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LA RISPOSTA AI COMMENTI

I commenti dei lettori si dividono tra chi coglie la drammaticità della crisi e chi ritiene che i governi nazionali siano ancora in tempo a ritrovare la virtù. Quanto agli effetti del “bazooka”, i commenti si concentrano su due ordini di preoccupazioni: il moral hazard (ovvero l’incentivo a non rispettare le regole) e l’inflazione.

Perché il tempo è scaduto?

I piani di salvataggio non hanno fatto altro che aggiungere impegni finanziari a carico dei paesi meno a rischio rendendoli a  loro volta più vulnerabili. Il conseguente allargamento degli spread ha di fatto sospeso la politica monetaria unica producendo tassi d’interesse differenziati nell’area euro. Le banche europee fanno sempre più fatica a finanziarsi. Il collaterale delle banche è già tutto impegnato. Sul mercato dei prestiti interbancari i volumi sono spariti. Le emissioni di obbligazioni bancarie si fanno ai tassi aumentati dagli spread (se non fosse che sono praticamente ferme da mesi). A rischio è il sistema dei pagamenti dell’euro, ovvero il nocciolo dell’economia monetaria europea.

Il “bazooka” richiede che la BCE faccia aumentare le banconote in circolazione?

Ovviamente no, perché la BCE non ha il potere di modificare la quantità di contante in circolazione, che dipende dalle nostre abitudini e dal peso dell’economia sommersa e criminale. Dovrebbe essere noto che la BCE acquista titoli di stato sul mercato accreditando i conti di riserva delle banche (e non stampando banconote!).

Il “bazooka” richiede che la BCE faccia acquisti imponenti di titoli?

Se il bazooka è sufficientemente grande, potrebbe non essere necessario sparare nemmeno un colpo. Un annuncio di disponibilità ad acquisti illimitati a un prezzo annunciato si rifletterebbe immediatamente sui prezzi del mercato secondario rendendo quasi superflui gli acquisti della BCE.

Il “bazooka” farà aumentare il livello dei prezzi?

Non se ne vede alcuna ragione. Un eventuale aumento (anche importante) delle riserve bancarie non comporta affatto un aumento dell’offerta di moneta. Non c’è dunque nemmeno ragione che la BCE perda la sua indipendenza nel perseguire la stabilità dei prezzi.

Il “bazooka” servirà a rilanciare la crescita in Europa?

Del tutto improbabile. La BCE può riportare ordine nel sistema dei pagamenti e nel rifinanziamento delle banche. Questa è solo la premessa per nuove politiche di crescita.

Il “bazooka” potrebbe creare perdite alla BCE?

Dipende, come sopra, dal modo in cui è attuato e da come la politica europea (non quella nazionale, che è ormai insufficiente) saprà trovare la strada della crescita. Nel peggiore degli scenari possibili, quello in cui un paese fallisce, la BCE registrerebbe perdite di bilancio, senza conseguenze (come spiegato nel mio articolo) per i bilanci degli stati membri. E anche qui, nessuna stampa di denaro.

Il “bazooka” rappresenterebbe una sospensione della disciplina fiscale dei paesi membri?

Nell’architettura dell’euro non si è mai inteso affidare ai mercati il ruolo di controllori. Per questo fu ideato il Patto di Stabilità e Crescita, che però aveva il limite di essere poco rispettato e poco rispettabile (trattandosi di regole basate su numeri arbitrari). È possibile che un intervento della BCE possa togliere pressione sui provvedimenti di aumenti delle imposte che i paesi a rischio stanno attuando. Nel breve termine, non sarebbe affatto un male, ma il problema è che un’unione monetaria non può funzionare senza regole fiscale condivise. E allora la soluzione, come indicato nell’articolo, e anche in Si può ancora salvare l’euro?, è quella di nuove regole e di un’ulteriore riduzione della sovranità nazionale.

Siamo prossimi ad un annuncio della BCE?

La crisi della moneta unica, ancorché innescata dagli squilibri tra i paesi, è una crisi del sistema euro. Un’unione monetaria (come accade Stati Uniti) deve essere robusta anche a fronte di eventuali squilibri regionali che vengano a crearsi. Nell’immediato, solo la potenza di fuoco della BCE può salvare la banche e il sistema dei pagamenti. In prospettiva, occorre disegnare la politica fiscale federale. La soluzione che possiamo auspicare è che questa settimana veda una nuova collaborazione tra governi e BCE per raggiungere due obiettivi: creare le premesse per un significativo trasferimento di sovranità fiscale e consentire alla BCE di sparare il colpo. Se poi la BCE dovesse delegare al ruolo di esecutore il Fondo Monetario Internazionale per motivazioni più politiche che monetarie (perché mai l’acquisto di titoli della BCE è considerato “stampare moneta” e un prestito al FMI no?), ce ne faremo una ragione, a condizione che il colpo vada a segno.

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COME EVITARE LA SINDROME GRECA

  1. Marco T

    Mi sembra che le sue parole siano in linea con le politiche di gestione delle crisi degli ultimi 20 anni a livello internazionale basate su interventi a sostegno dei mercati! Lei in sunto dice: “basta l’annuncio per far calmare tutto!”. Egregio professore, e se invece l’annuncio fosse visto dal mercato come un ulteriore segnale di fragilità? Successe per citarne una nel Regno Unito con l’annuncio della garanzia totale sul passivo di Northern Rock o sbaglio? E se invece provassimo ad eliminare i problemi alla radice? Pensa sia troppo costosa per la collettività? O è una visione di troppo lungo periodo? Alla fine dei miei studi quinquennali in economia mi sento di dire che sono almeno 20 anni che “mettiamo le pezze” come si dice dalle mie parti! Iniziamo a prendere di petto i problemi perché se gli spread aumentano sarà mica colpa di chi ha portato l’avanzo primario italiano da 5 ,4 a 0 in periodi di espansione? Non pensa che invece di un prestatore di ultima istanza ci vorrebbe qualche controllo in più?

  2. Giorgio

    Sono curioso: se non è la Bce a stampare le banconote che usiamo, e con Bce intendo anche le banche centrali, chi è che le stampa? Lei pensa che la quantità di banconote in circolazione sia fisso ed immutabile? E come entrano in circolazione le nuove banconote, se l’ammontare aumenta? E come escono dalla circolazione, se l’ammontare diminuisce?

  3. P. Magotti

    Io non sono ancora convinto, nonostante le sue precise puntualizzazioni. Lei descrive questo bazooka, come un pasto gratis. Non trova davvero che ci siano effetti negativi? Una settimana fa la BCE non è riuscita a coprire completamente per 7 miliardi l’acquisto di titoli di stato italiani e spagnoli, è così sicuro che un acquisto in quantità “bazooka” siano così facilmente neutralizzabili?

  4. Leopoldo Durante

    “Dovrebbe essere noto che la BCE acquista titoli di stato sul mercato accreditando i conti di riserva delle banche (e non stampando banconote).” Stampi o accrediti, sempre moneta è. Magari a velocità zero. Concordo che non ha effetto sull’inflazione, ma può produrre una sorte di effetto ricchezza per le banche al mutare della congiuntura.

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