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La parola ai numeri: prodotto interno lordo

 

Aggiorniamo il grafico dell’andamento del Prodotto interno lordo includendo le stime preliminari Istat relative al terzo trimestre. Scopo della rubrica è confrontare il livello attuale del Pil con quello prima della crisi. Il grafico mostra i dati, ripresi dal sito Istat, relativi al livello del Pil trimestrale a valori concatenati (ossia depurati dall’’inflazione) e destagionalizzati (depurati per l’’effetto di calendario).
La crescita pressoché nulla del terzo trimestre fa sì che siamo ancora lontani dai livelli precendeti alla crisi. Ancora più preoccupante pensare che tra i paesi avanzati siamo quello che ha subito il calo maggiore durante la crisi e che, ad eccezione della Spagna, siamo il paese che è cresciuto meno nel periodo successivo “Giusto segnalare come, a volte, anche l’Istat presenta grafici che potrebbero indurre il lettore meno esperto in errore.

Il grafico qui sopra, che compare nella prima pagina del comunicato, riporta i tassi di crescita tendenziali del Pil. Un lettore disattento potrebbe trarre la conclusione che “le cose sono ritornate come prima” invece così non è come mostra il nostro grafico che poi è lo stesso (con intervalli di tempo diversi) di pagina 2 dello stesso Comunicato.

a cura di Davide Baldi e Ludovico Poggi

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  1. Gian

    Complimenti, un atto di chiarezza molto utile decisamente raro in questo periodo. E’ possibile però avere il grafico da voi proposto completato all’indietro in modo da capire a che punto siamo tornati? A quale anno corrisponde il nostro Pil attuale? Quanti anni abbiamo bruciato con questa crisi?

  2. Emilio Odescalchi

    E’ cosa nota. Aumento per prezzi o per aumento prezzi. Se è vero che il sistema pubblico genera oltre il 50% del PIL, (53%), quale è aumentato? Pil lordo, lordo ovvero sporco o pulito, incluso il nero o parte del nero o…? Nel frattempo pare che i consumi alimentari siano scesi dello 0,4%, che le vendite di automobili nuove tornerà ai livelli del 1992 in numero di pezzi consegnati/fatturati a fine anno, il turismo (numero di presenze) è diminuito, altri indicatori di consumo tendono al basso, e il PIL aumenta? Il costo dei trasporti (cha fà PIL), aumenta, quello dell’energia aumenta, la pressine fiscale diretta aumenta, qualche economista ha già riso..io un po’ meno. Totò direbbe: ma mi faccia il piacere!!. Torno a piantare i pomodori sul balcone.

  3. Marco Torchiano

    Considerando il tasso di incremento medio tra 09 II e ora, pari a 875 M EUR per trimestre ovvero 3.5 Mld EUR per anno, ed il fatto che rispetto al massimo del 07 III esiste un gap di 17 Mld EUR, con il passo attuale torneremo a quei livello tra 5 anni. A fine 2015 saremo di nuovo al punto di fine 2007: 8 anni fumati… Chiedo scusa agli economisti di professione per il conto un po’ da retro della busta.

  4. Luigi Angelucci

    Come detto dagli autori, il modo di presentare le informazioni può indurre in errore il lettore inesperto. Mi pare che una testata come lavoce.info dovrebbe badare a dire davvero come stanno le cose ed evitare espressioni del tipo "tra i paesi avanzati siamo quello che ha subito il calo maggiore durante la crisi". Perchè sebbene questo sia vero, come il grafico ISTAT criticato, tale "realtà" è figlia dovuta alla spesa pubblica (una componente del Pil). Al netto delle variazione di questa, infatti, appare una realtà ben diversa. E, soprattutto, è ingannevole non aggiungere che tale spesa pubblica poi va a pesare sui debiti pubblici degli altri Paesi, la cui dinamica è decisamente peggiore di quella del nostro mostruoso debito pubblico. E questo non è per dire che da voi in Italia tutto vada bene, purtroppo.

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