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DUE ANNI DI GOVERNO

La XVI legislatura ha compiuto due anni e tra pochi giorni sarà trascorso lo stesso periodo di tempo per il governo Berlusconi, insediatosi l’8 maggio 2008. Il bilancio della legislatura coincide in larga parte con quello del governo sia perché fino a questo momento il perimetro della maggioranza è rimasto identico, sia perché in Parlamento la compagine governativa domina con i numeri l’attività legislativa. Riprendendo una formula analoga a quella di un anno fa cerchiamo di mettere in luce con dieci schede, ciascuna dedicata a uno dei principali temi della politica nazionale, che cosa è stato fatto o non è stato fatto in questo primo biennio. La raccolta è stata in parte curata da Pietro Ichino e pubblicata anche sul suo sito.

 

 

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SE LA CRISI DI ATENE ENTRA IN BANCA

  1. Pier Paolo Soncin

    Mi pare che nella Vostra esaustiva ed interessante analisi ci sia un illustre assente. La Salute e la sanità sono in gran parte scomparsi dal dibattito politico sebbene rappresentino un elemento di massimo interesse per i citadini anche dal punto di vista economico, rappresentando la spesa sanitaria circa i tre quarti dei bilanci delle regioni.

  2. margherita grigolato

    Vi ringrazio per lo sforzo fatto nel condensare le vostre analisi in 10 schede. Ho compreso maggiormente le questioni anche se non sono molto daccordo sull’analisi del senatore Ichino per quanto riguarda il tema lavoro: la volontà palese del governo ma soprattutto del min Sacconi è quella di destrutturare la legge 30 per tornare allo status quo ante negli anni 60. Concordo invece con il senatore Ichino sulla mancata visone organica della riforma degli ammortizzatori sociali.

  3. FRANCO

    Non ho la competenza per una valutazione professionale ed esprimo l’opinione di un cittadino comune che pensa che, in Italia, abbia preso il potere la pubblicità, dove conta il messaggio e non il prodotto. Gli italiani erano già pronti, ben allevati nell’ignoranza, moderni solo nei formalismi esteriori ma antiquati dentro. Se B. non fosse apparso, se lo sarebbero inventato. In effetti, cosa c’era stato prima? Craxi, Andreotti, Forlani e prima De Mita e via risalendo fino agli ultimi due statisti (Moro e Berlinguer) che non ebbero tempo. Nell’epoca berlusconiana apparve un uomo, tal Prodi Romano, che poteva farci uscire dalla palude ma "i suoi non lo riconobbero" e gli altri lo linciarono.

  4. roberto fiacchi

    La comunicazione è sempre più incisiva nel dire al Popolo quel che desidera. Tanti si sbracciano nel condannare il malcostume, già dilagato. Si continua ad affermare che le piccole aziende sono l’ossatura della economia italiana. La Costituzione viene riconosciuta come la migliore esistente ( non da tutti a dire il vero ). Il sociale è una parola d’ordine quotidiana. E così via. Poi, si vanno a guardare le dieci schede, i risultati effettivi sul campo, le iniziative della politica oltre le parole e ci troviamo ora dopo ora in una situazione sempre più distante dalla strada tracciata dai nostri Padri, che hanno combattuto guerre e dure battaglie per le conquiste fondamentali dell’uomo. Il lavoro sembra non fonda più la Repubblica; la salute, la famiglia appaiono come tremolanti miraggi in una desertificazione del rispetto della dignità dell’essere umano. Pessimismo o realismo? Esagerazione? Parole, certo. Occorrono fatti; ma non è compito della Politica lavorare anche oltre le parole? Non si deve fare a mio parere di tutta un’erba un fascio, ma sono convinto che occorra innanzitutto ritrovare il coraggio per lottare con slancio ed entusiasmo come hanno fatto i nostri Padri.

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