Lavoce.info

Cipro: un altro pasticcio europeo

Il salvataggio di Cipro avviene nel segno dell’improvvisazione. Discutibile la decisione di penalizzare i piccoli risparmiatori. Occorrono regole chiare di gestione delle crisi bancarie e maggiore uniformità nella supervisione. Non saremmo a questo punto se avessimo già l’unione bancaria.
IL PIANO DI SALVATAGGIO
L’ultima riunione dell’Eurogruppo (15 e 16 marzo) ha approvato il piano di salvataggio per Cipro. Prevede aiuti europei per 10 miliardi di euro. Come contropartita, i governi europei (insieme a Bce e Fmi) hanno imposto al governo di Cipro alcune condizioni. La prima è l’aggiustamento fiscale, pari al 4,5 per cento del Pil, ottenuto in parte con un aumento dell’aliquota fiscale corporate dal 10 al 12,5 per cento. La seconda è il coinvolgimento del settore privato. In particolare, ai depositanti delle banche cipriote verrà imposta una tassa una tantum del 6,75 per cento per i depositi fino a 100mila euro, del 9,9 per cento oltre quella soglia. È previsto anche il coinvolgimento dei detentori di obbligazioni subordinate (junior). Il settore bancario dovrà essere ristrutturato, riducendone la dimensione oggi spropositata rispetto all’economia dell’isola: le attività bancarie hanno raggiunto un ordine di grandezza pari a oltre otto volte quello del Pil. L’accordo dovrà essere approvato dalle singole nazioni dell’area euro, affinché il Fondo di stabilità europeo (Esm) possa formalizzare la decisione di intervento (entro la fine di aprile, secondo la previsione dello stesso Eurogruppo).
CATTIVA SUPERVISIONE
Come si è arrivati a questo punto? Ancora una volta, ci troviamo di fronte a un caso di cattiva supervisione bancaria. Le autorità cipriote hanno lasciato che alcune banche del paese assumessero una dimensione tale da non essere in grado di gestirne un eventuale dissesto con le proprie forze. Hanno lasciato che attraessero molti depositi da altri paesi, tra cui Grecia e Russia. Cosa più grave, sembra che abbiano trascurato di controllare la provenienza di questi capitali, tanto che l’Eurogruppo ha preteso una valutazione esterna del rispetto della normativa antiriciclaggio come parte delle condizioni del prestito. Hanno lasciato che le banche cipriote si esponessero pesantemente al rischio-Grecia, subendo poi il contraccolpo dell’altro “coinvolgimento del settore privato”: quello che ha decurtato il valore dei titoli di Stato greci di oltre il 50 per cento.
IL COINVOLGIMENTO DEL SETTORE PRIVATO
Adesso, giustamente l’Eurogruppo pretende che il costo del salvataggio non ricada interamente sulla solidarietà dei contribuenti europei. Un salvataggio completo e senza costi per chi ha generato questa situazione avrebbe l’ovvio inconveniente di produrre azzardo morale. Tuttavia, il modo in cui si è arrivati al coinvolgimento del settore privato desta qualche perplessità. Imporre un prelievo sui depositi al di sotto dei 100mila euro toglie credibilità alla assicurazione dei depositi. La direttiva europea in materia richiede a tutti i paesi membri di assicurare completamente i depositi fino a quella soglia. Cosa potranno pensare adesso i depositanti europei di fronte a un provvedimento delle autorità europee che smentisce tale principio? Ricordiamoci che l’assicurazione dei depositi e altre istituzioni, come il prestito di ultima istanza da parte della banca centrale, sono volte a stabilizzare il comportamento dei risparmiatori, evitando fenomeni di panico collettivo. Ma l’obiettivo richiede la assoluta credibilità di quelle istituzioni. Creare un pericoloso precedente potrebbe rivelarsi costoso in futuro, aumentando la fragilità dei sistemi bancari in altri paesi europei, soprattutto in quelli candidati a ricevere l’assistenza finanziaria dello Esm (oltre a gettare immediatamente nel caos le banche cipriote). Perciò sarebbe stato opportuno evitare di colpire i piccoli depositanti. Per fare tornare i conti, si poteva avere la mano più pesante sui depositi di maggiore dimensione e sugli obbligazionisti non subordinati (senior), che invece non sono stati colpiti.
I governanti europei si sono affrettati a dichiarare che il caso di Cipro è unico e irripetibile. Peccato che lo avessero già detto anche quando (un anno fa) hanno imposto pesanti perdite ai detentori di titoli di Stato greci: non solo alle banche, ma anche ai piccoli risparmiatori. Peraltro, anche in Irlanda alcuni detentori (al dettaglio) di obbligazioni bancarie si sono visti decurtare drasticamente il valore del loro investimento. Insomma, il coinvolgimento dei risparmiatori privati nei piani europei di assistenza finanziaria sta diventando la regola, non l’eccezione.
L’UNIONE BANCARIA È URGENTE
Il coinvolgimento del settore privato non è di per sé sbagliato. Anzi, è necessario per evitare azzardo morale e per limitare i costi dei salvataggi per i contribuenti. Il punto è che dovrebbe avvenire all’interno di regole chiare e uniformi, che diano certezza agli investitori. Al contrario, la gestione caso per caso genera confusione e mina la credibilità delle istituzioni che tutelano i risparmiatori. Per questo bisogna accelerare le tappe verso l’unione bancaria europea. Primo, consentirebbe una maggiore uniformità delle pratiche di supervisione, evitando casi di leggerezza come quello cipriota. Secondo, permetterebbe di disporre di un quadro chiaro di gestione delle crisi bancarie, con una autorità europea chiamata ad applicarle. Solo così si eviterà l’improvvisazione che ha caratterizzato finora gli interventi europei di assistenza finanziaria. Peccato che il cammino verso l’unione bancaria, dopo un rapido avvio l’anno scorso, sia rallentato: anche l’ultimo vertice del Consiglio europeo non è stato incoraggiante da questo punto di vista.

