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Mes o coronabond sempre debito è

È vivo il dibattito che contrappone il Mes ai coronabond, in realtà strumenti di indebitamento identici. La vera distinzione è tra emissione unilaterale e simultanea di nuovo debito. Con i coronabond l’Italia si illude di spuntare una tripla concessione.

Impazza in Italia, forse come in nessun altro paese, la contrarietà al cosiddetto Mes (Meccanismo europeo di stabilità). Pur nella nuova versione sdoganata dall’Eurogruppo (la possibilità di accedere a fondi fino al 2 per cento del Pil alla sola debole condizione di utilizzarli per la spesa sanitaria), il Mes viene da molti percepito come un compromesso vincolante, e potenzialmente dannoso, rispetto all’ipotesi dei cosiddetti coronabond.

Nomi diversi, stesso debito

Credo seriamente che l’opinione comune su questo tema si fondi su una concezione completamente errata. Che sarebbe, sostanzialmente, questa: l’accesso al Mes comporterebbe per l’Italia l’accensione di nuovo debito (anche se minimamente condizionale e a costi bassissimi) che il paese sarebbe costretto a restituire; i coronabond invece costituirebbero debito “garantito da tutti gli stati Ue”. Il che temo sia erronaemente interpretato da taluni come: con i coronabond l’Italia contrarrebbe debito che sarebbe ripagato da altri.
La contrapposizione tra Mes e coronabond è, in verità, incomprensibile. Perchè nella sostanza coincidono. Il Mes è un fondo assicurativo con quote garantite da tutti i paesi dell’Ue. Supponiamo che una unione sia formata da dieci paesi identici e che ogni paese metta 10 euro in una cassa comune (in realtà ogni paese contribuisce in proporzione al proprio Pil). La cassa comune (cioè il Mes) usa questi 100 euro come garanzia per indebitarsi “a leva” sul mercato, cioè per un ammontare molto più alto di 100 (diciamo 200). Poichè questo debito ha come base di garanzia un fondo ampio, presumibilimente per la cassa comune sarà facile indebitarsi a tassi di interesse molto bassi, e sicuramente più bassi di quelli che ciascun paese da solo riuscirebbe a ottenere. A sua volta la cassa comune, ottenuti 200 euro sul mercato, presterà ai diversi paesi a tassi di interesse similmente molto bassi; con la sola condizione, nel caso specifico del Mes recentemente deliberato dall’Eurogroppo, che il prestito sia usato per spese sanitarie conseguenti all’emergenza Covid.
Difficile trovare differenza alcuna con una eventuale emissione di (cosiddetti) coronabond, che sarebbero presumibilmente titoli di debito emessi per raccogliere risorse da destinare alle spese sanitarie da Covid e garantiti dai tutti i paesi dell’Unione. Il meccanismo è sempre lo stesso. I paesi partecipanti fanno pooling delle risorse (cioè una cassa comune). Un’istituzione comunitaria (il Mes o la Commisisone Europea) utilizza questo fondo per emettere debito a condizioni molto vantaggiose, sfruttando proprio la credibilità del fondo come garanzia, per poi prestare risorse ai singoli paesi a condizioni più vantaggiose di quelle che ciascun paese individualmente potrebbe ottenere sul mercato.
Ovviamente l’ultima affermazione è strettamente vera solo nell’ipotesi in cui tutti i paesi partecipanti alla cassa comune siano identici: Nord Europa (meno rischioso) e Sud Europa (più rischioso) in realtà non lo sono. Il meccanismo della “cassa comune”, dunque, implicherebbe anche un trasferimento dai paesi del Nord verso quelli del Sud, perchè il tasso di interesse a cui la cassa comune si indebiterebbe sul mercato sarebbe una media dei tassi di interesse a cui il Nord e il Sud riuscirebbero ad indebitarsi se si presentassero sul mercato separatamente (costo più basso della media per il Nord, più alto per il Sud).

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Tripla illusione

Perchè dunque una parte sia dell’opinione pubblica sia del governo italiano insistono nel rigettare il Mes a favore dell’ipotesi-coronabond, come se si trattasse di due soluzioni radicalmente diverse?
Il motivo credo sia questo. Quando si pensa – erroneamente – ai coronabond non si può avere in mente uno strumento fondamentalmente diverso dal punto di vista finanziario; perché così non può essere: si tratterebbe sempre di emissione di nuovo debito, che (per smentire le interpretazioni più ingenue) andrebbe ovviamente ripagato, esattamente come nel caso del Mes.
Quello che probabilmente alcuni hanno in mente è che mentre nel caso del Mes l’Italia accenderebbe nuovo debito in via unilaterale (cioè da sola), l’emissione di coronabond sarebbe simultanea da parte di tutti paesi dell’Unione. In questo modo l’Italia eviterebbe la presunta onta di emettere nuovo debito in via unilaterale. La contrapposizione logica corretta, quindi, non è quella tra Mes e coronabond – che, come detto, sono la stessa cosa – bensì quella tra emissione unilaterale di nuovo debito (seppur garantito da una “cassa comune” e quindi, per l’Italia, a condizioni migliori rispetto ad una nuova emissione di Btp) ed emissione simultanea.
Tuttavia, anche nel caso dei coronabond, non ci sarebbe nessuna garanzia che tutti i paesi dell’Unione ricorrerebbero a nuove, e simultanee, emissioni di debito. Con i coronabond l’Italia si illude quindi di spuntare una tripla concessione. Primo, emissioni di debito a tassi di interesse garantiti (condizione già ottenuta con il nuvo Mes). Secondo, l’impegno di tutti i paesi dell’Unione a emettere simultaneamente nuovo debito (la Grecia, colpita in modo minimo dalla crisi Covid, potrebbe per una volta – e incredibilmente – trovare vantaggioso non farlo  e questo sarebbe nell’interesse di tutti i paesi dell’Unione). Terzo, l’impegno di tutti i paesi ad emettere nuovo debito sotto la sigla coronabond (e non Bund per la Germania o Btf per la Francia o Bonos per la Spagna). Ma per quale motivo la Germania, se anche decidesse – come in realtà ha già fatto –  di emettere nuovo debito per finanziare le spese per Covid, dovrebbe farlo sotto forma di coronabond anziché di Bund? La risposta di molti sarebbe, credo: per solidarietà europea. Ma il Nord Europa non ha a suo modo già mostrato solidarietà accettando la condizionalità minima del Mes, che permetterebbe ai paesi del Sud di indebitarsi a condizioni decisamente più convenienti rispetto a quelle che il mercato imporrebbe se gli stessi paesi si presentassero da soli?
Presentarsi al tavolo delle trattative avendo già minato la credibilità dell’unico strumento realisticamente implementabile, cioè il Mes, denota una certa ingenuità politica. Ottenere fondi pari al 2 per cento del Pil a tassi di interesse molto vicini a zero (e sicuramente inferiori a quelli delle nuove emissioni di Btp) denoterebbe invece una certa intelligenza finanziaria.
Il che non toglie che valga la pena, in ogni sede, continuare a insistere perché finalmente l’Ue si doti di strumenti di indebitamento comune, gli Eurobond, che facciano da apripista a una vera unione fiscale. Ma quello degli Eurobond è un progetto a lungo termine, e completamente diverso, perché presuppone la creazione di una capacità fiscale comune europea. Come sempre accade, l’ottimo è nemico del bene.

