Ilva di Taranto e carbone del Sulcis: due vicende drammatiche ma due storie molto diverse in termini di numeri, di mercato dei prodotti, di effetti sull’ambiente, di esiti possibili. Entrambe rendono evidente la necessità di riconversioni industriali e territoriali, comune a molti altri luoghi produttivi del paese. Mentre si apre il nuovo confronto con le parti sociali bene ricordare che una buona politica industriale è quella che sa immaginare l’Italia fra dieci o vent’anni.
Davvero la povertà in Italia è rimasta ferma nell’ultimo decennio all’11 per cento come recitano i comunicati dell’Istat? In realtà, al netto dell’inflazione il numero di quelli che vivono con reddito inferiore alla soglia di povertà definita prima della recessione è aumentato di più di un milione. Anche i dati dell’Inps sulle ore di Cassa integrazione autorizzate vanno letti in controluce. Ecco perché.
Troppo investimento nel mattone rende finanziariamente fragili le famiglie italiane, soprattutto i pensionati che hanno messo tutti i loro risparmi nella loro casa e in quella dei figli. Perché hanno quasi sempre un mutuo da pagare e la ricchezza immobiliare non è liquida. Così, in questo momento di crisi, hanno difficoltà a far fronte ai debiti e alle spese impreviste.
Niente tasse sulle bevande zuccherate. La proposta del ministro Balduzzi non ha avuto seguito. Bene perchè era improvvisata: non ne era stato stimato l’impatto. Sul piano dei principi generali, aveva un fondamento nei costi imposti alla collettività da chi non sa badare alla propria salute.

La redazione de lavoce.info è vicina nel dolore alla famiglia di Marco Arnone, nostro affezionato collaboratore, scomparso prematuramente. Oltre alla passione civile e professionale, ci lascia ammirati il coraggio con il quale Marco ha affrontato la malattia.

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