Leggi anche:  I rischi del no dell'Italia alla riforma del Mes

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Contro l'inflazione non c'è solo la politica monetaria

Precedente

Parole nuove al Consiglio europeo

Successivo

Il Punto

28 commenti

  1. Federico

    Buongiorno, la strada per l’implementazione di un federalismo sostenibile – se tale è la reale volontà, e non si voglia, conversely, mantenere in piedi un surreale ircocervo- mi pare sia quella indicata storicamente dagli US: ossia SUSSIDIO EQUO che incentivi un ritorno sul mondo del lavoro, e destinato ai Paesi in difficoltà (stessaGermania, 7 anni fa). e servirebbe a rompere il ghiaccio. Mi scuso per l’apparente off-topic: ma poi C’E’ IL RILEVANTISSIMO TEMA ILLEGALITA’/MAFIE Italiane (140/160 billion all’anno; ecco, per quelle non servono sussidi, ma militarizzazione ed investimenti produttivi). saluti

  2. Federico

    P.S. cfr. anche “Chypre : les trois erreurs de l’Europe”, Nicolas Barre, Les Echos, 118th Mar. Molto incisivo. Saluti

  3. marco

    L’articolo fa quasi ridere, peccato che nasconda una verità tragica – Negli U.S.A la federal reserve è intervenuta con strumenti nuovi per salvare l’insalvabile sconfinando dalle politiche monetarie alle politiche fiscali – In Europa ogni possibile regola legata all’azzardo morale è stata infranta per salvare le grosse banche europee, ma nessuno si sarebbe mai sognato di fare prelievi forzosi nelle banche tedesche o francesi; risultato? Gli U.S.A fanno le prediche agli altri paesi su come uscire dalla crisi, i tedeschi sono virtuosi, invece i Greci e ciprioti, piccoli stati che non si possono difendere da soli, sono cattivi e pertanto vanno puniti. Questa storia mi ricorda quella degli indiani d’America, anche lì è finita con uno sterminio – Se un paese che appartiene alla tua compagine statale è in crisi lo devi aiutare con soldi stampati e innescare politiche di deficit spending, con trasferimenti di soldi, non ricattarlo come uno strozzino mandato da un mafioso. Caro Baglioni, la soluzione a questa gestione criminale targata Eurozona è l’uscita dall’Euro, l’abrogazione dei Trattati di Mastricht e la distruzione di questo mostro che non ha niente a che vedere con l’Europa dei popoli per cui ci viene spacciata dalle favolette raccontate in tv – La costruzione di uno Stato Europeo richiederà tempi molto più lunghi e dovrà necessariamente basarsi su presupposti solidaristici e sulla volontà popolare, non sugli interessi di un gruppo di strozzini d’elite

