieto: vorrebbe anche lui un Governatore che spargesse a piene mani solo messaggi rassicuranti al pubblico. Il vostro Governatore poi ha la sfortuna di evocare, col suo nome, figure minacciose!
Per arrivare alla mia Città, che tutti credono costellata di diamanti e pietre preziose, bisogna seguire la “strada dei mattoni”. Può tirar fuori dalla depressione in cui sono caduti Dorothy e gli altri protagonisti della mia storia. Anche da voi, mi sembra, si sia pensato che l’unico modo per far ripartire l’economia fosse costruire e far costruire. Se capisco bene, dei vostri quattro “piani casa” ne è rimasto solo uno. Ma la filosofia è la stessa: il mattone come via d’uscita. Bene comunque che lo sappiate sin d’ora: alla fine della strada non troverete nessuna pietra preziosa.
Tra gli eroi della mia storia c’è un boscaiolo di stagno. Taglia con l’accetta tutti gli alberi che gli capitano sotto tiro. Ma spesso si emoziona. E’ un problema, perché quando piange gli si arrugginiscono le giunture. Voi sapete bene cosa sia la stagnazione e quanta ruggine inserisca nei vostri ingranaggi. Quanto agli alberi, so che al vostro Ministro piace molto girare per la foresta di Nottingham tirando frecce a casaccio. Ma deve sapere che gli alberi feriti si vendicano. Chiedete ai protagonisti della mia storia quanto temibili siano gli alberi viventi!
Ne mio Regno tutti gli errori vengono condonati. Anche le streghe in punto di morte si redimono. Sui condoni ho davvero poco da insegnare al vostro Ministro che ne ha varati di tutti i tipi. E anche di scudi se ne intende più degli stagnini Martufi della mia storia. Tanto di cappello, dorato!
C’è anche una Città di porcellana nel regno di Oz, i cui abitanti vivono su tanti scalini: guai a cambiarli di posto. Potrebbero andare in mille pezzi! Chi lo ha fatto ha dovuto poi vedersela cogli agguerriti proprietari delle mucche di porcellana. Il vostro Ministro mi sembra abbia una certa familiarità con gli scalini e gli scaloni: nel riformare la previdenza sembra essersi mosso proprio come un elefante in un negozio di porcellane. E sta anche rimborsando gli agricoltori che hanno sforato le quote latte. Solo coincidenze?
A proposito, ce n’è ancora una. Nella mia storia la persona più buona, quella che interrompe il grande ciclo, detto anche ciclone, è la Strega del Nord. Se Tremonti si crede Oz chi sarà mai, mi chiedo, la vostra Strega del Nord? Lo ha baciato qualcuno sulla fronte negli ultimi tempi?

Il Mago di Oz

A CHI VANNO I SOLDI DEL FONDO PER L’UNIVERSITÀ

Proponiamo la trascrizione dei criteri utilizzati dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e delle Ricerca, per ripartire una quota (destinata a crescere nel tempo) del Fondo ordinario per le università 2009. Il documento è pubblico, ma sino ad ora non è stato divulgato su di un sito accessibile a tutti. Riteniamo che renderlo pubblico sia necessario per promuovere un confronto sull’argomento. Sarebbe utile che il ministero pubblicasse le tabelle riassuntive e di confronto per tutte le università.

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