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La favola dei minibot

Nella migliore delle ipotesi i minibot sarebbero del tutto inutili perché incapaci di risolvere il problema reale dei debiti della pubblica amministrazione verso imprese private. Nella peggiore, nascondono possibili scenari di uscita dell’Italia dall’euro.

Due ipotesi sui minibot

Dopo la mozione di indirizzo di recente approvata dal Parlamento, nel dibattito pubblico si ritorna (pericolosamente) a parlare di minibot. Non esiste una proposta articolata, ma nella sostanza, dovrebbero essere passività dello stato di piccolo o piccolissimo taglio (10, 50 o 100 euro) emesse senza tasso di interesse e senza scadenza.

Una prima ipotesi è che i minibot siano emessi con la possibilità per imprese e famiglie di usarli per pagare le tasse. È ovvio che in tal caso sarebbero del tutto identici a un taglio delle imposte o, in modo equivalente, a un incremento di debito pubblico. Basta un semplice esempio per capirlo. Se alla fine dell’anno il signor Rossi deve 100 euro di tasse, ma lo stato gli comunica che può usare 100 minibot per pagarle, il signor Rossi risparmia 100 euro da spendere al ristorante, mentre lo stato non incassa quei 100 euro dovuti di tasse, e deve quindi finanziare il deficit di entrate in qualche modo: o riducendo la spesa pubblica, oppure con maggior debito. È una mera questione di identità contabile.

Una seconda ipotesi è che i minibot possano essere utilizzati dalle imprese per riscuotere i crediti che ancora vantano con la pubblica amministrazione (Pa). In questo caso, sarebbero del tutto inutili. Se lo stato deve 100 euro di pagamenti all’impresa del signor Rossi, potrebbe finanziarsi sul mercato emettendo buoni del tesoro per 100 euro e girare poi quei 100 euro al signor Rossi per estinguere il proprio debito. Di fatto, lo stato starebbe scambiando una passività (i pagamenti dovuti all’impresa del signor Rossi), con un’altra passività (i buoni del tesoro emessi per finanziarsi). Perché dunque usare i minibot?

L’unica ragione per farlo sarebbe quella di tassare implicitamente le povere imprese creditrici. Se un’impresa fornitrice della Pa venisse pagata in minibot oggi, potrebbe scontare il proprio credito solo più tardi al momento di pagare le tasse dovute. In ragione di questo lasso temporale (più o meno lungo), di fatto è come se l’impresa sostenesse un costo implicito in misura pari ai mancati interessi (altrimenti, perché semplicemente non ridurre le tasse alle imprese dello stesso ammontare dei crediti esistenti, senza alchimie cartacee?) Un guadagno per lo stato, una tassa implicita per l’impresa. E un ulteriore motivo per guardare i minibot con sospetto. Quello dei debiti inevasi della Pa con le imprese private è un problema reale, che va certamente affrontato. Ma deriva da inefficienze strutturali del nostro sistema amministrativo e non può essere risolto con trucchi monetari.

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Una moneta parallela?

Molti si chiedono anche se i minibot equivarrebbero all’emissione di nuova moneta. La risposta è che “potrebbero” diventare moneta. Di fatto soddisfano una condizione necessaria (ma non sufficiente) per essere moneta: sono passività dello stato senza scadenza e senza tasso d’interesse.

Ma non è detto soddisfino la condizione sufficiente: cioè la fiducia. Per essere moneta, i minibot devono essere accettati nelle transazioni. Se il signor Rossi riceve 100 minibot dallo stato e vuole utilizzarli per fare la spesa dal signor Bianchi, il signor Bianchi li accetterà solo se ha fiducia nel fatto che li potrà poi utilizzare per pagare il signor Verdi, e così via. Niente garantisce che questo collante di fiducia si verrebbe a realizzare. Anzi, c’è da dubitarne.

E se lo stato dovesse però imporre per legge che i minibot debbano essere obbligatoriamente accettati nelle transazioni? In tal caso il signor Bianchi non potrebbe rifiutarsi di accettarli come pagamento. Ma ciò equivarrebbe (di diritto e di fatto) all’uscita dell’Italia dall’euro, perché lo stato italiano starebbe stampando moneta con corso legale. I minibot verrebbero probabilmente scambiati a grande velocità (le persone vorrebbero liberarsene come una patata bollente) e diventerebbero moneta parallela fortemente svalutata (di fatto carta straccia) rispetto all’euro.

