Lavoce.info

Il tetto al contante: tanto rumore per nulla

I dati sui cambiamenti nelle abitudini di pagamento delle famiglie italiane indicano che il tetto al contante è una misura inutile. E il gran parlare che se ne fa finisce per deviare l’attenzione dai problemi reali e dalle soluzioni che si dovrebbero adottare per un’efficace lotta all’evasione.
I dati sul tetto
L’acceso dibattito sull’innalzamento del tetto all’uso del contante vede contrapposti due schieramenti. Da un lato, chi ritiene la misura irrilevante, perché è facile da aggirare e quindi inutile come tutte le norme non applicabili: per molti servizi (come dentista o idraulico) si possono far figurare due pagamenti da 600 euro invece di uno da 1.200. A maggior ragione nel caso delle imprese criminose, le cui transazioni, in contanti e non, avvengono lontano dagli occhi delle autorità e sono ovviamente immuni al tetto.
Dall’altro lato, c’è chi vede nell’innalzamento del tetto un regalo agli evasori. Per costoro, si tratta di una misura efficace: se i cittadini lo rispettano, aumenta l’utilizzo degli strumenti di pagamento tracciabili (carte di debito o credito, bonifici), rendendo più complessa l’evasione dell’Iva per commercianti e imprese.
L’economia è una scienza empirica il cui progresso richiede, oltre a qualche deduzione logicamente coerente, dati con cui confrontare le ipotesi. Purtroppo, in questo dibattito, i dati sono i grandi assenti.
Si potrebbe pensare che i vari governi che negli anni hanno imposto il tetto, alzandolo e abbassandolo ben sei volte dal 2008, abbiano verificato l’efficacia del provvedimento. Non mi risulta. Sebbene l’analisi non sia semplice, un primo sguardo ai dati serve a farsi una idea su quanto prontamente le famiglie abbiano modificato le proprie abitudini di pagamento in seguito delle variazioni del tetto.tavola lippi
La tavola riporta la percentuale di spesa effettuata in contanti da parte delle famiglie italiane. Dal 2008 al 2012 il tetto passa da un massimo di 12.500 euro al minimo di 1.000 euro (governo Monti). Se fosse efficace ci si dovrebbe attendere che una così grande stretta al vincolo comporti una ben visibile riduzione della quota di spesa effettuata in contanti. I dati per l’intero paese indicano una piccola riduzione della quota, dal 43,7 per cento al 40,9. Sono quasi 3 punti percentuali di consumo, l’1,8 per cento del Pil. Un conto della serva ci aiuta a capire di cosa stiamo parlando. Assumendo che l’Iva su questi acquisti fosse completamente evasa prima del 2008 e completamente pagata nel 2012, parliamo di un “recupero di evasione” pari a circa lo 0,4 per cento del Pil (intorno a 6 miliardi di euro). Una briciola a confronto dei 100 miliardi di evasione di cui si favoleggia.
L’effetto è ancora più modesto se ci si concentra sulle famiglie residenti al Sud Italia, dove l’uso del contante è maggiore, così come presumibilmente lo è l’evasione (a parità di valore del prodotto). La seconda riga della tavola mostra che la percentuale di consumo finanziata in contanti nel 2012 è la stessa del 2008. Nessun effetto quindi. Anche l’analisi della diffusione di strumenti di pagamento alternativi al contante tra le famiglie non evidenzia alcun cambiamento significativo. La percentuale di famiglie che possiedono il bancomat aumenta un po’, quella con la carte di credito pare addirittura in lieve riduzione.
Un’analisi rigorosa cercherebbe di separare gli eventuali effetti del tetto dall’evoluzione storica, che comunque vede una lenta riduzione dell’uso del contante in tutti i paesi (inclusa l’Italia). Infine, nemmeno l’analisi dell’andamento del gettito Iva, rispetto al Pil italiano o in deviazione da quello dei partner europei, evidenzia una qualche discontinuità in corrispondenza dell’abbassamento del tetto al contante.
Di cosa dovremmo discutere
Alla luce di questi fatti, è difficile capire come mai questo dibattito susciti tanto interesse. I dati indicano che nell’ipotesi più favorevole, la misura porta un modestissimo incremento degli introiti Iva. E nessuno sembra preoccuparsi delle complicazioni che la norma impone sulle scelte di milioni di onesti individui riguardo la gestione dei propri pagamenti. Impossibile poi non ricordare che l’evasione è bassa in molti paesi dove il contante è assai usato e non esiste alcun tetto al suo utilizzo, come Germania e Austria.
In conclusione, la norma non serve a niente e ben venga la sua rimozione in un’ottica di semplificazione della vita degli italiani. E tuttavia, il dibattito sul tetto al contante è dannoso perché pone la discussione su temi quali l’evasione fiscale e la crescita dei consumi, su un piano irrilevante. Invece di perdersi dentro alla cortina fumogena di questo falso problema, non sarebbe meglio discutere dei veri strumenti di lotta all’evasione: governance della Guardia di finanza, incrocio delle basi dati, diffusione della grande distribuzione e delle associazioni di professionisti? Non sarebbe utile parlare delle misure per la crescita, come la detassazione delle imprese e del lavoro? Possibile che l’ennesimo abbandono del commissario alla spending review passi in sordina, sotto l’assordante chiasso del balletto che da anni si fa intorno al contante?
Una versione di questo articolo è disponibile anche su www.tvsvizzera.it
 

