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Duecento giorni facendo danni per l’economia sono troppi

I dati Istat sul terzo trimestre certificano che il Pil italiano scende per il calo di consumi e investimenti causato dal peggioramento delle aspettative, mentre l’export ha ripreso a tirare. È ora che il governo smetta di fare danni e dia invece una mano, correggendo la manovra in senso più prudente.

Gli orribili primi duecento giorni…

Tre mesi fa, dopo i primi cento giorni del governo del cambiamento scrissi su questo sito un pezzo che era già tutto contenuto nel suo titolo: cento giorni senza far niente per l’economia sono troppi. Osservavo che con segnali di rallentamento dell’economia evidenti già a inizio anno i vice premier e i loro “consiglieri economici” avevano preferito baloccarsi con chiacchiere estive da social network sull’uscita dall’euro e altre idee futuribili piuttosto che provare a riflettere su come sostenere l’economia in modo pratico senza scassare i conti e far ripartire lo spread. Il pezzo coglieva necessariamente solo una parte delle conseguenze del governo attuale per l’economia. D’altronde dopo 100 giorni come giudicare già un governo che arrivava dopo – si diceva – decenni di malgoverno?

Ora di giorni ne sono passati duecento e qualcosa di più si è visto. In particolare è diventato più chiaro che il nuovo governo non si è limitato a non fare nulla ma ha anche già fatto molti danni. Ci sarà tempo per valutare con attenzione gli effetti sul mercato del lavoro del cosiddetto “decreto dignità” (per non rassegnarsi alla rifondazione del vocabolario effettuata in questi mesi bisogna sempre aggiungere un “cosiddetto” prima di riportare la denominazione delle politiche in via di attuazione) così come dell’ottovolante dello spread di queste settimane sul costo del credito per le aziende e sul costo e sulla disponibilità di mutui per le famiglie.

…hanno già lasciato un segno tangibile sull’economia

Ma l’economia intanto sta già mandando segnali chiari e forti. I dati del terzo trimestre di quest’anno dicono che il Pil è leggermente diminuito rispetto al trimestre precedente. Quando era uscita la stima preliminare dell’Istat sul terzo trimestre il premier Giuseppe Conte si era affrettato a precisare che l’Italia stava rallentando “ma non per colpa nostra”. È l’Europa che rallenta, diceva l’autoproclamato “avvocato difensore del popolo”. I dati definitivi del terzo trimestre raccontano una storia differente. Il calo del Pil viene dal calo della domanda interna privata, cioè dal calo degli investimenti e dal calo dei consumi, sia di quelli durevoli che di quelli non durevoli, mentre la componente estera è tornata a crescere (+1 per cento circa rispetto al trimestre precedente, dopo due trimestri molto negativi).

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Questi pochi numeri contraddicono le affermazioni del premier Conte. Non è proprio tutta l’Europa che rallenta, ma solo l’Italia e la Germania, mentre ad esempio Francia e Spagna – come il resto del mondo – continuano a marciare, il che non descrive un quadro di un’Europa o di un mondo che sta entrando in recessione. Chi rischia di entrare in recessione è l’Italia. I brutti numeri della Germania (-0,2 per cento rispetto al trimestre precedente per il Pil tedesco) frenano sicuramente il nostro export. Ma rimane che l’export italiano del terzo trimestre è andato bene. Mentre ad andare male sono consumi e investimenti, ad alimentare i quali sono le aspettative. E le aspettative delle imprese e dei manager che fanno gli acquisti (nel grafico sotto) sono negative da mesi e il loro segno meno si è appuntito nel mese di ottobre. Il che non promette niente di buono per il quarto trimestre dell’anno.

Se è la domanda interna che va male (a differenza che negli anni passati), mentre la domanda estera è tornata a riprendersi viene il sospetto che ci sia qualcosa che è stato fatto in questi mesi che non è stato ben accolto da famiglie e imprese quando prendono le loro decisioni. Un segno che la proposta di legge di bilancio non è stata un macigno solo sullo stomaco dell’Europa e dei mercati ma anche su quello del popolo italiano che si vuole tutelare a parole ma non nei fatti.

