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Pil: finisce la recessione, non la crisi

Il Pil dell’Italia smette di stagnare e ritorna a crescere non marginalmente su base trimestrale (+0,3 per cento rispetto al quarto trimestre 2014).
E’ per la prima volta che ciò accade dopo la crisi dell’euro dell’estate 2011. Speriamo che sia il primo di una lunga serie di trimestri positivi. Ce n’è bisogno: al Pil di oggi mancano 9,4 punti percentuali rispetto al livello raggiunto sette anni fa, nel primo trimestre 2008.
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Il Punto

  1. Augusto

    Il calcolo del PIL da fine 2014 tiene conto anche di criminalità, prostituzione, ecc. giusto? Non si diceva che tale ricalcolo del PIL avrebbe portato un incremento di circa un 1%? Senza contare criminalità e prostituzione non saremmo ancora.in recessione?
    Grazie a chi potrà rispondere al mio dubbio.

  2. federico

    Non mi stancherò mai di ricordare che ad ottobre Renzi e i suoi hanno inserito nel calcolo del PIL l’economia sommersa e l’economia criminale… in sostanza questo +0.3 si può leggere come un -2.1/-2.6… Secondo il mio modesto parere bisognerebbe marcare tale punto in ogni grafico inserendo la dicitura “variazione calcolo Pil”, in quanto i dati precedenti non sono più confrontabili con i seguenti avendo cambiato i parametri. Lo sanno anche i bambini.

  3. Bogart

    Caro Federico, la stima del Pil e’ stata effettuata in maniera retroattiva (non a caso la curva dell’andamento e’ rimasta invariata) e fare la sottrazione non permette di individuare la crescita del Pil al netto dell’economia sommersa. L’introduzione di questa metodologia segue i nuovi principi del Sistema europeo per i conti nazionali (Sec 2010), ma come gia’ detto, se e’ vero che il Pil e’ stato “rivalutato”, e’ anche vero che e’ stato rivalutato anche nei valori passati e dunque cio’ non ha praticamente effetto sulle stime di crescita.

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