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L’Italia meritava l’Euro 2016?

La Francia organizzerà l’Europeo di calcio del 2016. I paesi in gara erano Turchia, Francia e Italia. La decisione dell’Uefa è essenzialmente politica, ma conta anche la valutazione di aspetti più tecnici della candidatura. A partire dalla situazione di stadi e infrastrutture di trasporto. Su questa base non c’erano grandi possibilità per il nostro paese. Eppure l’organizzazione di Euro 2016 poteva essere l’occasione per ristrutturare gli impianti. Con una partnership, però, pubblico-privato per impedire il ripetersi degli sprechi dei Mondiali 1990.

 

Gli Europei di calcio del 2016 andranno in Francia. Così ha deciso l’Uefa. Tutto sommato, era prevedibile e forse è meglio così. Forse per l’Italia sarebbe stato un altro spreco di denaro pubblico. Deve però far riflettere il fatto che l’Italia sia stata sconfitta sia per gli Europei del 2012 sia per quelli del 2016. I ritardi tra le nostre strutture e quelle di altri paesi, l’eccessivo potere degli ultras non possono essere mascherate dalla vittoria dell’Inter nella Champions league.

I PARAMETRI PER LA SCELTA

Dei tre Paesi candidati, la Turchia non ha mai ospitato gli Europei, mentre l’’Italia lo ha fatto nel 1968 e nel 1980 e la Francia nel 1984. La Uefa valuta positivamente l’’allargamento del numero di paesi che ospitano la fase finale del torneo, ma la Turchia era in realtà svantaggiata dal fatto che Euro 2012 sia già stato assegnato a Ucraina e Polonia, anch’’essi nuovi nell’’organizzazione dell’evento, e dal fatto che tale esperienza si stia rivelando una scelta rischiosa in termini organizzativi. Assieme alle considerazioni strettamente politiche, l’’Uefa ha preso la sua decisione anche sulla base di un rapporto “tecnico” sulle candidature (Bid Evaluation Report).
La valutazione tecnica ha in realtà parametri assai discutibili e ben poco oggettivi. Ad esempio i primi tre criteri di valutazione sono: la visione dell’’Euro (Uefa Euro Vision), il concetto complessivo del torneo (Overall Tournament Concept), l’’eredità del torneo (Tournament Legacy). Si tratta di generiche affermazioni di principio senza molto radicamento nella realtà. La Turchia metteva tra le possibili eredità una maggiore consapevolezza ambientale e persino un’’alimentazione più salutare. Su questi primi tre indicatori, l’’Italia era quella con valutazione peggiore da parte dell’’Uefa: chiaramente non era un buon segnale. Altri indicatori sono assolutamente marginali: ad esempio, della Francia veniva apprezzato il luogo scelto per ospitare la cena ufficiale dell’’Uefa: “la location è fantastica”. Invece quella proposta dall’’Italia sembrava essere troppo piccola. Evidentemente le Roi Michel Platini è ingrassato e preferisce stare comodo. Speriamo che non siano stati questi dettagli irrilevanti a decidere quale paese avrebbe organizzato gli Europei del 2016.
Ma la verità è che, anche guardando agli aspetti più sostanziali, l’’Italia non era messa bene. Per quanto riguarda gli stadi, il nostro paese avrebbe programmato di investire 740 milioni di euro per la loro ristrutturazione, contro i 1.700 milioni della Francia, i cui stadi sono più moderni dato che hanno ospitato i Mondiali del 1998. E sarà minore in Francia il peso dei fondi pubblici: il 39 per cento contro l’’80 per cento previsto dall’’Italia.
L’’Uefa è rimasta piuttosto insoddisfatta del piano italiano sugli stadi e aveva fatto notare che occorreva vigilare sulla tabella di marcia proposta e sulle garanzie finanziarie fornite. Non andava meglio per i trasporti via terra: secondo l’’Uefa il dossier italiano era carente ed era pertanto difficile capire quale fosse il piano che l’’Italia avrebbe voluto realizzare. Alcuni degli aeroporti (quelli di Bari, Cagliari e Palermo) sono ritenuti insoddisfacenti. I prezzi proposti per i biglietti erano considerati eccessivi e le proiezioni sui ricavi generati dalla vendita di biglietti irrealistiche. Insomma, il rapporto tecnico non favoriva l’’Italia. Molto era affidato alle abilità diplomatiche del presidente della Figc, Giancarlo Abete. Che però non sono bastate.
L’’organizzazione dell’’Europeo poteva essere un’’opportunità per l’’Italia per ristrutturare i suoi stadi. Si sarebbero potuti realizzare impianti più piccoli di quelli attuali, in cui si vede bene, con migliori servizi per gli spettatori e quindi in grado di generare ricavi supplementari per le società. Un ingrediente essenziale avrebbe dovuto essere allora la partecipazione delle società che avrebbero utilizzato gli stadi dopo il 2016. Sarebbe servita una partnership pubblico-privato per impedire sprechi assurdi come quelli che ci sono stati per l’organizzazione dei Mondiali del 1990. Era necessaria altresì la massima trasparenza sui costi previsti e sugli scostamenti da essi.
Queste condizioni non sono state soddisfatte, meglio allora guardare gli Europei in televisione. O anche allo stadio: la Francia non è poi così lontana.

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  1. Uli Gans

    Non ho capito che cosa abbiano a che fare gli ultras con questo insuccesso: mi sembra evidente che i motivi della vittoria francese siano stati o politici e infrastrutturali. E anzi, il tifo organizzato mi sembra che non abbia nessun potere nel calcio di oggi, che ruota attorno alle pay-tv. A mia memoria gli ultras non hanno mai ottenuto nulla: sulle telecamere, sul biglietto nominale, sulla tessera del tifoso, sulla polverizzazione dei calendari in ogni giorno della settimana, sugli orari, ogni loro protesta è stata ignorata. Oggi dalle curve sono spariti anche tamburi e megafoni, perché vietati, e ogni fumogeno costa multe di migliaia di euro. Se il calcio italiano è arretrato prendiamocela con i ritardi del paese e la mancanza di cultura sportiva, senza cercare scuse in un fenomeno sociale tutto sommato in via di estinzione.

  2. Giuseppe Zelaschi

    La mia non è una presa di posizione antitaliana, però sono soddisfatto della non scelta del nostro Paese per i campionati europei 2016. Ritengo che l’articolo che commento contiene quasi tutte le motivazioni che mi fanno apprezzare l’esclusione. Vorrei comunque sottolineare che l’aspetto economico-finanziario estremamente pesante anche in concomitanza con l’altro evento-clou Expo 2015, sarebbe stato un peso eccessivo per le finanze del nostro paese…

  3. luigi del monte

    Sarebbe stato bello avere gli europei.. Ma stando ai dati visti nel pdf come trasporti non ci siamo. Sarebbe ora di considerare gli stadi una risorsa da includere nelle città e non un problema da relegare fuori dai confini. Dico questo pensando alla mia città, Bergamo, che ha uno stadio in centro che crea problemi per colpa dei tifosi e non in quanto struttura.. cCè l’idea di fare una cittadella dello sport ubicata fuori città con bassa accessibilità trasportistica, tanto di moda oggi, senza però considerare il fatto che, se ci saranno soldi da roma, si costruirà a qualche centinaio di metri una metrotranvia della val Brembana che ne migliorerà i trasporti dallo/allo stadio attuale. Sarebbe ora anche di cambiare mentalità ai tifosi che creano danni.. Stando alle notizie, se l’europeo era solo un pretesto per speculatori edilizi che, oltre a rinnovare gli stadi, costruivano palazzi e palazzine, credo che i vantaggi nell’aver perso siano ben maggiori degli svantaggi.

  4. clodoveus

    Ma perché mai l’Italia, che abbiamo scoperto inopinatamente essere sull’orlo di una crisi alla greca, deve candidarsi per ospitare tutti gli eventi internazionali possibili ed immaginabili, dall’Expo al Gran Premio di Formula 1 all’EUR, dal festival dell’ocarina fino ai modiali di nuoto, badmington, curling e freccette? Non sarà per poter costruire stadi ed impianti come sono stati costruiti dighe, impianti di trattamento acque, porti turistici, ospedali, scuole, stazioni, carceri e quant’altro, lasciandoli poi desolatamente inutilizzati? Un paese serio in serie difficoltà economiche non dovrebbe nemmeno candidarsi, risparmiando regalie ed omaggi (oltretutto inutili, visti i risultati) a chi è deputato a decidere.

  5. Antonio Manca

    L’italietta non merita un bel niente, siamo pessimi in tutto, all’estero ridono tutti di noi e del nostro utilizzatore finale, avrebbero gioito quelli della cricca.

  6. Palatinus

    Bisogna felicitarsi per la sconfitta dell’Italia. Una sconfitta che argina speculazioni edilizie e commerciali, che dilegua corruzione e concussione, usura del territorio, appalti truccati su stadi e infrastrutture, che fa sì che questo entourage politico sia calcistico che politico abbia fallito ancora e debba dimettersi in blocco. Il ricordo di Italia 90 non ha insegnato nulla. In più diciamocela davvero, fra 6 anni, in che paesi vivremo? L’ulteriore notizia positiva è la seguente: in futuro ospiteremo sempre un numero minore di eventi. Ormai gli europei andranno in Germania, Spagna, Russia, Turchia, Regno Unito, quindi per almeno 16-20 anni non abbiamo i problemi summenzionati. Lo stesso valga per il mondiale. L’Expo ce lo siamo aggiudicato e speriamo che Roma non vinca le olimpiadi. Stesso valga per il GP F1 all’EUR, una vergogna. Comincia a pensare ai pendolari, ai lavoratori, agli studenti, ai malati.

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