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I topi d’appartamento? Tornano con la crisi economica

Se in molti paesi il numero dei furti e delle rapine è diminuito costantemente dal 1992 è perché questi reati sono diventati meno remunerativi e più difficili da compiere. Di recente però, almeno in Italia, si registra un aumento di furti in appartamento e borseggi. La spiegazione è nella crisi economica.

Tutto merito della tolleranza zero?

Venti anni fa, quando negli Stati Uniti il tasso di omicidi e quello dei reati contro il patrimonio subì una forte e imprevista flessione si pensò che la tendenza fosse una peculiarità di quel paese e se ne cercarono le cause nelle politiche dei sindaci e dal governo federale. Lo slogan della “tolleranza zero”, attribuito a Rudolph Giuliani, ebbe una grande risonanza e si discusse a lungo se la flessione fosse stata provocata principalmente dall’inasprimento delle pene per alcuni reati e dalla conseguente crescita del tasso di incarcerazione. È solo da poco che gli studiosi si sono resi conto che la diminuzione di molte forme di criminalità era avvenuta, più o meno nello stesso periodo, anche negli altri paesi occidentali e due anni fa la University of Chicago Press ha pubblicato un bel volume, dal titolo Why Crime Rates Fall and Why They Don’t, a cura di Michael Tonry, uno dei più brillanti criminologi americani, che documenta l’importante mutamento e ne propone alcune spiegazioni. Numerosi dati mostrano che il declino del numero dei reati contro il patrimonio è iniziato in momenti diversi, ma a pochi anni di distanza l’uno dall’altro, nei vari paesi occidentali. Nella figura 1, la linea verde e bianca, che riporta la media della quota di persone che hanno subito un reato in trenta paesi, indica che la sua diminuzione è cominciata verso il 1992. Ma le altre curve, riguardanti sette diversi paesi, mostrano che il cambiamento è partito negli Stati Uniti, giungendo in Francia, in Svezia e in Australia cinque o dieci anni dopo.

Figura 1

Barbagli 1

Fonte: M. Tonry [2014]

Una delle spiegazioni più convincenti della diminuzione del numero dei furti e delle rapine verificatasi dal 1992 è quella offerta dalla teoria delle attività abituali, secondo la quale la variazione nello spazio e nel tempo della frequenza di questi reati non dipende tanto dal numero di autori potenziali esistenti, cioè delle persone disposte a commetterli, ma dalla remuneratività dei delitti e dai rischi che comportano. Se il numero dei furti e delle rapine decresce è perché diventano meno remunerativi e più difficili da compiere. I borseggi rendono sempre meno perché nei portafogli sottratti si trovano meno contanti e più carte di credito e bancomat. I furti di auto, di oggetti da auto o quelli in appartamenti sono sempre meno convenenti perché il mercato degli oggetti rubati è saturo e i ricettatori li pagano meno di prima. Compiere questi reati è sempre più difficile perché i beni più interessanti, per chi se ne vuole appropriare, sono sempre meglio custoditi e difesi dai loro proprietari.

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La situazione in Italia

Il mutamento è avvenuto anche in Italia. Dal 1992, la frequenza dei furti ha preso a diminuire, seppure in modi e con ritmi diversi a seconda dei vari tipi di questo reato. La flessione degli scippi è stata progressiva e regolare ed è continuata fino a oggi. Nel 2015, il loro numero (per 100mila abitanti) è stato meno di un quarto di quanto era all’inizio del periodo (figura 2). Progressiva e regolare è stata anche la diminuzione del numero di autoveicoli rubati. L’apparente ripresa del 2004, che si può vedere dalla figura 2, è dovuta solo a una discontinuità nella serie storica. In realtà, negli ultimi ventiquattro anni, il numero di auto, motocicli, ciclomotori sottratti ai loro proprietari è dimezzato.

Figura 2

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Fonte: elaborazione su dati Ministero dell’Interno.

