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Autore: Elio Collovà

UN’OPERAZIONE DI SINERGIA

Operazione di sinergia: così è stata battezzato un progetto che ha messo insieme la finanza di un gruppo aziendale con il know-how di un altro, entrambi in amministrazione giudiziaria. L’operazione smentisce quanti diffondono il falso messaggio secondo cui le imprese in amministrazione giudiziaria sono destinate al fallimento. Ma se il salvataggio deve costituire il principio fondante della loro gestione, ciò può avvenire solo a condizione che siano amministrate con oculatezza e capacità, in completa autonomia e discontinuità con le pregresse gestioni illecite.

QUANDO IL PADRINO SI RIPRENDE I BENI CONFISCATI

Il governo modifica la destinazione dei beni sottratti alle mafie. Non tornano più alla società civile, ma sono dirottati ai ministeri e alle spese correnti, tramite aste pubbliche. Si tratta di una norma frettolosa e incoerente sotto il profilo giuridico. E’ inefficiente dal punto di vista economico e amplia l’area di illegalità perché incentiva i mafiosi a cercare prestanomi in ambienti sempre più allargati. E i ricavi per lo Stato potrebbero essere davvero minimi. La logica sembra quella di sottrarre sequestri penali e misure di prevenzione al controllo del giudice.

Che fine faranno confische e sequestri

La legge Rognoni-La Torre ha permesso di sottrarre alla criminalità organizzata in via temporanea o definitiva oltre 3,6 miliardi di euro di sequestri e quasi 700 milioni di euro di confische. Molte di queste risorse sono state utilizzate per attività sociali e reimmisse nell’economia legale. Ora si pensa però di rifomare la legge. A destare preoccupazione è in particolare l’affidamento dell’amministrazione dei beni in sequestro o confisca all’Agenzia del Demanio e la possibilità di revisione della decisione definitiva di confisca nel procedimento di prevenzione.

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