Lavoce.info

Autore: Enrico Di Pasquale Pagina 5 di 8

puglisi Ricercatore della Fondazione Leone Moressa. Esperto di immigrazione e di euro-progettazione. Ha collaborato in diversi progetti sui seguenti temi: integrazione socio-economica, associazionismo, formazione e comunicazione. Dal 2013 collabora alla realizzazione del Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione. Collabora con "Lavoce.info", "Il Mulino", "Neodemos.it".

Se a Visegrád mancano i lavoratori

I paesi del gruppo Visegrád si sono opposti con forza all’ingresso di richiedenti asilo. Ora però devono ovviare alle carenze del mercato del lavoro. E poiché l’inverno demografico coinvolgerà tutta l’Europa, forse converrebbe cercare strategie comuni.

Quando lo stato fa cassa con gli immigrati

Un emendamento al decreto fiscale vorrebbe introdurre un prelievo dell’1,5 per cento sui trasferimenti verso i paesi extra-Ue. Per gli immigrati si tratterebbe di una nuova tassa, da sommare a quelle in vigore su permessi di soggiorno e naturalizzazioni.

Con i migranti la Germania ci dà una lezione

L’Italia non firmerà il Global migration compact dell’Onu. È l’ultimo esempio di una politica migratoria che porta il nostro paese a subire il fenomeno e non a gestirlo. Ben diverse le scelte della Germania, dove la priorità è l’integrazione lavorativa.

Si fa presto a dire “prima gli italiani”

Il governo ha annunciato che il reddito di cittadinanza sarà solo per gli italiani. Ma lo slogan “prima gli italiani” spesso si scontra con obblighi costituzionali che prevedono pari trattamento per chi soggiorna regolarmente in Italia da lungo tempo.

Ma l’integrazione è ancora un obiettivo?

Le risorse dedicate all’integrazione degli immigrati sono assai modeste. E l’impegno del terzo settore da solo non basta. Ma è proprio su queste politiche che bisognerebbe investire per garantire un futuro di convivenza a tutti, italiani e stranieri.

Ma l’Australia non dice solo “No way”

Nonostante la politica migratoria molto rigida, ogni anno in Australia entrano più immigrati che in Italia, contribuendo a mantenere un saldo positivo della popolazione. Sono arrivi legati alle esigenze del mercato e con il coinvolgimento di sponsor.

Lavoro domestico oltre le sanatorie

Le sanatorie non sono l’unico strumento di gestione dei flussi migratori. In particolare nel lavoro domestico e di cura potrebbe essere più vantaggioso ricorrere a interventi come la reintroduzione dello sponsor o la formazione nei paesi di origine.

Colf e badanti, l’immigrazione silenziosa

I lavoratori domestici – badanti comprese – sono in Italia oltre 2 milioni, molti dei quali stranieri. E quasi il 60 per cento non è in regola. Ricorrere come in passato a una sanatoria non basterebbe a garantire benefici sostenibili a lungo termine.

Migranti economici cercasi

Durante la crisi economica, l’Italia ha ridotto nettamente le quote annuali di ingresso per lavoratori extra-UE. Ma di manodopera straniera abbiamo ancora bisogno. Serve una strategia che scoraggi il lavoro nero e favorisca canali di ingresso legali.

Se la solidarietà dell’Europa è solo su base volontaria

Il Consiglio europeo non ha risolto nessuna delle grandi questioni legate ai flussi migratori: gestione delle frontiere esterne, campi profughi in Africa e revisione del regolamento di Dublino. Mentre continua il braccio di ferro tra due visioni opposte.

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