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Armi in casa: se l’Italia segue il cattivo esempio degli Usa

Negli Stati Uniti è facile per chiunque acquistare un’arma da fuoco. L’influenza politica della Nra blocca qualsiasi iniziativa di regolamentazione più rigida. In Italia la lobby delle armi ai privati agisce da pochi anni. Ma ha già ottenuto successi.

La regolamentazione della detenzione di armi

Un’altra, l’ennesima, strage in America: undici morti in una sinagoga uccisi da uno squilibrato con un fucile semi-automatico. Il messaggio del presidente Trump è stato immediato: ci vogliono più guardie armate e la pena di morte deve essere applicata di più. Nessun commento, invece, sulla regolamentazione delle armi da fuoco.

Il silenzio di Donald Trump sul tema è assordante, perché negli Stati Uniti la regolamentazione si limita a un controllo dei precedenti (background check) per impedire ai negozi di vendere armi ai criminali e agli psicolabili. Ma siccome il 40 per cento delle vendite avviene tra privati, è facile (e legale) ottenere un’arma anche per criminali e psicolabili.

In Italia, stiamo andando nella stessa direzione?

Il decreto legge 104/2018 riduce gli ostacoli alla detenzione di armi in casa: d’ora in avanti, si dovrà soltanto presentare un certificato Asl che attesti l’assenza di malattie mentali. Il decreto è la risposta politica a una promessa elettorale di Matteo Salvini: tutelare l’esercizio della legittima difesa. Il punto ancora più interessante è che durante la campagna elettorale Salvini si è impegnato a consultarsi con la lobby italiana delle armi, rappresentata dal Comitato Direttiva 477 (Associazione per la difesa dei diritti dei detentori legali di armi). Il che ci porta al tema dell’attività di lobbying.

Come agiscono le lobby al tempo dei social

L’associazione Comitato Direttiva 477 promuove gli interessi dei detentori legali di armi. Il sito web non è molto trasparente riguardo alle fonti di finanziamento, però rivela una “collaborazione” con varie associazioni di armaioli e di commercianti del settore. Ed è membro di Firearms United, l’associazione a livello europeo. La missione di Firearms United è esplicita: bloccare regolamentazioni europee tese a ridurre l’accesso alle armi da fuoco.

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Negli Stati Uniti, i detentori di armi da fuoco sono invece rappresentati dalla National Rifle Association. L’associazione, fondata nel 1871, si definisce “la più antica organizzazione dei diritti civili degli Usa”. È una delle lobby americane più influenti a livello elettorale, più di altre industrie che pure hanno giri d’affari molto più consistenti.

Il potere politico della Nra non deriva dal denaro, ma dalla capacità di mobilitare e coordinare attivisti a livello locale contro qualsiasi candidato che si schieri a favore di una maggiore regolamentazione delle armi. Il suo potere è quindi limitato a circoscrizioni rurali, dove ci sono tanti attivisti (cacciatori) e l’arma da fuoco è vista come una protezione e anche come uno stile di vita (andare a caccia con i figli). Ma siccome negli Usa le circoscrizioni rurali sono tante, la lobby è una potenza a livello nazionale. Dunque, c’è un filo diretto fra la potenza politica della Nra e la regolamentazione (debole) delle armi da fuoco.

In Italia, la lobby dei detentori di armi non è ancora potente come la Nra. Però, se si considera che è stata fondata solo tre anni fa, si può dire che sta avendo un notevole successo. Come negli Usa, anche nel nostro paese la lobby è politicamente influente perché è capace di coordinare consenso e portare voti. Si tratta di un fenomeno nuovo e diverso dalle lobby “tradizionali” dei settori industriali. Un tempo, poche lobby erano in grado di organizzare direttamente il consenso a causa della difficoltà di raggiungere il votante. Il consenso veniva coordinato dai mass media e attraverso i partiti politici. Oggi invece social media, email, messaging facilitano un contatto diretto con i cittadini e quindi i gruppi di pressione che vengono “dal basso”, cioè dai consumatori invece che dai produttori, hanno una influenza sempre crescente. Non a caso, Comitato Direttiva 477 rappresenta i detentori e non i produttori di armi.

