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Autore: Angela Bergantino

Angela Stefania Bergantino è professore ordinario di Economia applicata all'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro", dove insegna Economia dei mercati e della regolamentazione, Economia industriale ed Economia dei trasporti. Si è formata in Italia all'Università di Bari, di Palermo e alla Sapienza di Roma e all’estero all’Universita di Anversa (B) e di York (UK). Ha conseguito il M.Sc. e il Ph.D in Economics. Ha fatto e fa parte di numerosi Nuclei di Valutazione di Università Italiane (Trieste, Catania, Padova, Bologna) ed è stata dal 2015 al 2022 Presidente del Consiglio Nazionale dei Nuclei di Valutazione-CONVUI. Ha collaborato come Esperta a vari organismi internazionali e governativi italiani. Tra gli ultimi: della Struttura Tecnica di Missione per l’indirizzo strategico, lo sviluppo delle infrastrutture e l’alta sorveglianza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (2016 -2018); dell'IFT/OCSE per Future Maritime Trade Flows (2019); della Struttura per la Transizione Ecologica della Mobilità e delle Infrastrutture, del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile (2022). E' stata componente del CdA di Enac – Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (2016-2020) e di Enav SpA (2020-2023). E' Presidente dell’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV) dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Orientale (Trieste e Monfalcone). Ha oltre 100 pubblicazioni su riviste scientifiche e interviene regolarmente su La Gazzetta del Mezzogiorno, ISPI, lavoce.info, Sole24ore.

Il successo del Pnrr? Dipende dalla capacità di spesa dei comuni

Con oltre 41 miliardi destinati a progetti strategici, i comuni si trovano al centro dell’azione nell’attuazione del Pnrr. Ma non tutti hanno la stessa capacità di spesa, con le aree interne in particolare in difficoltà. Il ruolo delle unioni di comuni.

Ma la revoca ad Autostrade è un terreno sdrucciolevole

Più volte il governo ha annunciato di voler revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia. Intanto, con una decisione dell’Autorità dei trasporti è stato modificato il metodo di determinazione dei pedaggi. Ma il contenzioso sarà lungo e incerto.

Concessioni autostradali: il processo interrotto

Negli ultimi tempi, governo italiano e Commissione Ue avevano creato i presupposti per una revisione del vecchio e difettoso sistema delle concessioni autostradali, nel rispetto dei contratti ma con un piccolo passo verso un sistema più bilanciato. La tragedia di Genova lo ha interrotto.

Ponte Morandi: non si ricostruisce con gli annunci

Invece di lanciarsi in annunci affrettati, i ministri farebbero bene a elaborare una revisione dell’assetto di regolazione delle concessioni stradali. E dovrebbero investire risorse e professionalità per rafforzare i controlli a garanzia dei cittadini.

CONCORRENZA FERMA IN AUTOSTRADA

L’Antitrust giudica negativemente la nuova regolamentazione del settore autostradale e indica possibili revisioni. Come il rinnovo delle concessioni mediante procedure a evidenza pubblica. O se possibile l’affidamento delle diverse tratte a una pluralità di gestori, per promuovere forme di concorrenza comparativa. E un sistema di adeguamento tariffario i cui benefici possano tradursi in pedaggi più bassi.

CHI SI RIVEDE AL CASELLO? IL MONOPOLISTA

Il sistema regolatorio del settore autostradale consegnatoci dal decreto 59 segna la fine di ogni aspirazione a un sistema incentivante ed è un insieme caotico di diversi regimi. Andrebbe rivisto dalle fondamenta. Serve un sistema di regole certe e trasparenti, che siano di garanzia per lo Stato e i consumatori, oggi la parte più debole, e per gli investitori. Serve una cultura istituzionale che le metta al riparo dagli attacchi a colpi di decreto, secondo le pressioni del momento. E serve un organismo indipendente che le applichi e vigili sulla loro osservanza.

La via del low cost

I vettori full service sembrano aggiustare le proprie strategie sul modello low cost. Le compagnie puntano a ridurre i costi per il personale, la manutenzione dei velivoli, i servizi accessori e le forniture. E semplificano il servizio, eliminando la business class, o ricorrendo alla disintermediazione e alle politiche di incentivazione della domanda low fare. L’esempio di Aerlingus dovrebbe essere istruttivo per Alitalia. Dimostra che non è necessario aspettare inerti i tempi lunghi della privatizzazione per varare efficaci piani di rilancio.

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