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60 commenti

  1. Nat

    Buonasera prof, non capisco, se usassimo il MES l’Italia dovrebbe ripagare l’intero debito da sola, se invece la commissione emettesse debito a lungo termine creando un recovery found darebbe i fondi agli Stati più colpiti e il debito verrebbe ripagato da tutta l’Unione utilizzando strumenti di bilancio europeo. Quasi impossibile da realizzarsi, ma mi sembra diverso dall’utilizzare le ECCL del MES

  2. Enrico D'Elia

    Ineccepibile. I bond comuni o nazionali, per non trasformarsi in junk bond, richiedono condizionalità implicite sui governi che non sono troppo diverse da quelle imposte burocraticamente (e senza troppo rispetto per l’autonomia degli stati) dal MES. Questo conferma che lo strumento migliore per superare la crisi non è nuovo debito, ma uno strumento misto tra finanziamento monetario e concessione di prestiti ai governi da parte della BCE, come quello adottato dalla BoE e descritto dallo stesso autore su questo sito. Benvenuto pragmatismo.

  3. Mi viene da dire che c’è un “ma” che fa emergere una differenza rispetto allo scenario da lei delineato. Lei descrive il caso in cui utilizzare i Coronabond come sostituti dei BTP e quindi per finanziare il deficit interno. In questo caso, certo, la differenza con il MES è minima. Tuttavia, il governo mi pare abbia chiesto l’emissione di Eurobond da parte di un veicolo ad-hoc che raccolga somme per finanziare un programma di investimento/spesa proprio. La differenza (non da poco) è che in questo caso il debito emesso da questo veicolo non farebbe aumentare (nemmeno in proporzione) quello dei paesi che hanno sottoscritto il capitale del veicolo. Quindi, se le alternative sono: a) questa spesa la fa lo Stato X emettendo proprio debito pubblico (a1) o lo fa prendendo somme dal MES (a2) o dai Coronabond ex scenario Prof.Monacelli (mi consenta per brevità, a3) oppure (B) la spesa la sostiene la UE con le somme raccolte attraverso emissioni da parte del veicolo; beh, mi pare che la differenza non è marginale.

    • Fulvio

      Il debito interno è debito. Un ipotetico governo mondiale che si fosse fatto consegnare beni o servizi in cambio di beni o servizi che non può rendere, sarebbe in bancarotta. La moneta nasconde ciò ma non muta la realtà

  4. Fulvio

    I coronabond, non sono un progetto definito ma solo una parola. Ognuno può sognare da essi ciò che più desidera ed è uno sforzo titanico confutare dei desideri

  5. Edoardo Campanella

    Non teme che accedere al MES in solitaria o quasi (i paesi del nord si finanziano da soli) rischi di esser percepito come l’apripista all’OMT e quindi alla perdita di indipendenza finanziaria/fiscale? E i mercati forse iniziano a scontare anche questo con l’allargamento dello spread? L’Italia ha bisogno di ben piu’ del 2% di PIL per evitare il collasso economico. Nessuno lo sa, ma l’accesso al MES rischia di esser percepito com un punto di non ritorno, anche senza condizionalita’ per il 2% (perche’ purtroppo l’Italia avra’ bisogno di ben piu’ risorse per evitare il collasso economico e per evitare il collasso fiscale ha bisogno che queste nuove risorse nn vengano percepite come debito italiano ma europeo).

  6. Caro professore, la differenza che c’è tra i due strumenti è abissale. Il primo è fallito con la sospensione del patto di stabilità, mentre il secondo è tutto da inventare.

    • bob

      …ma sempre di debiti parliamo! O no? Tutto sommato anche la sospensione del patto di stabilità è un debito. Ma il problema a mio avviso è un altro: c’è chi la sera non dorme a casa esce va al casino è fa debiti, c’è chi va a letto presto perchè la mattina di buonora deve andare a lavoro per ripagarsi il debito della casa nuova, e gli studi ai figli. La qualità del debito è diversa. Dietro un debito deve esserci qualcosa. Dietro al nostro debito pubblico cosa c’è?

