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Unioni civili: a che punto siamo        

Risolto il problema delle coperture finanziare, e mentre la Commissione Giustizia del Senato si appresta ad iniziare a votare, al centro del dibattito sulle unioni civili resta il loro rapporto con il matrimonio e la reversibilità della pensione.

Una stagione felice per i diritti civili
La tarda primavera e l’estate del 2015 verranno ricordate, in Europa e nel mondo, come una stagione felice per i diritti civili degli omosessuali e delle loro famiglie. Il 22 maggio, la schiacciante maggioranza degli elettori irlandesi vota a favore di un emendamento costituzionale che apre in senso egualitario il matrimonio; il 26 giugno, la Corte Suprema degli Stati Uniti riconosce a livello federale il diritto degli omosessuali di sposarsi senza alcuna discriminazione rispetto alle coppie eterosessuali; infine, il 21 luglio la Corte europea dei diritti dell’uomo condanna l’Italia per non aver (ancora) introdotto nell’ordinamento un istituto volto a riconoscere e proteggere le unioni tra persone dello stesso sesso.
In Italia è ripreso con forza, anche in conseguenza della condanna, il dibattito sull’approvazione del disegno di legge sulle unioni civili, da tempo in discussione in Senato. Al prevedibile (e dichiarato) ostruzionismo di parte della maggioranza (Ap-Ncd), della Lega, e di una significativa porzione di Forza Italia – tradottosi nella presentazione di più di 4000 emendamenti – si sono accompagnate prese di posizione via via più decise da parte del Pd e dello stesso Presidente del Consiglio dei ministri che infine, nel corso dell’Assemblea nazionale del Pd svoltasi a Milano il 18 luglio 2015 ha annunciato il proprio impegno a garantire l’approvazione della legge entro l’anno. Da ultimo, con la presentazione della Relazione tecnica sull’impatto finanziario del ddl da parte del Mef, e in attesa del parere della Commissione bilancio, la Commissione giustizia potrà iniziare entro la fine di luglio a votare gli emendamenti.
Unioni civili e matrimonio
Il disegno di legge ricalca il modello tedesco, per conformazione dell’istituto (unione non matrimoniale riservata a coppie omosessuali) e tecnica normativa (rinvio a puntuali disposizioni del codice civile).
Il rapporto tra unione civile e matrimonio “tradizionale” rappresenta uno dei punti più caldi del dibattito attualmente in corso. Non è un caso, infatti, che uno dei pochissimi emendamenti che ha ottenuto il parere favorevole della Relatrice (l’1.6, provenienza Pd, poi confluito nel subemendamento 1.10000 testo 2/5 – 2), miri a definire l’unione civile quale “istituto giuridico originario”, rimarcandone la piena autonomia rispetto al matrimonio, come tentativo di compromesso con i settori più conservatori della maggioranza (e dello stesso Pd). Questo, benché il disegno di legge modelli l’unione civile sul matrimonio, come rilevato dalla Commissione affari costituzionali del Senato nel suo parere del 12 maggio 2015. Affermare la sua natura di istituto “originario” finirebbe per approfondire il trattamento differenziato tra coppie eterosessuali coniugate e coppie omosessuali unite civilmente: una distinzione che, peraltro, è in via di abbandono in tutta Europa. Non tanto perché l’aggettivo “originario” sia in sé produttivo di particolari effetti giuridici (anzi, giuridicamente vuol dire poco e niente), ma perché esso potrebbe essere utilizzato per ostacolare azioni giudiziarie antidiscriminatorie volte ad allargare la portata della (futura) legge attraverso l’eliminazione di profili irragionevolmente discriminatori (un po’ come è avvenuto in Germania, dove il contenuto dell’unione civile è stato progressivamente allargato dalla Corte costituzionale, fino ad ottenere una sostanziale coincidenza con il matrimonio, salvo il profilo dell’adozione).
Il problema della reversibilità della pensione
A tacere dello scoglio più impervio – la disciplina dei rapporti di filiazione – l’altro tema “caldo” del dibattito resta quello dell’estensione alle coppie unite civilmente del diritto alla pensione di reversibilità. L’allarme – diffuso soprattutto da esponenti di Ncd-Ap – sulla sostenibilità finanziaria della misura è stato sconfessato dall’Inps e da altri solidi studi scientifici: il Mef ha da ultimo chiarito, nella Relazione tecnica, che il costo dell’intero ddl (pensioni comprese) si aggira nell’ordine di pochi milioni di euro. Resta l’opposizione concettuale alla misura, ritenuta segnale sospetto di una equiparazione al matrimonio: ciò che non si considera, tuttavia, è che non esiste uno stato estero che, al momento di riconoscere, in qualunque forma, le unioni omosessuali, non abbia fatto discendere da tale riconoscimento il diritto alla pensione di reversibilità. E che, soprattutto, la Corte di giustizia dell’Ue ha chiarito da anni che l’esclusione delle coppie omosessuali dal godimento di tale diritto integra una discriminazione diretta in ragione dell’orientamento sessuale, come tale vietata dal diritto Ue.
Ancora a metà del guado
Con l’introduzione delle unioni civili, in ogni caso, l’Italia si collocherebbe – nel cammino verso la piena pari dignità sociale delle persone omosessuali e delle loro famiglie – in un punto ancora intermedio, accanto a paesi come la Germania e l’Austria, ma ancora indietro rispetto ad altre grandi democrazie europee e occidentali che, negli ultimi anni, hanno abbandonato il modello del partenariato civile a favore dell’apertura in senso egualitario del matrimonio.

