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MINISTRO ROMANI, DOVE SONO I SOLDI PER LA BANDA LARGA?

L’Italia ha bisogno di rilanciarsi con grandi investimenti, che guardino al futuro e possibilmente aiutino il paese a funzionare meglio. La rete di nuova generazione (in fibra) è stata individuata da tanti come uno dei modi – assieme ad altri – di smuovere un paese incancrenito, legato a vecchie tecnologie, vecchi modi di amministrare e di lavorare (il sito www.agendadigitale.org raccoglie una serie di idee e iniziative a riguardo). Per uscire dalla crisi servirebbero investimenti, e qualcuno si attenderebbe uno sforzo particolare del Governo in questa direzione.  
Nel 2009 una legge aveva messo sul tavolo 800 milioni per la banda larga. Non è la rete in fibra, per carità, ma sembrava comunque un passo nella direzione giusta. L’altro giorno nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri si annunciano altri 100 milioni per la banda larga, oltre all’impegno della Cassa depositi e prestiti per oltre 8 miliardi per la rete di nuova generazione.
Vero? Purtroppo no. Gli 8 miliardi della Cassa hanno il piccolo problema che non è il Governo che decide se investirli o no (e rumors dicono che alla Cassa sono da tempo pronti a investire, “se ci sono le condizioni” – che per ora purtroppo nessuno vede).
Ci si aspettava che il milleproroghe fosse l’occasione per dare concretezza a queste affermazioni. Ma, sorpresa: non si aggiungono risorse, se ne tolgono. Non solo non c’è traccia dei 100 milioni aggiuntivi, ma saltano anche 30 milioni dal finanziamento originario previsto e già deliberato dal Cipe. Per la cronaca, questi soldi vengono deviati al digitale terrestre (il cui costo evidentemente lievita) e soprattutto testimoniano di quanto interessi a questo paese lo sviluppo tecnologico. La tv, lo sappiamo, è nel cuore degli italiani…

Ministro Romani, come mai dai “+100” milioni promessi si passa ai “-30” del milleproroghe? Quale assetto si pensa di dare alla rete in fibra? E soprattutto, quando l’Italia avrà finalmente un’agenda digitale?

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INCENTIVI ALLO STUDIO

  1. Carlo grezio

    I soldi non ci sono. Nel caso ci fossero, verrebbero spesi per il digitale terrestre che fa comodo e interesse al gruppo Berlusconi. La banda larga? Non sanno nemmeno cosa sia.

  2. stefano

    Mi sembra che questa, e altre decisioni, vadano esattamente nella direzione voluta dal governo: difendere (fino a quando sarà possibile) le prerogative della TV contro la Banda larga e Internet. Sarei stupito dal contrario. Ma invece di occuparsi dei festini, perchè in Italia non esiste una persona (una, non 100) dell’opposizione che faccia un punto su queste questioni? Qual è il problema: non è chic o non fa audience?

  3. robertomontagna

    Io penso che dovrebbe essere fatta chiarezza, per i cittadini italiani, su che cosa s’intenda per banda, su come dovrebbe essere gestita in Italia, in modo coerente, ma non asservito, con le prospettive di sviluppo per la sua gestione in ambito europeo, sulle procedure d’integrazione di sorgenti diverse d’offerta di banda, e sul significato che può assumere il termine larga a seconda dei contesti. La chiarezza, secondo me, arricchendo le prospettive dei clienti, potrebbe favorire lo svilupparsi delle applicazioni, anche in prospettiva futura, e anche di quelle di nicchia. Vi ringrazio per l’attenzione. Vi auguro "une bonne continuation à tous vous et votre famille.

  4. Emilio Odescalchi

    Forse ci confondiamo con "Bande" larghe! Nel senso di banditi e predatori. Esiste la dorsale appenninica in fibra ottica che non è di Berlusconi, il quale, comunque, come gruppo, partecipa a chi (Fastweb), la fibra l’ha già messa da anni. Informarsi, prego, prima di populizzare l’informazione. Esistono poi altre tecnologie disponibili, tipo l’utilizzo della rete elettrica. Fatto è che non conviene. Conoscenza diffusa e a tutti gli strati sociali genera perdita di potere. Gli Ignoranti si governano meglio. Da sempre.

  5. lucio sepede

    Purtroppo il conflitto di interessi esiste ed è grande come una montagna ma i media se ne sono compltamente dimenticati e l’opposizione anche. Quando ci sono in gioco gli interessi del Premier, la task force è sempre pronta e vigile per farli prevalere su tutto e su tutti ma nessuno ha la voglia ed il coraggio di parlarne, pensando invece di poter abbattere Berlusconi attraverso la via giudiziaria o, ancora più ingenuamente, di poterne erodere il consenso elettorale con la denuncia dei comportamenti immorali. Senza un’alternativa concreta basata su programmi precisi e su alleanze coerenti, Berlusconi può permettersi di compiere qualsiasi misfatto senza timore di perdere consensi.

  6. luigi zoppoli

    Siamo oramai mitridatizzati rispetto al gioco delle tavolette, per cui i fondi vengono in silenzio spostati da un capitolo all’altro generalmente sprecone. Il mille proroghe ne è pieno ed il capitolo più indegno è rappresentato dalle quote latte. Il dramma è che la classe politica e dirigente che infesta il paese non è culturalmente in grado di cogliere i problemi. Andare a far capire a questi dinosauri le implicazioni e le ricadute sul sistema paese di una struttura efficiente di banda larga è del tutto inutile. Non lo potranno mai capire. Non sono culturalmente attrezzati e mancano anche di comune buonsenso..oltre che di decenza.

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