  7. toninoc

    Questa epidemia ha fatto emergere e rendere visibile e comprensibile a tutti, economisti e semplici cittadini, quanto finora molti non vedevano o non capivano o peggio, facevano finta di non vedere o non comprendere. Eravamo infognati fin sopra i capelli PRIMA dell’epidemia e con tempismo micidiale il covid19 ci sta dando il colpo di grazia. Come possiamo (la classe politica) pretendere di avere la credibilità dei partner europei se in tanti anni di “tranquillità” politica ed economica siamo stati capaci di fare solo debiti senza mai pensare seriamente che NESSUNO REGALA NULLA e prima o poi arriva la cambiale da pagare o l’ufficiale giudiziario a sequestrare. Se i Paesi del nord non si fidano di noi Italiani, NE HANNO RAGIONE. Se ci trovassimo nella loro situazione diremmo (come in molte altre occasioni):” PRIMA GLI ITALIANI.” Ora ci dibattiamo tra corona-bond e mes, e chiediamo aiuto a chi negli ultimi 40 anni ha fatto la formica mentre noi ballavamo il valzer sul ponte del Titanic. Se vogliamo riavere credibilità e aiuto, dobbiamo anzitutto dimostrare con atti veri e concreti che vogliamo risalire la china anche a costo di sacrifici. Soprattutto di chi fino ad oggi ha goduto di tutti i servizi senza pagare il dovuto (EVASORI FISCALI). Smettiamola di piagnucolare e rimbocchiamoci le maniche. Il salvagente è poco lontano ma bisogna nuotare per raggiungerlo.

    • michele zazzeroni

      Concordo in toto. La politica italiana si rifiuta di guardarsi allo specchio e di constatare le macerie di credibilità attorno a sé. Lo dico da europeista: ho compreso in questi ultimi anni che l’Italia non è nelle condizioni di stare con dignità in un Club di paesi di Serie A come è l’Euro. Per starci occorrono virtù di popolo che col tempo sono scomparse. Salvini e gli altri pifferai in circolazione ci dicono che fuori dall’Euro per noi sarà un paradiso. Io penso ormai il contrario, penso che l’Italia è condannata a uscire perché è intimamente un paese di Serie B con una elite politica di serie C. Mi viene alla mente uno degli ultimi scriti di Ciampi: “Non è il paese che sognavo”.

      • Moreno

        Concordo anch’io. Ma c’è una domanda che mi faccio. Se questo è un discorso di puro buonsenso (in diritto si direbbe “da buon padre di famiglia”) com’è possibile lo faccia una piccola minoranza?

  8. Roberto

    La differenza tra i 2 strumenti nel folle dibattito italiano sta nella pia illusione che i coronabond siano debito europeo mentre il mes è comunque debito italiano seppur finanziato a condizioni più vantaggiose. Naturalmente è impensabile sperare che i paesi del nord europa accettino eurobond con la condivisione dei rischi senza alcuna condizionalità. In conclusione concordo con lei quando dice che gli eurobond devono essere un progetto per una vera unione fiscale europea. PS Una domanda: a che tassi potrebbero essere emessi i coronabond e quale sarebbe lo spread con il bund? Ringrazio per la risposta.

  9. Federico Leva

    Basta leggere il libro verde del 2011 per capire che la differenza può essere sostanziale.
    https://www.europarl.europa.eu/RegData/docs_autres_institutions/commission_europeenne/com/2011/0818/COM_COM(2011)0818_IT.doc

    «Anche la scelta dei rapporti con il MES dipenderebbe dall’opzione scelta per gli stability bond. Il MES potrebbe essere considerato sostanzialmente ridondante nel caso dell’approccio n. 1 agli stability bond. Con questo approccio, che prevede una copertura pressoché completa del fabbisogno di finanziamento con gli stability bond, sarebbe possibile coprire anche le esigenze di finanziamento aggiuntive straordinarie. La situazione sembra molto meno chiara nel caso degli approcci n. 2 e 3, nei quali gli Stati membri continuerebbero a emettere obbligazioni nazionali parallelamente all’emissione congiunta di stability bond. Si potrebbe anche pensare di utilizzare il quadro del MES per i primi passi verso gli stability bond. Dato che il MES sarà basato su diverse garanzie prestate dagli Stati membri, l’introduzione graduale degli stability bond basati su garanzie proporzionali, ossia secondo l’approccio n. 3, potrebbe rientrare nel finanziamento e nell’emissione del MES che andrebbe quindi oltre l’attuale ruolo, fornendo assistenza finanziaria straordinaria. In linea di principio le garanzie in solido potrebbero essere applicate al MES in una fase successiva. »

  10. Henri Schmit

    Non sono d’accordo con la tesi centrale dell’equivalenza dei 2 strumenti. L’euro-bond è per definizione incondizionato, a meno di aggiungervi qualcosa che ne fa un Recovery fund: uno scopo, delle condizioni quindi organi di controllo e di sanzione. Euro-bond e fondo MES non sono la stessa cosa, nemmeno dopo aver tolto in apparenza le condizioni e i controlli, perché rimarrebbe comunque il vincolo dello scopo sanitario. L’opposto del euro-bond, uno strumento con condizioni e controlli, può prendere varie forme. Prima può essere inserito nel budget UE 27, votato all’unanimità, speso secondo criteri predeterminati e controllato dall’inizio alla fine. In alternativa può essere inserito uno strumento autonomo, di tipo fondo europeo similare al budget, cioè raccolto secondo una chiave e utilizzato secondo una chiave, non necessariamente la stessa, in base a certi criteri concordati e monitorati da organi che in un’emissione di bond ovviamente mancano. Il problema quindi non è semplicemente finanziario come il professore e quasi tutto gli economisti un po’ rapidamente concludono, ma una questione di responsabilità e controllo, di diritto europeo e costituzionale. Senza tale responsabilità non ci può essere efficienza tranne quella dispotica, una prospettiva inquietante, già invocata da qualcuno. Non a caso in America la teoria politica della scelta collettiva è stata studiata da economisti, una conquista facilmente dimenticata. Aveva ragione la VDL, l’euro-bond è uno slogan (vuoto)