In conclusione, è evidente che i minibot sono un espediente inutile e verosimilmente dannoso, che nasconde probabilmente possibili scenari di realizzazione pratica dell’uscita dell’Italia dall’euro.

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27 commenti

  1. Savino

    Come sempre, la politica cerca la scorciatoia per eludere i problemi esistenti, che, invece, vanno affrontati.
    Problemi monetari, finanziari e di bilancio. Così, è già un assurdo che lo Stato voglia affibbiare o ammollare dei mini-bond di carta straccia a chi vanta dei crediti con la P.A. Perchè lo Stato non preferisce dare lo stpendio in mini-bond ai manager pubblici e ai “trombati dalla politica” presenti nelle partecipate pubbliche? Se i mini-bond diventano uno strumento finanziario di “debito parallello” è cosa grave, che, nel privato sarebbe considerata col reato di falso in bilancio. Sull’illegalità del fatto, infine, che essi diventino “moneta parallela”, dando vita proprio ad un corso illegale stile Maduro (che tanto piace ai gialloverdi) si è già ben pronunciato il Presidente BCE Draghi.

  2. Savino

    Parlo propriamente di minibond e non di minibot nel mio intervento, perchè penso si tratti di debito dello Stato, mascherato da rimedio debitorio.

  3. Arduino Coltai

    Se vogliamo risollevarci servono idee rivoluzionarie ed economisti che facciano ricorso massiccio al cosiddetto pensiero laterale. Questa dei minibot potrebbe essere un’idea tutt’altro che disprezzabile (non tutti la pensano come l’autore dell’articolo), del tutto analoga a quella di emettere i cosiddetti CTF (certificati di credito fiscali, caldeggiati da molte personalità e non certo di destra: http://temi.repubblica.it/micromega-online/%E2%80%9Cper-una-moneta-fiscale-gratuita-come-uscire-dallausterita-senza-spaccare-leuro%E2%80%9D-online-il-nuovo-ebook-gratuito-di-micromega/), il che tra l’altro contribuirebbe a nazionalizzare il debito italiano. Mi permetto di suggerire un altro paio di idee che vanno nella direzione dell’immissione di denaro in circolo e della riforma delle pensioni: la prima, flat tax al 15% accompagnata però dall’obbligo di pagamento elettronico di tutti i beni (compreso il caffè al bar), con ritenuta alla fonte (io pago il caffè 1 euro, il 15% viene contestualmente al pagamento versato allo stato). Questo escluderebbe anche l’obbligo di presentare la denuncia dei redditi, limitando la burocrazia e facilitando i controlli, nonché colpendo i traffici illeciti di denaro; la seconda, scorporo (finalmente…) della previdenza dall’assistenza: io verso i miei contributi e questi vanno in un fondo pensione a mio nome. Questo mi consentirebbe di ritirarmi dal lavoro quando voglio riscattando,eventualmente rivalutato, semplicemente quanto ho versato negli anni

  4. ROSALBA

    Complimenti al prof. Monacelli per la chiarezza e l’esaustività dell’articolo. Mi farebbe piacere conoscere le ricadute concrete per i cittadini italiani se si concretizzasse l’ipotesi di uscita dall’euro. Grazie.

  5. Giuseppe De Arcangelis

    Se i minibot rilasciati alle imprese per compensare i loro crediti cominciassero a circolare spontaneamente e venissero accettati semplicemente perché è possibile pagarci le tasse, avremmo comunque una moneta di fatto anche se lo Stato non decide di darle ufficialmente corso legale. Ovvero, implicitamente gli si dà corso legale se si permette “al portatore” e non nominalmente all’impresa ricevente di poter saldare i tributi dovuti. Non è così? Ricorda molto i miniassegni di qualche decennio fa….