Se i nuovi media favoriscono il nuovo tipo di lobbying “dei consumatori” rispetto a quello “dei produttori”, cosa possiamo aspettarci riguardo alla regolamentazione delle armi da fuoco? Se una lobby raccoglie istanze molto sentite da alcuni consumatori, sarà più capace di mobilitarli e quindi più potente rispetto a un gruppo di consumatori magari molto più grande, ma meno motivato. Nel caso delle armi, è probabile che chi le detiene o le vuole detenere (cacciatori, appassionati) sia molto più motivato della persona media che alle armi pensa poco e magari è contrario al loro uso. E dunque sarà più facile per un lobbista operare a favore del gruppo di votanti che vuole le armi e convincere i politici che questo gruppo di cittadini voterà a seconda delle scelte sulla regolamentazione delle armi.

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Se l’analisi è corretta, allora possiamo aspettarci che la giovane lobby dei possessori di armi in futuro acquisterà maggiore potere politico anche nel nostro paese. E quindi si può prevedere che sulla regolamentazione delle armi da fuoco, l’Italia si muoverà nella direzione degli Stati Uniti.

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32 commenti

  1. toninoc

    Un maggiore permissivismo sull’uso delle armi porta inevitabilmente ad un maggiore uso delle stesse con le conseguenze che la cronaca nera ci segnala quasi giornalmente. Negli USA (ma non solo) ogni tanto il “vendicatore” di turno apre il fuoco con armi automatiche su persone inermi per motivi di razzismo, religiosi o politici o addirittura scolastici lasciando numerosi morti a terra ed i sostenitori del Far West, anche autorevoli, sostengono che se le vittime avessero avuto a loro volta con se delle armi, si sarebbero potute difendere e rendere innocuo il “vendicatore”. Quindi secondo questa logica dovremmo abituarci a vedere il Sacerdote che celebra la funzione religiosa col fucile a tracolla per proteggere i fedeli mentre predica la pace, o gli ‘insegnanti del liceo con la magnum sulla cattedra a protezione degli studenti disarmati o la nonnina al mercatino con la sua Beretta nella borsa della spesa per difendersi dagli scippatori. Non mi pare sarebbe un bel progresso sociale e credo che gli omicidi o tentati omicidi aumenterebbero parecchio . Spero che l’Italia resti fuori da questa barbarie ed emargini coloro che ci vorrebbero tutti (solo per motivi di business e non per sicurezza) con cinturone, fondina e Colt al fianco.

    • CLA

      Basta guardare alla Svizzera, dove quasi ogni famiglia ha un’ arma da guerra in casa, per confutare la sua tesi. Se poi aveste voglia di guardare le statistiche, scoprireste che gli stati USA piu’ liberali con le armi sono spesso quelli con meno omicidi. L’ autore, avendo insegnato in California ed a New York, dovrebbe sapere e, raccontarci, che ogni stato USA ha normative differenti ed in questi stati, esistono leggi molto piu’ restrittive che in Italia, senza che esse siano riuscite a combattere la criminalita’. Parlando poi di Far West vi rendo noto che stati come Belgio Svezia Gran Bretagna, hanno tassi di crimini violenti superiori agli USA (per chi ha voglia di verificare https://data.unodc.org/ oppure https://ec.europa.eu/eurostat/web/crime/database). Ah dimenticavo, ai tempi del Far West, se ecludiamo i morti indiani, il tasso di mortalita’ violenta era molto piu’ basso di oggi ed e’ per questo che le sparatorie facevano tanta notizia.