Ma non è troppo tardi per rimediare

Non è troppo tardi però per scrivere una vera “manovra del popolo”. Bisogna prima di tutto tornare indietro sui numeri del deficit mandati in Europa, riducendo al 2 per cento quello per il 2019 e indicando un rapido ritorno a un sentiero di riduzione del deficit strutturale. Nel farlo bisogna poi scrivere numeri più credibili per la crescita che si può plausibilmente ottenere con gli attuali chiari di luna. Con una politica di bilancio più prudentemente espansiva per il 2019 scenderebbe un po’ lo spread e soprattutto la borsa potrebbe recuperare. Non ci sarebbe bisogno di predisporre muscolari piani di salvataggio per le banche. Certo bisognerebbe rinviare il vaste programme della cancellazione della povertà a un’altra data, ma almeno famiglie e imprese potrebbero guardare al Natale e alla fine del Qe della Bce con maggiore serenità. Sarà una missione impossibile?

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43 commenti

  1. Martens

    leui è un gran ottimista. purtroppo temo che a questo governo importi poco di non far danni, mira piuttosto ad avere un poco di materiale su cui far infervorare la schiera di sostenitori che segue i suoi membri sui social networks.

  2. Savino

    Il decreto dignità aveva già detto tutto. Questa maggioranza intende affamare gli italiani che vogliono lavorare da dipendenti o mettersi in proprio per renderli schiavi della politica, che continua a speculare sulle ansie del Paese e a giocare d’azzardo coi nostri risparmi (ci sarebbe un modo piu volgare per dire che scommettono rischiosamente con i soldi degli altri). Le dimissioni di questo Governo sarebbero una liberazione per gli operatori ed i mercati di tutto il mondo.

    • gmn

      ma perchè dobbiamo sentire questa retorica paragrillina anche da chi avversa il governo paraleghista?
      questi non intendono affamere gli italiani, non avremo fame nelle strade, probabilmente avremo mediamente meno superfluo nelle tasche
      tranne i più poveri che paritarrno madiamente molto di più
      è l’inconsapevolezza del loro operare che spaventa
      non una inesistente volontà criminale
      non è una analisi lucida e neppure utile

      • Savino

        Era più lucido esultare dal balcone mentre si creava deficit? Era più lucido illudere le persone con le ruspe sulla riforma Fornero?

  3. Massimo GIANNINI

    L’autore dovrebbe cercare di essere meno fazioso e far meglio di conto… Il governo è, al momento di scrittura dell’articolo, in carica da 182 giorni e non 200 come scritto. Se poi si analizzano i dati del terzo trimestre ISTAT questi si riferiscono al 30 settembre 2018 ovvero a 121 giorni di governo. Analizzare dei dati fermi a 121 giorni di governo dicendo che siamo a 200 e il governo ne è responsabile, la dice lunga sul tipo di analisi. Per quanto poi riguarda le variazioni congiunturali e tendenziali del PIL non si può che constatare che la diminuzione è iniziata in realtà nel secondo trimestre 2017 ( si veda https://www.istat.it/it/files//2018/11/CET_2018q3.pdf ) ovvero ben un anno prima dell’insediamento di questo governo. E’ ovvio che il risultato del terzo trimestre 2018 non dipende dalla politica economica di questo governo né dalle aspettative create nel periodo estivo. Un’economista ed esperto di statistica queste cose/numeri li dovrebbe conoscere e non prestarsi al gioco d’opposizione al governo a prescindere, dai dati.

