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IL GOVERNO MONTI, I MERCATI E LA DEMOCRAZIA

Da destra e da sinistra si accusa il neonato governo Monti di non essere frutto di una scelta democratica, ma di una imposizione dei mercati. Il nuovo esecutivo nasce indubbiamente per l’emergenza sui mercati finanziari. E dalla paralisi decisionale del governo Berlusconi che avrebbe reso inevitabile il default. Quanto al ruolo più attivo della Bce, l’Italia sarà più credibile nell’invocarlo se darà l’impressione di voler mettere a posto i conti, senza scaricare sulla Banca centrale o su altri paesi i costi della crisi. Un conflitto di interessi che era meglio evitare.

Da destra e da sinistra si accusa il governo Monti appena nato di non essere frutto di una scelta democratica, ma di una imposizione dei mercati, dei “poteri forti”. Quanto c’è di fondato in questa accusa?

LE DECISIONI PRESE E QUELLE NON PRESE

Il governo Monti nasce indubbiamente a causa dell’emergenza sui mercati finanziari. L’aumento dello spread, cioè la differenza tra i rendimenti dei titoli di stato italiani a dieci anni e quelli tedeschi ha superato nelle scorse settimane i 500 punti base, vale a dire il 5 per cento. Il problema è che l’Italia ha un debito molto elevato, intorno ai 1.900 miliardi di euro, pari a circa il 120 per cento del Pil.
Questo debito è stato liberamente contratto dai governi che si sono susseguiti in questi anni per finanziare gli investimenti, ma anche le spese improduttive. Nessuno ha obbligato i governi precedenti, quelli democraticamente eletti, a mandare in pensione gli statali dopo sedici anni di lavoro oppure a pagare i vitalizi ai parlamentari dopo una legislatura o a spendere decine di miliardi di lire per autostrade mai finite come la Salerno–Reggio Calabria. Eppure, lo hanno fatto, senza che gli indignati scendessero in piazza a protestare. Quel debito ora deve essere rifinanziato. Ad esempio, nel 2012, l’Italia avrà bisogno di prendere a prestito più di 400 miliardi di euro. Ma non si fa credito a un soggetto già molto indebitato senza porgli delle condizioni. Una famiglia indebitata deve o aumentare le entrate o ridurre le spese oppure vendere una parte del suo patrimonio.
La crisi esplosa lo scorso agosto richiedeva che il governo Berlusconi facesse qualcosa: aumentare le tasse (ad esempio reintroducendo l’Ici) oppure ridurre la spesa pubblica (toccando la spesa previdenziale) e anche vendere pezzi del patrimonio (privatizzare Eni, Enel, Finmeccanica, Rai). Ma il governo non voleva o non poteva fare niente per veti interni o per non rimangiarsi promesse fatte solo per prendere voti. Con questa paralisi decisionale, il default, con tutte le conseguenze disastrose per le famiglie e le imprese italiane, sarebbe stato inevitabile. È da questo stallo che nasce il governo dei tecnici, cioè un esecutivo che non ha il problema di prendere decisioni impopolari per paura di perdere le elezioni. Il presidente Monti aveva chiesto esplicitamente ai partiti di entrare nel governo. Ma i partiti hanno preferito non metterci la faccia, sempre per calcoli elettorali. In altre parole, il governo Monti riempie un vuoto lasciato colpevolmente dalla politica. E il successo del nuovo governo dipenderà, non dimentichiamolo, dalla volontà dei partiti di votare in Parlamento i provvedimenti impopolari che il governo varerà.

