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Autore: Alessandra Casarico Pagina 5 di 6

alessandra casarico Alessandra Casarico è Professoressa di Scienza delle finanze all’Università Bocconi. È inoltre Research Fellow del CESifo di Monaco e del Centro di ricerca Dondena sulle dinamiche sociali e politiche pubbliche. È membro dello Scientific Advisory Council dell'Ifo di Monaco e della Commissione di Genere della Società Italiana di Economia. Ha conseguito il dottorato di ricerca in economia all’Università di Oxford. I suoi interessi di ricerca si rivolgono all’economia di genere e all'economia pubblica. Ha pubblicato su riviste scientifiche internazionali di prestigio ed è autrice di libri con editori nazionali e internazionali. È attiva nel dibattito accademico e di policy in Italia e all’estero sul tema dell’occupazione femminile e delle politiche che possono sostenerla.

I bambini non nascono sotto un Fertility day

Per aumentare la natalità nel nostro paese non basta una campagna pubblicitaria o una ridefinizione del bonus bebè. Servono risorse e misure strutturali che creino condizioni più favorevoli alla scelta di fare figli. Occupazione femminile, investimenti per la prima infanzia e ruolo dei padri.

Agenda fitta per la ministra alle Pari opportunità

Finalmente una ministra ha ricevuto la delega alle Pari opportunità, mettendo fine a un periodo in cui il responsabile politico di un tema così cruciale e delicato per il nostro paese era di fatto assente. Gli interventi necessari sui primi tre temi da affrontare: lavoro, istruzione e politica.

Dati (e talenti) da non sprecare

La riorganizzazione dell’Istat accorpa il dipartimento per le Statistiche sociali e ambientali con quello per i Conti nazionali e le statistiche economiche. Ma per molti anni quel dipartimento ha prodotto studi e analisi indispensabili alla ricerca sociologica, demografica e anche economica.

Dove sono finite le pari opportunità in Italia?

L’Italia è uno dei pochi paesi che nel governo non ha un referente per le pari opportunità. È anche un paese dove la partecipazione delle donne al mercato del lavoro rimane bassa. Se i differenziali di genere sono ancora un elemento così critico, spetta al governo studiare soluzioni efficaci.

Il lavoro delle donne nell’era Renzi

Il governo ha adottato una chiave di lettura corretta degli ostacoli al lavoro femminile e di come superarli. E dunque è intervenuto con gli incentivi sul lato delle imprese e con l’estensione del congedo parentale su quello delle famiglie. Ma ci sono ancora elementi critici, dal fisco ai servizi.

Se il nuovo Senato è per soli uomini

I risultati delle elezioni comunali del 2013 dimostrano che gli elettori usano il voto di preferenza. E se la preferenza è legata al genere, eleggono le candidate donne. Le scelte sulla composizione del nuovo Senato rappresentano una opportunità per il riequilibrio della rappresentanza di genere.

Ma per le donne l’Italia non è ancora arancione

L’Onu ha ammonito l’Italia per non avere fatto abbastanza per ridurre la violenza di genere. I dati sono impressionanti. Bene le leggi per contrastare il fenomeno, per prevenirlo ci vogliono investimenti, a partire dall’educazione di genere nelle scuole. E più uguaglianza nel mercato del lavoro.

Perché servono i congedi di paternità*

Un emendamento alla legge di stabilità propone l’introduzione di congedi di paternità obbligatori di quindici giorni, a retribuzione piena. Un grande passo avanti per scardinare l’idea che avere figli sia un costo associato alle sole madri. Parità tra i sessi e riequilibrio sul mercato del lavoro.

Più flessibilità per il congedo parentale

Approvate dal governo le nuove regole del Jobs act sulla conciliazione famiglia-lavoro. La principale novità è l’allungamento del periodo di tempo entro cui si può beneficiare del congedo parentale. Bene l’aumento della flessibilità nella gestione del tempo, ma si tratta solo di un primo passo.

Il Primo maggio delle donne

Negli ultimi anni le donne italiane in cerca di lavoro sono aumentate. E la legge sulle quote rose ai vertici delle aziende ha dato buoni risultati. Ma l’occupazione femminile resta bassa. Le politiche indispensabili per consolidare i segnali positivi e l’attuazione delle misure già prese.

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