  6. bruno puricelli

    Mi oppongo (ma solo in parte)!
    Io sono creditore, ricevo Minibot, pago le merci, gli operai, dopo la vendita del manufatto pago tutto e tutti con minibot. La gente ha lavorato, ha pagato il vivere e il mutuo, io ho pagato le tasse e le imposte con minibot per un valore comunque inferiore al fatturato su cui anticipo l’Iva (o la faccio pagare). Alla fine del giro lo Stato ha ottenuto un incremento di Pil, ha incamerato una passività che già si trovava nei suoi debiti prima di usare minibot, i cittadini/lavoratori hanno guadagnato da vivere ecc ecc…. il tutto senza costringere lo Stato a finanziarsi sui mercati pagando interessi. Se è vero che lo Stato si ritrova la stessa passività, mi pare altrettanto vero che i >Minibot abbiano permesso un aumento di attività complessiva. E’ possibile, ma solo in via aleatoria, che coi Minibot ricevuti io mi sistemi all’estero per via della mancanza di fiducia che ho in questo governo ma si tratta solo di una ipotesi di scuola! In pratica, ciò non avverrà e, se emessi in misura comunque inferiore al totale (40-50 mlds ?>) dei debiti verso PA , pmi avremo un pò d’ossigeno!!! senza sforare il deficit. Io ho una proposta che supera il ricorso ai Minibot, se mi corrisponde, gliela invierò volentieri per una Sua opinione e aggiustamento.. è unica!

  7. Daniele

    Analisi completamente sbagliata. I mini bot non sono assolutamente una moneta parallela in quanto non hanno alcun corso legale e non sono obbligatori. Dirò di più, sono persino utili: in condizioni “normali” due imprese private possono compensare reciprocamente i debiti che hanno una nei confronti dell’altra (Compensazione art. 1241 del C.C.). Con la P.A. Ciò non è possibile, in quanto non puoi compensare una tariffa con un prezzo provato. Ed ecco che entra in gioco il minibot: la PA ha un debito verso l’impresa rossi. La PA deve pagarlo, ma non ha soldi, perciò per finanziarsi ha solo 2 alternative: tassare la collettività e, con i soldi recuperati, pagare l’impresa rossi oppure fare nuovo debito (le misure, vi anticipo, sono uguali per via dell’equivalenza Ricardiana). Se la PA decide di emettere il minibot, l’impresa rossi avrà a disposizione una “esenzione fiscale” pari all’importo del debito, che compenserà entro l’anno, alla prima scadenza fiscale utile (novembre o giugno). Con questo minibot, non pagherà una tassa allo stato: la minor entrata per la PA (variazione finanziaria negativa) si compensa con un minor debito v/impresa rossi (variazione finanziaria positiva: meno debito). La PA NON si indebita con nessuno all’atto di emissione del minibot, perde solo una tassazione futura. È un modo per rendere legale la Compensazione dell’articolo 1241 del cc con la pubblica amministrazione, che fino a pochi anni fa non faceva compensare le imposte tra enti locali ed erariali.

    • Mauro

      Le risposte a critiche e ben articolate all’articolo devo essere sempre lette ma sopratutto rilette. Cosa che ho fatto con l’analisi di Daniele. Nella sua analisi ci sono una serie di assunzioni che potrebbero anche non essere accettate ad esempio essendo i minibot non obbligatori potrei non accettarli (o accettarli solo in parte per i crediti fiscali che con certezza saprò di avere nei confronti dello Stato). Comunque, prendiamo per buono che l’imprenditore li accetti. Il risultato finale dell’analisi è che lo stato non aumenta il debito ma perde solo la tassazione futura. Il ragionamento potrebbe anche starci ma con un problema (serio) successivo. Lo Stato raccoglie le tasse per pagare stipendi, servizi, ecc se le entrate fiscali vengono “compensate” come si pagano gli stipendi, servizi, ecc? Ebbene lo stato dovrà andare sul mercato ed emettere nuovo debito (oppure alzare le tasse). Insomma, il debito compensato con crediti fiscali non esaurisce il ciclo di cassa perchè bisogna trovare il modo per finanziare la spesa dello stato e sempre sul debito torniamo.