    • Amegighi

      A me sembra che un punto essenziale sia la rapidità della risposta economica. Gli eurobond, se capisco bene, devono essere soggetti ad una valutazione e approvazione da parte degli Stati, il che ritarda il momento in cui possono essere disponibili. Forse fra un anno ? Forse più ?
      Il MES è prontamente disponibile, e, se ho capito altrettanto bene leggendo qua e là (anche se ammetto che non sono un esperto economico) darebbero anche accesso al sistema OMT con cui la BCE può comperare in modo indefinito il debito della nazione.
      E’ quindi il classico problema in cui bisogna cercare il miglior compromesso.
      Mi rimane però un dubbio finale che chiedo a tutti voi: dalle parole di importanti imprenditori ed industriali italiani il desiderio sarebbe un prestito a fondo perduto…..la qual cosa cambia radicalmente le carte in tavola.

  11. Rainbow

    Io vorrei fare un’altra considerazione che nessuno,tranne gli Economisti della Rivista eterodossa Economia.politica fanno:perche’non si monetizza questo extradeficit? Lo stanno facendo la Bank of England,Bank of Japan,La Fed,ed altre importanti Banche centrali del mondo. Solo noi in Europa ci arrovelliamo con tutte queste macchinose soluzioni Mes,Coronabond,etc che non fanno altro che aumentare il Debito e preparare una futura stagione di austerita’con avanzi primari al 4% del Pil che ci massacreranno per altri 10 anni! E’una situazione eccezionale che va affrontata con strumenti eccezionali rispolverando opzioni di politica monetaria come la monetizzazione del Debito,che in questo frangente potrebbero essere utili. L’inflazione e’ormai scomparsa da 10 anni in Europa,anzi siamo in deflazione da 10 anni,pericoli in questo senso non ne esistono piu’.

    • La monetizzazione del debito è quello che sta facendo la BCE con i suoi acquisti massicci di titoli, così come fanno le altre banche centrali.

      • Daniele

        Mi scusi ma la monetizzazione del debito consiste nell’acquisto dei titoli di stato all’emissione sul mercato primario, mentre la BCE sta acquistando sul mercato secondario.

        • Che l’ acquisto sia sul mercato primario o secondario l’ effetto è lo stesso: aumenta la quantità di moneta e si riduce il debito detenuto dal pubblico rispetto al caso in cui la banca non effettuasse l’ acquisto.

  12. Henri Schmit

    Visto che qualcuno menziona gli Stability bonds discussi nel 2012, strumenti similari al MES, non agli euro-bond richiesti dal governo italiano, cito un passaggio sub EESC a conferma della tesi secondo la quale il criterio distintivo fra i 2 strumenti è la presenza o l’assenza di condizioni e controlli severi: “As underlined by the president of the European Council in his report Towards a Genuine Economic and Monetary Union of 26.06.12, stability bonds can only be issued as long as a robust framework for budgetary discipline and competitiveness is in place to avoid moral hazard and foster responsibility and compliance. Progress in the pooling of decisions on budgets would be accompanied with commensurate steps towards the pooling of risks. The Committee agrees that the building blocks of this process should include integrated frameworks for the financial sector, budgetary matters and economic policy. These should be accompanied by a coherent and complementary framework of democratic legitimacy and responsibility at European level, without exacerbating austerity. The EESC proposes that the risk of moral hazard should be assessed closely by the Commission so that appropriate solutions can be found within this architecture.” Non ci può debito comune, recita il dogma, senza condizioni e controlli sulla spesa, possibili sanzioni e organi preposti. La ragione delle condizioni non è di natura contabile (limitare sprechi) ma costituzionale (legittimità e responsabilità democratica).

    • Paolo Mariti

      Se capisco bene, dovrebbe tratttarsi di titoli di credito garantiti da un Tesoro europeo, alimentato da una qualche forma di tassazione europea?.

      • Henri Schmit

        Bisogna parlare nel passato. Si trattava di un ambizioso, ma controverso e incompleto progetto di emettere (in certi limiti) euro-bond attraverso un ente comune (un tesoro europeo, un European Debt Agency) dotato e garantito a sufficienza da capitale di dotazione o da una quota del bilancio UE, cioè da trasferimento di tasse nazionali, e in un secondo tempo eventualmente da tasse europee (quota IVA versata direttamente …), quindi in ogni caso versati e garantiti in ultima analisi da tutti i cittadini-residenti-contribuenti dell’UE. Ma quello che m’interessa in questo contesto è che, al contrario della richiesta attuale del governo italiano di risorse comuni levate attraverso euro-bond solidali e da spendere ognuno pro quota, senza condizioni, come meglio crede, quel progetto precedente, benché più ambizioso, prevedeva limiti, condizioni, regole rigorose di politica fiscale da far rispettare in ogni stato e decisa secondo il metodo comunitario, con monitoraggi e sanzioni, tutto da definire, sotto la responsabilità della commissione. In altre parole se si emettessero euro-bond, sarebbero comunque simili al MES non alla richiesta italiana, incoerente e ignorante o cinicamente provocatoria. Trovo deludente che sono apparentement l’unico a insistere su questo punto cruciale, cioè l’assurdità di euro-bond senza condizioni. O sbaglio io o tutto il dibattito è irreale.