    • Piero

      Concordo pienamente, già nel 2007 ( vedi sull’archivio il mio articolo titolato “l’Italia e l’euro”) commentai un articolo di Giavazzi “Sarkozi e la Bce”, avevo gia anticipato questa situazione, qui la Bce se non lancia subito una campagna di acquisto di almeno 5000 mld di euro di titoli di stato in un decennio, la divisione dell’area valutaria e’ inevitabile, a mio avviso e’ la soluzione preferibile; oggi i tedeschi vogliono tassare i nostri depositi, abbiamo toccato il fondo.
      Per le imprese che stanno morendo per carenza di liquidità lo stato deve garantire al sistema bancario i loro prestiti come ha già garantito il collaterale dato dalle banche in garanzia alla Bce per il prestito all1%. Monti fino ad oggi ha tutelato l’economia finanziaria a scapito di quella reale. Basta questa politica suicida.
      L’unione bancaria e’ da evitare, non possiamo dare la gestione delle banche ad un’europa che non esiste, anzi che si chiama Germania.

    • La soluzione è l’uscita dall’euro? Bene! Allora Cipro esca subito e si salvi da solo. Copra il buco delle sue banche, che è pari quasi al PIL di Cipro, stampando moneta nazionale, che così si inflaziona al 50%. In questo modo tutti i possessori di moneta cipriota perderanno il 50% del loro potere d’acquisto, invece i perdere solo il 7 o 10% dei loro depositi.
      E restituisca anche la liquidità di emergenza che la BCE gli passa da mesi perchè altrimenti sarebbero già in bancarotta.
      E tanto meglio per gli altri eurozona che non devono più tirare fuori un soldo.

  4. AM

    Condivido l’opinione dell’Autore. Avevo già criticato nei miei scritti il prelievo sui depositi fatto in Italia nel 1992. Era un provvedimento sbagliato e oltre tutto congegnato in modo grossolano e iniquo. Ma almeno era stato introdotto senza essere stato preannunciato e dibattuto. Il caso di Cipro è di assoluta gravità sia per l’aliquota elevata anche per i depositi sotto il 100.000 Euro sia perchè reso noto in anticipo creando il panico in altri paesi e mettendo in difficoltà i loro sistemi bancari. Se poi viene applicato anche ai depositi di cittadini stranieri può innescare non immotivate ritorsioni contro Cipro che danneggerebbero ulteriormente l’economia cipriota, già penalizzata dall’occupazione militare turca di una parte dell’isola.

  5. bob

    le decisioni di Berlino sono isteriche, classiche di chi ha capito che ancora una volta ha perduto ( la Germania tante battaglie vinte mai una guerra). Hitler negli ultimi giorni per difendere il bunker chiamò ragazzini di 16 anni. Questa è la Germania! L’ Italia nonostante il debito ha una potenzialità che mette paura ai teutonici. Il futuro è incerto ma la svolta credo sarà epocale e uscire dall’euro non deve mattere paura a noi ma piuttosto a chi nella vita ha sempre vissuto di rendite sulla pelle degli altri. E’ finità!

  6. Caro Professor Baglioni,
    questo è l’ultimo esempio dei danni che gli interventi delle Istituzioni pubbliche generano costantemente con i loro interventi, con i loro tentativi di “regolare” il mercato. Un po’ di scuola economica austriaca, un po’ di Ludwig Von Mises non guasterebbe.
    È incredibile come istituzioni e personaggi politici delegittimati agli occhi degli europei – provate a chiedere ad un tassista di Roma, Parigi o Madrid chi è Van Rompuy oppure Semeta – possano credere che quanto accaduto nell’ultimo week end rimanga senza effetto.
    Visto che è impossibile pensare che non ci sia un obiettivo razionale motivante la decisione che si rivelerà come la peggiore degli ultimi anni, è evidente che qualcuno al Nord ritiene che si debbano abbandonare alcuni compagni della cordata Euro, facendoli precipitare nell’abisso del default.
    D’altronde la visione tedesca della configurazione dell’Eurozona non è cambiata nel tempo, è ancora ferma alla KernEuropa del 1997 … e l’Italia non ne fa parte.
    Detto questo non si può che ammirare l’impegno con cui i tedeschi applicano politiche economiche deflazioniste, che aumentano il potere d’acquisto dei cittadini e sono rispettose del pubblico risparmio.

