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Il senso di Maroni per l’autonomia

L’assoluta necessità dei politici di essere sempre sulle prime pagine dei giornali produce a volte delle conseguenze paradossali. Matteo Salvini, il segretario della Lega Nord, è onnipresente in televisione, con lo scopo preciso di conquistare l’elettorato del Sud, maggiormente colpito dalla crisi e dunque potenzialmente più sensibile al nuovo nazionalismo lepenista e anti-Euro di cui la Lega si è fatta portatrice. Per far questo tuttavia, il segretario ha dovuto seppellire l’antica bandiera secessionista-federalista, da sempre vista come uno spauracchio nel Mezzogiorno. Nel contempo però, Roberto Maroni, il governatore leghista della regione Lombardia, ha il bisogno opposto, quello di rinsaldare le fila in vista di elezioni future, e dunque lancia un referendum autonomista, che se avesse qualche effetto pratico, spaventerebbe lo stesso elettorato che Matteo Salvini cerca affannosamente di conquistare. Misteri della politica.
Naturalmente, al di là degli aspetti mediatici, il referendum lombardo, essendo puramente consultivo, non avrà alcun effetto concreto. Le materie su cui dovrebbero esprimersi gli elettori (quelle potenzialmente delegabili alla Regioni sulla base dell’attuale articolo 116 della Costituzione) sono poi del tutto marginali, e anche se delegate in toto non cambierebbero la vita dei cittadini lombardi di una virgola. Certo non rappresenterebbero un passaggio all’agognato sistema fiscale del trentino, oltretutto ormai parecchio bastonato dallo stato centrale. Ma il referendum non sarà probabilmente presentato così, con il rischio di rendere la consultazione del tutto inutile anche da un punto di vista di mero sondaggio d’opinione. Un referendum del tipo preferito dal mitico Catalano (“vuoi tu essere ricco e autonomo o  preferisci essere povero e vincolato?”) non è di grande utilità informativa. Un sondaggio oltretutto costoso, 30 milioni di euro. Appoggiato dai consiglieri del Movimento 5 stelle, i fustigatori degli sprechi nella politica, perché in cambio hanno ottenuto che il referendum si svolga anche con voto elettronico. Un click vale davvero 30 milioni?

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  1. bob

    antica bandiera secessionista-federalista, da sempre vista come uno spauracchio nel Mezzogiorno” Il Sud ha troppa storia e cultura per farsi prendere in giro da questi signori, vergogna della “politica ” italiana degli ultimi anni. Ci vuole un movimento di intellettuali, di imprenditori illuminati di cittadini veri per azzerare le Regioni e riportare questo Paese in una logica di Paese – sistema…Quel sistema che nel dopoguerra ci ha fatto risollevare da una guerra distruttiva
    Ma la Storia è pane solo per chi ha cultura

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