Nb: La curva relativa ai furti d’auto è spezzata in quanto la definizione del reato ha subito una diversa formulazione.

Non altrettanto si può dire per altri due tipi di furto, che tanto influiscono sul senso di insicurezza degli abitanti di un paese: i borseggi e i furti in appartamento (figura 3). Anche il loro numero ha preso a diminuire dal 1992. Ma la tendenza è durata poco ed è stata seguita da continue oscillazioni. Nell’ultima fase, la crescita dei borseggi è ripresa nel 2011, quella dei furti in appartamento nel 2007 ed è stata piuttosto forte. Nel 2015 la loro frequenza è stata superiore a quella del 1991. Anzi, il numero dei furti in appartamento ha raggiunto nel 2014 il picco toccato nel 1998, il più alto dell’ultimo mezzo secolo.
La rilevante crescita di questi due tipi di reato nell’ultima fase è probabilmente dovuta alla crisi economica. La loro redditività è minore di un tempo, ma maggiore di quella dei furti di autoveicoli. Il rischio che comportano, per chi conosca bene il mestiere, è più limitato di quello degli scippi. In anni nei quali trovare un’occupazione è diventato sempre più difficile, alcuni appartenenti agli strati marginali sono stati invogliati a dedicarsi a quelle forme di attività predatoria compiute non con la violenza, ma con l’inganno, il raggiro, evitando la vittima o facendo in modo che non si accorga di quanto sta avvenendo.
I pochi dati oggi disponibili fanno pensare che, durante gli anni della crisi, il numero dei furti in appartamento sia aumentato anche in altri paesi europei, mentre negli Stati Uniti ha continuato a diminuire. Speriamo che il lieve calo registratosi in Italia nel 2015 (figura 3) sia riconducibile alla timida ripresa economica.

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Figura 3

Barbagli 3

Fonte: elaborazione su dati Ministero dell’Interno.

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12 commenti

  1. l’aumento dei piccoli furti è legato anche al fatto che non vengono mai puniti neanche in flagranza di reato!!! oggi si ruba domani mattina si è fuori.

  2. Vittorio

    Mi sembra di ricordare una ricerca di Transcrime (Centro studi di derivazione della Cattolica di Milano) di qualche tempo fa che addebitava la crescita dei furti in appartamento non solo alla crisi economica, ma anche all’entrata in campo di vere e proprie organizzazioni criminali a forte specializzazione. Spesso bande provenienti dai paesi dell’est Europa ad organizzazione quasi paramilitare… L’impennata del 2004 d’altra parte, difficilmente può spiegarsi con la crisi.

    • bob

      ..giudizio centrato! Aggiungo che una diversa legislazione tra L’ Italia e i Paesi dell’ Est Romania in particolare, ha incentivato la migrazione di criminali. In Romania il furto di una cavallo ( abigeato) prendi 7 anni di galera in Italia non esiste neanche più simile reato. Nell’ intercettazioni fatte dalla polizia ad Ostia ad una banda di criminali rumeni dediti ai furti in villa testuale il criminale ad un suo parente ” ..vieni qui si può rubare e non ti mettono in galera..”. Il furto in casa dovrebbe essere considerato violazione di domicilio con pene severissime soprattutto in presenza di vecchi e bambini.

    • Gerardo

      Non conosco questo studio, ma ahimè dalla esperienza del mio quartiere di un capoluogo medio-grande del centro-nord devo confermare. In questi ultimi due anni nel mio quartiere (normalmente tranquillissimo) ci sono stati parecchi furti o tentati furti in appartamento, di cui uno anche a casa mia. Nel mio caso erano certamente Rom visto che l’ho colta sul fatto (una giovane donna) e l’aspetto era inequivocabile. Tra l’altro avevano lasciato tutti i vari “segni” sulle porte. Nei casi dei miei vicini, invece, più recenti, si trattava di una banda di uomini dell’est-europa specializzata in furti in appartamento, che faceva due o tre colpi al mese tutti nella stessa zona prima di passare alla successiva. Fortunatamente sono stati arrestati poco tempo fa, come ho appreso dai quotidiani locali.

