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SHOCK, PAURA E RECESSIONE*

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Nel grafico, la volatilità implicita giornaliera del mercato azionario americano (Indice Vix, comunemente conosciuto come “indice della paura finanziaria”)

La crisi del debito americano ed europeo di questi giorni ha generato una fortissima incertezza economica. L’indice Vix di volatilità del mercato azionario, un importante indicatore di misura dell’incertezza economica, è balzato a livelli che non si erano visti dalla crisi del 2008.
La volatilità del mercato azionario è ora così elevata da aver raggiunto gli stessi livelli che si erano osservati dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre
, periodo di incredibile incertezza politica ed economica.
Ho studiato 16 shock dovuti all’incertezza – eventi quali l’11 settembre, la Crisi dei missili di Cuba, l’assassino di JFK, e l’unica cosa certa è che portano a forti recessioni di breve periodo.
Quando le persone sono incerte sul futuro, aspettano senza fare niente. Le imprese
non assumono nuovi dipendenti né investono in nuovi impianti se sono incerte sulla domanda futura. I consumatori non acquistano nuove auto, Tv, né ristrutturano la casa se sono incerti sul loro prossimo stipendio. L’economia si blocca mentre tutti aspettano.
Basandomi sulla mia ricerca, prevedo un’altra breve ma acuta contrazione dell’1 per cento verso la fine del 2011
, con una ripresa nella primavera del 2012.
Questa ricerca guarda all’impatto medio dei 16 shock precedenti per stimare l’impatto degli shock futuri. Solitamente, questi portano a riduzioni della crescita
attorno al 2 per cento immediatamente dopo lo shock, con una ripresa nei successivi sei mesi, quando l’incertezza diminuisce.

Per saperne di più:
Alexopoulos, Michelle and Jon Cohen (2008). “
Uncertainty and the credit crisis”, VoxEU.org, 23 December.
Bernanke, Ben (1983), “Irreversibility, Uncertainty and Cyclical Investment”, Quarterly Journal of Economics
98(1): 85-106.
Bloom, Nicholas (2008). “
Will the credit crunch lead to recession?” VoxEU.org, 4 June.
Bloom, Nick (2009), “
The Impact of Uncertainty Shocks”, Econometrica, May 623-685.

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  1. mirco

    Queste previsioni cosi asettiche non servono a nulla. La paura dl futuro si sconfigge con una visione nuova, una nuova prospettiva per il mondo. Jeremy Rifkin ad esempio ha una visione dello sviluppo senza petrolio.Latouche parla di decrescita come di una prospettiva positiva. Basta con i matematici e gli statistici che governano le borse senza preoccuparsi dell’economia. e occorrono politici lungimiranti…

  2. Alessandro Pagliara

    Niente che accomuni i lunghi periodi post – shock?

  3. Hans Suter

    E’ ridicolo parlare di crisi del debito USA. Tanto è vero che abbiamo avuto dopo l’abbassamento del rating una fuga dalle azioni in treasuries US con un conseguente abassamento degli interessi (talmente in crisi questo debito che vanno giù gli interessi!) Quel che è vero è che non c’è domanda aggregata che può e deve essere finalmente fornita solo dal governo con ulteriore indebitamento (gli USA non possono fallire, possono creare dollari a volontà). Per risolvere il problema europeo invece serve crescità in periferia e un accordo politico sulla natura e il futuro della EU.

  4. enzo

    Sarebbe ora che gli economisti inizino a chiedersi cosa davvero c’è che non va. Ostinarsi a credere che il mondo ogni tanto impazzisce ma prima o poi tutto torna come prima e i modelli economici tornano a trionfare non sembra portarci molto lontano. Bisogna ritornare a considerare l’economia come una scienza sociale da affrontare con tanto buon senso e spirito di osservazione piuttosto che come nuova religione con i suoi comandamenti. Nel particolare credo che le crisi non siano tutte uguali. C’è differenza se i tuoi affari vanno male perché hai litigato col vicino o è morto il nonno rispetto a quando nessuno ti vuol fare credito visto che quei soldi sono destinati ad essere consumati e pure i tuoi dipendenti vanno a fare la spesa da un’altra parte.

  5. Samuele

    Solo shock, paura immotivate portano agli effetti descritti, ovvero transitoriamente negativi (1 semestre). Diversa e nuova è la situazione in cui le dinamiche di fondo ripulite dagli shock momentanei sono depressive. Diciamo semplicemente che non sappiamo il perché. Forse una bolla esagerata ci ha provocato una indigestione peggiore del solito! E se quella bolla in realtà fosse solo un metodo adottato da tutta la collettività, senza evocare dietrologie, per ritardare i sintomi di un processo recessivo dell’occidente che continua già da diversi anni?

  6. Anonimo

    Forse la crisi riguarda il potere di acquisto da parte della domanda effettiva invece il potenziale di risparmio risulta adeguato all’andamento dei mercati finanziari,comunque si spera sempre in una crescita dell’economia generale, il tutto in piena fiducia delle autorità che si occupano dell’economia e quindi del benessere economico di tutti…

  7. Dario

    La matematica frattale di Mandelbrot e leggesse il Cigno Nero di Taleb ce lo hanno detto: non si può prevedere nulla del futuro basandosi su dati passati! Questo tipo di previsione probabilistica può rivelarsi esatta solo su distribuzioni di probabilità gaussiane. Lasciamo perdere gli economisti. Ricordiamoci che dobbiamo a loro il dogma dell’eterna crescita. Non hanno previsto nulla di ciò che è accaduto!

  8. etica-mente

    Esistono 2 evidenti problemi : uno è quello del debito eccessivo, l’altro quello della crescita. Tali problemi sono globali, ma, guarda caso, anche italiani. Finora ha prevalso la ricetta americana, ossia stimolare in tutti i modi l’economia affinchè il rapporto deficit/pil diminuisca, in altri termini agire sul denominatore. Questa ricetta ha dimostrato di funzionare solo nel breve termine, mentre i problemi strutturali vengono rimandati sine die. Quando poi per necessità (una o più guerre, una recessione, una difficoltà delle banche, la disoccupazione etc) si attua una manovra espansiva non si fa altro che aggravare il debito. E’ dimostrato ormai da un decennio che non veniamo più fuori da questa situazione, anzi, proprio per ciò che si è detto, tutto si aggrava perchè il debito continua ad aumentare ed è sempre più difficile aggredirlo. Può essere giusto tenere artificialmente bassi i tassi di interesse come si fa negli USA ed in Europa al fine di aiutare i Paesi indebitati a rientrare in canoni più sostenibili ma tutto questo non porterà a nulla finchè il debito non verrà effettivamente e drasticamente ridotto. Come? Diminuendo le spese e solo successivamente tassando.

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