      • toninoc

        Non capisco perchè dal numero dei morti nel Far west si debbano escludere gli indiani. Erano uomini che morivano dal piombo di armi da fuoco. Se quelle guerre si fossero combattute all’arma bianca, i morti , forse, sarebbero stati molti di meno. Leggo dal giornale La repubblica:
        “Si calcola che 89 americani su 100 posseggono armi leggere. Gli Usa sono il primo paese al mondo, sia come esportatori che importatori, di armi civili. Il 50% delle vittime sono afroamericani, poi giovani tra i 18 e i 35 anni, un terzo sono giovanissimi, sotto i 20 anni. Il dossier di Maged Srour, per Archivio Disarmo, racconta l’America oggi.
        “Il livello di omicidi con armi da fuoco negli Stati Uniti è 20 volte maggiore rispetto alla media di tutti i paesi dell’ area Ocse:……” ” Negli Stati Uniti si verificano omicidi con armi da fuoco più che in ogni altro paese sviluppato. ” Ecc…ecc…
        Molto istruttivo e facile da trovare . Rispetto il tuo punto di vista ma non lo condivido nemmeno un pò.

        di MARTA RIZZO La repubblica 31 marzo 2016

        • CLA

          In periodo di heater per qualunque quisquilia, avevo meditato tanto se pubblicare un post su un argomento tanto delicato. Devo dire che la risposta di toninoc, mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo, essendo pacata e volta ad instaurare un dialogo costruttivo. Ho letto l’ articolo che mi hai segnalato, e devo dire che lo trovo costruito per disinformare le persone pigre, riportando dati parziali anche se corretti. In realta’ bisogna capire se si e’ interessati a diminuire il numero di morti o il numero di armi. Il numero di armi negli USA ma anche in Europa e’ in aumento ma nonostante questo il trend degli omicidi e’ in calo (nell’ articolo non si dice ma basta una velove ricerca per confermarlo) e inoltre ti rifaccio l’ esempio dell’ armatissima ma pacifica Svizzera. Non si dice che il 93% degli afroamericani e’ ucciso da un altro afroamericano (come l’ 80% dei bianchi sono uccisi da un bianco) insomma non si dice, statistiche alla mano, che il tasso di mortalita’ e’ scorrelato dal numero di armi. Poi non viene detto che negli USA molti di questi omicidi avvengano con armi, illegalmente detenute, durante scontri tra bande etc. etc. La risposta non e’ nell’ eliminare le armi legalmente detenute, ma e’ nel tuo post. dove dici ” Se quelle guerre si fossero combattute all’arma bianca, i morti , forse, sarebbero stati molti di meno ” ed io ti dico, e se quelle guerre non fossero mai state combattute ?

      • toninoc

        @@@CLA.
        I siti che citi nel tuo post sono tutti in inglese. Mi perdonerai se non lo so leggere.

  2. Federico Alexander Rizzuto

    *Se l’Italia “seguisse”

    • Carlo Morelli

      Appunto, anche qua si dà per scontato che sia stato facilitato l’ottenimento del porto d’armi, non è così, la legislazione in merito è immutata. Invece la gran parte degli omicidi avvengono con armi diverse da quella da fuoco, ovvero da armi detenute illegalmente. La criminalità non va in questura a chiedere autorizzazione all’acquisto di un’arma.

  3. Claudio Giusti

    “The Gun Lobby’s interpretation of the Second Amendment is one of the greatest pieces of fraud, I repeat the word fraud, on the American People by special interest groups that I have ever seen in my lifetime. The real purpose of the Second Amendment was to ensure that state armies – the militia – would be maintained for the defense of the state. The very language of the Second Amendment refutes any argument that it was intended to guarantee every citizen an unfettered right to any kind of weapon he or she desires.”
    Warren Burger, Conservative Supreme Court Chief Justice, CBS 16 Dec. 1991
    https://www.youtube.com/watch?v=Eya_k4P-iEo
    https://www.youtube.com/watch?v=bh_yz76hlW0