Leggi anche:  Soft landing, l'alternativa migliore*

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Per l'euro digitale il percorso è ancora lungo

Precedente

Il Punto

Successivo

Dal duale al monistico: nell’interesse di chi?

21 commenti

  1. Andy Mc TREDO

    Salve, l’argomento suscita un enorme interesse anche aldifuori di queste pagine: nel mondo reale sono molti i miei clienti che mi chiedono delucidazioni anche se nel loro caso specifico niente da rilevare ci sarebbe. Poi ci sono i fraintendimenti, poi c’è l’intima convinzione di non essere un deliquente se per arrotondare la magra pensione si vendono un po’ di funghi o tartufi, se per integrare il reddito famigliare si svoglono lavoretti qua e là, se si vende qualche pollo/coniglio o la macchina su internet… : bagatelle. In realtà quello che si voleva ( e forse si è ottenuto ) è una emersione dei veri prezzi di certe grosse transazioni ( vendita immobili e automezzi, opere d’arte e d’antiquariato ) o incriminare a prescindere alcune tranzazioni già al limite della legalità. Infatti non di soli pagamenti elettroni ci si dovrà parlare ma anche di quanti bonifici in più si fanno , o quanti più assegni circolari vengono emessi o di come sono spariti gli assegni che cambiavano di mano senza girata.
    Per quanto riguarda la leggera crescita di bancomat e il leggero calo di carte di credito è presto detto: i bancomat guardano se nel c/c ci sono i soldi per pagare, le carte di credito supponmgono che ci saranno e ogni tanto le banche sono costrette a chidere il c/c e tagliare la carta.

    • bob

      il problema è ben più serio ! Non si può applicare una regola per cercar di salvare qualcosa di irreparabile ( burocrazia alte tasse sprechi, doppioni etc) Lippi con quattro argomentazioni di buonsenso ha colto nel segno: tanto rumore per nulla! Addebitare il buco dell’evasione alle famiglie è veramente vomitevole. Poichè l’economia reale quotidiana di un Paese si misura con i caffè che vende un bar, o con la verdura che vende l’ortolano ( altro che esportazioni e pippe varie) la limitazione del contante ha creato un danno enorme a vantaggio di altri Paesi ( andate a fare un giro con da i commercianti del Friuli). Se io apro una attività lo Stato deve dirmi quanto mi costa per i servizi che mi fornisce. Punto! E non considerarmi un deliquente a prescindere. La titolare del prosciuttificio Ferrarini intervistata ha dichiarato che ci sono 15 enti di controllo tutti con le stesse mansioni se in un anno vengono tutti la mettono in difficoltà per le giornate perse di lavoro.

      • Andy Mc TREDO

        Certamente: infatti barista e ortolano non hanno mai riscosso se non con contante ( o buoni pasto ). E continueranno legittimamente a farlo. La limitazione dell’uso del contante in questo caso riguarda i loro fornitori: dovranno essere pagati con cambiali, assegni (non trasferibili), bonifici, ricevute bancarie, RID, ma non con i soldi dell’incasso. Anche per i singoli consumatori cambierà poco togliere o elevera il limite (e qui concordo in pieno con l’autore), tengo a precisare che non sono loro i soggetti di riferimento della normativa. Voglio far notare che in USA, GB, Austria e Germania puoi sì pagare con un pacco di soldi un’automobile (comprata o a noleggio) ma automaticamente verrai qualificato “italiano mafioso” ( provare per credere ).