      • Lei trascura l’effetto moltiplicatore che si mette in moto: molte imprese sono nelle condizioni di non poter pagare le tasse perché a corto di liquidità, tenuto conto che i loro clienti sono altre imprese che nel frattempo non ricevono i pagamenti da parte dello Stato. Quindi da un lato lo Stato non è in grado di pagare i propri debiti ma dall’altro è impossibilitato ad incassare i crediti in sofferenza con imprese sull’orlo del fallimento. Pertanto potendo queste ultime saldare i propri debiti fiscali, registrano un sensibile miglioramento finanziario e aumentano il merito di credito nei confronti del sistema bancario: possono cioè fare nuovi investimenti.
        La cosa veramente vergognosa è che la voce.info possa pubblicare un’analisi totalmente fallace che sembra scritta da un principiante, zeppa di misunderstanding e di errori logici. Le risparmio quello che Lei giustamente ha sottolineato per dedicarm iall’altra chicca prospettata dall’autore. Testualmente: “Se lo stato deve 100 euro di pagamenti all’impresa del signor Rossi, potrebbe finanziarsi sul mercato emettendo buoni del tesoro per 100 euro e girare poi quei 100 euro al signor Rossi per estinguere il proprio debito. Di fatto, lo stato starebbe scambiando una passività (i pagamenti dovuti all’impresa del signor Rossi), con un’altra passività (i buoni del tesoro emessi per finanziarsi). Perché dunque usare i minibot?”.
        Semplicissimo: perché in questo secondo modo non fa nuovo debito!
        Raccapricciante!

  8. Il prit. Monacelli non ha evidentemente avuto il tempo di informarsi sui MINIBOT prima di scrivere questo articolo.

    I minibot vengono emessi per pagare i debiti commerciali esistenti della PA. “È ovvio” che non sono affatto nuovo debito né taglio di tasse.

    Da un professore della Bocconi e da una testata economica ci saremmo aspettati un minimo di rigore e approfondimento piuttosto che superficialità.

    • Basterebbe leggere l’articolo. Tutto qua.

      “Una seconda ipotesi è che i minibot possano essere utilizzati dalle imprese per riscuotere i crediti che ancora vantano con la pubblica amministrazione (Pa). In questo caso, sarebbero del tutto inutili. Se lo stato deve 100 euro di pagamenti all’impresa del signor Rossi, potrebbe finanziarsi sul mercato emettendo buoni del tesoro per 100 euro e girare poi quei 100 euro al signor Rossi per estinguere il proprio debito. Di fatto, lo stato starebbe scambiando una passività (i pagamenti dovuti all’impresa del signor Rossi), con un’altra passività (i buoni del tesoro emessi per finanziarsi).”

  9. Federico

    Articolo molto interessante.
    C’È solo un punto che non mi convince: il discorso sui mancati interessi. Ormai da anni i tassi di interesse in area Euro sono negativi (eonia, euribor), cioè i “mancati interessi” non sono un costo ma un guadagno.
    Anche senza scomodare le alchimie dei tassi negativi, è un ragionamento valido solo in periodi di alti tassi di interesse, non come quello attuale. Penso che qualsiasi impresa sarebbe disposta a rinunciare per esempio al 2% del suo credito verso la PA purché venga pagato subito.

  10. Alberto Pozzolo

    Mi pare che anche se la gente avesse fiducia e usasse volontariamente i minibot, il beneficio sarebbe minimo. Ipotizzando che sostituiscano a regime il 50% degli euro in circolazione in Italia, che secondo stime sono il 10% del PIL, si potrebbe avere un’ipotetica riduzione del debito una tantum del 5% del PIL. Lo spread a regime costa oltre il 3%, all’anno. E i minibot potrebbero portare a una perdita non trascurabile di credibiliità, con ulteriori effetti negativi sullo spread. La conclusione è che l’operazione non si giustifica per i benefici contabili, ma ha evidentemente altri fini. Forse proprio preparare l’uscita dall’euro e ridurre il debito con la tassa da inflazione.