  7. Giancarlo Mazzone

    E’ corretta l’impostazione di un piano di salvataggio dell’Europa per Cipro con il coinvolgimento del settore privato, anche se criteri più generali dovrebbero essere predisposti quali punti più trasparenti e certi di riferimento nell’eventualità di altri eventuali interventi europei di assistenza finanziaria.
    Certamente colpire depositi al di sotto dei 100 000 euro, stante una uguale assicurazione sugli stessi così come vuole una direttiva europea, appare come chiara contraddizione di intenti.
    La cattiva supervisione bancaria dovrebbe migliorare, almeno si attende,con un monitoraggio più attento e incisivo, manca comunque nel costo del salvataggio da parte del settore privato ogni progressività di partecipazione.
    Tema questo non facile, ma che andrebbe opportunamente valutato al fine di contenere l'”azzardo morale” di alcuni operatori.

  8. milomarchesi

    Condivido l’articolo del Prof. Baglioni soprattutto il passaggio sulla mancanza totale di supervisione da parte delle istituzioni che hanno permesso di arrivare a questo punto. Resto convinto della bontà e correttezza di massima dell’intervento sui conti correnti. Io l’avrei fatto più graduale ma non avrei escluso assolutamente i conti sotto i 100 mila euro. I governi di Cipro avrebbero dovuto prendere esempio da altri paradisi fiscali come il Delaware, dove i flussi di ricchezza degli stranieri influiscono in maniera importante sull’economia reale.
    Inoltre sarò impopolare ma io sono fermamente convinto che in Italia ci sia bisogno di un prestito forzoso per risanare i conti e far ripartire l’economia.

  9. Maurizio Cocucci

    Non capisco perchè ogni volta che si discute una decisione dell’Europa si punti il dito sulla Germania accusandola di monopolizzare qualsiasi scelta. Mi rendo conto che ciò è dovuto alla cattiva informazione esterofila di casa nostra, che subito va a riportare e sottolineare la posizione del governo tedesco (o di altro Paese) ma tralascia quello del nostro. Se si va a leggere un qualsiasi organo di informazione tedesco (o straniero) è alquanto difficile riscontrare il contrario. Cerchiamo di essere quindi più obiettivi! La Germania in Europa vale tanto quanto noi, se poi i nostri governanti non hanno il carattere di esprimere una propria posizione, oppure i nostri giornalisti non ne diano risalto, non si dia la colpa ad altri.
    La Grecia è crollata non certo per colpa dell’Europa o dell’euro, idem per Cipro. Si può certo addossare una parte di responsabilità alle istituzioni europee per non aver sufficientemente vigilato il sistema bancario di Cipro, come correttamente fa notare il prof.Baglioni, ma ogni Stato deve assumersi le proprie colpe che sono ben maggiori di quelle imputabili all’Europa.

  10. Marco FI

    Caro Angelo Baglioni, capisco che per un economista come Lei sia difficile ammetterlo, ma sappiamo tutti che l’unica soluzione per uscire dal caos in cui ci ritroviamo (Cipro è il problema minore!) non è l’unione bancaria, ma l’uscita dall’Euro e se è il caso tornare ad avere la nostra piena sovranità come Italia. La stessa cosa devono fare gli altri stati e allora si che avremmo nuovamente un’Europa unita. Ognuno con la sua cultura, rispettando quella del vicino. L’Unione Europea è diventata un gioco al massacro, se continuamo così rischiamo di essere cancellati dalla Storia, e non credo di esagerare. Siamo nelle mani dei finanzieri, dei banchieri, hanno già distrutto la Grecia, chiedendogli di restituire un debito inesistente, chiedendogli di dissanguarsi….questa signori è follia non economia.