    • toninoc

      @@Claudio Giusti. Ho utilizzato un traduttore per comprendere il post e lo trascrivo per quelli che come me non conoscono l’Inglese.
      “L’interpretazione del secondo emendamento della Gun Lobby è uno dei più grandi pezzi di frode, ripeto la parola frode, sul popolo americano da parte di gruppi di interesse speciale che ho mai visto in vita mia. Il vero scopo del secondo emendamento era garantire che gli eserciti statali – le milizie – fossero mantenuti per la difesa dello stato. Lo stesso linguaggio del Secondo Emendamento confuta ogni argomento secondo il quale si intendeva garantire ad ogni cittadino un diritto illimitato a qualsiasi tipo di arma che desidera. “Warren Burger, Conservatory Supreme Court Chief Justice, CBS 16 dicembre 1991 https: // http://www.youtube.com/watch?v=Eya_k4P-iEo https://www.youtube.com/watch?v=bh_yz76hlW0

  4. Claudio Giusti

    La NRA è l’unico vero partito americano. Conta più di 3 milioni di iscritti e riceve una grande quantità di denaro che utilizza per la sua agenda reazionaria. Fra i suoi “successi” la cacciata di un paio di senatori del Colorado che avevano osato votare una timida legge sul controllo delle armi. Il Colorado è lo stato dei massacri di Columbine e Aurora.
    https://en.wikipedia.org/wiki/Colorado_recall_election,_2013

  5. Lorenzo

    E ci abitueremo anche noi a un maggior numero di “incidenti” mortali e rappresaglie terroristiche per “futili motivi”

  6. Carlo Morelli

    Non è cambiato nulla in Italia per detenere delle armi; certificati medici, attestato di maneggio delle armi e poi controllo da parte delle prefetture e questure sul comportamento del richiedente.

  7. Alessandro

    caro Nicola, documentati bene. in Italia non è cambiato nulla rispetto a prima per avere porto d’armi. articolo potenzialmente interessante ma purtroppo basato su una premessa errata. in Italia ci sono vari e stringenti controlli, come è giusto che sia.

  8. Alessandro

    Articolo potenzialmente interessante ma basato su una premessa errata: in Italia, col recepimento Direttiva UE, non è cambiato nulla per avere porto d’armi. Caro Nicola, mi spiace ma hai toppato, documentati bene!!!

    • francesco daveri

      Da il Post https://www.ilpost.it/2018/09/23/quante-armi-italia/ “Il governo ha approvato una legge che, con la scusa di adeguare l’Italia ad alcune normative europee, ha raddoppiato la possibilità di detenere armi “per uso sportivo”, una classificazione che comprende un gran numero di pistole e fucili che con lo sport non hanno molto a che fare”. Ma poi, certo, per avere il porto d’armi non è cambiato nulla.

      • Andrea

        Francesco, l’articolo gioca sull’ignoranza della norma vigente da parte del pubblico generale: le armi ad uso sportivo sono state portate da 6 a 12 perché nel 2015 un’enorme quantità di armi, prima considerate “venatorie” e quindi detenibili in numero illimitato, sono state spostate nelle sportive. In poche parole ci hanno tolto un braccio e ci hanno ridato il mignolo (per ragioni pratiche).
        Inoltre il DL 104/2018 aggiunge un ulteriore passaggio per poter detenere certe categorie di armi, di fatto inasprendo una norma già pesantemente restrittiva di suo.

  9. Cicci Capucci

    Occorre aspettare la formulazione della legge sulla difesa in casa. L’obiettivo dei leghisti è spazzare via l’intervento di valutazione, caso per caso, della magistratura e così si sono inventati il “grave turbamento”. Se sei gravemente turbato puoi ammazzare senza sanzione chi si sia introdotto in casa. A me sembra comunque una fesseria, un contentino elettorale, perché sarà sempre un giudice ad assestare il “grave tirbamento”.

