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Ai sindaci la patata bollente degli inquilini abusivi

Nel 2014 il parlamento ha votato una legge contro l’occupazione abusiva delle case di proprietà pubblica. Anche sindaci e sindacati ne condivisero gli obiettivi. Ora però da più parti se ne chiede una revisione. Ma non bisogna dimenticare le ragioni di equità, oltre che di legalità, violate.

Il caso
La procura di Bologna ha iscritto nel registro degli indagati il sindaco della città, Virginio Merola, per il reato di abuso d’ufficio. Merola ha disposto l’allaccio dell’acqua a due edifici di proprietà privata occupati abusivamente da persone in cerca di una casa. Così facendo, ha violato l’articolo 5 del decreto legge 47/2014 sull’emergenza abitativa.
La vicenda riguarda Bologna e il suo sindaco, ma è un caso nazionale, come ha dichiarato il presidente dall’Anci – e sindaco di Torino – Piero Fassino. E, in effetti, riguarda una questione di portata più generale.
Perché l’articolo 5
L’articolo di legge violato stabilisce che: a) chi occupa abusivamente un immobile non può chiedere al comune di prendere lì la residenza anagrafica; b) sono nulli i contratti di allaccio o vulturazione delle utenze di gas, acqua, elettricità e telefono fisso nei quali non siano riportati i dati identificativi del richiedente e il titolo attestante che egli è proprietario dell’immobile o che ne è il legittimo inquilino; c) chi occupa abusivamente un alloggio di edilizia residenziale pubblica, cioè una casa popolare, non può concorrere ai bandi per la loro assegnazione per almeno cinque anni dalla data dell’occupazione. Quest’ultimo punto fu aggiunto in sede di conversione del decreto legge.
L’origine di tutto l’articolo 5 va ricercata proprio nell’esigenza di far prevalere il diritto nell’assegnazione delle abitazioni di proprietà pubblica.
Con quelle disposizioni si mirava, infatti, “al ripristino delle situazioni di legalità compromesse dalla sussistenza di fatti penalmente rilevanti” (relazione al Dl 47/2014), derivanti dalle occupazioni abusive, concentrate nel segmento degli alloggi pubblici. Il fenomeno era particolarmente diffuso e preoccupante nelle grandi città. Solo a Milano, a marzo 2014 (data di emanazione del decreto legge), risultavano occupate abusivamente oltre 3.500 case di proprietà del comune o dell’ex Iacp. Impensierivano sia i numeri elevati sia il fatto che così prospera un mercato illegale delle occupazioni, gestito dalla delinquenza organizzata, che per ogni alloggio “reperito” incassa mazzette anche di parecchie migliaia di euro.
L’articolo 5 fu perciò accolto con sollievo, se non sollecitato, dai sindaci e non fu contestato dall’Anci nelle osservazioni al piano casa presentate al Senato. Anche i sindacati inquilini di Cgil-Cisl-Uil giudicarono “positiva la volontà di perseguire le occupazioni abusive”, mentre l’Unione inquilini ritenne la norma di dubbia costituzionalità.
Beneficiari e danneggiati
Ora è aumentato il numero dei suoi oppositori. L’Anci e alcuni parlamentari del Pd (che pure l’avevano votata) sembrano intenzionati a chiederne l’abolizione, per evitare che i sindaci di altre città possano essere inquisiti. Il ministro delle Infrastrutture Del Rio sembrerebbe disposto a introdurre qualche deroga, nel caso tra gli occupanti ci siano anche minori e anziani.
Per un sindaco non è facile decidere se applicare o no l’articolo 5: la legge e le ragioni umanitarie non sempre vanno nella stessa direzione. Nelle singole circostanze, il primo cittadino deve valutare il da farsi, considerando, da un lato, l’esigenza di rispetto della legge e, dall’altro, i rischi di ordine pubblico, sanitari o di altro tipo per controllare i quali, può ritenere la violazione della legge il male minore. Il sindaco di Bologna ha, evidentemente, ritenuto di dover fronteggiare questo tipo di rischi. La magistratura deciderà se ha valutato bene o male.
Al di là del caso specifico, il ministro, qualora fosse realmente intenzionato a modificare la norma, dovrebbe, però, avere a mente anche le ragioni di equità, oltre che di legalità, violate dalle occupazioni abusive.
Non dovrebbe dimenticare, infatti, che le ragioni per le quali l’articolo 5 del Dl 47/2014 fu introdotto sono ancora valide: evitare che, nell’assegnazione delle case popolari, tra i poveri rispettosi della legge (che aspettano pazienti in graduatoria anche per anni) e i poveri che non la rispettano, a vincere siano i più audaci, che non necessariamente sono anche più bisognosi degli altri; non dovrebbe neanche dimenticare che l’abusivismo alimenta la malavita e non solo nelle regioni dove quella organizzata è più diffusa.
Le esasperazioni delle famiglie che hanno diritto ad avere un alloggio in affitto sono alimentate anche dalla carenza di case popolari che le costringe ad aspettare anni in lista, non di rado inutilmente. La responsabilità è principalmente della Stato che da anni non ne finanzia più la costruzione. Per un sindaco, però, ogni volta che una di quelle famiglie, che versa in uno stato di bisogno particolarmente grave, occupa abusivamente un immobile dovrebbe suonare un campanello d’allarme: è un segno della difficoltà della sua amministrazione a gestire le emergenze.

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  1. stefano delbene

    Basterebbe leggere questo articolo, http://www.fupress.net/index.php/techne/article/viewFile/11486/10976, per capire per quale ragione l’articolo 5 andrebbe abolito in 5 minuti. Inoltre, mi viene da chiedere: a meno che l’occupazione sia conseguenza della “cacciata” dell’inquilino regolarmente assegnatario, ed in questo caso si tratta sicuramente di un reato, se essa riguarda un alloggio non assegnato, per quale ragione era vuoto? E allora forse andrebbe perseguito prima l’amministratore pubblico che non è in grado di svolgere il suo ruolo, piuttosto che chi si appropria per necessità di un bene. E poi perchè, almeno in alcune regioni si accetta, “per necessità”, l’abusivismo edilizio, con le conseguenze che conosciamo: non c’è la criminalità organizzata (anzi sicuramente è più interessata a costruire case nuove, che occupare quelle già costruite) dietro ad esso? E per finire, non dovrebbe essere perseguito il fatto che i proprietari privati tengano sfitti interi condomini per anni, per tenere alto il prezzo degli affitti? In questi casi occupare una casa è quasi doveroso!

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