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Il Punto

  1. davide445

    Sono sempre stato a favore delle unioni omosessuali, un bene per le coppie e per lo stato in quanto a migliori prospettive economiche e sanitarie.
    Non sono invece mai stato a favore sull’opportuniutà di far adottare figli a coppie che non potranno evidentemente dare loro una educazione improntata su una sessualità etero che di fatto è l’unico modo biologico per mantenere e sviluppare una popolazione.
    Stiamo a mio parere sopravanzando il bene o la liberta individuale perdendo di vista l’interesse collettivo, con una natalità ai minimi mondiali e un saldo emigrazione/immigrazione negativo non è una politica sostenibile se vogliamo che l’Italia in quanto nazione e società continui ad avere senso.

    • mklnxzi

      Cos’è l’educazione “improntata su una sessualità etero”? Se è vero che il rapporto etero è “l’unico modo biologico per mantenere e sviluppare una popolazione” (per il momento), non si può dire che “l’educazione improntata su una sessualità etero” sia conseguentemente necessaria a tali fini. Prova ne è che (1) figli cresciuti in coppie gay possono procreare e certamente lo fanno, e (2) la grande maggioranza delle persone gay sono cresciute secondo una “educazione improntata su una sessualità etero” (questa è una mia intuizione, ma non garantisco, visto che non so precisamente cosa intende).
      E poi deve anche spiegare come la concessione di diritti a persone gay vada contro l’interesse collettivo. Pensa forse che se non si possono sposare, i gay inizino a procreare e a infondere una “educazione improntata su una sessualità etero” ai loro figli? O pensa forse che masse di persone eterosessuali si sposeranno con persone del loro stesso sesso, qualora venisse data loro l’opportunità, smettendo contestualmente di procreare? O forse pensa che i figli di coppie gay siano necessariamente gay, così che il mondo, un giorno, sarà tutto gay? (visto che dalle coppie etero, evidentemente, nascono persone gay).
      Dal suo commento traspare uno scenario apocalittico che poco ha a che fare con il semplice riconoscimento di diritti. Le consiglio di riflettere maggiormente.

  2. Marco Trento

    È necessario essere consapevoli che il matrimonio poliandrico e la poligamo saranno la logica e necessaria conseguenza del matrimonio omo. Già in USA si annunciano ricorsi contro il divieto di unioni poligame.
    Un’altra questione riguarda i diritti dei single di cui nessuno tiene conto. Nessuno ha mai chiarito perché il matrimonio omo debba generare vantaggi fiscali, pensioni di reversibilità e scatti di carriera nel pubblico impiego a scapito dei lavoratori single. È una discriminazione non giustificabile. Se tali vantaggi si giustificano con l’argomento della solidarietà collettiva verso chi procrea, non è chiaro perché estenderli alle coppie omo, incapaci di procreare per definizione. Il matrimonio omo viola l’eguaglianza coi single. Perché una lesbica che si sposa con una donna deve essere favorita nella carriera rispetto a una nubile che magari aspetta uno scatto di carriera per stabilizzarsi e fondare una famiglia? Perché un single deve accettare di essere tassato per finanziare la pensione di reversibilità di un gay? Il matrimonio omo viola il patto sociale di solidarietà in favore di chi genera figli e premia non già l’uguaglianza, ma l’attivisto della lobby omo che rivendica abusivamente rendite di posizione e privilegi a spese dei single. Abbandoniamo il politicamente corretto e le mode. Torniamo ai fondamentali e sosteniamo la famiglia vera, che poi è il pilastro della società. Per gli omo si istituisca un contratto privato ad hoc per eredità e visite in ospedale

    • Francesco

      Mi soffermerò solo su un punto: “Se tali vantaggi (fiscali, pensioni..) si giustificano con l’argomento della solidarietà collettiva verso chi procrea,” non é chiaro perché non siano solo dati alle famiglie con figli. Se invece la società trae benefici dalle unioni di individui (debiti, etc) allora non è chiaro perchè le unioni omosessuali siano escluse. Che i single siano discriminati è purtroppo vero, dovrebbero ricevere la pensione del superiore! Da cattolico, mi chiedo perché io debba essere tassato per pagare associazioni, mafie, pensioni anticipate di persone che usano a sproposito la parola “famiglia”.

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