    • francesco daveri

      Caro Giannini, lei continua a darmi del fazioso, mentre lei è (sarebbe) quello oggettivo, il che è una tecnica retorica nota. Suggerirei che anziché snocciolarmi delle non evidenze (il cosiddetto rallentamento cominciato nel secondo trimestre 2017 basati su 0,1 trimestrali), provi a spiegare perché l’Italia rallenta così tanto nel terzo trimestre 2018. se dipendesse dal parallelo rallentamento tedesco, a scendere sarebbero le esportazioni italiane che invece hanno fatto +1,1 sul secondo trimestre, dunque bene. A scendere sono stati invece consumi durevoli e non durevoli e investimenti. Chissà perché. lasciando perdere la germania, c’è il mercato del lavoro che – essendo funzione dei dati passati – ha tenuto e quindi è improbabile che abbia fatto scendere il reddito disponibile. ci sono i dati della Nadef 2018 che mostrano un -0,2 punti di deficit strutturale 2018 sul 2017, quindi poca roba. poi ci sono quelli sulle aspettative delle imprese e ovviamente il Pmi, questi sì in netto calo. In attesa di conoscere la sua conclusione “oggettiva” la mia conclusione “faziosa” è che il calo del pil sia dovuto alla domanda interna e alle aspettative

      • Massimo GIANNINI

        Scusi una cosa: ma la domanda interna in calo (tendenzialmente e congiunturalmente già dal terzo trimestre 2017) è a seguito di quali politiche economiche o congiuntura? Da come scrive sembra che sia colpa di questo governo…E le aspettative negative secondo lei si sono formate da dopo le elezioni nel secondo trimestre con effetti immediati nel terzo trimestre 2018? nemmeno fossero aspettative autorealizzantesi. Non c’è peggior cosa per un economista ignorare dati e tendenze. P.S. I suoi argomenti sono faziosi perchè frutto di un ragionamento fallace come a esempio il calcolo dei giorni in carica di questo governo…Almeno rettifichi quello.

        • Luca

          Lo ha già ripetuto: la colpa del governo nei mesi passati è aver distrutto le aspettative con affermazioni improvvide e pericolose che hanno di fatto bloccato il mercato interno. Io da piccolo risparmiatore ho chiesto di aprire il conto all’estero x non ritrovarmi i risparmi convertiti in carta igienica, non ho comprato i btp Italia mentre li avevo presi gli anni passati e sto risparmiando molto più di prima perché non si sa mai. Adesso avete capito o no cosa stanno combinando questi? Se molti fanno come me i consumi calano portandosi dietro investimenti e occupazione. E non ditemi di offrire l’oro alla patria: fatelo voi se vi fidate

          • toninoc

            Quoto a Mille. L’alleluia del balcone di palazzo Chigi ha fatto esultare i pentastellati ed ha fatto salire lo spread oltre 300. Più si alza lo spread più sono contenti. Beati loro.

          • Amegighi

            Io sono uno dei molti che ha fatto come Lei. Non sono un madamin, un radical chic, un sinistro, destro, alto o basso, nero, rosso, giallo, blu, rosa o arancione. Sono semplicemente un normalissimo cittadino italiano che desidererebbe mantenere i soldi messi via durante una vita di lavoro per potermeli godere o farli godere a mio figlio una volta in pensione. Sono un cittadino italiano che sta pensando anche al fatto che questi soldi dovrò forse utilizzarli per pagare qualcuno che badi alla vecchiaia mia e di mia moglie. Cose semplici e normali in una nazione normale…..
            Per inciso, mio nonno e la sua famiglia hanno già dato il loro oro alla patria. Ci cascarono come molti altri. Per pentirsene poi quando la loro casa fu rasa al suolo prima dai tedeschi e poi dagli alleati. E pensare che mio nonno aveva combattuto sul Grappa. Mio padre invece fu pagato negli anni settanta dell’inflazione a due cifre (se mai Borghi ci farà uscire dall’Euro e battere propria moneta per spingere l’economia con le svalutazioni, sarà così…) in BOT, con tutti gli annessi e connessi di essere pagati in questo modo. Mi ricordo ancora quando, tornato a casa fece vedere quei foglioni dicendo: Questo è il mio stipendio. Difficile fare due volte lo stesso errore……
            Ora, i dati sono dati, e i fatti pure. E sono due fatti ineludibili: 1. che i consumi sono ridotti e 2. che l’asta BTP è stato un flop.

