Perché i calciatori, specialmente quelli bravi, scelgono la squadra di un paese invece che di un altro? Perché guardano il regime di tassazione in vigore e optano per quello più conveniente. Così quando la Spagna ha introdotto la legge Beckham nel 2004, la quota di calciatori stranieri nel campionato spagnolo ha iniziato a divergere immediatamente e in modo sostanziale dalla quota di calciatori stranieri presenti nel nostro. Più in generale, la tassazione ha un chiaro effetto sulla migrazione internazionale e un effetto di selezione del lavoro altamente qualificato.

 

In gennaio si moltiplicano le notizie di calciatori che cambiano squadra durante la finestra di mercato europea. Si parla persino di un commovente ritorno di David Beckham al calcio inglese. Gli spostamenti di individui che si suppone siano altamente qualificati e che certamente sono altamente remunerati ci dicono qualcosa sull’influenza delle imposte sulla mobilità internazionale del lavoro?

LE TASSE DEI TALENTI

L’influenza delle imposte sulla mobilità internazionale dei talenti indotta dal sistema di tassazione è una problema politico fondamentale, in particolare nell’Unione Europea dove le aliquote d’imposta sono fortemente differenziane tra paesi e le barriere alla migrazione sono basse, come accade nell’Unione Europea: aliquote elevate su lavoratori con paghe alte li possono indurre a spostarsi verso paesi dove l’onere fiscale è minore. Perciò, la mobilità internazionale può seriamente limitare la capacità dei governi di redistribuire il reddito attraverso una tassazione fortemente progressiva. E ciò ha generato la preoccupazione che la mobilità dei lavoratori qualificati generi competizione fiscale dannosa, che riduce la progressività del sistema tassazione nei paesi europei. Di conseguenza, nel dibattito di policy sul livello ottimale di progressività tributaria, la risposta della mobilità ad aliquote elevate ha un rilievo ancora maggiore dei tradizionali effetti distorsivi sull’offerta di lavoro all’interno dei paesi.
Mentre una immensa letteratura ha studiato le risposte standard dell’offerta di lavoro all’imposizione fiscale, praticamente nullo è il lavoro empirico sull’effetto della tassazione sulla mobilità internazionale geografica delle persone, e in particolare tra i lavoratori altamente qualificati. (1)
Il motivo è la mancanza di micro dati che contengano informazioni sulla cittadinanza e contemporaneamente permettano di identificare gli effetti causali sulla migrazione. In un nostro recente lavoro iniziamo a riempire questo vuoto, focalizzandoci su uno specifico mercato del lavoro: i calciatori professionisti in Europa. (2)
Nel Regno Unito la mobilità internazionale dei calciatori è diventato un tema caldo in concomitanza con l’incremento dell’aliquota marginale più alta dal 40 al 50 per cento. Si dice che nel 2009 la stella del calcio Cristiano Ronaldo si sia trasferito dal Manchester United al Real Madrid anche per evitare, nel Regno Unito, l’annunciata imposta al 50 per cento e beneficiare, in Spagna, della cosiddetta “legge Beckham”, un piano impositivo preferenziale che offre una aliquota “piatta” del 24 per cento ai residenti stranieri. (3)
Arsene Wenger, il mitico allenatore dell’Arsenal, commentò così la riforma fiscale: “con questo nuovo sistema di tassazione (…) la supremazia della Premiere League finirà, questo è sicuro”. (4)

PERCHÉ IL MERCATO DEI CALCIATORI

Il mercato calcistico offre tre importanti vantaggi per studiare la mobilità.
Primo, la mobilità internazionale è molto diffusa nel mercato del calcio professionistico fin dal 1995 quando la sentenza Bosman della Corte di giustizia europea cancellò le preesistenti restrizioni alla mobilità dei giocatori. Senza quelle restrizioni, la mobilità tra paesi si rivela più alta nel mercato del calcio rispetto a molti altri mercati, per il fatto che il gioco è lo stesso ovunque e richiede poco capitale umano specifico di un paese. Ciò rende il mercato del calcio un interessante laboratorio per iniziare lo studio della mobilità tra paesi indotta dal sistema di tassazione. In particolare, i calciatori possono fornire una stima superiore per il mercato del lavoro nel suo complesso alla risposta della migrazione alla tassazione. Ottenere un limite superiore è fondamentale per misurare l’importanza potenziale della questione, specialmente nel lungo periodo quando i mercati del lavoro diverranno più internazionali e diminuirà l’importanza di uno specifico capitale umano relativo a un paese.
Secondo, sono disponibili dati esaurienti sulla carriera e la mobilità dei calciatori professionisti per molti paesi e per lunghi periodi di tempo. Nel nostro progetto, abbiamo raccolto dati esaustivi sui percorsi di carriera di tutti i calciatori di serie A in quattordici paesi dell’Unione Europea negli ultimi trenta anni e dati sui risultati di tutte le squadre di serie A.
Terzo, e più importante, le aliquote sono cambiate spesso nel corso degli anni dando origine a  variazioni che possono essere utilizzate per identificare gli effetti causali della tassazione sulla mobilità nel mercato del calcio. In particolare, diversi paesi hanno sperimentato schemi speciali di tassazione che sostanzialmente offrono aliquote più basse ai calciatori immigrati, e tra questi Danimarca (1991), Belgio (2002) e Spagna (2004). L’analisi di questi schemi di tassazione fornisce una convincente evidenza che l’andamento della mobilità internazionale risponde effettivamente al regime di tassazione. Per esempio, quando la Spagna ha introdotto la legge Beckham nel 2004, la quota di calciatori stranieri nel campionato spagnolo ha iniziato a divergere immediatamente e in modo sostanziale dalla quota di calciatori stranieri presenti nel comparabile campionato italiano. Inoltre, sfruttando le specifiche regole di ammissibilità previste dalla legge Beckham, mostriamo che l’extraflusso di stranieri in Spagna è dovuto interamente a calciatori che possono essere ammessi al piano, con nessun effetto invece sui calciatori non possono esservi ammessi (figura 1).

