Con la proroga della delega fiscale si allunga di sei mesi il tempo richiesto dal governo per migliorare i tanti aspetti del fisco italiano che non funzionano. Uno di questi è la giustizia tributaria, amministrata da magistrati part time e mal pagati nei primi due gradi di giudizio e da giudici ben pagati ma sommersi da montagne di procedimenti in Cassazione. Non è così che si attraggono gli investimenti esteri.
Se mai ce ne fosse stato bisogno, la crisi greca ha messo completamente a nudo la fragilità dell’euro e della Bce. Ridando fiato a nazionalismi e localismi. Responsabilità di una classe dirigente europea miope che non dà all’Unione sovranità e legittimazione. Un nuovo articolo che si aggiunge al nostro Dossier Grecia.
Proseguiamo il completamento dell’Orologio delle riforme con una nuova voce: il Jobs act.
Sappiamo dai giornali i nomi della “lista Falciani”, quelli con il conto in Svizzera alla banca Hsbc. Sulla loro utilizzabilità per il fisco si scontrano due esigenze: il diritto individuale alla riservatezza (violato dall’acquisizione illecita dei dati) con il diritto-dovere degli stati di combattere l’evasione fiscale. E così commissioni tributarie provinciali e tribunali si dividono.
Prostituzione confinata nelle zone a luci rosse o no? Al sindaco Marino l’idea piace ma l’opinione pubblica è divisa. Esaminiamo pro e contro di questa soluzione. Obiettivo: arginare degrado urbano e degrado umano.
Crescono le maxi-truffe alle assicurazioni. Il governo dovrebbe rendere le norme sul risarcimento dei sinistri più efficienti e meno discrezionali. Le compagnie, però, dovrebbero fornire più dati sul loro operato, diventare trasparenti e competitive. Altrimenti alla fine il conto continuano a pagarlo gli assicurati onesti.
Mentre infuria lo scontro tra governo e banche popolari, che mal digeriscono il progetto di riforma della loro governance, riproponiamo “Banche popolari, la fine di un’era.
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