    • Antomura

      Lei si attacca a stupidaggini, come il conteggio dei giorni di governo, pur di difendere l’indifendibile. Le aspettative sono alla base delle decisioni economiche di imprese e famiglie, e le idee (non idee) di chi ci governa erano note da ben prima che il governo si insediasse, e dopo ben due mesi di chiacchiere dannose, minacce e contraddizioni. Cosa serve sindacare sul concetto di terzo trimestre quando tutti gli indicatori congiunturali puntano inesorabilmente verso il basso (come il PMI riportato dal professor Doveri, ma può guardare gli indici di fiducia istat se vuole qualcosa di più istituzionale). Dato che lei sembra appassionato di statistica, se però non è troppa fatica, vada sul sito della banca d’Italia; lì cerchi indicatore di ciclo coincidente, che loro chiamano ita-coin (sono le dinamiche di fondo mensili dell’attività economica), poi torni qui e ne riparliamo.

  4. toninoc

    La molto sotto Segretaria Castelli sarà già sui social a richiamarLa come ha fatto con Padoan: “Questo lo dice Lei” . Lo sa egregio Prof. Daveri che le variazioni in aumento o in diminuzione dello spread non influiscono sui mutui bancari? Questo lo dice lei …. la sotto Segretaria. I geni dell’economia non hanno bisogno di consigli,con determinazione vogliono sbagliare.

  5. Michele

    Propaganda. La chiave di lettura dell’andamento del GDP sta in buona parte nella propaganda. Di fronte alla prima manovra economica redistributiva da decenni, la macchina della propaganda ha funzionato alla grande con, a mero esempio, centinaia di articoli che paventano il rialzo del costo dei mutui a causa dello spread, sfidando il ridicolo, sprezzanti dei fatti, della logica e della buona fede. Aggiungiamoci che i) un rallentamento era già previsto nelle carte dei governi precedenti, ii) la caduta del mercato automobilistico (principalmente dovuta alla normativa contraddittoria sul diesel e minacce di blocchi irrazionali) e iii) la coda delle politiche depressive attuate per decenni e il risultato è ottenuto. Il tutto quindi diventa il buon pretesto per tornare al passato: scrivi incentivi alla crescita, leggi soldi regalati alle imprese per ottenere investimenti tuttora di più del 20% inferiori al 2007, precarizzazione del lavoro per ottenere una produttività del lavoro stagnante da decenni, grandi opere per ottenere grandi scandali, come ad esempio il MOSE. Ci si dimentica però che, grazie alle politiche dei governi degli ultimi 20/30 anni, Berlusconi, Prodi, Monti, Renzi etc, l’Italia è strutturalmente in una situazione di debolezza: i numeri degli ultimi 10 anni dimostrano che quando l’europa cresce, l’Italia cresce della metà; quando l’europa rallenta, l’Italia rallenta di più o decresce. La manovra 2019 giallo-verde è tutt’altro che perfetta, ma chiederle di sanare decenni di mala gestione è ridicolo.

    • gmn

      “La manovra 2019 giallo-verde è tutt’altro che perfetta, ma chiederle di sanare decenni di mala gestione è ridicolo.”
      la prendo in parola, quali misure della manovra servono a:
      1) ovviare al rallentamento già previsto?
      2) ovviare alla normativa contraddittoria sulle auto?
      3) fare una politica espansiva (ovvero aumentare il PIL e non il debito)?
      4) aumentare gli investimenti senza fare “regali alle imnprese” (e i regali eagli elettori?)?
      5) aumentare la produttività stagnante?
      5 ) rimettere in moto le grandi opere per NON ottenere grandi scandali?
      6) irrobustire l’economia italiana?
      7) invertire il reappoato crescita/decrescita dell’Italia rispetto a quella europea?

      forse se ci lasciano sparare di più e buttare povera gente (non italiana, però) in strada risolviamo, non trova?