  11. Henri Schmit

    I min-BOT presuppongono, presumo, un debito dello Stato. “Un ulteriore motivo per guardar(li) con sospetto, quello dei debiti inevasi della Pa con le imprese private, è un problema reale, che … deriva da inefficienze strutturali del nostro sistema amministrativo.” Direi piuttosto da una volontà esplicita di creare debito forzato! 1. Per i fornitori della PA non è forzato nella misura in cui possono rifiutarla come cliente. Una parte cospicua di questi fornitori purtroppo accetta volentieri l’incertezza del pagamento tardivo perché considera la commessa pubblica come una manna (sovraprezzi, tangenti); lo fa perché ha delle banche alle spalle che finanziano le forniture pubbliche costose ma pagate alle calende greche. 2. Esiste però un’altro gruppo di creditori dello stato che non hanno la possibilità di scelta: un operatore finanziario che acquista beni IVA-esenti (p.es. per un fondo immobiliare) deve (doveva) VERSARE L’IVA NON DOVUTA acquisendo così un credito equivalente (remunerato, ma senza data di scadenza) contro lo Stato il quale in alcuni casi di non versamento dell’IVA o di fallimento del venditore immobiliare – debitore IVA – rifiuta di rimborsare i creditori ignari, truffati da chi? Dallo Stato! forse truffato a sua volta, ma per colpa propria, da venditore inadempiente. Questa truffa di Stato senza paragone (a mia conoscenza) con altri Stati UE rovina la fiducia, gonfia i NPL, mette a rischio le banche. Tali mini-BOT sarebbero l’immagine di uno Stato truffatore.

  12. Giovanni

    Se i minibot devono servire per pagare i debiti che lo stato ha con le imprese, perché utilizzare tagli di 5 o 10 euro? Qualcosa non torna. L’intenzione, da qualcuno dichiarata esplicitamente, è quella di tornare alla lira. Con la lira si pensa di poter svalutare e così favorire le esportazioni, senza pensare che l’Italia è un paese importatore di materie prime e che comunque per far concorrenza alla Cina bisognerebbe accettare il loro modo di vivere e lavorare. Prima ancora di questo, si pensa di poter stampare moneta a piacimento ed estinguere così il debito. I precedenti, però, non incoraggiano.

  13. Francesco Capinera

    Gli esempi 1, 2 e 3 che fa l’autore non sono reali, perché li fa’? : 1) a che titolo infatti lo Stato dovrebbe attribuire degli sconti fiscali? Perché dovrebbe “tagliare” le tasse a qualcuno? Quale sarebbe il criterio? L’esempio non ha senso fa solo confusione. 2) il debito esiste già ed il Minibot serve a pagarlo – al momento, al nominale – senza interessi, intermediari o aste. Il fatto che non paghi interessi porterà le persone a spenderli più velocemente. Che senso avrebbe emettere ulteriori titoli di stato e pagare un interesse invece? È vero quindi il contrario di quanto dichiarato dall’autore. Meglio i minibot. 3) il terzo esempio pure non ha senso secondo me. Il minibot paga il debito della PA al momento. Perché si dice che il Minibot vuole danneggiare le imprese ed i privati. Li sta pagando, aspettavano da anni di essere pagati. Saranno ben felici di poter spendere usando finalmente il loro credito… Dove sarebbe il danno? L’interesse non pagato? Lo Stato paga 64 miliardi di debiti tutti insieme e ci preoccupiamo dell’interesse? Proviamo a ved, se consideriamo ad esempio che emettere BTP a 10 anni con un 2.7% composto obbligherebbe lo Stato a rimborsare il capitale + quasi 20 miliardi di interessi. Ecco spiegato effettivamente il motivo per cui i Minibot NON VANNO BENE e non si devono fare. Non pagano interessi alle banche… Eppure dato l’ammontare del gettito italiano si potrebbero riassorbire in un paio d’anni. Perché non si può fare

  14. Stefano Gherardi

    Vedo inoltre il problema derivante dalla libera concorrenza: se la modalità di pagamento venisse espressa nelle gare pubbliche si creerebbe una disparità tra imprese italiane ed europee non italiane che non potrebbero spendere nel loro paese quel titolo di pagamento.