    • Maurizio Cocucci

      L’uscita dall’euro non risolverebbe nulla, anzi… Se chiede ad un imprenditore che esporta all’estero, le dirà che l’euro non rappresenta per nulla il problema principale. I problemi veri sono la burocrazia, l’eccessiva pressione fiscale e la corruzione. Se il Paese va in deficit occorre procurarsi denaro chiedendo ai mercati, ma questi come si è visto non lo prestano a tassi di interesse decisi dal debitore. L’alternativa allora quale sarebbe? Chiedere alla Banca Centrale (in quel caso nuovamente Bankitalia) di stampare denaro acquistando i titoli del debito pubblico? Lo si è fatto fino al 1981 e chi ha qualche capello grigio ricorderà in quale situazione ci si trovava, con tassi di interesse a due cifre così come pure di livello di inflazione. Inflazione che non penalizza gli alti redditi, che possono dirottare i risparmi altrove, ma quelli bassi e in particolare i redditi fissi. Si ribatte che nonostante tutto in quegli anni l’Italia cresceva. Certamente, ma in quegli anni c’era una cortina di ferro politica che divideva area occidentale da quella orientale. I nostri interlocutori commerciali (competitors e clienti) erano francesi, tedeschi, americani. Non cinesi, russi, brasiliani. La maggior parte dei prodotti venivano realizzati qui in Italia, anche quelli a basso contenuto tecnologico. Oggi non è più possibile. Oggi con la globalizzazione per rimanere competitivi occorre in molti casi delocalizzare e un ritorno ad una valuta nazionale non cambierebbe questa necessità

      • Elena

        Ma mi scusi possibile che non si possa trovare una soluzione che eviti di mandare sul lastrico milioni e milioni di persone?

        • Alberto

          in passato, problemi come questi venivano sempre risolti con una guerra. Oggi non è diverso, solo che questa guerra non è combattuta nel modo convenzionale che conosciamo.

  11. Federico

    Come molti commentatori -stranieri, hanno notato, la crisi del debito, in particolare di simile order of magnitudo. non può essere affrontato senza diversa dalla “financial repression”: tasse più elevate, tassi di interesse al di sotto del tasso di inflazione, investimento diretto ed intervento diretto del governo maggiore nell’economia. Cipro segna una nuova fase di repressione finanziaria, spostando il carico sempre più su risparmiatori direttamente confiscando loto i risparmi.
    Einstein direbbe la cosa più sciocca è affrontare problemi inediti, con vecchi schemi mentali. Finora, ogni tentativo di soluzione, ha aumentato, invece di diminuire i problemi . i temi sono: 1) le banche cipriote hanno una quantità limitata di subordinated o debito senior non garantito. Un write down dei bondholders 1/2b.2.la Bce ha esposizione consistente attraverso la assistenza d’emergenza (“ELA”) del programma in base al quale si prevede il finanziamento di Euro-Zone banche centrali. Come nel caso della ristrutturazione del debito greco 2012, la BCE e gli altri istituti di credito ufficiali non sono disposti ad assumere le perdite sulla loro esposizione, che richiede i depositanti di prendere un taglio di capelli 3) la ristrutturazione del debito sovrano di Cipro è rischioso perché molte delle obbligazioni sono regolate dalla legge inglese. Qualsiasi tentativo di ristrutturare questi, al contempo isolandoi creditori ufficiali da perdite avrebbe esposto al rischio di contenzioso. : segue;

  12. Federico

    segue: inoltre Germania, Finlandia e Olanda sono sempre più preoccupati per perdite su prestiti di salvataggio. Il cancelliere tedesco Angela Merkel non vuole preoccupazione per le perdite in denaro reale per i contribuenti tedeschi, che possano incidere su prospettive elettorali nel settembre 2013. Anche lei non vuole che la BCE assuma le perdite che potrebbero innescare la necessità per la Germania di iniettare capitale addizionale.
    Infine, la Germania vuole impedire qualsiasi fondo di salvataggio flowing to RUSSIAN DEPOSITORS, come oligarchi o criminali organizzati che hanno utilizzato, ED UTILIZZANO, banche cipriote per riciclare il denaro. Carsten Schneider, un politico SPD, ha parlato di bruciare allegramente “Russian BLACK MONEY”. Tuttavia, peraltro, la maggior parte dei depositi può essere di fresidenti Ciprioti.
    Questi i temi. Sullo sfondo un enorme azzardo morale (shortly: do not feed the animals….). La verità, è che, a mio sommesso parere, l’uncio sistema che abbia storicamente funzionato, è quello federale US…bisogna prevedere la possibilità di fallire, ed anche eventuali meccanismo di uscita dall’euro. ma ancora prima, sarebbe bene evitare di fare entrare certi paesi NOn virtuosi. L’Italia è tra questi….SIC..OFF-TOPIC “60% des pays seront dégradés sous « BBB- » d’ici 2050.S&P. En cause : les charges liées au vieillissement de la population.”. les echos, ieri. Invecchiamento della popolazione, crescita, sviluppo sostenibile, r:iforma delle pensioni. altri temi da discutere, right now.