      • Michele

        Una manovra economica redistributiva ( e in parte anche pre-distributiva) mette soldi in tasca alla povera gente che li spende tutti perché fatica ad arrivare a fine mese. Maggiori consumi incrementano il GDP in parte direttamente e in parte attraverso maggiori investimenti da parte delle imprese che vedono la propria domanda crescere (il punto debole è che le imprese italiane di aumentare gli investimenti proprio non ne vogliono sapere – nel 2017 gli investimenti sono stati più del 20% inferiori a quelli del 2007 – investono – forse – solo se i quattrini gliele regala lo stato)

  6. CARLO ZANFI

    NON DIMENTICHIAMO,INOLTRE, CHE OLTRE A TUTTO QUELLO CHE HA DETTO PROFESSORE, IN QUESTI 200 GG E’ STATO FATTO ANCHE IL DL PACE FISCALE CHE PREMIA SOLAMENTE GLI EVASORI CONCLAMATI (VEDI ESCLUSIONE AVVISI BONARI). ANCHE QUESTO FA PARTE DELLA POLITICA ECONOMICA DI QUESTO GOVERNO E LA MANCANZA DI EQUITA’ PUO’ SOLO PORTARE ALLA MANCANZA DI FIDUCIA.

  7. V.M

    Articolo di parte ridicolo, senza una manovra economica si da un giudizio. Essere di parte ci sta ma non ci sta la posizione senza una manovra economica approvata. Tutto ciò oltre a essere ridicolo è tipicamente di chi difende i vecchi partiti e la resa del Paese nelle mai dei delinquenti che l’hanno portata alla fame con mafia, criminalità, serbatoi di voti corruzione e concussione… Io non vi leggo e di certo non vi leggerò più mi sembrate i personaggi di un film medioevale…

    • francesco daveri

      Due cose 1) guardi che la politica ha effetti sull’economia non solo con le manovre approvate ma anche con gli annunci 2) il non far niente quando arrivano cattive notizie vuol dire far danni

    • gmn

      paese alla fame?
      mafia, criminalità, corruzione, concussione dappertutto….
      ma dove vive?
      poi mi spiega come facevano a fare i film nel medievo?

      • Motta Enrico

        Rispondo a gmn: in effetti, oltre ai dibattutissimi problemi economici e politici, c’è quello della violenza verbale con cui sono descritti, che stravolge completamente la realtà. Mi viene in mente Di Battista una volta in TV a 8 e mezzo (dallaGruber), che parlò di un paese “completamente distrutto”. Germania ’45? Eh no! Era l’Italia 2017. Comunque lei non ha fatto una piega, Non gli ha chiesto : ma Lei dove vive? oppure : ma ha mai guardato fuori dalla finestra? Giornalismo d’inchiesta. ….

  8. Giampiero

    Professore continui a stringere il cappio monetario a questo Paese, vedrà che fra non molto non respirerà più. Forse è quello che desidera di modo che gli “avvoltoi” si spartiscano le membra come d’altronde è nella contingenza e nella prospettiva di una grande Europa, ma germano-franco centrica.

    • gmn

      “grande Europa, germano-franco centrica”
      un sogno di libertà e competenza
      rispetto e capacità di governo
      programmazione e visione
      orgoglio e accoglienza

  9. neri

    Riguardo l’attuale recessione dobbiamo avere onestà intellettuale e restare quanto più lucidi
    nell’analisi. È vero sono passati duecento giorni
    e con uno spread insostenibile. La manovra però
    a parte il reddito di cittadinanza ed il solito rima-
    neggiamento dei coefficienti di calcolo non è da meno delle precedenti manovre. Infatti è l’ennesima
    manovra a debito dello Stato e con nuove tasse.
    Ma il punto è che a dimostrazione della nostra recessione c’è un dato inconfutabile e che non può essere scaricato su gli ultimi incopetenti arrivati.
    Infatti soltanto nel settore delle grandi opere si sono persi in questi anni 600.000 posti di lavoro !!

