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Tutti i numeri del ministro Gelmini*

“Sono più di 50mila i profili tecnici richiesti dalle imprese che la scuola non riesce a formare”
“Con l’’ultima finanziaria abbiamo recuperato 10mila nuovi posti di lavoro per gli
insegnanti, 6.500 nuovi posti di lavoro per personale tecnico-amministrativo e anche un nuovo concorso per presidi per 3.000 nuovi posti”.
Mariastella Gelmini, ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca – conferenza stampa di inaugurazione dell’anno scolastico, 2/9/2010.

“Sono più di 50mila i profili tecnici richiesti dalle imprese che la scuola non riesce a formare”

Nella conferenza stampa del 2 settembre tenuta dal Ministro Gelmini in occasione dell’’apertura del nuovo anno scolastico, sono riportate alcune informazioni di cui non ci è stato possibile trovare riscontro.
Nel rapporto pubblicato nel sito del Ministero dell’Istruzione relativo all’’anno 2008-9 (La scuola statale: sintesi dei dati – a.s. 2008/2009) si riporta che vi sono 77.990 alunni frequentanti le classi V degli istituti professionali, 8955 alunni frequentanti le classi V degli istituti d’arte e 145650 alunni frequentanti le classi V degli istituti tecnici. Immaginando che un 10 per cento di essi non consegua la maturità in quanto non ammesso agli esami o direttamente bocciati all’’esame stesso, ci attenderemmo 209.335 diplomati tecnici o professionali a giugno 2009. Contemporaneamente il rapporto Excelsior per il 2009 realizzato da Unioncamere sulle previsioni di assunzione per il 2009 segnala che le imprese avrebbero programmato l’’assunzione di 222mila persone in possesso del titolo di studio secondario e post-secondario. Lo scostamento tra domanda potenziale ed offerta sarebbe quindi pari a 13mila diplomati e non ai 50mila che dichiara il ministro. Forse vuole incoraggiare le istruzioni verso la filiera professionale…

“Nel biennio 2009-2011 l’’incremento del tempo pieno è stato due volte e mezzo di quello registrato nel biennio precedente con 877 classi in più di tempo pieno solo quest’anno”

Gli ultimi dati disponibili per il pubblico sono contenuti nel grafico 2.3.2. de “La scuola in cifre 2008” e si riferiscono all’’anno scolastico 2007/2008:

Secondo questi dati la quota di alunni con orario superiore alle 30 ore, con o senza mensa, sarebbe in Italia il 45.2 per cento degli alunni della primaria. Se quanto ha dichiarato il Ministro è vero, ci aspetteremmo che la quota degli stessi alunni nell’’anno che inizia si avvicini al 50 per cento (visto che per altro la dimensione media delle classi è aumentata). Attendiamo con ansia la pubblicazione di dati più recenti nel sito del Ministero per poter verificare questa affermazioni, cui non sembrerebbe corrispondere la percezione dei genitori di cui si legge nei giornali.

“…A fronte di una cifra, 43 miliardi di euro che noi da sempre investiamo in istruzione”.

Dalla stessa pubblicazione citata sopra, alla tabella 1.1.2 “Spesa pubblica per l’’istruzione scolastica per fonte di finanziamento si legge che nel 2008 (ultimo dato disponibile) la spesa pubblica complessiva è pari a 54.86 miliardi, di cui 45.96 a carico del Miur, e il resto a carico di regioni ed enti locali. Vi è quindi una differenza, a sfavore di quanto dichiarato dal Ministro stesso, di 3 miliardi di euro. Un 7 per cento di errore per un ministro che dichiara che “i numeri sono numeri” quando vuole conseguire un taglio del 20 per cento dei propri fondi non è un dettaglio da sottovalutare.

 

“Con l’’ultima finanziaria abbiamo recuperato 10mila nuovi posti di lavoro per gli insegnanti, 6.500 nuovi posti di lavoro per personale tecnico-amministrativo e anche un nuovo concorso per presidi per 3.000 nuovi posti”.

Il Ministro si vanta cioè di aver creato 10.000 nuovi posti di lavoro per gli insegnanti nella scuola.
Tuttavia se andiamo la Tavola A della “La scuola statale: sintesi dei dati – Anno scolastico 2009/2010” sempre pubblicato nel sito del ministero, notiamo che i docenti a tempo indeterminato e determinato attuale sono calati di 23.630 (escludendo gli insegnanti della scuola dell’’infanzia, che restano pressochè costanti) nel passaggio di un anno (dal 2008-9 al 2009-10). Se prendiamo per buono il dato dichiarato dal Ministro, ne dobbiamo presumere che ci siano stati 33.630 pensionamenti, di cui solo 10.000 vengano rimpiazzati e 23.630 distrutti. Altro che nuovi posti di lavoro! Se le imprese adottassero la setta logica del ministro, avremmo 4 milioni di nuovi posti di lavoro ogni anno …

*A cura di Davide Baldi e Ludovico Poggi su segnalazione della nostra lettrice Bianca Maria Canal che ringraziamo.