  13. Roberto dr

    Quoto pienamente Rainbow aggiungendo: ma perché le banche creano continuamente e facilmente moneta senza mettere nulla in cambio (basta guardare il mondo finanza, tutte quelle scommesse altro non è che moneta creata artificiosamente) e lo Stato non può farlo (pur avendo un patrimonio spaventoso alle spalle)? La BCe non sta creando moneta conprando tutti i titoli di stato? Il QE non ha creato moneta rimasta nei soli bilanci delle banche in questi anni? Perchéè intoccabile il dogma che la banca centrale è separata dallo stato. Senza dire che qui non abbiamo uno stato ma una banca centrale e una moneta (euro) contro ogni principio delle teorie econoniche. Solo il mondo della finanza difende l’euro … e ci credo li fa arricchire di speculazioni. E perché nella contabilità di un paese non si considera anche il debito privato? E perché nel debito pubblico si considera solo l’avere e non il dare? È come se nel vostro bilancio di casa da una parte avete il mutuo e dall’altra la casa e considerano solo il mutuo ….?
    Mi piacerebbero risposte a queste domande uscendo però dai dogmi presuntivamente insuperabili (primo fra tutti il Dio Mercato, che invece andrebbe temperato con la presenza dello Stato). La grande depressione del 29 non ha inaegnato nulla, aveva proprio ragione Gramsci quando diceva che la storia insegna ma l’aula è deserta ….

  14. EMILIO

    Non sono d’accordo con la visione dell’articolo. Dietro la differenza tra prestito MES e eurobond c’è una sostanziale differenza che è stata anche tratteggiata: creare 1) una capacità di debito federale della EU 2) creare entro la cornice europea di bilanci controllati dalla Commissione una differenza molto minore tra i tassi pagati sul debito pubblico degli stati. Ovviamente tutti i debiti vanno onorati e nessuno si illude in proposito. A cosa si mira è facile intuirlo basta confrontare l’emissione attuale di 100 mld di debito su 10 anni da parte della Germania (che alla fine ne rimborserò dati i tassi negativi meno di 95 mld) con l’italia (che invece ne rimborserà tra i 116 e i 124 mld) Sono più di 20 miliardi di differenza su 100 miliardi, che fanno capire 1) che il mercato non stimi correttamente i rischi (o che l’italia è attesa ristrutturare il debito di almeno il 20% con una certa probabilità in 10 anni ma ciò sarebbe già dovuto accadere…) 2) che paesi con queste differenze non possono stare assieme con gli attuali meccanismi europei: lo stato povero può solo diventare più povero e il ricco più ricco (evidentemente c’è una traslazione di ricchezza tra i due). Con il meccanismo di Eurobond si cercherebbe di limitare questa differenza. Come funzionerà dipenderà molto dai dettagli che non sono assolutamente noti ne per il MES ne per l’Eurobond quindi criticare l’uno o l’altro adesso senza un confronto materiale possibile è una follia di tipo ideologico…

    • “evidentemente c’è una traslazione di ricchezza tra i due”. Non è affatto evidente. La cosiddetta traslazione di ricchezza, probabilmente in misura maggiore per via del prezzo del rischio del cambio, ci sarebbe anche se l’ Italia fosse fuori dall’ Euro e dalla UE, come accadeva ai vecchi tempi quando il tasso di interesse che veniva pagato sul debito pubblico italiano era molto superiore a quello tedesco.

      • Emilio

        Dimentichi che la svalutazione del cambio rendeva i prodotti, i servizi e la manodopera nazionale più economica rispetto agli altri paesi e rendeva i prodotti esteri molto meno competitivi nel nostro mercato, infine la svalutazione rendeva il debito pubblico esistente nei fatti più basso. In ogni caso chi ha una certa età ricorderà come me che quando la lira veniva svalutava nel serpentone gli altri paesi europei non erano affatto contenti …

        • sc_boh

          Emilio dimentica però di citare per i periodi cui fa riferimento: inflazione a due cifre (per alcuni periodi sopra il 20%), tassi d’interesse a due cifre, salari reali che non seguivano l’inflazione, fiscal drag, debito pubblico in rapporto al pil in continuo aumento e fuori controllo.
          L’uscita dell’Italia dallo SME fu proprio voluto dal nostro Governo in modo tale da limitare il malcontento degli italiani per una situazione inflazionistica non più gestibile.

          • Emilio

            Il fatto è che “stranamente” si percepiva allora di non stare così male come oggi ….. quale sarà la causa ? Ricordo solo che gli stessi “padri fondatori” dell’euro hanno poi sempre detto che il progetto andava completato …..

        • La svalutazione del cambio era inevitabile in quanto in Italia prezzi e salari aumentavano più che altrove (in particolare in Germania) e questo si traduceva in riduzione di competitività e in conseguente crisi della bilancia dei pagamenti. La svalutazione poneva rimedio temporaneamente, poi, dato che da noi prezzi e salari continuavano ad aumentare più che altrove si ritornava al punto di partenza. La relativa instabilità che si determinava non era certamente benefica per la nostra economia.

  15. Stefano Scarabelli

    La vera domanda da porsi è la seguente: i detentori dei titoli di stato italiani in essere devono partecipare ai costi dello choc pandemico? Anche perchè a vedere le stime del Fondo Monetario di due giorni or sono, mi sembra che anche gli altri paesi affronteranno una dura recessione: la peggiore è prevista in Grecia (che l’autore vuole escludere dai benefici dell’emissione congiunta).