    neggiamento

  10. Stefano Asterino

    Caro Prof Daveri, non capisco le sue conclusioni. Lei inizia citando un suo articolo dello scorso 14 settembre in cui diceva che Il nuovo Governo non aveva fatto nulla per l’economia nei primi 100 giorni. L’Istat ha segnalato pochi giorni fa un rallentamento della nostra economia nel terzo trimestre legato al crollo della domanda (quindi 30/9/2018). Allora la domanda sorge la spontanea..se il Governo come dice non ha fatto nulla fino al 30 settembre come può essere considerato responsabile del crollo del PIL? al massimo sarò neutro l’impatto. Non sarà che il responsabile è il precedente governo che ha approvato la politica di bilancio per l’anno 2018, la quale al 30/9/2018, come attesta l’ISTAT, si è dimostrata errata? Non sarà che erano state gonfiate le previsioni di PIL per rispettare il 3%? Il risultato negativo del III trimestre 2018 non può essere imputato al Decreto Dignità che è stato convertito in legge il 9/8/2018, che conteneva, come Lei sosteneva, misure marginali non rilevanti. Peraltro la norma più contestata del decreto dignità che rende più difficile il rinnovo dei contratti a tempo determinato produce suoi effetti solo dopo il 31/10 (quindi dopo il III trimestre). Il crollo della domanda interna si registra da anni, ma avevamo l’export che compensava (poi sono venuti i dazi di Trump). Il governo vuole stimolare la domanda interna immettendo soldi nel sistema riducendo le tasse a chi può spendere (professionisti) o dando redditi a chi non ne ha (RdC),

    • Henri Schmit

      L’articolo non denuncia le colpe (molto diffuse) di coloro che sono responsabili 1. del pessimo andamento dell’economia nazionale nel confronti con i suoi diretti partner e concorrenti e 2. delle condizioni internazionali che sta peggiorando, ma sta criticando 1. la relativa inerzia e lentezza dell’azione governativa dall’insediamento della nuova maggioranza e 2. l’inappropriatezza delle misure in gran parte solo annunciate rispetto a quanto servirebbe per raggiungere gli obiettivi dichiarati e condivisi (crescita, occupazione, competitività, produttività, benessere, giustizia e protezione sociale). Critica anche il discorso pubblico non veritiero di alcuni dei massimi esponenti del governo. È quello il vizio più grave certamente non inventato dai nuovi governanti: dire impunemente il falso.

      • Savino

        @Henri Scmit La responsabilità è degli italiani, che sono solo dei corrotti e dei profittatori. E’ l’indole lestosa e criminosa degli italiani che ci ha portati a questo punto.

    • francesco daveri

      Caro Asterino, in articoli precedenti (dell’anno scorso) avevo indicato che la crescita per quest’anno era ottimistica. E ho scritto in più occasioni (e anche qui veramente) che per valutare il “Decreto Dignità” è meglio aspettare novembre e dopo. Ma rimane che un Governo che non fa niente può far danni con i suoi annunci. E questo è ciò che è già avvenuto, dato che gli annunci sono cominciati molto presto, dalla stesura delle prime bozze del contratto di governo (in cui si indicava l’uscita dell’euro) in avanti su tante cose tra cui chiusure domenicali, misure contro la creazione di lavori temporanei e il disegno di una manovra squilibrata verso la spesa corrente e in favore del lavoro nero. Tutti annunci che hanno allarmato i mercati e creato dubbi a chi doveva decidere se comprare beni di consumo durevoli oppure a chi doveva aprire nuovi punti vendita o impianti, oltre a chi decideva se compare titoli italiani o no. Mentre non mi pare che misure pratiche a legislazione esistente che potevano aiutare l’economia siano state attuate. Il precedente governo ha approvato un bilancio 2018 che ha ridotto il deficit strutturale di 0,2 punti (da 1,1 a 0,9, Nadef 2018). Difficile che un meno 0,2 faccia scendere la crescita dall’1,7 allo 0,7.

    • Massimo GIANNINI

      Ti risponderà altro perchè l’obiettivo è attaccare il governo attuale come se il precedente non abbia lasciato eredità pesanti. La peggior cosa che può fare un economista è prima prendere posizione politica, schierarsi, eppoi cercare i dati a supporto della propria tesi.

      • Virginio Zaffaroni

        Basta, per favore. Questo è un sito per ragionare e capire. La propaganda vada a farla da un’altra parte.