Figura 1. Effetti della legge Beckham sulla probabilità di giocare in Spagna per status di ammissibilità.

Confrontando i dati sulle riforme fiscali in tutti i quattordici paesi del nostro campione, otteniamo che le decisioni di localizzazione dei calciatori sono molto sensibili alle aliquote fiscali. Ma poiché la domanda delle società di calcio è relativamente rigida – ci può essere solo un certo numero di giocatori per squadra e solo un certo numero di squadre in un campionato nazionale – otteniamo anche una forte evidenza di effetti di selezione: i calciatori di alto livello sono molto più sensibili dei giocatori di più basso livello. Infatti, mostriamo che i tagli alle tasse per gli stranieri in un dato paese attraggono calciatori stranieri di alto livello, ma finiscono per spiazzare gli stranieri di minore qualità e soppiantare alcuni calciatori nazionali.
Come e perché questi risultati sono interessanti da un punto di vista di policy? In primo luogo, sono interessanti per il mercato del lavoro dei calciatori: i nostri risultati chiaramente conducono a una rivalutazione dell’efficacia dei piani fiscali preferenziali verso gli stranieri altamente remunerati. Mettere in atto un trattamento fiscale favorevole per gli stranieri permette di attrarre giocatori di alta qualità, e ciò comporta nuove entrate fiscali e un aumento della qualità del campionato. Tuttavia, a causa degli effetti di selezione, una parte delle nuove entrate fiscali si perde con il ricollocamento dei calciatori nazionali. Ciò implica che i schemi di tassazione preferenziale per i calciatori stranieri hanno in definitiva un potere limitato nel produrre nuove entrate fiscali in un mercato del lavoro rigido come quello del calcio. Inoltre questi piani creano esternalità negative per altri paesi che perdono i loro calciatori migliori, mettendo in luce così la necessità di un maggior coordinamento fiscale tra i paesi europei. Senza coordinamento, e se molti altri paesi varano trattamenti fiscali preferenziali, gli effetti positivi delle basse aliquote fiscali tendono a scomparire in una pura corsa al ribasso, svantaggiosa per tutti.
Secondo, i nostri risultati sono importanti anche per azioni politiche di più ampio respiro perché dimostrano per la prima volta un chiaro effetto della tassazione sulla migrazione internazionale e un effetto di selezione del lavoro altamente qualificato. È probabile che i calciatori siano un segmento particolarmente mobile del mercato del lavoro, è dunque di ovvio interesse allargare l’analisi ad altri lavoratori altamente qualificati.

(1) Esistono alcuni studi sulla mobilità delle persone tra giurisdizioni locali all’interno di alcuni paesi: ad esempio, nel 1996 per la Svizzera Kirchgassner, G, and WW Pommerehne, “Tax harmonization and tax competition in the European Union: Lessons from Switzerland”, Journal of Public Economics, 60:351-371. E sugli Stati Uniti nel 1998 Feldstein, M and MV Wrobel (1998), “Can state taxes redistribute income?”, Journal of Public Economics, 68:369-396.
(2) Kleven, Henrik, Camille Landais, and Emmanuel Saez (2010), “Taxation and International Migration of Superstars: Evidence from the European Football Market”, NBER Working Paper 16545, November.
(3) Il soprannome dello schema di tassazione fu coniato qualche anno fa quando un’altra stella del calcio, David Beckham, si trasferì sempre dal Manchester United al Real Madrid proprio per beneficiarne.
(4) The Sunday Times, 25 April, 2009.

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