  13. Federico

    FT, oggi. Cyprus holds crisis talks in Moscow. Nicosia turns to Russia in search of alternative funds. appunto, cvd.

  14. Purtroppo comincio a pensare che è l’improvvisazione dell’Eurogruppo che sta dando molta forza agli euro scettici (vedi Cipro). Con questa crisi terribile non è più possibile aspettare le elezioni dei singoli stati (seppure importanti come la Germania) occorre con coraggio intraprendere la strada di una politica fiscale comune, avere il coraggio di dare alla BCE tutti gli strumenti che hanno le altre banche centrali e avere politiche di sviluppo a livello Europeo (basta con queste politiche restrittive!). Ma l’Europa a traino tedesco non credo che riuscirà a uscirne fuori, troppi gli egoismi. Possiamo sperare solo nel buon senso tedesco o altrimenti auspicarci che la Germania esca fuori dall’euro.

  15. Piero

    Oramai solo un cieco non comprende la situazione, non vi può essere una moneta unica se non vi è un’unione politica europea che gestisca almeno il 20% delle imposte per gli eventuali ritrasferimenti tra stati( in America abbiamo il 25%), l’alternativa poteva essere una politica monetaria espansiva che avrebbe raggiunto gli stessi effetti della politica fiscale comune; in sintesi la solidarietà si ottiene o con le politiche fiscali o con le politiche monetarie, ritengo che i paesi nordici non vogliono la solidarietà, allora di quale Europa parliamo, di quella contrattuale, ok, rimaniamo su tale livello e basta, torniamo alle nostre valute se la Bce non attua una politica monetaria espansiva con strumenti non convenzionali, così non roviniamo per sempre il nostro tessuto economico fatto di piccole imprese che sostiene l’occupazione; ricordo a tutti gli economisti che il lavoro su una società moderna e’ un diritto che non può essere superato dalla tutela della moneta.

  16. AM

    Sono d’accordo sul fatto che un’uscita dell’Italia dall’Euro non sarebbe una buona soluzione perché si aggiungerebbero altri problemi, anche maggiori, dato che i nostri debiti verso l’estero sono spesso espressi in Euro. La soluzione più vantaggiosa sarebbe invece rappresentata dall’uscita di Germania e della sua corte di satelliti europei dall’Euro con la creazione di una nuova moneta. Si chiami Euronord o Marco poco importa purché se ne vadano, tolgano il disturbo e ci lascino liberi di lavorare e produrre. Comunque la lezione per chi ci ha mal governato durante l’ultimo ventennio non deve essere dimenticata.

    • Maurizio Cocucci

      La vicenda Cipro non è imputabile all’Europa, se non parzialmente per insufficiente controllo del sistema bancario, e non è ammissibile che si debba ripianare i debiti di un sistema che è il paradiso fiscale del mediterraneo e meta del riciclaggio di denaro di dubbia provenienza. La Grecia poi a suo tempo è saltata perchè aveva un sistema insostenibile. Si può criticare il ritardo nell’intervento ma non si può prescindere dalle responsabilità dei governi ellenici che avevano a suo tempo alterato i conti pubblici. Per ciò che concerne la Germania se si pensa che con una eventuale elezione dell’attuale coalizione d’opposizione le cose cambino allora non si conosce la cultura tedesca che è fondata su pilastri molto chiari, che comprendono una valuta forte e un livello di inflazione molto basso. Certo può esserci qualche aggiustamento, qualche correzione, ma non si pensi che diano il via libera all’acquisto ad occhi chiusi di titoli del debito pubblico o agli eurobond, sopratutto in virtù del fatto che dovrebbero prima modificare la loro Costituzione che vieta di accollarsi i debiti di altri Paesi. Ma poi è solo la Germania l’ostacolo? Vorrei ricordare che il Fiscal Compact è frutto di una intesa franco-tedesca e che il nostro governo lo ha sottoscritto e il nostro Parlamento l’ha ratificato. Solo GB e Rep.Ceca hanno detto no. E a proposito della GB, nell’ultimo vertice relativo al bilancio comunitario sono stati loro i più accesi sostenitori di tagli alla spesa!