  16. Confucius

    La piccola differenza sono le condizioni. Un conto è avere un debito con un idtituto bancario, un conto avere un debitp con lo strozzino di quartiere, anche se per lo stesso importo.

  17. Fulvio

    Di solito si monetizza un credito. Il diritto alla riscossione vale denaro vendo il diritto ho denaro. Ma il diritto di pagare un debito vale poco. Come si monetizza?

  18. “Il che non toglie che valga la pena, in ogni sede, continuare a insistere perché finalmente l’Ue si doti di strumenti di indebitamento comune, gli Eurobond, che facciano da apripista a una vera unione fiscale.”

    Una vera unione fiscale dovrebbe cominciare dalle entrate piuttosto che dalle spese. Cominciare dalle spese è come costruire una casa cominciando dal tetto. E ci sarebbe un’ ovvia sede dove andrebbero poste le premesse: il bilancio europeo settennale in corso di decisione. Ma lì pare che tutto sia fermo nel dubbio amletico se le entrate debbano essere dell’ 1 per cento o dell’ 1,1 per cento del PIL. Il discorso sugli Eurobond invece è mirato a un obbiettivo di entrate senza tasse, in cui le entrate vengano poi finanziate da qualcun altro, se non altro per la restituzione. Bisogna vedere poi se alla fine si trova un “qualcun altro” sufficientemente generoso o sufficientemente stupido per essere d’ accordo, soprattutto tenuto conto della maniera arrogante, da mendicante molesto, con cui viene effettuata la richiesta.

    • Emilio

      Ci sono tanti possibili schemi dii emissione e rimborso degli Eurobond che criticarli a priori mi sembra inutile ed anche tempo perso. nessuno è così stupido da pensare che viene emesso debito a suo favore che lui non deve rimborsare …. si tratta soprattutto di correggere da un lato i tassi di indebitamento e dall’altro le politiche di bilancio …. senza da un lato svantaggiare i paesi più deboli e dall’altro dare alle loro classi politiche di rinviare politiche eque di revisione come purtroppo è accaduto negli anni dal 2013 al 2018 fatto innegabile e preferirei che chi ha gestito quel periodo tacesse ….

    • Gianluca Lagana'

      Professore, tutti ci auspichiamo che la l’UE si doti di strumenti di indebitamento comune in tempi rapidissimi. Ma, nelle more che ciò avvenga, la UE deve contribuire all’emergenza in corso anche con strumenti eccezionali di politica monetaria, anche in deroga alle regole vigenti, attraverso la BCE. Ciò al pari di quello che stanno facendo Stati Uniti e Regno Unito con le rispettive Banche Centrali (BoE e FED).
      L’eccezionalità della situazione attuale deve tener conto del fatto che i Paesi UE colpiti prima e più duramente dalla Pandemia hanno dovuto sopportare, oltre ai decessi, dei costi, in termini di esternalità negative enormi (costi del lockdown), i cui benefici (del lockdown in termini di contenimento del contagio) sono stati parzialmente goduti in termini di esternalità positive dagli altri Paesi della UE.
      La ripartizione non equa delle esternalità generate dall’emergenza in corso sembrerebbe non spingere i politicy makers e i tecnici UE a proporre, nonostante i decessi registrati in Lombardia o a Madrid, le misure drastiche di politica monetaria necessarie all’interno della UE.

      • “Ciò al pari di quello che stanno facendo Stati Uniti e Regno Unito con le rispettive Banche Centrali (BoE e FED)”. Le quali comprano titoli di stato creando corrispondenti quantità dimoneta.
        E è quello che sta facendo la BCE che sta comprando montagne di titoli di stato creando corrispondenti quantità di moneta.

  19. Francesco

    A mio avviso l’articolo mette ben in evidenza il “nostro” problema!!! Vorei aggiungere, per coloro che “pretendono” i coronaboard (senza spiegare perchè la Germania, giusto per dire un paese, li dovrebbe accettare), una piccola ricostruzione storica. Forse abbiamo dimenticato il “superMarco” e il fatto che la Germania non voleva (proprio come oggi non vuole i bond in comune perchè si finanziava già benissimo prima) la moneta unica … ed eravamo noi italiani a volerla nella speranza di “sfruttarne” gli effetti (abbassare i tassi d’interesse sul nostro debito) senza capire di “sforzarci” di cambiare “registro” (riformare il paese). Il gioco ha retto 6-7 anni (con Berlusconi, Bossi e Tremonti a sperperare dal 2000 al 2005) poi i mercati “hanno capito” e lo spread ne è stata la spiacevole conseguenza!!! Dopo 20-25 anni stiamo punto e a capo. Vogliamo il debito in comune senza capire che dovremmo “cedere” più sovranità fiscale e fare finalmente quelle riforme per abbattere le differenze con i paesi più virtuosi (o percepiti tali) …. ma questo vorrebbe dire: meno burocrazia, vera lotta all’evasione fiscale, giustizia rapida, ecc., ecc. tutto ciò che non faremo mai perchè “speriamo” nella bacchetta magica che ieri era la moneta unica; oggi si concretizza nella richiesta di debito in comune; domani nel ritorno all’autonomia monetaria e dopodomani …………….. aspettiamo qualche “genio” che proponga un altro uovo di colombo!!!!

    • Emilio

      Ti faccio presente che c’è un legame diretto tra tassi negativi BCE ed emissioni di alcuni paesi a tasso negativo. La politica monetaria aiuta entrambi i lati della corda cioè sia paesi ricchi che quelli ritenuti più poveri .per le riforme in linea di principio siamo tutti d’accordo poi …. quando toccherà pagare le lobby che oggi dalla situazione attuale hanno i maggiori benefici e che sono molte collegate al potere e alle nostre storiche (corrotte o incapaci) classi dirigenti cercheranno di far pagare il prezzo agli altri come è esattamente accaduto negli anni 2013-2018 iniziamo a parlare delle occasioni perse in quegli anni !!