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Un commento di Iacopo Viciani e la risposta degli autori

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  1. Paolo Fasce

    Riporto un’altra affermazione fuorviante della ministro Gelmini. Ancora più fuorviante è l’elaborazione fatta dal TgLa7 di Enrico Mentana che stima a sette miliardi e mezzo la cifra necessaria per stabilizzarli. Orbene, ragioniamo. Di quei 229.000 contratti a tempo determinato, circa la metà sono di personale assunte per l’intero anno scolastico. Personale, quindi, che serve ed è indispensabile per il normale andamento della scuola. Il resto sono le cosiddette "supplenze brevi". Emergono quindi i seguenti elementi: più della metà della stima di Mentana non sono "risorse aggiuntive", ma sono oneri già compresi nelle spese vantate dal ministero. Si tratterebbe semplicemente di dare dignità a questi docenti, assumendoli a tempo indeterminato. Il resto (supplenze brevi) afferisce a possibili diverse organizzazioni del lavoro a scuola e su questo è il ministero a dovere avanzare proposte, possibilmente concertandole con le associazioni di categoria, sindacati e opposizione perché si parla della scuola di tutti.

  2. Ajna

    Anche prendendo per buoni i vostri ragionamenti sul primo punto, non ho ben capito perché un’impresa che ha veramente bisogno non assumerebbe qualcuno dei tanti ragazzi già a spasso da almeno un anno e lamenti che la scuola non gliene sforni di nuovi, costantemente…

  3. salvatore

    Mi sembra che come al solito si faccia molta filosofia. Il problema è che i soldi scarseggiano e bisognia soddisfare l’appetito delle mafie e delle cricche altrimenti si perde il loro sostegno (vedi Dell’Utri e Cuffaro in primis). Quindi si prende una povera donna (in questo caso) e le si ordina di mettere la faccia in cambio di un lauto stipendio. Il resto è aria fritta, purtroppo.

  4. Alessandro

    Vorrei ulteriormente segnalare come il ministro dichiari come il tempo pieno aumenta di anno in anno senza chiarire come nella realtà stia via via smontando la struttura del tempo pieno reale come tutti noi genitori lo intendiamo (40 ore di insegnamento comprensivo di tempo mensa con due insegnanti) a favore di un tempo scuola di 40 ore. Nella scuola di mio figlio, eliminando le compresenze che servivano a garantire i laboratori di informatica, le attività suppletive a favore dei bambinin con maggiori difficoltà nella lingua italiana ecc, a fronte di 20 classi a tempo pieno sono stati assegnati 38 maestri. Il tempo lavorato da tutti i 38 docenti consente la copertura dell’orario delle 20 classi (senza compresenze) ma, ovviamente, ne risente la didattica che prevederà una turnazione degli insegnanti maggiore. In pratica l’offerta cala e la qualità della scuola pubblica anche.

  5. Gianpaolo

    Non vorrei difendere il ministro Gelmini (per cui non provo molta simpatia), ma forse bisognerebbe interpretare anche le sue parole, senza fermarsi al dato nudo e crudo. Per quanto concerne i profili tecnici, non può essere che la cifra del ministro Gelmini sia corretta tenendo a mente che una percentuale dei diplomati tecnici tenta successivamente "l’avventura universitaria"? Per quanto concerne la "querelle" sui 43/46 miliardi investiti, la Gelmini dice qualcose come "da sempre investiti". Può essere che abbia fatto la media degli ultimi 5 anni, evitando di riportare l’ultimo dato disponibile? Complimenti comunque per l’articolo, in fin dei conti l’istruzione è sempre un argomento molto spinoso. Cordiali Saluti

  6. Ajna

    Mi si perdoni il secondo post, ma leggevo giusto ieri con un certo sconcerto la notizia di ben 300.000 euro assegnati per insegnare milanese a chi lo desideri e sia straniero, tutto finanziato dal ministero: con che faccia poi si manda a casa chi insegna materie utili e che creano valore (magari mentre il collega di religione prende pure di più).

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