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IL RUOLO DELLA BCE

C’è un’obiezione che viene mossa a questo ragionamento e riguarda il ruolo della Bce. Sarebbe molto più facile per l’Italia rifinanziare il debito se la Bce si impegnasse ad acquistare una quantità illimitata di titoli di Stato italiano, come alcuni commentatori auspicano. Questo toglierebbe pressione al governo nel piazzare il suo debito e consentirebbe di evitare una forte stretta sui bilanci delle famiglie italiane. Sappiamo bene che la Germania si batterà in ogni modo per impedire che la Bce faccia interventi di acquisto di titoli di Stato così massicci sia per la paura che ciò possa causare inflazione che per evitare che si riduca la pressione sui Paesi come l’Italia a rimettere a posto i loro conti. Ma anche se un ruolo più attivo per la Bce fosse desiderabile, l’Italia sarà più credibile nell’invocarlo se darà l’impressione di avere fatto i compiti a casa propria, mettendo a posto i conti, senza voler invece scaricare sulla Banca centrale o su altri Paesi i costi della crisi.
Qualcuno diceva che la politica è l’arte di far coesistere il desiderabile con il realizzabile. La democrazia serve a stabilire cosa è desiderabile, non cosa è realizzabile. Non si vota sul vincolo di bilancio. È questo il vero messaggio che un governo tecnico lancia ai mercati.
Tutto bene, allora? Non proprio. La nomina di Corrado Passera, ex-amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, a ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture solleva fondate perplessità. Non per la indiscutibile competenza di Passera, ma per il fatto che ogni azione che verrà presa per mitigare la crisi delle banche italiane lascerà il dubbio che sia la lobby bancaria a condizionare l’azione del governo. Si poteva e si doveva evitare di suscitare questi sospetti nell’opinione pubblica.

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29 commenti

  1. Giovanni Barone-Adesi

    Quel che dice avrebbe avuto senso mesi fa. Adesso il default può essere rinviato, ma non evitato, se la BCE non apre i rubinetti. Se li apre, la pressione dei paesi in crisi (praticamente quasi tutti) ci porta dritti a Weimar. La miglior soluzione sarebbe lasciare solo la Grecia nell’euro.

  2. Ciampiconi Massimo

    Indubbiamente la scelta di Monti deriva da un’imposizione dei mercati sì, ma esclusivamente di quelli finanziari, che stanno condizionando il nostro sistema economico a suon di rating e spread. Mi sembra evidente che il sistema democratico italiano abbia ormai definitivamente abdicato e che la sua sovranità sia di fatto commissariata. Quanto alla Bce… iddio ce ne scampi; meglio un default all’argentina ed una rapida uscita dall’area euro rispetto alle soluzioni che si stanno profilando.

  3. SAVINO

    Cosa ce ne facciamo di un governo democraticamente eletto se non sa e non vuole decidere? Non lo prescrive mica il medico di fare politica; chi non se la sente di disturbare le lobby per timore di non ricevere più i voti può anche passare le giornate nei giardini sotto casa. Si può, invece, fare benissimo politica senza i politici e questo Governo ne sarà la dimostrazione. I peggiori rintanati nei pollai dei talk show televisivi a fare a gara a chi la spara più grossa a nostre spese, i migliori a rappresentarci e a servire lo Stato e la collettività con onore e con competenza nell’esercizio dell’arte nobile dei grandi classici.

  4. Giorgio A.

    Il debito pubblico italiano è anche figlio di orrori stratificatisi negli ultimi 30-40 anni, su questo l’autore è pienamente nel giusto. Ciò che invece non condivido è il rigetto del ruolo di prestatore di ultima istanza della BCE nei confronti degli Stati: in un’epoca in cui la speculazione può operare con leve quasi illimitate, l’unico modo per battere la speculazione è avere la certezza matematica che ogni tentativo di attacco al debito pubblico di uno stato sovrano sarà spazzato dall’intervento della banca centrale. Altrimenti la speculazione non si fermerà certo di fronte a niente: non è un caso che abbia già iniziato a colpire Francia e Spagna, che non posson essere tacciate di avere debiti “all’italiana”. La speculazione attacca perché può e le conviene farlo, non perché sia dalla parte del “giusto”.

