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UNA LETTERA DEL COMMISSARIO GOVERNATIVO SUL PALAZZO DEL CINEMA *

L’articolo del professor Francesco Giavazzi ospitato su lavoce.info ricostruisce in maniera ampia e dettagliata l’intera vicenda del Nuovo Palazzo del Cinema e dei Congressi del Lido di Venezia. Purtroppo la ricostruzione è anche viziata da una serie di inesattezze e imprecisioni che impongono qualche replica: non fosse altro che per la riconosciuta autorevolezza dell’autore dell’articolo.

I PUNTI CONTROVERSI

Per semplicità espositiva, riporto tra virgolette le affermazioni del prof. Giavazzi che ritengo prive di fondamento e a ciascuna associo la mia replica, scusandomi per la pedanteria.

1. “Nel 2006 il Governo si impegnò a cofinanziare l’opera nell’ambito delle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia con un contributo di circa 40 milioni”.
La realizzazione del Nuovo Palazzo del Cinema e dei Congressi venne dichiarata “grande evento”, insieme ad un’altra serie di opere, solo con l’emanazione del decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 23 novembre 2007 e il contributo dello Stato venne determinato in 20 milioni.

2. “Il comune di Venezia acquistò il vecchio ospedale del Lido sotto la regìa del commissario”.
L’acquisto fu effettuato l’1 dicembre 2008 dal comune in perfetta solitudine e il commissario delegato non ha potuto svolgere alcuna regìa essendo stato nominato successivamente all’acquisto (con ordinanza del presidente del Consiglio n. 3746 del 12 marzo 2009).

3. “La gara per la vendita dell’ospedale al mare fu indetta con tempi brevissimi, meno di tre mesi, in modo da rendere pressoché impossibile la partecipazione di grandi gruppi immobiliari esteri”.
La gara è stata preceduta da una sollecitazione di manifestazioni di interesse, pubblicata sui principali quotidiani nazionali, alla quale hanno dato risposta 11 soggetti, anche non nazionali.

4. “Del prezzo di vendita 32 milioni sarebbero andati alla Ulss”.
La somma destinata alla Ulss è pari al prezzo d’acquisto dell’Ospedale al mare da parte del comune: 27 milioni.

5. È un “errore procedurale che esista un commissario senza che vi sia nessun motivo di emergenza”.
Non si tratta di un errore procedurale. La dichiarazione di “grande evento” e la conseguente nomina del commissario sono intervenute nel pieno rispetto di una legge dello Stato, vigente allora come ora (comma 5, art. 5 bis, del decreto legge 7 settembre 2001 n. 343 convertito nella legge 9 novembre 2001 n. 401), che consente di fare l’una cosa e l’altra, in analogia a quanto accade per le emergenze di protezione civile.

6. È un “errore procedurale che al commissario vengono accordati pieni poteri su tutto il Lido”.
I poteri del commissario si riferiscono ai soli interventi che abbiano una connessione funzionale, ambientale, urbanistica o territoriale con il programma di riqualificazione dell’isola del Lido, oggetto dell’intesa tra Stato, Regione e Comune intervenuta nel 2007. La connessione è stabilita dalla Conferenza di servizi, alla quale partecipano tulle le amministrazioni pubbliche interessate.

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7. È un “errore procedurale la distrazione di risorse Ulss per finalità non sanitarie”.
Non c’è stata alcuna distrazione. Le risorse Ulss sono unicamente quelle costituite dai proventi derivanti dalla vendita dell’ex Ospedale al mare al comune (27 milioni) e la Ulss non potrà usarle altro che per i propri scopi istituzionali. Le restanti risorse costituiscono il risultato della mutata destinazione d’uso e della conseguente valorizzazione di un bene ora di proprietà del comune che ne potrà disporre unicamente per la realizzazione del Palazzo del Cinema.

8. “Il sindaco di Venezia si è sempre opposto”
Tutte le decisioni sono state prese dalla Conferenza di servizi con il voto favorevole di tutte le amministrazioni pubbliche competenti, compreso il comune di Venezia.

9. “Non prima di aver speso 37 milioni si sono scoperti nel sottosuolo dell’area rifiuti in amianto”.
In realtà i rifiuti si sono scoperti prima di aver speso 37 milioni e anzi parte di questa somma (circa 17 milioni) è stata spesa proprio per rimuovere in sicurezza le terre di cantiere contenenti amianto. Le restanti somme sono state spese per il progetto originario.

10. “L’importo inizialmente previsto era di 100 milioni di euro”.
Il costo del progetto esecutivo generale approvato nel 2008 era pari a 136 milioni di euro (ovviamente senza considerare i maggiori costi derivanti dalla presenza dell’amianto). L’intervento commissariale, resosi necessario per l’indisponibilità dell’intera somma prevista, si è rivolto a ridurre il costo dell’opera a circa 100 milioni di euro, compresi 17 milioni per la rimozione dell’amianto, corrispondenti alle somme disponibili.

11. “Invece che un grande palazzo del cinema, verrà costruita una sala cinematografica”.
In realtà l’opera, già nella sua originaria configurazione, non era solo palazzo del cinema ma anche dei congressi, dove per congressi era da intendersi tutto ciò che sarebbe servito a dare all’opera una funzionalità correlata non solo alla mostra d’arte cinematografica ma anche a tutte quelle attività complementari anche per lo sviluppo del Lido che erano alla base dell’intesa di partenza tra lo Stato, la Regione e il Comune e che ora ci si propone di soddisfare in maniera ancora più decisa e proficua. Non sarà quindi una “sala cinematografica” ma un luogo capace di concorrere alla rivitalizzazione dell’intera area, a partire proprio dalla riqualificazione e dallo sviluppo della mostra d’arte cinematografica del Lido e di tutte le attività necessarie a farne un punto di riferimento mondiale di indiscutibile prestigio.

12. “La Sacaim, aggiudicataria dei lavori, ha chiesto al commissario un risarcimento di 50 milioni di euro”.
Dalla Sacaim non è mai pervenuta al commissario alcuna richiesta di risarcimento. Comunque, se mai dovesse pervenire una richiesta, chiedere non significa ottenere: e tra i due termini corre un mare di valutazioni che non mancheranno di essere svolte.

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13. “La costruzione di due grandi torri nell’area della Favorita è stata abbandonata per ragioni aeroportuali”.
I vincoli aeroportuali non hanno mai riguardato l’area della Favorita, ma un’altra area del complesso ospedaliero e quest’area è stata venduta.

14. “Per l’acquisto del bel parco della Favorita il commissario ha fissato un prezzo, 20 milioni, che Est Capital ha ritenuto troppo elevato”.
“Il bel parco della Favorita” non è un parco ma un’area di verde spontaneo caratterizzato dalla presenza di strutture fatiscenti e non oggetto di pubblica fruizione. Per la sua vendita sono state espletate ben tre aste, andate tutte deserte per l’assenza di offerte. Una successiva sollecitazione di manifestazione d’interesse ha prodotto tre proposte (rispettivamente di 10 milioni, 8 milioni e 1 euro) ritenute inadeguate.

15. “Non si costruirà alcun Palazzo del Cinema”.
Non si costruirà quel Palazzo del Cinema, la cui realizzazione si è rivelata economicamente insostenibile (per effetto dell’incremento di costi per l’amianto e della mancata vendita dell’area della favorita: 37 milioni in totale). In luogo di quel Palazzo del Cinema se ne farà un altro che dovrà insieme soddisfare le esigenze della mostra del cinema e costituire elemento di forte e nuovo richiamo per il Lido.

16. “L’area dell’ospedale venduta è di circa 70mila metri quadrati”.
La superficie lorda di pavimento realizzabile è di 49mila metri quadrati. Giuste o sbagliate che siano sul piano metodologico, tutte le valutazioni costruite sulla base delle dimensioni dell’area risentono di un evidente ed oggettivo limite di fondo e sono quindi inappropriate.
Qui mi fermo, non senza porre io, a mia volta, un interrogativo finale: non era forse il caso di rivolgersi direttamente alla fonte per avere informazioni e dati sicuri, invece di fidarsi di qualche notizia di seconda mano e di ritenerla sufficiente per farsi e per esprimere un’opinione?

* Vincenzo Spaziante è funzionario alla Protezione Civile. È Commissario per la realizzazione del nuovo Palazzo del Cinema di Venezia.

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  1. sergio torcinovich

    Appurato che la costruzione del palazzo del cinema (rectius "sala cinematografica") non è più un grande evento, consegue che il ruolo del Commissario non ha più alcun fondamento giuridico. Il commissariamento del Lido è un abuso che prima finirà meglio sarà. Per tutti. Anche per la democrazia e le istituzioni rappresentative.

  2. Bruno Gorini

    Ancor prima di leggere su la http://www.lavoce.info l’articolo lodevole e dettagliato del prof. Giavazzi Francesco, sulla realizzazione al Lido di Venezia del nuovo palazzo del cinema, avevo sentito il dovere di scrivere sul mio Blog alcune mie considerazioni, in merito al cantiere per la costruzione del nuovo palazzo del cinema al Lido, tratte unicamente dalla lettura dei quotidiani “Corriere della sera” e ” Il Gazzettino di Venezia”, reperibili qui.

  3. Luigi Vianelli

    Il commissario Spaziante chiama “area di verde spontaneo caratterizzato dalla presenza di strutture fatiscenti e non oggetto di pubblica fruizione” la Favorita. Per lui non è un parco. Eppure sia i miei genitori che io che mio figlio l’abbiamo frequentato. Era il CRAL dell’Ospedale al Mare, dove si giocava a calcio (per anni s’è organizzato il torneo di calcio dell’Orseolo, lì dentro) e a tennis. Varie volte ho accompagnato mio figlio alla Festa di Primavera: una sagra per i piccoli, con giochi di vario tipo, grigliate e pic-nic. Un mio carissimo amico ha organizzato il pranzo di nozze, all’interno di una delle “strutture fatiscenti”, che poi era il ristorante interno. Era il 1992, non l’era di Marco Caco. Dopo di che, con la chiusura dell’Ospedale al Mare quest’area è stata chiusa e lasciata marcire. OGGI la pineta è invasa dalle erbacce, ma IERI era ben curata. OGGI le strutture sono fatiscenti, ma IERI erano utilizzate da migliaia di lidensi. OGGI l’area è bramata dai soliti cementificatori, ma IERI era luogo di svago. Io abito a 200 metri dalla Favorita. Quando mia figlia (5 anni) mi chiede cosa c’è lì dietro, io le rispondo: “Un bellissimo parco”.

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