  11. Roberto Di Natale

    Credo che il principale difetto della manovra non sia sui saldi di bilancio ma sulla qualità della spesa. Abbiamo bisogno di investimenti che creano lavoro, non l’aumento delle spese correnti come hanno fatto i governi degli ultimi decenni. Le regole europee non consentono di affrontare shock asimmetrici salvo violando le regole europee.

  12. Ermes Marana

    Nella stessa pagina c’é un’approfondita analisi sui livelli occupazionali che dimostra un evidente effetto benefico della legge di stabilità n. 190/2014 e i commenti son tutti al livello de “E il PD allora?”.

    Il conto dei Social é sempre piú salato.

  13. bruno puricelli

    Quando leggo siffatti commenti ho la conferma della nostra caduta: semplificazione e frettolosità diffuse sono un binomio atomico. Capisco perché l’attuale governo, per il quale avevo speranze positive, continua a ricevere consensi nonostante l’incompetenza e l’inadeguatezza mostrati a ricoprire responsabilità così rilevanti. Il cattivo esempio dei predecessori non assolve questo governo, certamente non in economia.

  14. Maurizio Sbrana

    Sono anni che con la PRUDENZA … il debito è sempre cresciuto!
    E sono anni che la PRUDENZA non fa altro che aumentare la povertà!
    Più che la prudenza, occorrerebbe EQUITÀ e GIUSTIZIA .

  15. Andrea Montefusco

    Non pensate che nel periodo in cui deve durare questo governo,un programma serio di riduzione razionale delle spese e l’eliminazione di gran parte della burocrazia e delle criminalità risolleverebbe il paese ?
    Ma qui si guarda solo alle prossime elezioni, c’è sempre un’elezione in vista, c’è sempre qualcosa di meglio da fare in Italia, invece di capire davvero le cose e, soprattutto, di lavorare seriamente.

  16. Alessandro Bellotti

    Suvvia, a memoria d’uomo è il primo trimestre, dopo parecchi anni, che facciamo meglio della Germania…E poi, come al solito, si parla di decimali. -0,1%, -0,2%..Anche il ‘contenzioso’ con l’Europa è sempre misurato in decimali. Ho l’impressione che si attacchi politicamente il governo senza guardare i numeri veri. Numeri che ci dicono altro. Anche l’innalzamento dello spread è sicuramente dovuto al fuoco incrociato che si è abbattuto sul governo. Perché i numeri di innalzamento del debito attribuiti alla manovra del governo Conte sono ridicoli per un grande paese come l’Italia e detti numeri sono migliori (anche con un 2,4% di rapporto debito/PIL) di ciò che hanno ottenuto i governi italiani da Monti in poi. I governi precedenti hanno infatti aumentato il debito in pochi anni di 400 miliardi di euro. Dal 2012 in poi il rapporto debito/PIL è passato da 120% a oltre 130% e lo spread si è abbassato in questo periodo..Quindi ?
    Solo politica contro, che ha aiutato la speculazione sul debito italiano.

  17. Giovanni Rossi

    una analisi seria e realistica, peccato che in TV o sui social e nei giornali praticamente finanziati dai lettori grilloleghioti, ci vanno e/o scrivono scimmiette ammaestrate senza arte ne parte

  18. David Desideri

    Il vero problema è che, purtroppo, tutti hanno diritto al voto.
    Socrate fu condannato a morte perchè diceva questo.
    Le risposte del sig. Giannini sono l’evidenza che Socrate aveva ragione.
    Lo dice il sottoscritto che, per alterne vicende personali, avrebbe tutto da guadagnare da reddito di cittadinanza e quota 100.
    Ma non voglio indebitare i miei 2 figli e, consentitemi, neanche i figli di altri.
    Tornando strettamente al tema, mi permetto di dire al Prof. Daveri che purtroppo alcuni danni sono già irreversibili.
    Diverse aziende estere con cui avevo contatti, già dopo l’insediamento del governo (soprattutto per la presenza dei m5s) hanno deciso di non investire in Italia.
    Circa il 60 % hanno immediatamente dirottato i loro piani sulla Spagna, altre gli hanno messi in stand-by.
    Ad oggi un buon 50% di questi ultimi ha portato i suoi investimenti in altre nazioni.
    La mia è ovviamente una visione limitata alle mie competenze, ma qualcosa vuol dire.
    Inoltre voglio ricordare i maggiori costi alle aste dei titoli.
    Hanno già fatto molti danni prof. Daveri.

