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SCUDO FISCALE TER: A VOLTE NON RITORNANO

Il 29 dicembre 2009 il Mef comunicava il grande successo dell’operazione scudo fiscale ter sintetizzandolo in due numeri: 95 e 98.  95 miliardi di euro il volume delle operazioni interessate dallo scudo di cui  98 per cento costituito  da  rimpatri effettivi in Italia. Numeri che marcano uno straordinario successo, segno di forza della nostra economia e di fiducia nell’Italia.
Nel commento del 5 gennaio sottolineavo come il comunicato, pur formalmente corretto, fosse nella sostanza fuorviante:  volesse cioè far credere che il 98% dei 95 miliardi scudati fosse davvero rientrato in Italia, pronto ad affluire alle nostre imprese in crisi. Il trucco comunicativo consisteva nel giocare sull’ambiguità del termine "rimpatri effettivi", senza ricordare che essi consistono di rimpatri veri e propri e di rimpatri  giuridici i quali, analogamente a quanto avviene per le regolarizzazioni, non comportano alcun disinvestimento di attività estere.
Richiamare questa distinzione sarebbe stato cruciale per la correttezza e la trasparenza dell’informazione: già al momento in cui il comunicato è stato emesso erano infatti molte le valutazioni, effettuate da osservatori privilegiati, che facevano ritenere che per una quota rilevante i rimpatri da scudo fossero in realtà soltanto rimpatri giuridici.
La distinzione fra rimpatri veri e propri da un lato e rimpatri giuridici e regolarizzazioni, dall’altro, è necessaria per costruire statistiche appropriate relative alla bilancia dei pagamenti del nostro paese in cui solo i primi devono essere registrati. L’informazione relativa è stata quindi raccolta dalla Banca d’Italia, che proprio ieri ha pubblicato i risultati  emersi da tutte le segnalazioni statistiche arrivate fino al 15 febbraio 2010. Essi riguardano 85 dei 95 miliardi di euro ricordati dal Mef, in quanto  la rilevazione della Banca d’Italia esclude alcuni beni patrimoniali, le operazioni di importo inferiore a una soglia di rilevazione di 50000 o 12500 euro a seconda del paese considerato, e le situazioni in cui l’effettivo rimpatrio o regolarizzazione delle attività "scudate", per le quali cioè si è gia versata l’imposta, sia stato differito, come ammesso dalla normativa.

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Ed ecco i risultati

Rimpatri con liquidazione                                                                 34,9 mld di euro
Rimpatri senza liquidazione e regolarizzazioni                                 50,3 mld di euro

Totale                                                                                              85,1 mld di euro

I rimpatri con liquidazioni, gli unici che potrebbero segnare quella fiducia nell’Italia ricordata dal Mef sono quindi soltanto il 41% del totale.
Suggerisco di aggiornare il comunicato Mef del 29 dicembre come segue: due i numeri  per sintetizzare i risultati dello scudo ter: 95 e 41.

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10 commenti

  1. luigi zoppoli

    Confido che il MEF preciserà questi “piccoli” particolari. Dopo le elezioni. Farlo prima sarebbe rischioso: qualcuno potrebbe farci caso e magari perfino ragionarci su.

  2. Sara Guerra

    Vi ringrazio tantissimo di questa precisazione! Ricordo il precedente articolo e speravo avreste pubblicato il vero risultato quando possibile. E’ sconfortante che in Italia quando si legge una notizia si debba tenere ben presente che potrebbe essere falsa. Cordiali saluti

  3. giancarlo c

    Sono il 2% del Pil: chissà che fine faranno.

  4. Paolo Bizzarri

    Quindi in Italia sono rientrati effettivamente almento 34 Milardi di Euro in liquidità per le banche, e altri 4 Miliardi sono andati al fisco. Lo ritiene un bene o un male? Operazioni analoghe sono state fatte in altri paesi (ad esempio, gli Stati Uniti). Che effetto hanno prodotto in termini economici? Sono rientrati più o meno capitali?

  5. Michele

    Una volta che i capitali sono ritornati in Italia beneficiando delle magnifiche condizioni dello scudo fiscale, è tutt’altro che scontato che vengano investiti in Italia. Infatti, qualunque investitore con i capitali rimpatriati potrà investirli in Italia, ma anche benissimo in azioni, bonds e altro esteri; anzi saranno gli stessi gestori delle banche italiane che raccomandano una diversificazione degli investimenti. Il successo quantitativo dello scudo in ogni caso nulla ha a che vedere con la fiducia nel sistema Italia, ma solo con le condizioni di estremo favore offerte per sanare l’evasione.

  6. lormar

    Complimenti per la puntuale precisazione. Mi sembra un caso da manuale di come truccare le statistiche. Se poi chi mente è il MEF no problem il geniaccio Tremonti è anche geniale nel gioco delle tre carte: consideriamo altresì che "PIIGS oblige". Magari rinfreschi ai suoi lettori che "non hanno capito" come ha funzionato lo scudo in altri paesi e in primis gli USA.

  7. MATTEO DI LELLA

    La tecnica da talk show inventata dagli spin doctor del centro destra funziona, vedi articolo sull’Espresso del 18/02 "Nel Mondo delle Favole" di E.Berselli. E’ sconfortante e vergognoso.

  8. michele

    Infatti, pur non essendo particolarmente esperto di norme fiscali, mi sembra di poter dire che se più della metà della somma non è fisicamente rientrata ma se ne sta in attività collocate all’estero, chi l’ha scudata l’ha fatto essenzialmente per sanare la propria situazione illegale ed evitare di esser indagato in futuro. Cosa che lo mette al riparo anche da evenetuali indagini sullle origini di quella somma. In Italia, risorse aggiuntive non ne sono arrivate se non in misura assai parziale, a differenza di quanto scrive il governo. Prima o poi, credo proprio che questi trucchetti presenteranno il conto, tutti assieme.

  9. Vladimiro D'Agostino

    Gli scudi fiscali all’italiana, ammesso che funzionino (e in questo caso si possono nutrire seri dubbi), hanno un effetto devastante sull’economia: si creano bolle speculative (nello scudo precedente bisogna ricordare la bolla immobiliare) e alterano la concorrenza. Infatti, ammesso che i soldi venissero investiti nell’economia reale, gli imprenditori "scudati" inserirebbero capitali in mercati dove altri imprenditori hanno legittimamente investito e pagato le imposte. Non dimentichiamo poi quanto lo stato ci ha rimesso di imposte.

  10. Vito Piruzza

    Mio Dio! Leggo stamani che Calderoli inveisce contro la Banca d’Italia per la precisazione (peraltro dovuta per correttezza di registrazione in bilancia dei pagamenti)! Invece di arrossire per la "mezza verità" che evidenzia il "risciacquo" a "prezzi stracciati" senza neanche far tornare i capitali… si permettono di inveire chi per fare il suo dovere dice la verità. Ma in che paese siamo?

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