La normativa sul sistema contabile degli enti locali ha introdotto l’obbligo di redigere un rendiconto semplificato per i cittadini. Aumenterà la trasparenza, soprattutto nei comuni più piccoli. Il nuovo strumento non ha i difetti che hanno portato al sostanziale abbandono del bilancio sociale.
Trasparenza e nuovo sistema contabile
Il processo di armonizzazione contabile normato dal decreto legislativo n. 118 del 23 giugno 2011 ha ridefinito l’assetto e il funzionamento dei sistemi contabili degli enti territoriali: ha modificato i concetti di competenza finanziaria, residui, avanzo di amministrazione e ha introdotto nuovi elementi quali, ad esempio, il fondo pluriennale vincolato e il bilancio consolidato. La riforma ha previsto anche l’obbligo di redigere un rendiconto semplificato per il cittadino, strumento contabile con finalità parzialmente sovrapponibili a quelle del bilancio sociale. Il rendiconto semplificato per il cittadino deve essere divulgato sul sito internet dell’ente e contenere una esposizione sintetica dei dati di bilancio, con evidenziazione delle risorse finanziarie umane e strumentali utilizzate nel perseguimento delle diverse finalità istituzionali, dei risultati conseguiti con riferimento al livello di copertura e alla qualità dei servizi pubblici forniti ai cittadini. Il decreto 118/11, tuttavia, non chiarisce le modalità con le quali debba essere redatto. Comunque sia, se l’attuale situazione della finanza pubblica sovente fornisce prova di inefficienza e scarsa chiarezza a causa degli strumenti che gli enti locali utilizzano per controllare i livelli di spesa, il Dlgs 118/2011 si pone come la risposta al problema. Il quadro di riferimento è poi stato completato dal decreto legislativo 126/2014 e negli ultimi mesi è partita la corsa all’adeguamento dei sistemi contabili e delle procedure organizzative da parte delle migliaia di enti coinvolti dalla riforma. Da inizio del 2016, a eccezione di alcuni adempimenti secondari, il nuovo sistema contabile degli enti locali è infatti pienamente operativo. D’altra parte, negli ultimi anni, seppur in ritardo rispetto a quanto avvenuto nel mondo privato, anche nella pubblica amministrazione si è progressivamente affermato il paradigma dell’accountability, ovvero della necessità di rendere conto del proprio operato. Nei comuni la spinta è arrivata in particolare
- dall’avvicinamento dei governi locali alle comunità, generato da una serie di riforme normative che hanno trasferito risorse e competenze agli enti territoriali più vicini ai cittadini;
- dai limiti di comprensibilità e della relativa efficacia dei documenti previsti dal sistema della contabilità degli enti locali;
- dalla pressione sulla qualità dei servizi da parte dei cittadini.
Nelle intenzioni del legislatore, la riforma della contabilità pubblica mira dunque sia a un’armonizzazione della contabilità pubblica, sia a migliorare il grado di trasparenza della pubblica amministrazione. Sarà la volta buona?
L’esperienza del bilancio sociale
Per vedere le prime esperienze di accountability nel settore pubblico in Italia bisogna arrivare agli anni Novanta ed è solo dai primi anni del decennio 2000-2010 che la rendicontazione sociale e, in particolare, il bilancio sociale divengono uno dei principali temi di interesse e di sperimentazione negli enti locali. Nonostante la crescita dell’interesse e delle esperienze e la proliferazione della letteratura in merito, ancora poche sono le ricerche empiriche realizzate su base nazionale e finalizzate a rilevarne il grado di diffusione tra gli enti locali italiani. Per questo motivo, abbiamo effettuato una rilevazione coinvolgendo oltre 1.300 comuni e ottenendo 240 risposte, l’anno preso a riferimento è il 2013. Dall’analisi dei dati, unita a precedenti ricerche in materia, emerge con evidenza come “l’effetto moda” del bilancio sociale sia calato, portando a una sua sostanziale scomparsa nei piccoli comuni e a un poco convinto mantenimento in quelli di grandi dimensioni.
Le prospettive del rendiconto semplificato per il cittadino
Nella nuova normativa sono due gli elementi di novità che spingono verso una maggiore trasparenza dei bilanci comunali: l’obbligatorietà del rendiconto semplificato e l’adozione di indicatori comuni. Appare, quindi, ancora più decisivo un collegamento sempre più stretto tra sistema contabile e rendicontazione sociale. Percorrere questa strada di integrazione tra documenti significherà diminuire la mole di lavoro che era richiesta per la predisposizione del bilancio sociale, in particolare per ciò che concerne i piccoli comuni. In conclusione, quindi, è da considerarsi positivamente uno spostamento di priorità e attenzione dal bilancio sociale al rendiconto semplificato che miri a:
- un migliore allineamento con i nuovi strumenti contabili previsti dal Dlgs 118/2011 e provvedimenti collegati;
- un utilizzo sempre maggiore di indicatori sintetici oggettivi e comparabili, chiaramente rappresentati e opportunamente pubblicizzati.
Tutto ciò porterà a un livello minimo oggettivo e imprescindibile di trasparenza, rappresentato dal rendiconto semplificato, e a un ulteriore livello, più approfondito, personalizzato e facoltativo costituito dal bilancio sociale, adatto soprattutto agli enti di maggiori dimensioni.
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