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LA FUNZIONE DEL NOTAIO IN MATERIA SOCIETARIA

La lettera del notaio Licini è soprattutto una violenta invettiva diretta non al mio articolo, ma a chi vorrebbe abolire il notariato, tra i quali non mi iscrivo. Invito i lettori a vedere, oltre alla nota 1 dell’articolo, la mia Risposta ai commenti, in cui esprimo il convincimento della perdurante utilità del notariato nell’ambito della circolazione della proprietà immobiliare.  Non ho nulla da dire sulle frodi immobiliari americane, posto che – appunto – riguardano immobili, non società.
Ho anche già chiarito che ritengo essenziale identificare univocamente fondatori e amministratori delle società (ciò accade, peraltro, anche in legislazioni considerate “lassiste” come quella inglese). Ma non mi sembra necessario che questo ruolo sia svolto solo dal notaio.
Mi sembra invece che proprio i notai stessi, ormai, vedano la loro utilità in campo societario pressoché soltanto in funzione antiriciclaggio. La loro funzione tipica e tradizionale in ambito societario, ovvero quella della verifica della compatibilità tra le opzioni delle parti in ordine al contenuto dello statuto e il “tipo” (ovvero lo schema astratto) disegnato della legge (il controllo, cioè, che ha preso il posto della “omologazione” giudiziaria), invece, è decisamente passata in secondo piano. Faccio presente che in nessun commento, né in questo, né nei precedenti fatti su lavoce.info o in altri siti nei quali l’articolo è stato “postato”, si è sostenuta l’essenzialità di questa funzione.
Può darsi che l’antiriciclaggio sia la nuova frontiera del notariato. Ma continuo a non vedere l’utilità  di costringere senza eccezione gli operatori economici a rivolgersi a uno specifico professionista perché questi svolga la (sola?) funzione di identificazione dei contraenti e segnalazione di operazioni sospette. Se davvero lo Stato desidera delegare alcune funzioni di polizia ai notai, almeno si potrebbero selezionare le tipologie di operazioni da sottoporre al vaglio notarile. Inoltre, poiché queste funzioni sono svolte anche da molti altri soggetti (banche, intermediari finanziari, avvocati, commercialisti, ecc.), allora – se fosse questo il proprium della funzione notarile in materia societaria – allora tutti questi dovrebbero poter svolgere gli stessi compiti che oggi spettano ai notai in materia societaria.
Per una s.r.l. di persone fisiche italiane residenti in Italia continuo a credere che l’identificazione da parte del funzionario preposto al registro delle imprese sia sufficiente (e se poi hanno i documenti falsi, rubati, o di un morto, se ne occuperà la polizia).

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LO SPECCHIO DELLO SPREAD E DELL’INDICE BANCARIO

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QUANDO I TITOLI DI STATO ZAVORRANO LE BANCHE

  1. Paolo

    Scusi avvocato, ma non mi sembra che banche, intermediari finanziari, avvocati e commercialisti si caratterizzino per indipendenza ed imparzialità.

  2. luciano pontiroli (avvocato)

    Dott. Zorzi, la questione reale riguarda l’affidabilità di certificatori doversi dal notaio. In un Paese in cui il prestigio della pubblica amministrazione è scarso, non sembra il caso di eliminare il controllo notarile sugli atti societari, che finora credo abbia funzionato abbastanza bene. Al più, si potrebbe pensare di assegnare compiti analoghi ad altre professioni regolamentate.

  3. Randal

    È vero che in una società con “statuto standard” la “verifica della compatibilità” in buona perde importanza, ma non scompare del tutto. Viste le ormai troppe parole spese sul suo commento le faccio qualche altro piccolo esempio del perché il timbro dell’impiegato del RI non puo’ bastare: 1. I soci vogliono chiamare la loro socieà “ALFA SIM srl” (vendono schede telefoniche) o peggio “ALFA SICAV srl” o. Si puo’ fare? 2. Il socio unico è cittadino svizzero e vuole fare anche l’amministratore? Si applica la reciprocità? E se fosse cinese? O se fosse una cittadina ucraina residente a Roma? 3. Tizio, 25enne, ha l’amministrare di sostegno. Puo’ costituire la società? 4. Tizio e Caia, sono in comunione dei beni. Possono costituire la SRL semplificata? Ci sono limiti o problemi? 5 Caio abita a Como e vuole costituire la sua SRL italiana con sede a Lugano? Possibile?

  4. cesare Licini

    Senza polemica. I notai non vogliono fare solo polizia economica, ma le società anglosassoni non sono un modello di virtù. J.C. Sharman (The money laundry, Cornell, 2011) dice che che i luoghi più “facili” al mondo per società opache sono Nevada e Delaware. Ma nella nostra srl semplificata, era l’unico argomento, dato lo statuto è standard prendere-o-lasciare. Per le società ordinarie, la nostra consulenza è costante da sempre (vd le autorevoli massime societarie di Cons. not. di Milano, o Comitato Triveneto). Tutti però avevano dimenticato che l’Italia è nella UE. Dove il controllo preventivo delle srl è imposto nell’art. 11 Dir. 2009/101/CE per verifica sostanziale della struttura programmata dai privati, e inesistenza di vizi. Questo controllo spetta a P.A., A.G. o notaio. Quello del RI italiano è solo esteriore/formale, non conforme alla direttiva; quello dell’A.G. bloccava una società per mesi, ma è stato abolito. Noi iscriviamo una srl lo stesso giorno della firma, perciò garantiamo un’operatività che gli americani chiamerebbero “while-You-wait-service”, ottimale perché è istantanea, riduce i costi transattivi mentre assicura legalità (moneyness). Non lo sa fare nessun altro

  5. Francesco Mendini

    Ho una proposta: nazionalizziamo gli studi notarili tramutando i notai attualmente in forze in dirigenti della P.A. a stipendio. Vi piace?

  6. lucia

    Oltre che di una straordinaria tracotanza corporativa, porre l’Italia come esempio luminoso internazionale in materia di corruzione e riciclaggio fa piuttosto ridere.

  7. rico

    Sarebbe sufficiente un ufficio pubblico, dove pagare un bollo, e non un occhio. Io e tanti altri facciamo lavori molto più specializzati di quello del parolaio e non certo prendiamo 2000 euro per 10 minuti di lavoro. Difesa inaccettabile la sua.

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