        • bob

          “puoi sì pagare con un pacco di soldi un’automobile (comprata o a noleggio) ma automaticamente verrai qualificato “italiano mafioso” …” . Sono barzellette perdonami ….in Austria nei ristoranti viene in pratica tassato quello pagato con carta di credito al contanti io non ho mai visto una ricevuta qualsiasi. Il pià noto ristoratore ( origine friulana) mi dice che c’è un rapporto intelligente tra imprenditore e fisco in pratica vige il concetto che la moneta deve girare per fa si che giri l’economia, ma neanche che fai il furbo che se incassi 100 “furbescamente” pretendi di non pagare nulla, se ti beccano sei finito, ma con un vantagggio non da poco: non esiste una burocrazia inutile e dannosa come i questo Paese! Vienna è una città piena di attività e vivissima in ogni vicolo con mille botteghe. Si rende conto come sono ridotte le città italiane?

          • Andy Mc TREDO

            Appunto: ristorante (e quanto spendi per pranzare? 15/30 euro, non 3/4000 ! credo) e sei italiano da italiani… io (da Italiano/austriaco) in ristoranti gestiti da autoctoni non sono mai uscito senza ricevuta, neanche quelle poche volte che ho pagato con gli euro di carta…
            Concordo invece con il concetto di economia vivissima ( ma dopo la batosta del 2008/9 un po’ meno) e sul rapporto intelligente fra impresa/sindacati/banche/fisco (che fra l’altro attira moltissime imprese veneto friulane a trasferirsi)!

    • Mauro

      La manovra più efficace è solo abolire completamente il contante “senza se e senza ma”.

      • hoover

        Sbaglio o l’analisi si basa su acquisti di beni non durevoli e quindi per lo più sotto i 1000 euro?

  2. Carlo

    Probabilmente il vero scopo di questo intervento è alzare una cortina fumogena, oppure soddisfare il desiderio di posizionamento politico e identitario su un tema irrilevante e tutto sommato non pericoloso. Mica vogliamo discutere di cose serie. si rischia di farsi male.

  3. Michele

    Se il limite all’uso del contante è ininfluente sul livello di evasione lo è anche sul livello dei consumi. Quindi se non serve a nulla abbassere il limite non serve a nulla neanche alzarlo. È certamente una maggiore complicazione usare il contante rispetto ad una carta di credito. Tuttavia alzarlo ha un valore segnaletico importante: vuol dire che la lotta all’evasione fiscale non è una priorità per il governo Renzi

  4. AM

    D’accordo con l’Autore tanto rumore per nulla, ma è servito a portare acqua ai nemici di Renzi. Gli unici ad avvantaggiarsi sono i commercianti che operano con turisti stranieri vedendo aumentare le vendite

  5. Piero Fornoni

    Prima cosa perché non permettere a tutti coloro che vogliono pagare elettronicamente di poterlo fare ?
    In Canada pago (come facevo prima in Olanda ) quasi tutto inclusi i caffè al bar con debit or credit card , infatti in quattro anni che vivo in Canada non ho ancora avuto per le mani nessun biglietto superiore ai 20 dollari . I costi sul conto corrente per usare la debit card sono molto bassi e per l’uso della credit card ottengo perfino dei dollari in premio a fine mese/anno in base all’ammontare totale dei pagamenti fatti.
    Quando sono in Italia mi vedo spesso rifiutare sia il pagamento con debit o credit card .
    Non e’ un mio diritto scegliere di pagare elettronicamente o cash ?
    Penso che l’Italia dovrebbe copiare dalla proposta ventilata in Perù l’anno scorso di fare uno sconto sull’IVA locale (El Impuesto General a las Ventas – IGV) a chi paga elettronicamente.
    Supponiamo che l’evasione IVA in Italia sia del 20% e l’IVA media sia del 20% .
    Se riducendo l’IVA del’ 1% a chi paga elettronicamente si riesce a ridurre l’evasione IVA del 5% il gettito totale IVA non diminuisce , ma si ottengono benefici collaterali .

  6. ernesto

    L’economia come “disciplina” empirica non produce per fortuna verità.
    Se i conti di Lippi sono esatti 6mld di evasione IVA recupera(bili)ti (grazie ai limiti sul circolante) su 47,5mld (di IVA evasa, fonte Studio Commissione Europea) non sono esattamente una “briciola” percentuale. Ovviamente, i 100mld di evasione (a cui si riferisce l’autore e che stimano siano almeno il 50% in più), “di cui si favoleggia” non sarebbero tutti da ricondurre all’IVA . (Perchè poi l’autore parla di “favole”? Ha dati diversi o risultati migliori riguardo l’evasione?)
    Sempre dai dati sappiamo che al Sud la percentuale di evasori è maggiore che al Nord, ma non il totale di quanto si evade. Ancora i dati ci dicono che in Germania o in Austria, senza vincoli all’uso del contante, si evade molto meno. Ma Lippi sa bene che questo non è un controfattuale, le ragioni del perché sono altre, tanto ovvie quanto note. La disciplina empirica di Lippi poi ci insegna che a volte è sufficiente un semplice annuncio per innescare comportamenti virtuosi, sbaglio?