  19. toninoc

    Sarebbe interessante, vista la sua analisi, sapere se Lei è un economista. Se i massimi esponenti economici Istituzionali: Nazionali, Europei, Internazionali, le Associazioni Industriali, Commerciali, Artigianali e la stragrande maggioranza degli Economisti Italiani al massimo livello hanno praticamente condiviso l’analisi economica del Porf. Daveri; e se tutti gli Stati membri dell’Ue hanno bocciato la manovra economica dell’Italia,non le viene almeno il dubbio che : o al governo non sanno fare i conti( Impossibile con Savona Tria e Giorgetti) o abbiano semplicemente venduto fumo agli elettori poco informati. Non le dice nulla il fatto che chi diceva “tiriamo dritti” , “me ne frego” , oggi ( dopo aver fatto messi di voti) è già disposto a rivedere i numerini che valgono Miliardi?

  20. Antonio Petrina

    Abbiamo solo bisogno ” come il pane ” di investimenti privati (industria 4.0 ) e pubblici ,seri e produttivi , per far crescere e distribuire reddito poi.
    Di riforme a costo zero come la modifica della farragginosa legge sugli appalti pubblici.

  21. Qualsiasi provvedimento che non si focalizzi soprattutto su pochi -ma fondamentali- argomenti è destinato ad alimentare la… fame. Istruzione e ricerca, ad esempio, non possono essere una voce tra le “Eventuali e Varie” ma dovrebbero invece trovare sostegno tangibile da parte del legislatore (la Germania nel 2016 investiva il doppio dell’Italia in R&S). Viene da pensare -e forse non a torto- che l’attuale composizione di governo travolgendo secoli di pensiero socratico abbia nell’animo questo motto: <>.

  22. Marco

    Si poteva fare come Macron…. onestamente il governo dovrebbe rinunciare a trattare con l’UE e cavalcare la rivolta popolare fino a Bruxelles, obbligando alle dimissioni di massa sia di Macron che la Commissione Europea. Macron, come prevedibile, soprattutto per chi legge questo sito con spirito critico, ha fallito completamente. Rappresenta determinate politiche che non funzionano, come già visto in Italia, un modello economico sbagliato e che in ogni caso la Commissione vorrebbe imporre all’Italia sotto minaccia dello spread e della bancarotta. E sia, il tempo delle trattative è finito, si scenda in piazza.

    • Henri Schmit

      Assolutamente no. Macron ha sostanzialmente ragione. Ma, davanti alla débacle della sinistra alle elezioni si è trovato più dipendente del previsto da esponenti della destra, che comunque sono costretti di fare una poltica centrista, cioè prima l’ecomonia, gli investimenti e le aziende che guadagnano e assumono, poi la redistribuzione. Macron come altri da questa parte delle Alpi non ha capito quanto fosse grave il disagio, quanto impellente una politica sociale. Ora la protesta mal gestita l’ha costretto a farlo. Per fortuna ha resistito sull’ISF. L’unica cosa che non capisco è perché hanno abolito in precedenza la taxe immobilière (non sugli immobili come la taxe foncière, ma sui residenti, e a favore delle casse locali). Rispetto ai cisaplini Macron è serio, opera senza inganni e senza demagogia. Ora serivirebbe una grande riforma fiscale, in tutti gli stati nazionali, in modo convergente, non imposta dall’UE che può solo armonizzare cose come la base imponibile dei gruppi internazionali (Common Consolidated Corporate Tax Base), il resto spetta agli stati, NON ABBASTANZA SOVRANI! cioè responsabili dei loro cittadini. L’Italia chiede attraverso la solita retorica falsa federalista e falsa sovranista la mutualizzazione del debito e la sovranità fiscale del deficit. Pazzia! Il tempo che si mette a capire ha il suo costo, in benessere, in futuro, in speranza, in salute, anche mentale: il disagio sociale produce disperazione.

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