  5. G.D.

    Il punto è che anche la Germania avrà bisogno di un prestatore di ultima istanza. Fino ad ora si è cercato di fermare l’effetto domino prestando denaro agli Stati in crisi e imponendo loro politiche di austerity e questo non ha funzionato. Il domino non si è fermato e ora il continente è sull’orlo della recessione. Cosa ci fa pensare che l’attuazione della medesima politica in Italia possa salvare la Francia? E caduta la Francia, cosa può fare la Germania da sola in un mare di recessione? Questa crisi ha avuto gioco perché ha colpito i vari paesi uno alla volta e la risposta non è stata dell’Unione, che conta ancora troppo poco in termini finanziari, la risposta è stata intergovernativa. Ammesso che Monti riesca a fare miracoli con un governo nuovo e un Parlmento tal quale, comunque non può che implementare misure recessive nel breve e produttive nel medio termine. E questo vale per tutti gli Stati europei, quindi non vedo come la Germania possa evitare le conseguenze di tutto ciò. Usare la crisi come strumento di imposizione di riforme sgradite vuol dire giocare con l’abisso. Meglio sarebbe che la BCE vincolasse l’essere prestatore di ultima istanza (una tantum) alle riforme.

  6. Salvo

    Ma del massiccio e scandaloso ricorso ai derivati come soluzione per “calmare” gli effetti della crisi nessuno ne parla?!.. Come fanno i ministri dell’economia e gli esperti europei e americani ad invocare un incremento del ricorso agli Swap come panacea di tutti i mali?!.. Paradossalmente la causa della crisi economica e dell’enorme Bolla adesso ne diventa la soluzione?.. Riguardo alla classe politica siamo perfettamente daccordo.. l’incompetenza e l’incapacità di agire dei vari governi che si sono succeduti in Italia ha aggravato molto la situazione, già non molto rosea in passato, causando ulteriori squilibri giustificandoli sulla base della “tutela” di interessi elettorali e politici. Il debito c’è ed è un fatto. E’ salito negli ultimi 15 anni al 120% del PIL. Bisognerebbe chiedersi però fino a che punto, in queste condizioni, sarà ancora possibile tollerare i “giochi” di borsa e le manovre dell’alta finanza che sembrano sempre di più “puntate folli al tavolo della roulette russa” anzichè operazioni di crescita e di sviluppo.

  7. AM

    Siamo in emergenza e la soluzione Monti è forse oggi la sola possibile. Le proposte di Monti & Co. dovranno comunque essere approvate dalle due camere elette democraticamente. Non lasciamoci tentare dalla scelta del default. A noi probabilmente non sarebbe consentito di uscirne con minimi danni come ha fatto furbescamente l’Argentina.

  8. Ronnie

    Io spero soltanto che la odiata Lega e qualcuno a cui sia rimasto un minimo di buon senso NON dia la fiducia al governo Goldman Sachs. Dichiarazione di venerdì o giovedì scorso di GS: “Quando berlusconi si dimetterà e Monti sarà chiamato al Quirinale subito lo spread a 350”. Tutti a dire che VIA Berlusconi i mercati avrebbero tirato un sospiro di sollievo. Lo spread ancora ieri era a 530 punti (che caso) e i mercati dopo il bagno di sangue di martedì, dopo il discorso di Monti, sono crollati e continuano ad essere in difficoltà dal suo insediamento (di Monti) nei palazzi della politica. Questo è quanto. Ed è solo la prefazione, neppure l’inizio. Vedrete quando entrerà il FMI con la scusa di fornirci 300 miliardi per salvarci. Argentina docet!

  9. Piero

    Nel 1992 tutti dicevano che se non si difendeva la lira dagli attacchi si aveva il fallimento dell’Italia, poi quando gli attacchi finanziari hanno vinto obbligando l’uscita dell’Italia dallo SME, tutti hanno detto che la svalutazione e’ un toccasana. Oggi tutti hanno detto che l’Italia deve fare manovre rigorose per abbattere il debito pubblico passato, sul punto hanno costretto ilmgoverno in carica alle dimissioni, perche’ non prendeva le misure dolorose per pagare il debito pubblico del passato, al governo sono arrivati i finanzieri e non una classe dirigenziale che tutela l’economia reale, prenderanno queste misure rigorose inutili, ma gia’ si parla che la bce dovra’ cambiare il suo compito e si avra’ sia la monetizzazione del debito che glieuro bond. Gia’ su altri commenti ho detto che l’attuale debito non e’ possibile rimborsarlo con la moneta buona ma solo con quella cattiva dell’inflazione, cio’ non vuole dire che si deve continuare con la politica del deficit spending, ma dobbiamo prendere nuove misure per essere piu’ competitivi nell’attuale mondo globale.

  10. paolo fiordiponti

    E’ il Governo dei “competenti”, libero da vincoli di consenso elettorale. Può prendere decisioni anche difficili ed amare, semprechè il Parlamento le voti. E’ una risposta seria e autorevole ad una situazione eccezionale, se il Parlamento è arrivato ad accettarla immagino che la sosterrà, almeno per un po’. La domanda però sembra essere: ne vale la pena? Perchè accettare sacrifici se comunque l’euro non sopravviverà? L’uscita dalla moneta unica, nella nostra situazione, costerebbe una violenta svalutazione insieme ad una frustata inflattiva di misura indefinibile, quindi impoverimento collettivo e brutale. Meglio i sacrifici ora, a condizione che tutti i Paesi euro siano impegnati nella stessa direzione e mi chiedo: la Germania dalla forte economia e che più di ogni altro ha beneficiato dell’euro da che parte sta?

  11. tourDfranz

    Sono un trader (parto dal mio conflitto d’interessi): B era considerato un problema dai mercati perché non credibile at all. Mr Monti non è stato salutato con lo Champagne perché ci si attende che gli interventi sulla finanza pubblica genereranno una riduzione del PIL a fronte di una maggiore pressione fiscale tout court (anche se più equamente, le tasse aumenteranno % pro capite). Difficile vedere una riduzione dello stock di debito senza riduzione di stock GDP a meno di operazioni sul patrimonio dello stato (è un depauperamento, ma anche il Default lo è). Il 9/11 l’Italia stava andando in default. Questo perché LCH ha alzato i margini su alcune operazioni collateralizzate BTP. Gli spread sono rientrati ‘drogati’ da BCE. Le partecipate statali sono entrate in asta BOT del 10/11 (rend grey mkt era 7.40%, in asta 6%). Se LCH e CCG alzano i margini sui Repo siamo defaultati a meno che Draghi non stampi un trillion e eviti la sterilizzazione. Se lo fa spero alzino i tgt inflazione (vedi rischio Japan). Sul breve meglio Draghi che stampa, sul medio sarebbe meglio il Default e la fuoriuscita dall’euro.

  12. Leonardo

    Conosco chi era in Argentina al momento del default, ha perso tutto ed è fuggito. Ho l’impressione che chi parla di default non si renda ben conto di cosa dice. La democrazia si basa sulla Costituzione, cioè su regole che passano davanti a tutto. Quanto sta avvenendo in Italia sta avvenendo nel pieno rispetto della Costituzione. Cosa che non si potrebbe dire se il nome apposto sul simbolo elettorale diventasse portatore di diritti che la costituzione non riconosce. La nomina del governo è compito del Capo dello Stato, il parlamento può approvare o no. Le furbizie per aggirare i vincoli costituzionali, proprio perchè la democrazia non è ancora sospesa, non funzionano.

  13. Esempio555

    Il debito deve essere rifinanziato acquisendo Euro sul mercato da quando gli Stati UE hanno rinunciato alla sovranità monetaria. Il Giappone ha il 200% di debito pubblico e si rifinanzia internamente, con tassi prossimi allo 0.5%, da oltre 20 anni. Al netto della cialtroneria di Berlusconi, hanno gli stessi problemi dell’Italia anche Irlanda, Portogallo, Grecia, Spagna, prestissimo la Francia. Con lo strumento della forzatura del rientro selvaggio dalla spesa a deficit è in atto un colossale trasferimento del potere decisionale al “centro”, di cui la popolazione non sa niente. In un qualsiasi forum di trading e finanza anche l’ultimo degli iscritti ha compreso benissimo quello che sta accadendo. Per il resto potete continuare a raccontarla come volete, ormai questa solfa dei “mercati” viene proposta con la sessa struttura antropologica di una religione e chi è credente continua a credere a tutto quello che i sacerdoti gli raccontano, per cui avrete buon gioco ancora per un po’.

  14. andrea

    Verissimo che questo debito è stato liberamente contratto dai governi per sprechi di ogni genere, ma come non sono scesi in piazza gli indignati, altrettanto non hanno fatto la BCE e il FMI. Dove erano questi grandi esperti quando i nostri governi commettevano quelle nefandezze? Eppure non era difficile da prevedere dove ci avrebbe portato quella strada. Adesso si svegliano e chiedono rigore? Chiedono di alzare l’eta della pensione,i licenziamenti facili, l’ abbattimento della spesa sociale? I mali dell Italia non sono quelli appena citati: a partire da La Deriva sono state scritte intere biblioteche sui nostri problemi, e dovrebbero chiederci con forza di intervenire su quelli a partire da un sistema giudiziario che premia i furbi. Altrimenti l’ Europa non serve a niente!

  15. Francesco Burco

    Con Monti nei talk show televisivi, i soliti noti parlano nell’incredulità (mia), di problemi reali. L’ICI si l’ICI no, la patrimoniale, etc. Qual è la genialità di Monti? Avere un timing perfetto. Nella sostanza delle cose ha commissariato tutto l’arco politico e parlamentare. Se riuscirà a continuare a muoversi così farà molte cose (pensioni, fisco, costi politica, mercato del lavoro, etc) per il semplice fatto che nessuno partito può elettoralmente permettersi di farlo cadere in questa fase. Fra l’altro gli farà gioco la situazione europea di continua tensione dei prossimi mesi/anni e la sua agenda programmatica che riporta i temi da affrontare più banali del mondo che la politica del veltroberlusconismo d’alemiano (nelle migliori delle ipotesi) non ha mai affrontato o (nella peggiore) ha riformato ad minchiam. Commissariare i politici inetti e avidi facendo le cose che loro non hanno mai fatto è musica per le orecchie dell’italiano medio.Ecco, rimane da domare il popolo bue. E qui Signor Monti mi permetto di suggerirle di usare il vecchio metodo del bastone e la carota: come primo provvedimento il taglio dei vitalizi e l’ICI, le province e le pensioni….

  16. Cosimo Benini

    Ho difficoltà a rispecchiarmi nelle opinioni dei commentatori dell’articolo: si parla per slogan. E’ evidente che nessun governo ha funzione di talismano scaccia speculazione. Si dia tempo al governo di dispiegare la sua azione e di invertire il meccanismo psicologico dei mercati. E’ probabile che l’emergere di un terzo interlocutore (autorevole) al pari di Francia e Germania possa, con l’accentuarsi della difficoltà del sistema, spingere tutti a più miti consigli (ossia procedere rapidamente verso una ridefinizione del mandato della BCE e istituire una politica economica comunitaria, a fianco di quella monetaria). Il default metterebbe in crisi il sistema bancario (investitori istituzionali), azzererebbe il credito, la liquidità e paralizzerebbe l’economia con una caduta netta del prodotto nazionale. E poi ci sarebbero davvero le tensioni sociali, verrebbe messa in discussione la capacità dell’Italia di continuare ad essere uno Stato. A chi conviene un default? La pressione della speculazione, chiamiamola così perchè per ogni 100 euro di debito italiano 54 sono in mano a speculatori nazionali, si sta spostando su Spagna e Francia, segno che Monti è ben percepito. E’ un inizio.

  17. donty

    Il problema è che questo tipo di società, fondata sullo sviluppo illimitato ad oltranza, è arrivata al capolinea. Il debito pubblico di tutti gli stati è stato creato in decenni per finanziare attività che altrimenti sarebbero fallite per saturazione di mercato. I subprime sono nati da lì, per sostenere l’edilizia USA che non sapeva più come vendere case… In Italia, oltre a sostenere con costi spaventosi l’industria del cemento in nome del progresso e devastando il territorio con opere faraoniche inutili, si sono allegramente sprecate cifre senza senso per mantenere privilegi di alcune categorie rispetto ad altre. Sarebbe meglio ora reinventarsi nuove regole economiche, ma gli economisti figli del boom economico e dell’industrializzazione a tutti i costi non lo sanno fare e ci trascineranno nel baratro, se non li bloccheremo prima.