      • Francesco

        Possiamo anche parlare del periodo 2013-2018 (non voglio mica difendere qualcuno come sta insinuando) ma tenga presente che: (1) la maggioranza di allora non era chiara (tanto è vero che si provò con l’aborto Letta nipote – Letta zio); (2) si usciva dalla 2^ più grave crisi del dopoguerra (ahimè la 1^ è quella che vivremo a seguito del covid-19). Nel 2000-2005 (1) sia vaeva una delle maggioranze parlamentari più solide di sempre; (2) si viveva in piena bolla economica; (3) lo spread, praticamente,non esisteva perchè i paesiù europei, sotto l’ombrello dell’euro, erano percepiti di identica affidabilità!!!!!

        • Emilio

          Ricordo che dal 2013 al 2018 si sono succeduti tre governi a guida Pd con la partecipazione di FI: letta ma poi Renzi e poi gentiloni… quindi che quei signori pee favore tacciano …..

          • Francesco

            Sta condermando la mancanza di una solida e chiara maggioranza nel 2013-2018 a differenza del 2000-2005; e senza una forte maggioranza certe riforme non possono neanche pensarsi!!!! Come vede tutto torna. Stia bene!!!!

  20. Andrea

    Continuo però a non capire perché a livello europeo non si possa fare una azione diretta senza passare dall’indebitamento degli Stati. Magari qualche passo del trattato lo impedisce, ma non potrebbe l’UE investire in una rete di centri medici e magazzini di materiale per cautelarsi in caso di pandemia? Sarebbe una sorta di infrastruttura strategica europea. Chiaramente l’UE si dovrebbe finanziare per farlo, ma la garanzia degli Stati sarebbe solo implicita.

  21. FrancescoP

    L’ostinazione a considerare distintamente debito pubblico e debito privato fa comodo soprattutto Saudi paesi cosiddetti virtuosi (vd Olanda in primis). Ma, d’altronde, anche qualora si arrivasse veramente ad una unione fiscale europea davvero sarebbe possibile farlo senza un fondamento costituzionale comune che ponesse dei paletti ben precisi alla libertà di manovra attuale? In altre parole, quali sarebbero le conseguenze per il risparmio privato, cresciuto sulle spalle di uno Stato che se ne è dovuto fare carico attraverso il debito?

    • Fulvio

      Il debito privato e quello pubblico sono diversi. Lo stato tassa i redditi più che i patrimoni (in Italia non c’è proprio la patrimoniale) e una persona indebitata può produrre reddito. Al contrario imponendo, ad esempio. una forte patrimoniale sugli immobili, si riduce il valore degli stessi e quindi la ricchezza tassabile scompare.

  22. GIANNI

    potrebbe gentilmente dirmi cosa ne pensa di una richiesta alla BCE di stampare una consistente barcata di miliardi piuttosto che ricorrere ai bond (ovviamente per fronteggiare l’emergenza)

    • Rainbow

      E’esattamente quello che stanno facendo la Bank of England,la Bank of Japan,La Fed,e molte altre Banche centrali del mondo. In Europa la Bce non puo’farlo perche’i Paesi del Nord sono contrari temendo l’Iperinflazione,ma l’inflazione è praticamente scomparsa da 15 anni e c’e’un pregiudizio di carattere scientifico ed Economico ad adottare questa strategia di Politica Monetaria da parte degli Economisti mainstream. Sulla rivista Eterodossa Economia e Politica(non credo di fare torto alla voce.info se cito una rivista concorrente sulla quale scrivono altri colleghi Economisti di orientamento eterodosso,il pluralismo delle idee credo sia un principio liberale fondamentale caro a tutti) sono state fatte precise proposte in questo senso dal Professor Riccardo Realfonzo (di orientamento post-Keynesiano),e da altri. Se vuole farsi un’idea in proposito gli dia un’occhiata.

      • In Argentina, paese cognato dell’ Italia, sia per essere stato popolato in buona misura da Italiani, sia per l’ ambiente culturale populista, l’ inflazione viaggia sul 50%. Molto più alto è il tasso di inflazione in Zimbabwe in seguito alle spese pubbliche finanziate con creazione monetaria. Inoltre l’ UE è un’ unione fiscale solo per l’ 1% del reddito europeo. Chi dovrebbe decidere quali e quante spese di quali paesi dovrebbero essere finanziate con la creazione monetaria? La Commissione? I capi di stato e di governo all’ unanimità?

      • Ed è quello che sta facendo la BCE comprando montagne di titoli sul mercato secondario e creando corrispondenti grandi quantità di moneta.

        • Ettore Sabatino Paolino

          L’inflazione non esiste praticamente più da 15 anni,anzi siamo in deflazione! L’acquisto di titoli sul secondario non è una monetizzazione ma una creazione di liquidità perchè quei titoli non verranno annullati ma poi rimessi in circolo ed inoltre quel debito verrà contabilizzato facendo aumentare il Debito pubblico fino al 160% (secondo alcune stime) rendendo quasi impossibile gestire il Debito Pubblico dopo questa crisi ( a meno di ripudiare il Debito,oppure uscire dall’Euro). La monetizzazione vera del debito si può fare in vari modi,per esempio c’è la proposta di Fassina che comporterebbe una emissione di perpetuity bond (titoli senza scadenza) a tasso zero che verrebbe acquistata dalla Bce. In questo modo,essendo perpetuity, il Debito emesso sarebbe solo virtuale e non verrebbe contabilizzato nel Debito Pubblico. Oppure la Bce potrebbe impegnarsi a riacquistare i titoli in scadenza,oppure potrebbe annullare quelli che ha già in pancia. Ci sono varie soluzioni tecniche,occorre però la volontà di farlo. Su Economia e Politica c’è anche una interessante ed articolata proposta di Ingegneria Finanziaria del Professor Massimo Amato che comporterebbe la creazione di una Agenzia del debito europea che acquisterebbe tutti i titoli in circolazione annullandoli,e si finanzierebbe emettendo Safe Bond (dovrebbero essere garantiti da tutta UE e dalla Bce) che sarebbero destinati agli Investitori istituzionali (fondi pensione,Banche,Assicurazioni,etc).