  15. Lucio Tamagno

    Chiarissimo e tristemente evidente. a parte la spiegazione banale che non c’è fine al peggio, la mia domanda/riflessione è conoscere, se esiste, almeno una ragione (quindi una risposta “ragionata” non le stupidate già sentite) che giustifichi questa assurdità.
    Se possono servire pagare le tasse (fatto salvo che basterebbe una partita contabile senza bisogno di MB), valgono anche per l’IVA?
    Grazie

  16. Un’analisi perfetta

  17. Pier Giorgio Visintin

    Praticamente, io come faccio ad avere in mano il minibot da 10€? Credo sia necessario versare all’emittente l’equivalente in €! E allora ……. ?

  18. Henri Schmit

    Il problema non sono tanto l’idea stupida, ignorante, dei miniBOT, ma il debito reale MA NON CONTABILIZZATO NEL DEBITO PUBBLICO!!! che i miniBOT dovrebbero rifinanziare (è sarebbe debito) o monetizzare (e sarebbe moneta parallela, ovviamente impossibile). Mi domando francamente chi è più ignorante e cinico fra proponenti populisti e criticoni anti-populisti che non dicono tutta la verità.

    • Federico

      In effetti il fatto che il “debito commerciale” non sia contabilizzato nel “debito pubblico” è la fonte di questa distorsione.
      Supponiamo che lo stato italiano abbia un debito di 100 euro verso un fornitore. Per pagarlo potrebbe chiedere in prestito 100 euro al mercato (tramite emissione di BTP) e girare i contanti ricevuti al fornitore. Ma allora il debito pubblico aumenta di 100 euro?!? Questo mi sembra un po’ insensato: il debito è sempre lo stesso; è cambiata solo la persona con cui sono indebitato.
      Da ignorante della materia, mi sembra che questa stranezza contabile sia una possibile spiegazione dei ritardi dei pagamenti: se pago A e il mio “debito” scende, oppure pago B e il mio “debito” non scende, allora è ovvio che preferisco pagare A a scapito di B!

  19. sergio

    buona idea …. però dovrebbero essere usati solo per pagare gli stipendi ai parlamentari e ai consiglieri leghisti … ah … ah …

  20. Francesco Graziani

    Non capisco ma sarà un problema mio. Lavoravo in una società che a fine anno chiudeva il bilancio con crediti verso regioni, ASL e Ospedali in media sui 2 milioi di euro. Stampare biglietti di piccolo taglio come può permettere di pagare debiti da 10.000 o 1000.000 euro? Se non ci sono i soldi lo Stato emette titoli e col ricavato con comodi bonifici paga l’impresa. Quindi è debito. La suddetta società finanziava il credito ricorrendo alle banche (ovvio). Quindi portiamo i minibot alla cassa contanti della banca? E’ solo un tentativo di uscire, pardon, di farsi buttar fuori dall’Euro.

  21. Antonio Zanotti

    I minibot per essere compatibili con l’attuale legislazione dovrebebro circolare solo su base volontaria. Ritengo invece possibile superare l’obiezzione sull’espansione del debito, ma non ho spazio per spiegarlo. Possono circolare due monete (legale e volontaria) con un cambio fisso? Gresham da oltre 400 anni dice che è impossibile. Allora il vero signficato dei minibot è di quanto potrebbero svalutarsi? Se la risposta forse zero, allora il passo successivo sarebbe la fuoriusita dall’euro. Al contrario se la svalutazione fosse elevata. Ma in questo caso chi sopportrebbe il danno della svalutazione dei minibot? Se la svalutazione arrivasse al 50%, signfica che milioni di italiani pederebbero 50 mld. Possiamo permetterci un esperimento di questo gennere?.

  22. Umberto

    Mi permetto di segnalare un contributo leggibile sulla pagina collegata che indico qui sotto, e che a mio parere è interessante anche perché la tematica è affrontata con una visuale di veduta un poco più ampia di quella della contestuale polemica politica:

    https://investire.aduc.it/editoriale/moneta+unica+moneta+comune_29653.php

  23. MARIO

    mi permetto di osservare: il sig rossi non è che risparmia i 100 euro pagando con minibot, anche perchè non glieli hanno regalati. semplicemente quei 100 minibot sono stati il frutto di pagamenti dalla pa a fronte del debito che aveva verso il sig. rossi. mi sfugge qualcosa?

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