  7. Michele Masiti

    ATTENZIONE! 6 miliardi di evasione in meno non è certo una cosa da poco! con 6 miliardi si possono fare tante cose! 6 miliardi su 100 sono il 6%, una percentuale molto alta! Con una semplice legge, cioè senza sforzo, si diminuisce l’evasione del 6%. E’ un ottimo risultato ottenuto a costo basso. L’autore vada a chiedere a qualsiasi investitore se un aumento del profitto del 6% sia poca cosa… Quindi il tetto sul contante è utilissimo, proprio il contrario di quello che l’autore vuole fare credere. Certo non risolve il problema evasione completamente, rimangono 94 miliardi all’anno da recuperare, ma intanto iniziamo da questa misura che è a costo zero.

  8. paolo

    Scusate, ma solo a me 6 miliardi recuperati sembrano una cifra enorme? Per il rinnovo dei contratti pubblici il governo ha stanziato 300 mln (5 € a testa lordi…), per il fondo sanitario 1 mld, con la tasi toglierà tasse per 4 mld: Senza quel recupero di evasione non avrebbe potuto fare praticamente nulla.

  9. Davide

    Occorre ridurre i costi bancari dell’uso della moneta elettronica. Chi ha il contante, paga a rate evadendo l’obbligo di tracciabilità. Fatta la legge trovato l’inganno. Qualcuno mi spiega perchè i più facoltosi non usano mai bancomat e carta?

  10. stefano mengoli

    grande prof Lippi. la mia posizione comunque piu’ estrema. inutile per gli italiani. utile per le amanti dei politici che se la sarebbero piuttosto presa data l’eventuale tracciabilità. InstrVar divorzi

  11. gabriele

    In Germania non esiste la limitazione dell’uso dei contanti come non esiste una legge che impedisce ai condannati di presentarsi alle elezioni perché nessuno li voterebbe. Evidentemente da quelle parti esiste un senso civico diverso da quello italiano. Naturalmente il contenimento dell’uso dei contanti non puo’ da solo risolvere il problema dell’evasione fiscale. Giova tuttavia ricordare che vi sono altri problemi legati alla circolazione di maggior contante. Il primo riguarda la gestione della tesoreria degli istituti di credito che dovranno tenere a disposizione maggiori quantità di denaro che rimane quindi infruttifero. Inoltre bisogna tener conto dei rischi connessi alla portabilità e alla custodia del denaro. Entrambi gli aspetti producono maggiori inefficienze nel sistema e costi non del tutto irrilevanti a carico dei cittadini.

  12. Stefano

    MA si infatti lo dice anche l’idraulico e su nella scala sociale lo ripetono anche il medico privato, il commercialista, l’avvocato..tanto rumore per nulla..le serve la fattura?

  13. rg

    L’articolo è basato su una tabella che include i soli beni non durevoli, ed io non ho mai visto persone spendere al supermercato più di 1000 eruro.
    Insomma sarebbe carino vedere la stessa tabella riferita ai servizi (artigiani , medici , professionisti etc etc)

    • Andy Mc TREDO

      Inoltre il far figurare 2 pagamenti da 600 euro anzichè uno da 1200 già costituisce illecito secondo la vigente normativa… a meno che uno non faccia due diverse fatture ! ma cure dentische/oculistiche e/o riabiitative possono sì prevedere più sedute/interventi ma allora andrebbe comunque tutti fatturati separatamente. e allora uno scopo del provvedimento sarebbe raggiunto. se nonsono fatturati non esistono, se non esistono non possono essere pagati, se comunque trasferimento di denaro ci fosse andrebbe perseguito in flagranza altrimenti chi mai può dimostrarlo?

  14. Marco

    Esimio Professore,
    Magari leggere questo articolo http://www.linkiesta.it/it/article/2015/11/11/tetto-ai-contanti-ascoltiamo-la-banca-ditalia-aumentarlo-serve-solo-ai/28149/
    e l’ultimo rapporto Uif-Bankitalia le sarà utile.
    Cordiali saluti.

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén