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DOPO LA CRISI, UNA NUOVA COSTITUZIONE PER L’ISLANDA *

Nel 2008 l’Islanda è stata travolta da un tracollo finanziario senza precedenti. Ma la crisi non era solo economica, era soprattutto politica. Una rivoluzione definita delle “pentole e padelle” ha ottenuto il cambio di governo e l’elezione di un’assemblea costituente con il compito di riscrivere la costituzione del paese. La proposta ora è pronta. Insiste su trasparenza, giustizia e lotta alla corruzione. Prevede anche la proprietà statale delle risorse naturali. Da sfruttare in modo responsabile, pensando alle generazioni future.

Dietro il clamoroso collasso finanziario dell’Islanda nell’ottobre 2008, c’era una crisi politica oltre che economica.

PENTOLE E PADELLE

La cosiddetta rivoluzione delle “pentole e padelle”, che ha determinato un cambio di governo all’inizio del 2009, ha richiesto a gran voce una nuova costituzione, anzi una nuova repubblica, che rimpiazzasse la costituzione provvisoria del 1944, adottata quando l’Islanda si separò unilateralmente dalla Danimarca occupata.
Con la richiesta di revisione della costituzione i dimostranti chiedevano a una classe politica screditata dal collasso delle banche – verso le quali era stata così vicina e generosa – di onorare una promessa per troppo tempo non mantenuta. Ma per interessi propri, la classe politica voleva che la costituzione continuasse a mantenere un sistema elettorale favorevole alle province per salvaguardare la loro sovra-rappresentazione in parlamento: i partiti si sono comportati come gruppi di pressione dei politici stessi.

ROMPERE GLI SCHEMI

La rivoluzione dell pentole e padelle ha mandato all’opposizione due partiti politici che, nel corso degli anni, avevano sempre potuto contare sulla maggioranza di voti e che erano al potere quasi senza interruzioni dal 1927, singolarmente in alleanze con formazioni minori, o insieme, uniti in una grande coalizione. C’è voluta una crisi profonda per produrre questo maremoto, una crisi che ha inflitto ai creditori, agli azionisti e ai risparmiatori, anche esteri, un costo finanziario equivalente a sette volte il Pil dell’Islanda, un record mondiale. Non sorprende quindi che la fiducia verso i politici sia ai minimi storici.
Come chiesto dai dimostranti, il governo del dopo-crack economico ha deciso di rivedere la costituzione.

 UNA CAMPAGNA ELETTORALE FUORI DAL COMUNE

L’assemblea costituente (Cac), costituita da rappresentanti rdel popolo e del parlamento, ha deciso  di invitare la popolazione a partecipare alla stesura della nuova carta costituzionale, via internet. Una decisione che ha attirato un notevole interesse dei media internazionali e che si è dimostrata vantaggiosa e priva di complicazioni. Era risaputo che la gente comune, di diversa estrazione sociale, fosse interessata, anzi appassionata, alla revisione della costituzione: altrimenti, non ci sarebbero stati 522 candidati per i 25 seggi disponibili nell’assemblea costituente. La campagna elettorale, se cosi si può chiamarla, è stata eccezionalmente civile e diversa dalle normali campagne per l’elezione del parlamento. Scarso il ricorso alla pubblicità e quasi mai a pagamento; la maggior parte dei candidati ha fatto poco o niente per promuovere la propria candidatura, al di là del postare articoli o blog su internet. I media, incluse la televisione statale e la radio, non hanno fatto molto per informare l’elettorato. I partiti politici non hanno proposto loro candidati, forse in parte perché i due principali, all’opposizione, erano fermamente contrari all’iniziativa fin dall’inizio. E anche i vari gruppi di interesse non hanno sostenuto apertamente alcun candidato.
I candidati (io ero uno di loro) si consideravano più come fautori della stessa causa che come rivali.  Nessuno dovrebbe quindi sorprendersi del fatto che il Cac abbia approvato, e presentato al parlamento, una carta costituzionale che, se confermata dal referendum nazionale, porterà a una modifica radicale della costituzione islandese.

LA PROPOSTA DI RIFORMA COSTITUZIONALE

Il testo della nuova costituzione è stata approvato dal Cac con 25 voti a favore e nessun contrario: un risultato straordinario, tanto più se si considera che le riforme proposte sono radicali sotto diversi punti di vista. La proposta mette l’accento sui controlli e i contrappesi tra i tre rami del sistema di governo così come tra potere e responsabilità. Mette l’accento su trasparenza, giustizia, protezione dell’ambiente e sullo sfruttamento efficiente e responsabile, nonché sulla proprietà statale, delle risorse naturali del paese. Si propone di eliminare la corruzione e la segretezza, senza tuttavia menzionare entrambe le parole.
Nel preambolo dichiara che “noi, popolo d’Islanda, vogliamo creare una società giusta con uguali opportunità per tutti”. Eccone alcuni punti chiave.

UNA PERSONA, UN VOTO

“I voti degli elettori di qualsiasi parte del paese avranno uguale peso”. È un punto importante perché oggi i rappresentanti in parlamento delle aree rurali sono eletti con un numero di voti di gran lunga inferiore a quello ottenuto dai loro colleghi eletti nell’area di Reykjavík, con significative conseguenze politiche ed economiche. Gli elettori saranno liberi di votare per i partiti, come adesso, o per singoli candidati in liste diverse. È anche questo un punto importante perché la corruzione è più diffusa nei paesi con distretti elettorali di piccole dimensioni e con liste di partito rispetto ai paesi dove i collegi elettorali sono grandi e dove gli elettori hanno l’opportunità di eleggere i singoli candidati.

LE RISORSE NATURALI

“Le risorse naturali dell’Islanda, che non sono di proprietà privata, sono proprietà comune e perpetua della nazione. L’utilizzo delle risorse sarà guidato dallo sviluppo sostenibile e dall’interesse pubblico. In base alla legge, le autorità di governo possono consentire l’uso o l’utilizzo di risorse o di altri beni pubblici limitati dopo attenta considerazione per un periodo di tempo ragionevole. Questi permessi saranno concessi su basi non discriminatorie e non potranno mai comportare la proprietà o il controllo irrevocabile delle risorse”.

LA NATURA E L’AMBIENTE DELL’ISLANDA

“La natura dell’Islanda è il fondamento della vita nel paese. Tutti hanno l’obbligo di rispettarla e proteggerla. L’uso delle risorse naturali sarà governato in modo da minimizzarne il depauperamento nel lungo periodo, nel rispetto dei diritti della natura e delle future generazioni”. Ciò significa che la gente comune potrà rivolgersi alla legge su materie di danno ambientale.

IL DIRITTO ALL’INFORMAZIONE

“Le informazioni e i documenti in possesso del governo saranno rese disponibili senza omissioni e la legge garantirà l’accesso a tutti i documenti raccolti o prodotti dagli enti pubblici”. Questo articolo è finalizzato a eliminare la pervasiva cultura della segretezza nella pubblica amministrazione.

NOMINE DI FUNZIONARI PUBBLICI

“La nomina dei funzionari pubblici sarà decisa sulla base delle competenze e di criteri oggettivi. I ministri provvederanno alle nomine secondo la legge, seguendo le raccomandazioni di un comitato indipendente. Se un ministro non procederà alla nomina di uno dei candidati più qualificati, la nomina sarà subordinata all’approvazione dell’Althing (il parlamento islandese), dove dovrà ottenere una maggioranza dei due terzi dei voti”. Il comitato indipendente ha lo scopo di mettere fine a nomine ministeriali di persone incompetenti per incarichi di rilievo.

AGENZIE INDIPENDENTI

“La legge deve garantire una particolare indipendenza alle agenzie dello Stato che svolgono importanti funzioni di regolamentazione o che raccolgono informazioni necessarie alla società democratica. L’attività di tali agenzie non può essere interrotta, modificata significativamente o affidata ad altre agenzie se non attraverso un atto di legge approvato da una maggioranza di due terzi dell’Althing”. Questo articolo trae origine dalla decisione presa dal governo nel 2002 di abolire l’Istituto nazionale di economia sulla base, tra l’altro, della considerazione che l’analisi economica prodotta dalle banche commerciali fosse più che sufficiente.

E ORA CHE SI FA?

Il primo ministro ha dichiarato che la proposta del Cac sarà sottoposta a referendum contemporaneamente allo svolgimento delle elezioni presidenziali a metà 2012. Il presidente della Repubblica ha invece sostenuto che il referendum deve svolgersi prima delle elezioni presidenziali, perché la proposta modifica il ruolo del presidente. Forze politiche potenti, che si oppongono in particolare alla parità di voto e alla proprietà statale delle risorse naturali, vogliono che la proposta sia accantonata. Se, pur contro tutte le previsioni, questo dovesse accadere, la gente si riverserà nelle strade battendo su pentole e padelle? Sanno come si fa, l’hanno già fatto in precedenza.

* L’autore è uno dei venticinque eletti nell’assemblea costituente chiamata a scrivere la nuova costituzione dell’Island

Testo raccolto e tradotto da Isabella Rota Baldini

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MA LA CREDIBILITÀ NON È TUTTO

  1. P. Magotti

    Questo stato per quanto mi riguarda è stato spuntato dalla lista dei paesi civili, una decisione di default unilaterale, senza discutere possibili soluzioni intermedie con i creditori, o sacrifici per la popolazione, come nel caso Grecia, non può dirsi più uno stato civile. Pagate i vostri debiti, questa è l’unica cosa etica dovete fare.

  2. Balu

    Onore al popolo islandese .. Ha dimostrato umanità e soprattutto si e rivoltata pacihicamente contro la federal reserve il vero ed unico male dell’economia mondiale… Ha nazionalizzato le banche in modo che i soldi venissero stampati senza interessi .. I cittadini hanno riscritto la costituzione… Mondo ribelliamoci contro la federal reserve che da tanto tempo rende schiavi i cittadini di tutto il mondo …. Wake up people!!!! Allego un video fantastico che spiega alla perfezione come funziona veramente il sistema monetario

  3. Francesco R.

    Mi sembra che però i cittadini islandesi, protagonisti di questa rivoluzione taciuta dai mass media, siano solo responsabili di aver eletto qualche rappresentante poco corretto e molto corrotto. Il processo di legislazione popolare attuato è unico al mondo e merita rispetto. Il problema sono sempre gli uomini sempre più spesso distorti dai propri interessi che finiscono per rovinare la vita ad una popolazione.

  4. Osvaldo Forzini

    Guardo alla “vicenda islandese” con molta simpatia, mi auguro che abbia un lieto fine e dobbiamo prendere le lezioni che ci insegna. Detto questo, occorre anche “delimitare” la questione?: stiamo parlando di un popolo di 320mila persone, difficile pensare di poter esportare quel modello in paesi ben più grandi. Nel merito, attendiamo il concreto. Un articolo costituzionale come questo: “La natura dell’Islanda è il fondamento della vita nel paese. Tutti hanno l’obbligo di rispettarla e proteggerla. L’uso delle risorse naturali sarà governato in modo da minimizzarne il depauperamento nel lungo periodo, nel rispetto dei diritti della natura e delle future generazioni” è bellissimo, condivisibile e quasi “scontato” per ogni paese civile, però per ora sono solo “parole”, deve essere riempito di contenuto, vediamo cosa succede quando (per es.) non tagliare alberi potrebbe voler dire mandare a casa dei boscaioli, o non costruire alberghi e residence creare problemi di occupazione. Auguri

  5. ivan beltramba

    L’Islanda ha 320.000 abitanti, di cui la metà a Reykjavik. Se non si conoscono tutti poco ci manca. Noi abbiamo 31.000 Euro di debito pubblico a testa, loro avevano 500.000 Euri a testa. Risorse naturali: no petrolio, no uranio, no carbone, no oro nè diamanti, niente foreste, quasi solo pesce. Però non è detto che non funzioni. Una ventina di anni fa venne eletta Presidente la leader del “Partito delle donne islandesi”, ignoro se il partito esista ancora, però era interessente e complicatino il sistema elettorale, con 1°, 2° e 3° voto, che fu quello che prevalse. Non hanno Forze Armate nè industria automobilistica. E se non sbaglio danno ancora la caccia a foche, delfini e balene. Non mi meraviglia che i partiti “storici” frenino sulla nuova Costituzione: motivo in più per approvarla e tenere controllata la situzione. In bocca al lupo islanda!!

  6. Matteo

    “Gli elettori saranno liberi di votare per i partiti, come adesso, o per singoli candidati in liste diverse. È anche questo un punto importante perché la corruzione è più diffusa nei paesi con distretti elettorali di piccole dimensioni e con liste di partito rispetto ai paesi dove i collegi elettorali sono grandi e dove gli elettori hanno l’opportunità di eleggere i singoli candidati.” Credo che l’Islanda ci confermi la necessità di una legge elettorale che introduca, oltre alle preferenze, il sistema del Voto Singolo Trasferibile, o perfino quello del Voto Alternativo. Si veda sull’argomento, ad esempio, l’articolo sul sito http://www.pietroichino.it/?p=13475.

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