Lavoce.info

Il terremoto nella legge di bilancio

La legge di bilancio 2018 contiene alcuni provvedimenti a favore delle zone del Centro Italia colpite dal terremoto, oltre a nuove risorse per il Fondo investimenti. Ma non basta stanziare le risorse, è importante anche spenderle bene e velocemente.

Fondi per le zone terremotate

È passato poco più di un anno dal grave terremoto che ha colpito il Centro Italia. Dopo i primi interventi di pura emergenza, ci si sta avviando ora verso la più lunga, ma fondamentale, fase della ricostruzione. Anche la legge di bilancio 2018, pertanto, presenta misure appositamente concepite.

Prima di analizzarle, però, è utile fare un riassunto delle puntate precedenti per rispondere alla domanda: quante risorse sono già state stanziate finora? La risposta è visualizzata in figura 1 (dati aggiornati all’8 agosto 2017).

Figura 1

Fonte: “Terremoti. L’Aquila, Reggio-Emilia, Centro Italia: politiche e risorse per ricostruire il Paese – Documento di analisi n. 7”, Senato della Repubblica.

Circa la metà delle risorse è dunque concentrata nel periodo 2016-2019 e d’altro lato una molteplicità di interventi legislativi hanno concorso allo stanziamento complessivo: insomma, una materia complicata. In ogni caso, non si intende qui valutare né l’entità né lo stato effettivo della spesa delle risorse già stanziate.

La legge di bilancio 2018

L’articolo della legge di bilancio che contiene disposizioni specificatamente indirizzate agli eventi sismici del Centro Italia è il 65. Innanzitutto, è previsto il differimento dei pagamenti delle rate in scadenza nel 2018 dei mutui concessi ai comuni colpiti. Il medesimo articolo, inoltre, prevede che i soggetti diversi da imprenditori, lavoratori autonomi o agricoltori possano effettuare i versamenti tributari precedentemente sospesi in 24 rate (invece di 9) a decorrere dal 31 maggio 2018 (prorogando il termine del 16 febbraio 2018).

Ci sono poi altre misure relative ai terremoti avvenuti in Abruzzo nel 2009 (articolo 60), in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto nel 2012 (articoli 61, 62, 63, 64) e a Ischia nel 2017 (articolo 66).

Leggi anche:  Per tassare gli extra-profitti serve una proposta chiara

Nella legge di bilancio 2018, poi, vi sono due articoli che contengono misure volte, più o meno direttamente, a favorire la prevenzione del rischio sismico.

In primo luogo, l’articolo 67 inserisce tra le spese detraibili dall’Irpef al 19 per cento i premi per assicurazioni stipulate a decorrere da gennaio 2018 che abbiano per oggetto la protezione delle abitazioni dal rischio di calamità naturali. Le polizze vengono interamente esentate dalle imposte sulle assicurazioni.

In secondo luogo, l’articolo 95 rifinanzia il Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del paese stanziando 940 milioni di euro per il 2018, 1.940 milioni di euro per il 2019 e 2.500 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2033. Si tratta di risorse ingenti, ma vale la pena specificare che, pur essendo destinate anche alla prevenzione del rischio sismico, coprono investimenti in molteplici settori e con differenti finalità. Per farsi un’idea del possibile utilizzo futuro del Fondo può essere utile guardare all’uso che se ne è fatto in passato.

Cosa finanzia il Fondo

Il Fondo per gli investimenti è stato istituito con la legge di bilancio 2017 e vari provvedimenti successivi l’hanno interamente ripartito tra diverse finalità. Da qui la necessità di rifinanziarlo nella legge di bilancio 2018 per poter promuovere nuovi interventi (figura 2).

Figura 2

Dati in milioni di euro.
Fonte: elaborazioni su dati del Servizio studi della Camera dei deputati.

La tipologia di interventi finanziati dai ministeri attraverso il Fondo è stata molto varia (qui il dettaglio). Nella figura 3 sono riportati gli investimenti, suddivisi per tipologia di spesa, nell’arco del triennio 2017-2019, tanto in valore assoluto quanto in termini percentuali rispetto al totale degli investimenti (7.088 milioni di euro).

Figura 3

Dati in milioni di euro.

Dopo quella relativa ai trasporti, la quota di investimenti destinati specificatamente alla prevenzione del rischio sismico è la più rilevante. In figura 4 viene riportato il dettaglio degli investimenti finanziati nel triennio in questa categoria di spesa.

Leggi anche:  Il compito del Def: scritto e orale*

Figura 4

Dati in milioni di euro

Dunque, più della metà dei finanziamenti sono stati destinati a interventi antisismici in ambito scolastico (786 milioni di euro).

Se ipotizziamo per il futuro un modo di agire simile a quello fin qui seguito dal governo, è possibile immaginare che le risorse del Fondo rifinanziato dall’articolo 95 verranno ripartite su un ampio ventaglio di nuovi interventi, tra cui alcuni di prevenzione antisismica.

Tuttavia, ciò che farà la differenza in materia di prevenzione non sarà solo la presenza di nuove risorse e provvedimenti, ma soprattutto la capacità amministrativa di spendere bene e rapidamente quanto già stanziato. Su quest’ultimo punto il presidente del Consiglio ha annunciato provvedimenti a favore delle zone terremotate da inserire anche nel decreto fiscale.

L’articolo 95 comma 2 prevede inoltre che ciascun ministero dovrà presentare entro il 15 settembre di ogni anno una relazione riguardo alle spese finanziate grazie al Fondo per gli investimenti: la relazione tra risorse stanziate e progetti concreti finanziati si farà più trasparente.

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Se la locomotiva tedesca rallenta*

Precedente

Dove funziona e dove no l’alternanza scuola-lavoro

Successivo

Il Punto

  1. 150.000 euro a tutti e poi si vedrà.

    uno Stato così impegnato altrove e così incapace, poteva scegliere la soluzione più semplice per i terremotati: PAGO CASH.
    ai diretti interessati la scelta del modo in cui spendere questo denaro pubblico, dove vivere, dove afffittare o ricostruirsi una casa. Avrebbe evitato a parecchia gente ben due inverni baraccati al freddo, e dato una protezione contro la povertà per qualche anno.

    nella tragedia parliamo di una somma che si può e poteva coprire con 150-200 milioni di euro, una cifra ridicola nel bilancio dello Stato.

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén