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CALDEROLI E LA FESTA PER L’UNITÀ D’ITALIA

Il Ministro Calderoli, tuonando contro la festa del 17 marzo per l’unità d’Italia, è intervenuto dicendo: "privo di copertura, in un Paese che ha il primo debito pubblico europeo e il terzo a livello mondiale e in più farlo in un momento di crisi economica internazionale è pura follia. Ed è anche incostituzionale".
Ha scoperto poi che stava leggendo un estratto della rassegna stampa sul progetto di federalismo municipale…

Potemkin

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INCENTIVI ALLO STUDIO

11 commenti

  1. massimo t

    Possibile che non si possano festeggiare 150 anni del nostro paese in santa pace, senza che gente di cui si dubita mai che abbia lavorato dica agli altri di lavorare? Sono davvero intristito…

  2. franco battaglia

    Asinus in cathedra

  3. Evelin

    Salve, sto leggendo questo libro e credo che tutti gli italiani dovrebbero nel loro piccolo concerdersi alla storia per conoscere le proprie origini. Tratto dal libro: "dal 1796 al 1870 vi è stato un tempo della nostra storia nel quale molti italiani non hanno avuto avuto paura della libertà, l’hanno cercata e hanno dato la vita per realizzare il sogno della nazione divenuta patria. E’ stato il tempo del Risorgimento quando la libertà significava verità. Anzitutto sentirsi partecipi di una Italia comune, non dell’italia dei sette Stati,ostili tra loro e strettamente sorvegliati da potenze straniere. La conquista della libertà "italiana" è stata la rivendicazione dell’unità culturale, storica, ideale di un popolo per secoli interdetto e separato ,l’affermazione della sua indipendenza politica. Dovremmo cercare di avere tutti una coscienza storica! Buona festa dell’Unità d’Italia a Tutti!

  4. Pietra Nera

    Forse calderoli non ha tutti i torti. Forse è opportuno lavorare invece di far feste. In Italia già si lavora troppo poco e festeggiare ed onorare l’Italia si può e si deve fare nella continuità lavorativa creando nuove opportunità di lavoro.

  5. Guido Di Massimo

    Viva l’Italia unita sempre! Ma per festeggiare l’Italia occorreva proprio l’ennesima offesa alla Costituzione? Occorreva proprio un decreto legge? Quando torneremo ad un uso corretto (eccezionale) dei decreti legge? (Ringrazio Evelin per la segnalazione del libro di Lucio Villari).

  6. Giuliano Canavese

    ‘Il Risorgimento…quando libertà significava verità’. Come si può fare una affermazione così retorica e indimostrabile? Quando mai è stata vera? E poi, per chi era vera? Per la grande massa dei contadini che dovevano andare a farsi uccidere in formazioni serrate, esponendo eroicamente il petto al fuoco nemico ? Per la gente comune che doveva adattarsi a leggi e consuetudini diverse dalle proprie ? Suvvia, stiamo parlando – nella sostanza – di un processo di conquista militare, cui erano favorevoli elites urbane degli stati conquistati o annessi, le quali – in una certa misura – ne hanno anche beneficiato; ma gli altri? Rammento quel che mi disse, riferendosi agli effetti della guerra 15-18, un vecchio trentino ( uno la cui famiglia abitava da generazioni in un paese nell’area di lingua italiana, per la chiarezza ): ‘Sem taliani, ciapai con sciòp’ ( Siamo italiani, presi con fucile ). L’annessione di quelle terre all’Italia non è stata affatto indolore, sotto il profilo culturale, economico e sociale; ma la retorica della vittoria ci impedisce di vedere i problemi e i danni che per anni sono seguiti alla cessazione delle ostilità.

  7. luigi zoppoli

    Ha scoperto poi che stava leggendo un estratto della rassegna stampa sul progetto di federalismo municipale… Leggendo? Ma siete sicuri?

  8. Sebastiano

    È un’altra occasione per capire che la Lega in effetti non vuole il federalismo ma la disgregazione.

  9. bob

    La vera Follia, unica al mondo, è di tenere al Governo nazionale questi miseri uomini. Basterebbe una legge elettorale da Paese serio per relegarli al nulla (quello che sono). L’investimento politico fatto su questo clan (la Lega) costerà a questo Paese danni enormi in un momento delicato. Questo clan ha solo un merito: l’avere evidenziato come una cartina al tornasole, lo stato della cultura di questo Paese (cultura intesa come saper leggere e scrivere) e su questo si sarebbe dovuto intervenire subito.

  10. Elena

    Sono molto triste e arrabbiata e sento il bisogno di dirlo; ma cosa si sente il Ministro Calderoli se non Italiano? Forse Padano? Non capisce che (non foss’altro per questo) perderà molti voti degli elettori del suo partito perché (malgrado tutto) si sentono Italiani?

  11. Mariangela Pisani

    Ma se Calderoli e gli altri ministri leghisti non riconoscono il valore dell’unità e della libertà dell’Italia, perchè non si dimettono da ministri della Repubblica Italiana e non si proclamano ministri della Padania? L’unità nazionale no, ma la poltrona nel nostro parlamento e nel nostro governo, sì. Ma la coerenza, sanno cosa significa?

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