          • Fulvio

            Un titolo senza scadenza si può vendere se genera cedole. A questo punto il titolo si vende ad un prezzo pari al valore attuale delle cedole quindi sotto il valore nominale. Poi bisogna pagare le cedole. Sempre debito è

      • Pippo Calogero

        E’ anche quello che hanno fatto Argentina, Venezuela e Zimbabwe. Tra l’altro il Giappone non ha cominciato certo ieri: sono trent’anni che monetizza il debito, e sono trent’anni che è in stagnazione economica. La monetizzazione del debito è uno strumento come un altro, non è una formula magica, e la mia forte impressione riguardo a questa richiesta da parte nostra, è che sia l’ennesima scorciatoia per perpetuare l’illusione che esista una prospettiva finanziaria e monetaria alla risoluzione dei nostri problemi strutturali. Tra l’altro non è affatto detto che in una crisi che investe anche l’offerta non ci possiamo trovare di fronte ad un’improvvisa impennata dell’inflazione: sembra che i prezzi degli alimentari stiano salendo in maniera preoccupante

      • Giuseppe Domino

        E’ esattamente quello che sta facendo anche la BCE con il PEPP

  23. Fulvio

    Il coronabond, per come veniva proposto, soldi senza vincoli, era assurdo. Non si crea mai un mucchio di soldi senza una persona giuridica che lo amministra secondo regole condivise. Il dibattito ha senso solo se riguarda le regole

  24. Gianluca Mingozzi

    Potete darmi spiegazioni in proposito? Il mes è decondizionate anche da qst norma? Ai sensi dell’art. 7 par. 5 del Regolamento 472/2013, le condizioni di questo accordo potrebbero anche essere modificate in corso d’opera e senza chiederci nulla, basterebbe una decisione a maggioranza del Consiglio Europeo, su proposta Troika o BCE

    • Lorenzo D'Amico

      Falso: articolo 7.5 Reg. 472/2013: La Commissione, d’intesa con la BCE e, se del caso, con l’FMI, esamina insieme allo Stato membro interessato le eventuali modifiche e gli aggiornamenti da apportare al programma di aggiustamento macroeconomico […] Il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata su proposta della Commissione, decide in merito alle modifiche da apportare a tale programma.
      E’ chiaro, dunque, che la condizionalità viene rivista e modifica INSIEME allo Stato membro interessato, e queste proposte vengono decise dall’organo politico dell’UE, il Consiglio dell’Unione europea, dove ovviamente siede anche lo stato interessato.

  25. Massimiliano

    Gent.mo Prof. la ringrazio per le riflessioni proposte. Il punto che vorrei fosse chiarito è: se si attivasse il MES, ci sarebbe la possibilità giuridica che venissero applicate (per es. a maggioranza ed ex post) condizioni di vario tipo e non conoscibili in fase di eventuale attivazione del finanziamento? Perché è evidente che se la risposta fosse NO (con prove giuridiche e da fonti qualificate) si potrebbe valutare, ma se fosse SI’ si dovrebbe evitare.
    Altra domanda. In base all’art.117 della Costituzione lo Stato italiano ha competenza esclusiva sulla moneta. Se la BCE non potesse monetizzare il debito come proposto in altro articolo, ci potrebbe essere la possibilità di emettere moneta di Stato a circolazione solo interna? Ho letto (citazioni da fonti giuridiche qualificate) che sarebbe una strada percorribile rispettando anche i trattati UE che regolano l’emissione di banconote dalla BCE e non vieterebbero l’emissione di moneta di Stato a circolazione solo interna (all’Italia). Chiaramente la moneta di Stato sarebbe funzionale a superare qs momento estremamente difficile se la UE ponesse come sostanziale alternativa o MES (+o- condizionato) o quasi nulla (nella sostanza a parte Sure e la Bei). Grazie e cordiali saluti.

  26. Giuseppe Ambrosino

    Grazie per la consueta, cristallina chiarezza!

  27. Marcello Romagnoli

    Occorrono soldi freschi e a fondo perduto per le economie più colpite. Potrebbero essere emissioni della UE, perpetue, comprate dalla BCE. Quest’ultima non può comprare titoli degli stati, ma non è uno stato la UE. In alternativa che lo stato emetta titoli senior di piccolo taglio, solo per aziende e cittadini italiani, indicizzati all’inflazione. Titoli dedicati ai risparmiatori. In questo modo ci sottrarremmo al ricatto dei mercati, riporteremmo il debito pubblico in casa e almeno gli interessi rimarrebbero in Italia

  28. Alfredo

    Buongiorno, se possibile vorrei un chiarimento sulle “ non rigide condizioni “ relative al MES di cui si parla in questi giorni, ma sono per caso state apportate delle modifiche al Trattato e ratificate dai Parlamenti degli Stati Membri? Non è una condizione sine qua non affinché si possa dire che sono cambiate le regole?Per richiedere credito con condizioni PCCL non credo che abbiamo le peculiarità come paese? Grazie per il prezioso chiarimento.

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