  3. serlio

    Di recente ho avuto modo di vedere una politica del pd (non ne ricordo il nome) che asseriva che la insicurezza degli italiani, circa furti e scippi, era frutto di una percezione errata….
    Innanzi tutto la percezione della realtà vale come la realtà stessa se non di più, e inoltre il rifiutare la percezione altrui (gli elettori e i cittadini) comporta un ulteriore distacco sfiducia nei confronti di una classe politica che anche in questo caso ha dimostrato la propria pochezza.

  4. Giacomo

    Trovo questo articolo tanto interessante quanto superficiale. I dati sono quelli ma per dire che l’aumento degli scippi dipende dalla crisi servirebbero degli argomenti, non supposizioni. Con la stessa modalità si potrebbe supporre che l’aumento dipenda dall’immigrazione, o perché no dalle fasi lunari o dal fatto che negli ultimi anni è la Juventus che ha vinto lo scudetto. Fatte così sono chiacchiere da bar.

    • stefano delbene

      Ha detto bene, le chiacchiere da bar si fanno al bar, evitando di intasare luoghi di dibattito….

  5. Giuseppe

    Bah, sono esterrefatto da come una semplice associazione statistica venga scambiata per causa-effetto da un rispettabilissimo studioso.

    Prof. Barbagli, dal suo articolo sia deduce che l’impoverimento o la perdita del lavoro inducano le brave persone a diventare topi d’appartamebto, suvvia!!! Si rende conto di quello che sostiene?
    Provi ad indagare sulla provenienza presunta è dimostrata in tribunale di tali ladri, e scoprirà che relazioni molto diverse…

    • stefano delbene

      Infatti Barbagli non parla delle persone “normali” ma di quelle marginali, ossia di quelle che vivono ai confini dellalegalità, e che in una situazione di maggiore difficoltà, tendono più facilmente a valicare questo confine. Ed è la ragione per la quale l’ntervento pubblico, più che di tipo poliziesco-repressivo, dovrebbe essere, per la natura di questi potenziali operatori di illegalità, di tipo sociale-preventivo.

  6. Alberto

    Sul fronte della sicurezza, il ministro (Alfano) ha evidenziato come nel «nostro paese stanno diminuendo i reati». Lo conferma, infatti, l’indice di delittuosità: -10,2% i delitti commessi, di cui -11,16% gli omicidi, -13,8% le rapine e -9,7% i furti.[Fonte: Ministero dell’interno]. La CGIA di Mestre: “Furti in diminuzione, ma non nei negozi: secondo la Cgia uno ogni 5 minuti – Oltre il 77% dei furti nelle attività produttive rimane impunito (e spesso non si denuncia neppure). Nel 60% dei casi i denunciati/arrestati sono cittadini stranieri, mentre il restante 40% sono cittadini italiani“. L’Eurostat (http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Crime_statistics/it) evidenzia come i furti negli appartamenti siano aumentati in Europa. Zone del nord Europa in cui i furti nelle case erano più unici che rari rientrano, nell’ultimo decennio, nelle statistiche con numeri ingenti (nota che il 60% dei colpevoli individuati è straniero). Il furto in appartamento è ai fini del crimine il più remunerativo (i beni sono in casa) e il meno rischioso; si scappa e la vittima non rincorre, se qualcuno spara rischia chi spara, nei rarissimi casi lo dovessero acciuffare, per mancanza di carceri rimangono poi a piede libero. Un criminale è come un predatore, attacca la preda più debole per rischiare il meno possibile. Verificare la correlazione tra stranieri presenti e numero di reati.

  7. AM

    Allora si potrebbe trovare una correlazione anche con i flussi migratori

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