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Dipartimenti di eccellenza: la nuova geografia delle università

Sono 180 i dipartimenti universitari italiani che saranno giudicati eccellenti e premiati con importanti risorse. Verrà così ridisegnata la geografia della formazione universitaria del nostro paese. Il Sud potrebbe uscirne definitivamente marginalizzato.

La lista dell’eccellenza

Il Miur ha pubblicato l’elenco dei 352 dipartimenti (su 807 delle università statali) ammessi alla selezione dei 180 definiti di eccellenza. I vincitori riceveranno un contributo medio annuo di 1.350.000 euro; per scienze naturali, mediche e ingegneria si aggiungono altri 250mila euro. In totale si tratta di 1,35 miliardi di euro (271 milioni all’anno per cinque anni), che potranno essere usati dai dipartimenti vincitori per attirare nuovi ricercatori dall’Italia e dall’estero, motivare i docenti già in ruolo attraverso avanzamenti di carriera, finanziare programmi di ricerca e di didattica innovativa.

Alla lista dei potenziali eccellenti si è arrivati sulla base dei risultati della Vqr, appositamente standardizzati attraverso l’indicatore standardizzato di performance dipartimentale (Ispd) in modo da confrontare dipartimenti di aree diverse. La scelta dei 180 vincitori è ora affidata a una commissione di sette membri che procederà in due fasi. Nella prima, saranno premiati i singoli migliori dipartimenti di ogni ateneo (inclusi nella lista dei 352): la commissione esprimerà il proprio parere basandosi esclusivamente sulla qualità del progetto quinquennale di sviluppo presentato. Dovrebbero perciò essere premiati 65 dipartimenti di 65 atenei diversi. Nella seconda fase, saranno assegnati i 115 posti rimanenti, in base sia all’indicatore Ispd (70 punti su 100) sia alla bontà del progetto (30 punti su 100).

La classifica finale sarà quindi frutto di una combinazione di fattori: risultati della Vqr, formula di standardizzazione, criteri perequativi, numero massimo di dipartimenti per area e giudizio della commissione. Una combinazione di cui non è facile valutare in maniera chiara pregi e difetti, ma alla quale è stato affidato l’importante compito di ridisegnare la geografia della formazione universitaria del nostro paese. Anche perché per ora non è chiaro se si tratta di risorse aggiuntive oppure se nei prossimi anni ci sarà una riduzione del fondo di finanziamento ordinario.

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Sud marginalizzato

In questa nuova geografia appare però evidente che le università del Sud saranno ulteriormente marginalizzate. La lista dei potenziali eccellenti ci consegna infatti una forte e attesa sperequazione geografica: il 13,1 per cento dei dipartimenti concorrenti ha sede nelle regioni del Sud, il 17,3 per cento in quelle del Centro e il 69,6 per cento in quelle del Nord, mentre si trova al Sud il 27 per cento dei dipartimenti statali italiani, al Centro il 32 per cento e al Nord il 40 per cento.

La sperequazione rimarrà probabilmente anche quando sarà pubblicata la lista dei 180 vincitori. Dato il peso assegnato al punteggio Ispd, per le università del Sud sarà difficile recuperare posizioni grazie alla bontà dei progetti presentati. E anche se tutti i 46 potenziali dipartimenti eccellenti del Sud ottenessero il finanziamento si raggiungerebbe il 25 per cento del totale; nell’ipotesi più realistica di finanziamento per circa la metà, si arriverà al 13 per cento, benché il Sud abbia il 31 per cento dei docenti e circa il 29 per cento degli studenti iscritti.

Si dirà che gran parte del meccanismo si basa su una logica di premialità e dunque “chi è causa del suo mal, pianga se stesso”. Giusto dare premi e punizioni, forse però è bene trovare una misura adeguata. Negli ultimi anni le università del Sud hanno sperimentato una forte contrazione delle risorse: secondo l’ultimo rapporto Anvur, tra il 2008 e il 2014, il calo è stato di circa il 14 per cento per il Centro-Sud contro il 3,2 per cento del Nord.

Ora si è avviato un torneo che da una parte offre la possibilità ai dipartimenti vincitori di effettuare investimenti che ne rafforzeranno l’eccellenza, ma dall’altra rischia di mettere per sempre fuori gioco i dipartimenti e le università che ne usciranno perdenti. Il fatto che questi ultimi siano concentrati in una particolare area del paese solleva ulteriori problemi. In quell’area le università possono ancora svolgere un ruolo importante nell’attivare processi di crescita economica e di innalzamento del livello culturale. Il Sud ha ancora bisogno come in passato di istruzione di qualità e, per fortuna, le università non rientrano nella lista delle tante cattedrali nel deserto che vi sono state costruite. Grazie agli atenei del Sud, molti giovani sono riusciti ad affrancarsi da una sostanziale povertà economica e culturale. Non solo, in molte di queste università, in cui si opera in condizioni di svantaggio, si è riusciti a creare buoni centri di ricerca. C’è senz’altro margine di miglioramento e gli incentivi che spingono a ricercarlo sono di indubbia utilità. Aver dato segnali chiari e coerenti nel tempo su cosa dovevano fare per ottenere risorse ha spinto molte università a muovere passi nella giusta direzione. Il torneo dell’eccellenza non deve interrompere questo cammino: si possono introdurre meccanismi che permettano anche ai perdenti di recuperare terreno. Per il Sud è importante pensare a politiche specifiche che creino le condizioni necessarie per rafforzare la più importante delle risorse, il capitale umano.

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  1. bellavita

    nella valutazione delle università è compreso il dato della % di docenti effettivamente residenti nella località dove insegnano? Conosco “università” del Sud con sedi distaccate in città dove non esiste neanche una libreria (intesa come negozio di libri…)

  2. Maurizio

    Premiarei migliori non serve che ne pensate di chiudere i peggiori ?? Mandare a casa coloro che fino ad oggi hanno preso lo stipendio e non hanno prodotto nulla, coloro che hanno truccato i concorsi ecc ecc ??? La minaccia di licenziamento darebbe una spinta fortissima ai peggiori. Ma chi lo dovrebbe decidere ciò?? un altro barone unversitario??

    • bob

      Licenzieresti tutta Italia. Attenzione che quelle che sono definite eccellenze ( soprattutto private) sono spesso selezioni fatte in base a conoscenze, giri, parcelle esose, frequentazione di certi ambienti….in pratica paghi e ti accompagno…fino a….

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