  10. Alessandro

    Articolo fortemente falso,in America non esiste un’unica legge sulle armi,ma la legislazione è differente tra i vari stati,con alcuni di essi con regole altrimente restrittive (vedasi California).
    Per esempio la città di Baltimora ha una legislazione fortemente restrittiva,eppure ha tassi di omicidio da favelas brasiliana,chissà come mai?!
    Ah un ultima cosa in Italia la legislazione per possedere un’arma non è cambiata con il recepimento della direttiva ed è altamente restrittiva,quindi di cosa ha scritto?

  11. marco

    È evidente che lei non si è mai degnato di leggere attentamente la legge 110/1975. Provi a confrontarla articolo x articolo, assieme ai precetti del Tulps, con la legislazione Usa e poi, forse, ne capirà la severità.

  12. Enzo

    Salvini, che lo amiate o che lo odiate (ogni Italiano ha già un’idea ben chiara sul personaggio e non voglio
    certo entrare nel merito) NON ha proposto affatto un “libero porto d’armi” ma si batte per la “legittima
    difesa” nelle proprie abitazioni. La legittima difesa NON implica necessariamente l’uso di armi da fuoco
    ma può avvenire con qualsiasi mezzo a disposizione. Si parla di inasprire le pene (ma soprattutto avere la
    certezza che queste vengano effettivamente inflitte) e di evitare, come sovente avviene in Italia, che chi si
    difende in casa propria debba risarcire l’aggressore in caso di procurate lesioni.
    Quando si parla di armi tutti guardano sempre al pessimo esempio dato dagli Stati Uniti.
    Tuttavia il problema di troppi americani risiede purtroppo nella loro mentalità: sono in primis la
    “pressione sociale” e l’abuso di farmaci a far scattare istinti omicidi nella testa del malato mentale di
    turno. Le armi facili e la quasi totale assenza di controlli non fanno altro che dare la possibilità a questi
    soggetti degenerati di compiere l’ennesima strage.

  13. Enzo

    Per carità, è perfettamente comprensibile aver paura delle armi, dato i fatti di cronaca costantemente
    sputati fuori dai media. Ma si tratta spesso e sovente di “sensazionalismo giornalistico”. Per rendersi
    davvero conto di come le persone sane di mente siano in grado di comportarsi civilmente anche quando
    armate basta guardare i nostri aRmatissimi vicini quali Svizzera e Repubblica Ceca: gli svizzeri per la
    secolare tradizione dell’esercito di milizia che affida l’arma d’ordinanza ai soldati durante gli anni degli
    obblighi militari, sono tutti obbligati a detenere un fucile automatico (quindi a raffica, vietatissimo ai civili
    nel resto d’Europa) in casa, i secondi invece hanno la possibilità di girare con un’arma carica addosso per
    difesa (porto occulto) proprio come negli Stati Uniti.
    N.B. quella della Svizzera è una secolare tradizione dell’esercito di milizia che affida l’arma d’ordinanza ai
    soldati durante gli anni degli obblighi militari.
    Eppure da queste due nazioni non si sentono costanti notizie di gente che impazzisce e compie stragi.
    Saranno mica cose semplici come la mentalità e i controlli fatti bene a funzionare??
    In Italia fortunatamente abbiamo leggi e controlli molto severi in ambito di armi in mano ai civili, parlare
    di “far west” è a dir poco ridicolo.

  14. Diego

    Come ripetuto già da altri, con il recepimento della direttiva non è cambiato nulla riguardo alla facilità meno di detenere un arma in casa. E comunque le armi sono solo oggetti che diventano buoni o cattivi a seconda di chi le maneggia. Lo stesso vale per i veicoli, che più volte hanno contribuito alle stragi più crudeli o ai coltelli da cucina, molto in voga tra gli assassini. Inoltre non si tiene mai conto di un fattore molto importante: la funzione deterrente della diffusione Delle armi, ovvero, nessuno mai considera se in uno scenario senza armi detenute dai civili onesti i criminali si trovino condizioni migliori per operare e se ciò potrebbe portare ad maggiore violenza e a un numero maggiore di morti. Senza andare lontano questa estate Londra ne è diventata la prova, raggiungendo e sorpassando il numero di omicidi di New York nonostante, o a seguito dei rigidi limiti imposti ai civili riguardo la detenzione di armi. Condizione totalmente opposta in Svizzera, probabilmente lo stato più armato del mondo, nel quale in percentuale gli incidenti sono fatti rari

  15. Matteo Tokarev

    Questo articolo, oltre ad essere capzioso, dimostra per l’ennesima volta quanta ignoranza ci sia in Italia sull’argomento. Negli Stati Uniti ci sono stati dove le leggi sono molto più restrittive dell’Italia (o di qualsiasi altro paese) all’interno dei quali i criminali non si fanno di certo problemi a recuperare armi illegali (e da guerra) al mercato nero per compiere i loro crimini (la California vi dice niente? Detroit? Chicago?) Se studiate un pochino scoprireste che per un onesto cittadino di queste zone non è per niente facile comprare un’arma. L’italia non ha un problema con le armi. La recente Direttiva Europea ha penalizzato su molto punti gli onesti cittadini e le associazioni di categoria (

  16. Matteo Tokarev

    Articolo Capzioso e assolutamente superficiale. Il Comitato NON PRENDE UN CENTESIMO DAI PRODUTTORI e non ha peso politico (dato che dopo la pubblicazione del nuovo decreto legislativo sulle armi molte delle sue richieste sono state messe da parte) Di che parliamo? In USA ci sono città e Stati dove le leggi sono molto più restrittive di qualsiasi stato Europeo eppure i criminali non si fanno scrupoli a comprare le armi al mercato nero (anche da guerra).Inoltre il decreto citato impone anche numerosi obblighi ed è tutto meno che permissivo per gli onesti cittadini. Come al solito di scrive solo quello che si vuol far credere alla gente e mai i fatti reali. Siamo sempre alle solite.

  17. Giovanni Colle

    L’autore dimostra di conoscere ben poco la normativa vigente sulle armi in Italia.
    Da appassionato che si diverte qualche volta all’anno a bucherellare un foglio di carta posso dire che di anno in anno i vincoli fin vessatori a cui siamo sottoposti peggiorano continuamente e, quel che è indegno per uno Stato civile del terzo millennio, le norme si basano su elementi di incertezza giuridica tale da esporci (volutamente da parte delle autorità) al rischio di commettere di reati anche inconsapevolmente e in buona fede (cosa comunque sufficiente a perdere la concessione di detenere armi.
    Ricordo all’autore che noi detentori autorizzati di armi legali siamo il sottogruppo sociale con un numero di reati procapite inferiore alla media del resto della società civile, proprio perchè siamo selezionati e abbastanza controllati.
    Da uno studioso di spiccata autorevolezza ci si aspetta almeno l’onestà intellettuale di voler conoscere la realtà dei detentori di armi italiani, prima di scrivere del loro mondo. Spiace che abbia perso questa occasione e che sia giunto a conclusioni del tutto affrettate e approssimative.

  18. Michele

    Vieterei la detenzione di qualsiasi arma da parte di civili, cosi come vieterei per sempre la caccia. Per l’uso sportivo eventualmente si potrebbe prevedere il prestito da parte dei poligoni

    • Giovanni Colle

      Con sincero rispetto, sig. Michele, seppur rispettabile, anche la sua opinione, quando lei ipotizza il prestito delle armi da parte dei poligoni, evidenzia che forse lei conosce ben poco, o forse non conosce proprio, l’argomento di cui parla.
      Cito solo due aspetti che riguardano il tiro sportivo (non mi permetto di parlare di caccia, non essendo io cacciatore).
      Il tiro sportivo è strettamente collegato alla ricarica delle munizioni; senza la ricarica, per la maggior parte dei tiratori l’attività perderebbe gran parte del suo senso. Ebbene munizioni ricaricate e una data arma sono quasi biunivoche; per ottenere certi risultati sportivi, in poche parole, ognuno di noi crea munizioni ricaricate “ad personam” per ogni specifica arma in cui le usa.
      Il secondo aspetto lo slego dall’influenza della passione.
      Capirà sicuramente ciò che significherebbe il concentrare presso i poligoni almeno una adeguata tipologia delle diverse armi per consentire agli appassionati l’esercizio di questo sport in modo vagamente sufficiente. Con quali risorse i “poligoni” comprerebbero tutte quelle armi (comunque una frazione delle tipologie che deteniamo noi appassionati)? Con quali soldi i “poligoni” affronterebbero la costruzione di un “fortino” per custodire a norma di Legge tale quantità di armi e munizioni per l’esercizio dell’attività? Si rende conto, in caso di furto a questo “fortino”, di quante armi ruberebbero in un sol colpo e delle conseguenze sulla pubblica sicurezza?
      Cordiali saluti.

      • Michele

        Gentile Sig. Colle, la ringrazio delle sue precisazioni. Non vorrei semplificare eccessivamente, ma mi sembrano tutte questioni pratiche facilmente risolvibili facendole pagare agli appassionati attraverso i poligoni (probabilmente risparmierebbero pure rispetto alla spesa individuale che oggi sostengono) e grazie a una sostanziale standardizzazione. Capisco che possano essere degli inconvenienti, ma – a mio personale giudizio – sono giustificati dal beneficio collettivo di eliminare la detenzione privata di qualsiasi tipo di arma. La ringrazio nuovamente e la saluto molto cordialmente

  19. Nicola Persico

    CORREZIONE: “Nel mio articolo ho scritto:
    “Il decreto legge 104/2018 riduce gli ostacoli alla detenzione di armi in casa: d’ora in avanti, si dovrà soltanto presentare un certificato Asl che attesti l’assenza di malattie mentali.”
    Non e’ vero che la legge riduce gli ostacoli sostanzialmente. Il decreto legge non ha cambiato sostanzialmente i requisiti per la detenzione di armi in casa: il certificato medico era l’unico requisito necessario anche prima. Il decreto ha solo allargato la categoria dei medici abilitati a rilasciare il certificato. Ringrazio i lettori (e gli amici) che me lo hanno fatto notare: avrei dovuto fare un “fact-checking” più accurato.

    • Michele

      Allargare la categoria di medici abilitati a rilasciare il certificato = riduzione degli ostacoli alla detenzione di armi. Ovvio. Comunque una liberalizzazione senza giustificazione

  20. micheledisaverio

    lo Stato di diritto dove finisce si incentiva la giustizia privata?
    A guardare il precedente degli Stati Uniti, l’effetto della legalizzazione e liberalizzazione del possesso privato di è più che altro quello di moltiplicare frequenza e numero dei fatti che si vogliono evitare. Molto meglio sarebbe dare mezzi e risorse idonei alle Forze dell’Ordine per prevenire e contrastare il crimine, se necessario tassando di conseguenza i cittadini-contribuenti.

    E’ auspicabile che sia introdotto anche in Italia un controllo della fedina penale degli aspiranti compratori, al fine di bloccare l’acquisto da parte di non-incensurati.

    Gli Stati Uniti sono un Paese anche troppo liberale da questo punto di vista. Sarebbe scandaloso avere una legislazione ulteriormente più permissiva, in un settore privo di ricadute occupazionali significative, e con un impatto sulla qualità della vita dei cittadini da valutare completamente.

    Dal Ministero dell’Interno ci si aspetterebbero ben altre proposte di legge.

  21. Valerio

    Ma chi lo dice che le armi siano un cattivo esempio ? Ma perché voi liberali comunisti avete sto terrore delle armi ? Ma chi vi considera ? Siamo liberi di andare a sparare al poligono con l arma che vogliamo se occorre dovrebbero essere attrezzati anche di lanciarazzi. Si è un divertimento ognuno è libero di sfogarsi come meglio crede. D’altronde la patente di guida viene data alla gente con gravi problemi mentali non capisco perché io al poligono non possa usare l arma che preferisco

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