  17. AP

    La soluzione…l’avete scritta già tante volte…si chiama EURO2 o EUROMED… Cipro…la Grecia…anche il Portogallo non c’e’ la farebbero mai da soli…ma se aggiungiamo Italia e Spagna, la nuova moneta mediterranea si svaluterebbe del 20-30%, si taglierebbe il debito verso il nord e si costruirebbe una banca centrale vera….
    E’ inutile pensare di far diventare bravo uno che proprio non ci arriva….ci sono solo 3 soluzioni:
    1 quello bravo gli passa il compito
    2. copia da quello bravo senza che se ne accorga
    3. riesce ad avere il compito prima
    dopodichè….solo dopo aver superato il compito…si può pensare alle ripetizioni…ormai non c’e’ più tempo.
    Erano anni che tutti sapevano come stava la situazione in Grecia, a Cipro, in Portogallo, in Spagna e in Italia…dove erano i controllori???

  18. luk

    Mi piacerebbe chiarire un dubbio da inesperto, forse qui qualcuno mi aiuta. L’export italiano è ai suoi massimi storici (dati Istat) nonostante la crisi, così come quello greco e credo anche spagnolo. Svalutare la moneta (sicura conseguenza di una uscita dall’euro) quando si esporta tanto non è un suicidio? Significa regalare sconti non richiesti e pagare molto di più le importazioni, o no? A chi converrebbe?

  19. Elena

    Io invece non comprendo perchè tutto questo non si è potuto evitare. E’ ora di finirla o l’europa diventa più forte e gli stati nazionali si devono decidere a cedere una fetta ancora maggiore di sovranità all’europa oppure personalmente meglio uscire. E fare con l’Inghilterra, ce ne torniamo alla liretta e fine.

  20. Alberto

    follia pura. Non solo è il
    prelievo di persone estranee alla gestione delle banche/isola a terrorizzarmi,
    ma sono le affermazioni, il precedente che si è creato e le
    promesse/assicurazioni di un anno dei massimi vertici EU fa che vengono
    sbugiardate a creare una situazione che se non fosse delirante per il potere
    che hanno sarebbe tragicomica.
    Le dichiarazione del presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem: “la
    ristrutturazione delle banche di Cipro, con il sacrificio di azionisti e
    correntisti, rappresenta un modello per risolvere i problemi delle banche di
    altri Paesi europei”. I luoghi comuni che tranquillizzano l’immoralità del “prelievo forzoso” per non chiamarlo con il suo vero nome ovvero furto recitano : “si sa che il denaro delle banche Cipriote è denaro sporco”, con questa tesi domani
    potranno prelevare/congelare i risparmi nelle banche italiane con la tesi
    “si sa che il denaro degli italiani è frutto di attività mafiose o
    dell’evasione fiscale, è quello che ha detto il premier Monti quale principale
    male dell’Italia”.
    Non appena un anno fa veniva assicurato che la Grecia è un caso unico e irrepetibile, ora è toccato a Cipro e intanto sarei curioso di conoscere l’ammontare delle fugge di capitali di questi giorni dalle banche Slovene.
    Sugli stupidi, Carlo Maria Cipolla nel suo “allegro ma non troppo” aveva
    proprio ragione .

  21. luk

    Con l’export italiano ai massimi storici a me sembra che tornare ad una lira svalutata sia un suicidio economico, come fare uno sconto non richiesto ai compratori e pagare di più le importazioni; se come tutti dicono il problema è la domanda interna, a che serve una svalutazione monetaria? A far pagare il debito ai possessori di titoli di stato? Ma allora basta una patrimoniale.

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén