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I NUOVI NUMERI DELLA MANOVRA

La manovra è stata potenziata sul piano numerico, non su quello dell’efficacia. A regime gli aumenti delle tasse contano per il 60 per cento dell’aggiustamento e sono regressivi. Questo potrebbe accentuare gli effetti recessivi della manovra riducendone l’impatto sui conti pubblici. Legittimo interrogarsi sulla fattibilità politica di questi inasprimenti fiscali che andranno a colpire soprattutto i ceti più deboli mentre i parlamentari si sono concessi un nuovo sconto nei tagli ai loro compensi. Le stesse coperture dei tagli a Regioni ed Enti Locali sono discutibili. Continuano a non esserci misure per lo sviluppo.

L’instabilità politica, il potenziale coinvolgimento di uno dei più stretti collaboratori del Ministro dell’Economia in episodi di corruzione e una manovra insufficiente e mal congegnata hanno scatenato una crisi di credibilità che ha portato a massicce vendite dei nostri titoli di stato. Il divario fra il rendimento dei Btp e dei Bund tedeschi si è pericolosamente allargato. Abbiamo pochi mesi di tempo per evitare che questa crisi di credibilità provochi un brusco aumento degli oneri sul debito pubblico. Basterà il voto di Camera e Senato su una manovra potenziata nelle cifre a rassicurare i mercati? Bene sperarlo, ma più prudente prepararsi al caso in cui la manovra non fosse ritenuta ancora sufficiente. Anche perché rimangono aperti non pochi interrogativi.  

IL QUADRO D’INSIEME
La tabella qui sotto documenta i nuovi numeri. La manovra è stata potenziata. Vale adesso quasi 48 miliardi, 8 in più che nella versione originale. Inoltre c’è un miglioramento, pur marginale, già nel 2011 e 2012. Bene. Tuttavia questo ampliamento della manovra avviene tutto sul lato delle entrate principalmente con l’aumento delle accise sulla benzina, dell’imposta sul deposito titoli, il ticket sulla sanità e il contributo di solidarietà sulle pensioni. C’è anche un mini-condono: riguarda le liti di importo non superiore ai 20000 euro. A regime il 60 per cento della manovra grava sulle entrate. Il contributo delle entrate sarà ancora maggiore se gli enti locali si rifaranno dei tagli ai trasferimenti aumentando le imposte locali. Si noti che nei documenti presentati alle autorità europee, il Governo si era impegnato ad un aggiustamento “prevalentemente sul lato della spesa”. Non sapevamo che prevalentemente volesse dire circa un terzo.
La delega fiscale rimane imprecisata nei contenuti (per usare un eufemismo). Ma adesso c’è una “clausola di salvaguardia”: se non venisse esercitata entro il settembre 2013 si procederà ad un taglio automatico del 5 per cento di agevolazioni e deduzioni Irpef e Iva, a scapito soprattutto delle persone con redditi più bassi. Il taglio salirebbe al 20%  nel 2014. Sono più tasse e sono regressive. Discutibile la fattibilità politica di un’operazione di questo tipo alla luce delle accresciute disuguaglianze di reddito e degli effetti del calo del reddito disponibile delle famiglie sui consumi. L’impatto recessivo della manovra potrebbe essere più pesante, rendendola anche meno efficace nel migliorare i conti pubblici (per via delle minori entrate e maggiori spese associate a una crescita inferiore alle previsioni).
Vediamo rapidamente le principali novità introdotte dal maxiemendamento, che ci ha restituito l’ennesima incomprensibile legge di bilancio.

Tabella riassuntiva manovra finanziaria *

Dati in miliardi di euro

2011

2012

2013

2014

Maggiori entrate

2,3

6,5

13,3

28,8

di cui

   imposta deposito titoli

0,7

1,3

3,8

2,5

tasse sui giochi

0,4

0,5

0,5

0,5

accise benzina/tabacchi

0,0

2,1

2,0

2,0

  IRAP su banche/assicurazioni

0,0

0,9

0,5

0,5

taglio agevolazioni fiscali (1)

0,0

0,0

4,0

20,0

altre(2)

1,2

5,9

6,5

7,3

Minori spese

-0,1

-1,0

11,1

19,1

di cui

sanità

0,0

0,0

2,5

5,0

altri trasferimenti EELL(3)

-0,4

-0,4

3,5

7,4

pensioni

0,0

0,6

1,1

1,1

pubblico Impiego

0,0

0,0

0,0

0,6

ministeri

0,1

1,7

4,4

6,0

altre (4)

0,2

-2,9

-0,4

-0,9

TOTALE

2,2

5,5

24,3

47,9

Contributo entrate %

103,6

118,9

54,5

60,

Un segno negativo su minori spese significa che le spese aumentano


SANITÀ
A partire da oggi, i cittadini non esenti dovranno pagare un ticket di 10 euro su ogni ricetta per prestazioni di specialistica ambulatoriale (visite mediche specialistiche, esami di laboratorio, accertamenti di diagnostica per immagini). Il ticket di 10 euro si aggiunge al ticket sulla prestazione, rendendo così spesso più costoso per il paziente ricorrere alle strutture pubbliche anziché rivolgersi direttamente ai centri privati. Il provvedimento era già stato inserito nella finanziaria del 2007 ma non era mai stato applicato posto che fino al giugno scorso lo Stato aveva garantito la copertura dei mancati oneri. Ci saranno inoltre 8 miliardi in meno (7,95 milioni) per il Servizio sanitario nazionale nel 2013-2014, che si aggiungono alle manovre già disposte con la legge 122/2010.
Purtroppo non è prevista nessuna liberalizzazione per le professioni sanitarie: un emendamento approvato al senato sembra escludere dai provvedimenti di liberalizzazioni tutte le professioni sanitarie. Quindi non ci si può aspettare un miglioramento della qualità dei servizi che potrebbe in parte compensare i maggiori costi per i cittadini.

PENSIONI
Diminuisce ulteriormente la platea di coloro cui verrà ridotta l’indicizzazione delle pensioni. Da 3 milioni, scenderanno a 700.000 i trattamenti oggetti di taglio. Come mostrato nella nuova tabella, i risparmi di questa misura sono a questo punto davvero esigui. Per compensare queste maggiori spese si ricorre a tasse sulle quiescenze più alte e all’anticipazione dell’entrata in vigore dei nuovi coefficienti di trasformazione. Complessivamente, più tasse e meno tagli di spesa in questo comparto, a saldi invariati. Le pensioni  continuano a essere in gran parte escluse dalla manovra: risparmi dello 0,4 per cento, quando per molti beni pubblici sono superiori al 10 per cento. La nostra spesa pubblica diventerà ancora più squilibrata a favore delle pensioni.

ENTI LOCALI
Sono eliminati i tagli agli enti locali (ma non quelli alle Regioni, al di fuori della sanità). Si tratta di una riduzione dei tagli, dunque di un aumento spesa, di 700 milioni nel 2013 e di 1400 milioni nel 2014. I minori tagli sono coperti con una riduzione dei rimborsi delle imposte. Anche in questo caso, dunque, si sostituisce un taglio alle spese con un incremento nei fatti delle imposte, con l’aggravante che non è dichiarato e lede un diritto dei cittadini, cioè che chi ha pagato più del dovuto venga rimborsato.
I criteri per la definizione dei Comuni virtuosi (esenti dall’applicazione dei vincoli del Patto di Stabilità interno)  sembrano meno improvvisati di quelli precedenti (che riducevano le auto blu e le rappresentanze all’estero, una scelta priva di impatto per i comuni più piccoli) ma restano i problemi di fondo. Come si fa a calibrare la virtuosità all’adesione della spesa ai fabbisogni e costi standard quando questi ancora non esistono e non si sa come verranno formulati?
Inoltre la nuova norma non spiega quale è il peso relativo dei 10 criteri introdotti per definire i Comuni virtuosi. Con tanti criteri e la libertà di dare loro l’importanza relativa che si vuole, si può davvero diventare virtuosi molto facilmente.

IMPOSTA SUI DEPOSITI TITOLI
L’imposta sui depositi titoli è ora proporzionata ai patrimoni. Si presenta dunque come una vera e propria patrimoniale mobiliare destinata a rimanere nel corso del tempo. Ci si può continuare ad interrogare sul significato di questa operazione in un momento in cui si dovrebbe incoraggiare gli italiani a comprare titoli di Stato. Ma almeno la tassa è meno regressiva.

DOVE SONO LE 16 AZIONI PER LO SVILUPPO?
Il Ministro Tremonti nel presentare la manovra al Senato ha parlato di 16 azioni per lo sviluppo contenute nella manovra. Francamente non le vediamo. Forse si riferiva alle 14 misure del Piano Nazionale delle Riforme già criticato dalla Commissione Europea perché poco ambizioso e troppo vago. E le altre due azioni? La liberalizzazione degli ordini professionali è stata bloccata dagli avvocati-parlamentari e ministri della maggioranza. Le lobby escono allo scoperto.  Del sostegno agli startup si è già scritto. Era già nel decreto sviluppo. Qui ci sono solo risparmi sulla cifra stanziata in quella occasione. Ed è legittimo avanzare seri dubbi sull’efficacia di questa misura. In Italia nascono molte imprese: i tassi di natalità sono più o meno in linea con quelli degli altri paesi Ocse. Il problema è che queste imprese, poi, non crescono. Per rimuovere i vincoli alla crescita delle imprese bisognerebbe fare tante cose, tra cui avere mercati finanziari che funzionano meglio. E questa manovra si muove nella direzione opposta. Spingerà molti italiani a chiudere i depositi titoli e tenere ogni risparmio sul conto corrente (una compensazione per le banche colpite dall’inasprimento Irap?).

L’ENNESIMO SCONTO NEI TAGLI ALLA POLITICA
Mentre il conto da pagare per le famiglie italiane è salito, i parlamentari si sono concessi un ulteriore sconto nei tagli ai loro compensi. Guadagneranno 12,000 euro in più all’anno che nella precedente versione della manovra. Come noto, i tagli ai compensi vengono rinviati alla prossima legislatura, il che è un potente incentivo a tenere questa in vita più a lungo possibile. L’unico modo per rimediare consiste nel tagliare il monte salari complessivo moltiplicando i compensi medi dei parlamentari nell’area Euro (tutti i paesi!) per 300, un numero di parlamentari in linea con il rapporto fra eletti e votanti delle democrazie consolidate (link Boeri-Galasso).
L’impressione è che il Governo abbia pensato a rendere la manovra digeribile dai deputati della maggioranza anziché accettabile dagli italiani e comprensibile agli investitori. Comunque vada è una scelta indicativa: offre una misura degli orizzonti che si è dato questo esecutivo.

*
(1) Clausola salvaguardia delega fiscale
(2) Ticket sanità, contributo solidarietà pensioni, aumento accise,  lotta ad evasione etc.
(3) Al netto di dotazione fondo trasporti
(4) Provvedimenti “sviluppo”, dotazione Fondo ISPE,  riduzione finanziamento partiti etc.

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12 commenti

  1. franco.benincà

    A mio giudizio siamo di fronte all’ennesima incertezza italiana. L’esecutivo, vicino alla scadenza elettorale, ben si guarda da mettere in essere decisioni di politica economica strutturale che siano contro il consenso elettorale: inoltre pone condizioni sospensive di realizzazione di drastici tagli allo realizzarsi di altre riforme (quelle previdenziali). Rafforza entrate che già a livello decentrato e, sempre per ragioni elettorali, non sono attuate (ticket sanitari e rifiuto dei governatori). Si crea un clima di incertezza ed attesa che a ben vedere va a favorire i cosiddetti speculatori (le uniche persone che sanno far bene i loro conti). Il tutto con il senso di responsabilità di un’opposizione che tacitamente approva e poi ne critica l’operato chiedendo le dimissioni del governo… la democrazia è scelta, anche se questa è dolorosa ed i soli soggetti che possono approvare o meno tali scelte, sono gli elettori (a meno che non vogliamo globalizzare anche i sistemi elettorali).

  2. Nicole Kelly

    Siccome mio marito è un pensionato ho guardato le tabelle delle ipotesi di riduzione dell’indicizzazione e ho trovato nel vostro commento una frase che mi sembra la prova che ormai non solo la politica è in un loop senza fine (cerchiamo di salvare la cadrega ad ogni costo), ma lo siete anche voi quando scrivete “I risparmi lordi (senza tenere conto delle minori tasse incassate dall’erario)”. Scusate, ma le tasse incassate dall’erario sulle pensioni erogate dallo stato non sono sempre prelevate da chi lavora e produce come la sottoscritta? Allora non sarebbe meglio erogare le pensioni già nette senza gravare su chi produce per la parte che poi andrà alla stato come tasse? Il fabbisogno non sarebbe minore? Paro subito una vostra obiezione: che ci sono alcuni che cumulano il reddito da pensione con altri introiti e quindi, data la progressività fiscale imposta della costituzione, questi non verrebbero giustamente tassati. Ora, visto che non tutti i pensionati lavorano, anche se le pensoni venissero erogate al netto come assegno alimentare non tassato, non credo che il danno per uno stato disastrato sarebbe enorme. Voi che ne dite?

    • La redazione

      C’E’ GIA UN PRELIEVO ALLA FONTE PER LE PENSIONI. LA NOTA VOLEVA SOLO PRECISARE CHE QUANTO SI TAGLIANO GLI IMPORTI LORDI DIMINUISCONO ANCHE LE TASSE. QUINDI L’EFFETTO NETTO SUI CONTI PUBBLICI E’ MINORE.

  3. Olga Sgro

    Eppure nonostante il pattume che siede nei palazzi, prendendosi gioco degli italiani, solo pochi si indignano. Ritengo che ormai i tempi siano maturi per una grande manifestazione pacifica prendendo esempio dagli ” ndignados” spagnoli. Non bastano più le parole ci vuole un segnale forte perchè siamo saturi. UNITI NELLA PROTESTA!

  4. Marcello Battini

    E’ così dannosa all’interesse del Paese che sarebbe stato preferibile non fare niente. Si dichiara e ci s’impegna con l’Europa, ad agire sul taglio delle spese, poi si ramazzano soldi dfove già ce ne sono pochi. L’opposizione critica, ma intanto boicotta il tentativo d’abolire le Provincie. Siamo alla vigilia di una non ancora dichiaratsa tornata elettorale e maggioranza ed opposizione si passano il cerino, ma i mercati sanno e non perdonano. Non dico altro, anche se vorrei dire molte altre cose. Non penso che siamo nelle mano d’incompetenti (anche), ma di disonesti sicuramente.

  5. MARIO MERONE

    Un vero schifo ed una vergogna per tutti i nostri politici. Chiedono i sacrifici e li pretendono dalla povera gente, dai pensionati, da chi ha basso reddito. Non toccano i loro stipendi, non dimezzano e non riducono il numero degli onorevoli, non perseguono chi veramente, e sono tantissimi, rubano miliardi come fossero noccioline. Uno schifo! Vedi gli scandali dei politici di qualsiasi appartenenza.

  6. Vincesko

    I capitali in possesso degli speculatori sono megagalattici. Quattro giorni di scambi sui mercati finanziari, pari a 4.000×4=16.000 mld, equivalgono a più di un anno di scambi di beni e servizi (stimati in un anno in 15.000 mld). La soluzione è soprattutto politica, in ambito UE, non solo economica. La manovra correttiva 2010 Tremonti-Sacconi ha tagliato della metà la spesa per i precari della PA e procrastinato di 12 mesi l’erogazione della pensione, anche per i 65enni inattivi (a reddito zero), e tagliato di ben il 75% la spesa sociale delle Regioni e dei Comuni. E tutto ciò mentre né i miliardari come Berlusconi, Ferrero, Del Vecchio; né i milionari come Tremonti, Passera, Profumo, Montezemolo; né gli abbienti come Sacconi stanno pagando un solo centesimo. Va bene tagliare le pensioni (sopra i 2 mila €, spero), ma io suggerirei anche di eliminare lo scandalo del doppio stipendio ai magistrati posti fuori ruolo e passati ad altro incarico, per un costo complessivo annuo di ben 20 mln!

  7. enrico dalfiume - giornalista -bolzano

    I mercati (estratto per dire gli speculatori – astratti perche’ non si vedono, non perche’ non ci siano…) non hanno dato fiducia ad un governicchio retto su ricatti incrociati, sgangherati tentativi di salvare il signor B. senza nessuna coesione politica e senza un preciso piano economico a medio termine. Grava poi l’odiosa casta , che in nome di se stessa, tartassa i cittadini /sudditi mantenendo intatti privilegi ereditati da cinquant’anni di democrazia cristiana e i suoi degni alleati. Il nodo e’ il costo della politica, le non decisioni circa le province, le collusioni tra potere e criminalita’! Per oggi , mi pare basti…

  8. Luigi Bernardi

    Ottimo, soprattutto perché ricorda che oltre alla usuale sovrastima degli effetti facciali, la manovra provocherà una flessione del Pil e delle entrate pubbliche. Calcolando in 35 miliardi il valore effettivo ex ante della manovra, si può a prima vista supporre che l’effetto recessivo sul Pil sia di circa 2 punti, a cui ne corrisponde uno di maggiore deficit. A conti fatti, si arriva al 2014 con un deficit di circa 2,5 punti e un minor Pil dello stesso ammontare.

  9. Francesco Burco

    Anche il buon senso della massaia avrebbe suggerito un taglio della spesa improduttiva( accorpamento di comuni, eliminazione province e comunità montane, etc), dei privilegi corporativi (abolizioni ordini, titoli di studio, etc). Magari spendendo qualche soldo per ammortizzatori sociali che avrebbero dato il giusto di flessibilità ai giovani per una grande riconversione in senso produttivo (orientata al mercato e dal mercato) della struttura Italia. Un recupero netto sulla grande e media evasione, e una riduzione delle tasse a partire da quelle sul lavoro. Discorsi triti e ritriti. L’analisi piuttosto dovrebbe finalmente spiegarci e farci prendere consapevolezza sul perchè in Italia le cose banali che un qualunque governo di destra o sinistra farebbe sono invece semplicemente impossibili? Secondo me è il frutto avvelenato di una delle peggiori generazioni che il bel paese abbia mai espresso: la generazione gianni morandi che ha comandato e tutt’ora in parte comanda un paese decrepito che è arrivato a un livello tale di incrostazioni e privilegi e diritti acquisiti che anche la speranza non abita più da queste parti.

  10. sigieri

    Questa manovra aggraverà la distribuzione strutturale dei redditi nel paese -aumenterà il numero dei poveri e dei quasi-poveri e diminuirà il loro reddito spendibile, mentre ancora una volta le classi più ricche saranno toccate in maniera non significativa; risultato: effetti deflattivi e caduta ulteriore dei consumi, coesione sociale fortemente compromessa. Si pensa di vendere ora i gioielli di famiglia: le partecipazioni in Enel, Eni, Telecom, ecc , senza avere definito prima quali siano i settori strategici per l’economia del paese in cui è necessaria la presenza dello Stato, ripetendo l’errore fatto con lo smantellamento acritico delle vecchie PPSS, dai governi di centrosinistra .Altro aspetto inquietante il fatto che alcuni contenuti della manovra sono “aperti”,ogni giorno sul giornale si scoprono novità. (per es.il ritorno dell’Irpef sulla 1.a casa) E poi il timing di realizzazione; non si poteva fare peggio. Mi meraviglio che il centrosinistra, in nome di una solidarietà nazionale a senso unico, abbia lasciato passare questo papocchio. Stiamo finendo tutti in un vicolo cieco.

  11. Arnese Rinaldo

    Come prevedibile, il Governo per recuperare liquidità si attacca ai soliti redditi fissi. Nulla di scontato. Vorrei, a mio modesto avviso, suggerire di recuperare almeno una parte a quanto serve alla manovra e non solo tasse ai soliti ma: vendita degli immobili ed aree ad uso militare dismessi; aumento considerevole del costo delle sigarette. Chi fuma, le compera in ogni modo. Ici a tutti gli immobili delllo Stato del Vaticano ubicati nel territorio italiano. Cancellazione dell’8 per mille allo Stato del Vaticano; ripristinare la “case chiuse” con tassazione degli introiti; mettere in atto il conflitto di interessi. Ogni cittadino potrà esporre nella dichiarazione dei redditi le spese sostenute mediante ricevute e/o scontrini. I titolari di Immobili e beni di lusso dovrebbero dimostrare la provenienza dei capitali investiti; gli accertamenti della GdiF e Agenzia delle Entrate laddove risultino evasioni, le stesse siano recuperate dopo l’eventuale unico ricorso; immediata confisca dei beni sequestrati; stipendi ai parlamentari non superiori alla carica del Procuratore della Repubblica. Cancellazione del Senato. Mandati, solo 2 legislature poi tutti a casa. Elezioni dirette.

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