  18. Alessandro

    Il governo Monti non è figlio dei mercati, ma dell’inettitudine di chi lo ha preceduto negli ultimi vent’anni, salvo Ciampi, e anche prima e di chi, noi tutti li ha eletti. La questione del deficit democratico è oziosa. L’elezione diretta del premier sta nella legge elettorale,non nella costituzione. Ma poi il ritorno alla dialettica governo (esecutivo/tecnico/politico) parlamento (legislativo/rappresentanza popolare mediata dai partiti) è democrazia, il resto è partitocrazia o berlusconismo. Questa fase restaura questa dialettica (peccato che questo parlamento non rappresenti proprio nessuno). Trovo anche stucchevoli i sospetti su Passera. Io credo che il governo Monti sia un’opportunità, come all’epoca lo è stata tangentopli. Quella l’abbiamo persa (e per abbiamo intendo abbiamo) questa sarebbe meglio di no. Quel che Monti ha detto nel chiedere la fiducia non fa una piega. Il problema non è Passera. E’ solo che se la logica è quella dei poteri forti (chi sa poi chi sono, visto che tutti i potenti, prima o poi, dicono di esserne vittima) allora siamo alla prima repubblica. Se è così presto o tardi l’italia nel baratro ci finirà.

  19. enzo

    Premettendo che non considero Passera né un guru né la miglior professionalità per il posto rivestito sia in questo momento che 3 giorni orsono, ma allo stesso tempo sono stanco di leggere perplessità sul suo ruolo di governo e il suo legame con le banche. Non pensate che se le banche volessero esercitare pressioni, come faranno, abbiano bisogno di Passera come ministro? A voi la sentenza…

  20. Piero

    Endemol al momento è posseduta da Mediacinco – società controllata congiuntamente da Mediaset e dalla sua divisione spagnola Telecinco – Goldman Sachs Capital e Cyrte Investments, i fondi di investimento dell’ex fondatore della compagnia di produzione John De Mol. Gli attuali soci, che hanno il 33% ciascuno di Endemol, l’hanno comprata nel 2007 da Telefonica per 3,46 miliardi di euro. Ma ci sono anche i creditori che hanno in mano la gran parte dell’esposizione debitoria di Endemol. Ci sono banche come Barclays e Rbs, ma ci sono soprattutto hedge funds – oltre a Canterbridge e Apollo nomi come Providence e Avenue Capital – che hanno comprato titoli di debito a sconto sul mercato.

  21. Piero

    Il governo Monti e’ il figlio della Germania, infatti appena nominato va subito da Merkel a prendere ordini, che gia’ l’Italia sa cosa deve fare per l’Europa, abbiamo un calendario di impegni rigorosi e gia’ accettati da una parte del parlamento, sicuramentevnell’inconto si parlera’ degli eurobond come da proposta i Prodi che e’ indecente, dobbiamo privarci delle riserve auree, Prodi CIA ha privato della sovranita’ monetaria, Monti ci privera’ delle riserve auree italiane, circa 100miliardi di euro, poi sicuramente possiamomfare la bancarotta. Per quanto riguarda il nostro debito formato prima del 1994, e’ stato formato con la partitocrazia, con i governi che duravano massimo sei mesi, dal 1994 in poi invece sia con il centro destra che con il centro sinistra non si e’ piu’ fatta la politica del deficit spending. Ho paura che passa l’idea che e’ preferibile ritornare al vecchio sistema e abbandonare il maggioritario voluto dal popolo.

  22. Hellies15

    Io, come (credo) tutti gli italiani, non sono certo felice che un Governo sia tenuto sotto schiaffo dai mercati, ma è bene tener presente che questo sistema economico globalizzato sono stati i nostri stessi governanti ad accettarlo nel momento in cui hanno deciso che la finanza dovesse comandare sulla politica, e non l’inverso. Oltre a questo, comunque, mi fanno ridere tutti coloro che parlano di non-democrazia con riferimento al Governo-Monti: se in questi 15 anni i partiti avessero realmente pensato al Paese non ci troveremmo ad avere questo debito, specie rapportato al nostro PIL, e probabilmente i mercati nemmeno ci toccherebbero. La democrazia “partitica”, ancora una volta, ha mostrato i suoi limiti, troppo occupata a pensare a clientele e favoritismi (quando non, addirittura, a leggi ad personam), e ancora una volta la politica si è ritrovata ad abdicare alla tecnica, la quale, bene o male, risolverà la crisi temporanea in cui la politica ci ha cacciati. E allora: siamo così convinti che questa qui non sia democrazia? Prima di gridare al complotto democratico, i partiti imparino a fare vera politica, affinché finalmente questo paese non abbia più bisogno di tecnici.

  23. Paolo Bizzarri

    “Nessuno ha obbligato i governi precedenti” come nessuno ha obbligato i creditori a sottoscrivere un titolo dotato di rischio di investimento più alto. Se ottieni un interesse più alto è perchè rischi di non rivedere il capitale.

  24. stefano monni

    Credo che la questione recente sulla scelta democratica o meno del governo Monti rappresenti un argomento sterile in questo momento di crisi mondiale per due ordini di motivi. Il primo è che forse ci dimentichiamo tutti che l’attuale sistema mondiale economico-finanziario, nato all’indomani della caduta del cd. socialismo reale, poggia sui principi propri del libero mercato e che, quindi, per forza di cose le dinamiche locali, anche e soprattutto politiche, sono stravolte. La seconda ragione è tenere in considerazione il fatto che il nostro Paese si è trovato in una situazione di scelta obbligata tra il mantenimento della cd. democrazia delle urne o il tanto temuto default. Ritengo che la scelta, sebbene indotta (più che imposta) dai mercati sia stata la più ragionevole, in attesa di capire effettivamente le iniziative che il nuovo governo adotterà.

  25. CorteSconta

    Mettiamola così: il governo Monti andava insediato ben prima perché se abbiamo una sola chance di uscire dal pantano in cui ci troviamo questa la può sfruttare solo un a compagine di competenti, preparati, privi di interessi personali. La triste verità é che sappiamo già oggi quando questo dicastero tornerà, come Cincinnato, alle proprie occupazioni e in quel momento, primavera 2013, ci troveremo in una cabina elettorale a dover operare una scelta nel solito branco di cialtroni, inetti, parolai, bugiardi e pagliacci che frequentano la politica italiana.

  26. FABIOLA

    Non è credibile questo governo così come gli altri per una ragione molto semplice: la crisi ed il rischio di default sono il prodotto di un’azione politica preordinata alla creazione della condizione di “emergenza”. La storia indica molto chiaramente che durante le situazione di tensione economica si attivano e si realizzano mutamenti totalitari delle forme di governo. Molti commentano la credibilità di Passera ( basterebbe osservare il livello del suo reddito per evitare di cadere nella trappola dell’indiscutibile competenza citata da Boeri),ma che dire dell’ammiraglio nominato alla difesa? In passato una scelta siffatta avrebbe provocato le ire dei costituzionalisti e di quanti hanno a cuore il rapporto tra la P.A. e la politica. Non si faccia l’obiezione del governo “tecnico” ovvero non politico visto e considerato che Monti ha ricevuto la maggioranza delle due Camere rappresentative non del popolo ( Vd legge “porcellum”) ma dei segretari dei partiti:

  27. gianbe

    Forse il dott. Passera è stato nominato ministro proprio su pressione della lobby bancaria; le azioni di un governo evidentemente si controllano meglio dall’interno del consiglio dei ministri piuttosto che con pressioni esterne seppur vigorose.

  28. Piero

    Non penso che dopo il fallimento dei bund tedeschi si possa parlare di manovre di bilancio per salvare l’euro. Finalmente i mercati aggredendo il debito tedesco bocciano la moneta unica cosi’ come concepita. In effetti con l’euro è come se tutti i paesi aderenti avessero un debito statale in valuta estera, quindi da pagare con moneta buona e non cattiva (inflazione), sicuramente i mercati visto l’ingente ammontare del debito di tutti i paesi euro, ritengono senza la stampa di moneta da parte della bce, il debito non rimborsabile.

  29. Piero

    Visto che non è Monyi la soluzione, subito al voto, perchè si devono prendere misure a livello europeo e non certo le possiamo fare prendere a Monti. Sicuramente si deve chiedere scusa a Berluconi, fatto cadere, perche’ l’Italia rischiava il default.

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